My
Sun, Her Moon
[Romantico, AU]
Lui
c’era sempre, quando ne aveva
bisogno.
Quando
voleva ridere, scherzare,
sentire il piacere di possedere un vero amico, di quelli che vengono
continuamente descritti in poesie e canzoni. Quando era arrabbiata, e
nessuno
poteva capire cosa ci fosse sotto; quando accadeva qualcosa di
così bello da
doverlo condividere assolutamente, lui era là.
L’espressione non era certo
delle più allegre, e gli occhi (truccati di scuro e
così belli nel loro verde
intenso) dimostravano un conflitto profondo col resto del mondo, ma in
realtà
Ulquiorra Schiffer faceva fatica a nascondere l’interesse che
provava per
l’amica.
E
questo Halibel l’aveva capito
fin troppo bene.
Quando
erano vicini, non c’era
bisogno di parole. Anche nei silenzi esitanti e un po’
malinconici dell’amico, la
ragazza riusciva a comunicare, a capire quali problemi avesse e cosa ci
volesse
per risolverli. Non per niente si conoscevano fin da bambini, e col
tempo
avevano stabilito una sorta di connessione telepatica, che escludeva
qualunque
estraneo dal loro scambio di pareri e gesti di amicizia reciproca.
Lei era Halibel, la bella spagnola
dalla pelle di cioccolato, che distribuiva sorrisi e frasi col suo
inconfondibile accento, emanando quasi una sorta di calore dalla sua
persona,
così estroversa e vivace…
Lui era Ulquiorra, il taciturno
ragazzo seduto all’ultimo banco, dallo sguardo sfuggente, che
sembrava temere
ed evitare quello degli altri coprendolo in continuazione con la linea
nera
della matita…
Pensava
a questo, seduta sul
muretto di fronte alla scuola, le mani che si strofinavano tra loro per
recuperare un po’ di calore e le spalle avvolte in una felpa
da ginnastica.
Accanto a lei, Ulquiorra osservava il sole morire
all’orizzonte, depositando un
alone dorato su case e alberi, come un velo luminoso.
“La scuola è iniziata da due
settimane…”
Una
frase semplice, lanciata nel
discorso quasi senza pensarci, solamente per sentirlo sbuffare, o
rispondere
con una delle sue solite frasi secche e rassegnate.
“Come sempre. Una scocciatura in
più…”
La
bionda si scrollò di dosso uno
dei lunghi codini che portava sulle spalle, sbuffando
d’impazienza. Certe volte
uscire con Ulquiorra era veramente snervante… quando si
ripiegava su se stesso
e assumeva quell’aria da piccolo incompreso, era
pressoché impossibile tirarlo
su in meno di tre, quattro ore. Ci volevano quintali di pazienza e
buona
volontà per riparare l’argine di cattivi pensieri
e negatività che trasparivano
dalla sua figura sottile, e altrettanta voglia di vederlo felice. E
quella, ad
Halibel, non mancava mai.
Il malumore dell’amico, in quel
caso, aveva un nome e un cognome: Orihime Inoue.
Nonostante
cercasse di
nasconderlo.
Nonostante [protetto da quell’aria
misteriosa, intoccabile] preferisse
fingersi immune a cose sciocche, futili come
l’amore…
Cosa
credeva, che lei non stesse
soffrendo come ( più, a tