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Autore: Happy_Pumpkin    27/06/2009    6 recensioni
Raccolta di missing moment dedicati a vari personaggi di Deathnote. Il rating va dal giallo all'arancione, presenza di shonen-ai.
1) Heartbeat [Mihael Keel; Kyomi Takada] Spero che non senta il mio cuore battere. Lo sentirà. Come può non sentirlo?
2) Falling [Elle; Light] Peccato che, a differenza di quanto accadeva con le fragole, non ci sarebbe stato nessuno a raccoglierli.
3) Mother [Light; Sachiko] Quello che stava morendo non era soltanto un assassino. Era suo figlio.
4) Confidence [Mello; Near] Erano due poli con la stessa identica carica che, pur tentando di incontrarsi, finivano sempre per respingersi.
5) Confidence [L; Misa] Erano sempre in tre: anche nella stanza più affollata.
6) Shot [Teru; Light] Chi, se non Dio, poteva controllare l'incontrollabile?
7) Smoke [Mello; Matt] Non cercava risposte; voleva semplicemente una via d'uscita, anche se non sarebbe stata quella a salvarlo.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Mello, Near
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tipologia:
One-shot

Rating: verde
Genere: Introspettivo, malinconico
Avvertimenti: //
Personaggi: Light, Sachiko


Mother


La cucina appariva deliziosamente ordinata dopo la cena famigliare, simile a quelle che si vedevano nelle riviste patinate: ogni oggetto era perfettamente allineato secondo rigorose disposizioni millimetriche.
Solo l'odore residuo di cibo, che galleggiava leggero come una foglia sull'acqua, tradiva quell'impeccabile e quasi asettico ordine. Niente che in poche ore non potesse essere scacciato via aprendo le finestre o spruzzando un deodorante per ambienti, comprato con curiosità al supermercato.
Sachiko terminò di ripulire il ripiano del lavandino grazie ad una spugnetta umida, tentando di far tornare a splendere l'acciaio; la strizzò infine con forza così da lasciar colare via l'acqua che –  come i suoi anni – scivolava, scomparendo nelle tubature interrate.
Sorridendo si voltò a guardare suo figlio il quale, nonostante dovesse studiare per gli esami d'ammissione, era lo stesso venuto a darle una mano. Lo scrutò, dolcemente indiscreta, intento a posizionare con puntigliosa precisione i bicchieri all'interno della lavastoviglie; sorrise nel vederlo spostarli quando scoprì che non erano stati disposti secondo i suoi perfezionisti desideri.

“Caro, lascia stare. Lo studio è più importante.”

Eppure le piaceva tanto averlo così vicino, per una volta non barricato in quella sua camera buia. Lo avrebbe guardato come un'innamorata per ore mentre respirava, anche solo mentre con un gesto ponderato della mano sistemava la frangia che a volte gli nascondeva i bei occhi castani. Era il suo bellissimo figlio, l'orgoglio di ogni madre, eppure contemporaneamente anche così distante; una presenza sfuggente che di tanto in tanto – simile alla pioggia improvvisa – faceva la sua comparsa, lasciandola prima che lei potesse tentare di afferrarla.
Light sollevò la testa e obiettò con una gentilezza rarefatta:

“Non preoccuparti. Dovrò pure fare una pausa ogni tanto.”

Lei scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
Così gli si avvicinò afferrando uno strofinaccio e, senza preavviso, lo avvolse attorno alle mani del ragazzo, stringendo le sue – più cicciottelle, nonché accompagnate da qualche callo – attorno ad esse.

“Allora comincia a non sgocciolare per casa – si finse imbronciata quando aggiunse – e poi non devi stare con le mani bagnate, rischieresti di ammalarti.”

“Lo sai che io non mi ammalo mai.” obiettò lui di rimando, storcendo le labbra in una smorfia di superiorità.

Sachiko lo guardò un istante. Provò l'impulso di abbracciare il suo bambino e coccolarlo, quasi potesse realmente tenerlo ancora in braccio.
Si dette della sciocca, pensando che ormai lui era grande abbastanza da proteggersi autonomamente dai mali della vita; nonostante tutto avrebbe voluto che il suo ostinato figlio sapesse che, qualsiasi cosa fosse accaduta, gli sarebbe stata comunque accanto. Come un'apprensiva chioccia; come una casa dal camino sempre acceso, anche se un soffio di vento avesse tentato di spegnerlo.
Sospirando, si sedette presso il tavolo mentre Light finiva di sistemare le ultime stoviglie; attorno a loro gravava il silenzio: il marito era rimasto presso la polizia a lavorare fino a tardi, Sayu si era fermata a dormire da un'amica per chiacchierare forse di adolescenziali cotte e frivoli pettegolezzi.

“Dimmi, hai un po' di tempo per le ragazze?” chiese ridacchiando.

Light sbuffò accennando ad un sorriso: “Mamma... non tirare fuori argomenti imbarazzanti.”


“Scusa, credevo che volessi confidarti.” replicò ingenuamente, fingendosi offesa.

“Magari un giorno avrò un segreto ben maggiore di cui non entrerai mai a conoscenza.”
Accennò enigmatico, richiudendo subito dopo la lavastoviglie in un colpo netto.

“Impossibile – negò lei quasi con brusca dolcezza – tu sei un figlio meraviglioso. Un giorno ti laureerai, troverai la donna giusta per te e ti sposerai. Avrete dei bambini che potrò orgogliosamente chiamare nipoti e io, da brava vecchietta impertinente, mi vanterò sempre di te con le vicine.”

Deviò lo sguardo per nascondere orgogliosamente gli occhi lucidi.
Light rimase muto, mentre l'elettrodomestico silenzioso iniziava a funzionare. A quell'epoca, stupidamente, non trovò parole per ringraziare l'unica persona che avesse realmente creduto in lui.
Nel suo odioso senso di superiorità aveva considerato sua madre una donna come tante, con i classici desideri nei confronti dei figli per compensare ciò che non erano state loro in vita; si era sbagliato, forse l'unico errore che poteva pentirsi di aver commesso.
Sin da quando aveva iniziato a diventare autonomo, con il suo lavoro, con il potere tra le mani di rendere il mondo migliore, Light aveva razionalmente pensato ad ogni aspetto della sua esistenza. Sì, aveva pensato all'Università che avrebbe dovuto frequentare Sayu, a chi avrebbe dovuto sposare, a comprare un appartamento più vicino al centro ora che suo padre era scomparso. Lui era diventato responsabile di tutte loro e con impersonale freddezza se ne sarebbe occupato, distaccato come se avesse dovuto svolgere comuni pratiche d'ufficio.
Poi, lucidamente attaccato ad ogni frangente della vita, aveva anche organizzato per ipotesi e calcoli precisi il funerale della propria madre: perché in base al conteggio degli anni doveva morire per forza prima di lui, era parte anche questo del corso della natura umana.
Avrebbe detto il discorso d'addio, scambiato qualche bella parola con tutti, organizzato un ricevimento sobrio come piaceva a lei e di tanto in tanto sarebbe andato a portarle dei fiori sulla tomba. Tutti sarebbero stati soddisfatti se le cose fossero andate in quel modo.

Mai avrebbe immaginato invece che un giorno si sarebbe ritrovato lui steso a terra nello sporco, con la camicia spiegazzata, gli occhi strabuzzati e i capelli – quei bei capelli che sua madre non smetteva mai di elogiare – completamente disfatti.
Delirava sentendo che secondo dopo secondo la morte si impossessava di lui che, codardo, avrebbe voluto fuggire lontano da lì.
Negli ultimi attimi di vita Light Yagami non pensò a Kira, ad Elle, al mondo che lasciava né tantomeno a qualsiasi persona che in quella stanza avrebbe voluto sputargli addosso l'odio nei suoi confronti. Negli ultimi attimi di vita infatti pensò a sua madre che, sola, in una stanza lontano da quel posto forse pensava a suo figlio con amore incondizionato.
Se fosse stata lì, accanto a lui – pensò lucidamente –  non avrebbe mai potuto odiarlo: sarebbe corsa ad abbracciarlo e ad accarezzargli la testa. Senza piangere né balbettare come una donnetta qualsiasi: lo avrebbe sostenuto fino all'ultimo non perché fosse stato nel giusto ma semplicemente perché quello che stava morendo non era soltanto un assassino. Era suo figlio.
Forse, pensò prima che l'ultimo battito lo tradisse, non sarebbe stato poi così banale sposare Misa, avere dei figli e vivere una vita qualsiasi.
Vivere.
Che parola stupida da pronunciare a un passo dalla morte.


Sproloqui di una zucca

Light, Light, cosa mi combini? Questa è la morte di Light come è presentata nel manga, nell'anime invece fa un fine molto più decorosa: sulle scale, con l'immagine di Elle (<3) che gli appare di fronte. Nel manga, per quanti di voi l'abbiano letto, Light non scappa e viene ucciso da Ryuk nella polvere.
"Maledizione."
Le ultime parole che dice, mentre il viso è contratto con gli occhi aperti.
Questa è una mia breve riflessione sul rapporto tra Light e la famiglia, in particolar modo la madre. Non penso che quest'ultima se realmente si fosse trovata Light morente avrebbe potuto sembrargli indifferente, indipendentemente dalle colpe del figlio.

Credo nessuno abbia trattato della loro relazione - anche perché in effetti è piuttosto abbozzata - ma ritengo che in linea di massima la fiction proposta possa essere uno scorcio di vita famigliare, quando Light non andava ancora all'Università. La fine... perché Light, un istante prima di morire, non può aver dedicato un ultimo pensiero a lei, unico legame con la sua vita passata? E poi... un ultimo, forse sciocco pensiero sulla svolta che avrebbe potuto intraprendere. La svolta che lo avrebbe fatto restare ancora vivo.

Umpa_Lumpa: Nessuna recensione penosa, al contrario *O* Sai com'è, la mia fiducia generalmente ondeggia tra un livello pari a zero e lo zero assoluto, in particolar modo quando una storia non esce nel modo in cui desideravo.  Sono contenta che la shot ti sia piaciuta; lo stesso dicasi per le tue osservazioni sul modo in cui ho reso Light e L, personaggi effettivamente difficili da trattare, però secondo me ricchi di spunti narrativi.  Grazie per il commento così articolato e per aver apprezzato il messaggio contenuto nel testo! ^O^ Alla prossima ^^

Princess21ssj: Carissima, ti ringrazio per la recensione a entrambe le shot X3 Takada e Mello... quando erano nel camion e lei doveva cambiarsi il mio neurone già vorticava ispirato, così automaticamente ho buttato giù quelle righe. Mi fa piacere sapere che non solo la loro relazione è concretamente possibile, ma anche che i personaggi risultano ben caratterizzati.
Ah, la seconda shot. Come ben sai ho a volte le mie fisime e i miei mille interrogativi su quanto effettivamente valga ciò che scrivo; sentivo che avrei voluto dire altro e parallelamente molto meno: puoi ben capire la giuoia nel vedere che le mie pare mentali non erano - superfortunatamente - condivise con quanti hanno commentato.
L e Light insieme sono qualcosa di unico. Sono davvero contenta di sapere che ti ha lasciato un impatto forte il dialogo tra i due, che poi si va a risolvere nella riflessione su cosa rappresenti per entrambi Dio e quello che comporta, la morte in primis.
Spero che anche questa shot possa in qualche modo piacere ^^ - mi rendo conto  che Light, c'è poco da fare, nonostante tutto è un personaggio acchiappante: ispira tanti argomenti diversi da trattare *O*
Un grande abbraccio *spupazza Prinss*

Melanyholland: Mi fai tirare davvero un sospiro di sollievo. Non posso che darti ragione: è difficile usare i personaggi di Deathnote e soprattutto scrivere qualcosa di diverso; il fatto che tu abbia apprezzato la trattazione e lo spunto diverso mi soddisfa. Hai splendidamente analizzato il rapporto tra L e Light che intercorre nella fiction: l'uno che giudica e punisce, l'altro che raccoglie.  Quindi sono io a ringraziarti per questa recensione, nella quale ti sei fermata a condividere i tuoi pensieri.
Felicissima che tu abbia apprezzato i miei "Sproloqui di una zucca" X°D; ormai da un po' di tempo a questa parte è diventata la mia frase introduttiva prediletta ^O^ Alla prossima ^O^

Myrose: Certo che puoi chiamarmi Zucca, a me fa piacere (sono stata anche ribattezzata Zucchetta XD) perché è un nomignolo puccio e io sono pucciosa! - ehm, sì, insomma... diciamo così và XD Sono contentissima del fatto che una mia fiction abbia generato delle riflessioni così profonde: è vero, il concetto di giustizia è opinabile; noi stessi ci chiediamo fino a che punto Dio stesso sia giusto e quanto la giustizia umana possa essere razionale, oppure un mero postulato del divino. Io ringrazio te per aver lasciato questo commento, nel quale hai espresso le tue opinioni, dialogando con me dei tuoi pensieri. Grazie davvero ^O^
Condividiamo lo stesso pensiero anche su ciò che significhi scrivere e quello che si cerca di trasmettere. Un bacione grande *_____*



La prossima shot sarà Pride, con Near e Mello ^^


Grazie a lettori/recensori/preferiti/seguiti *O*


 
   
 
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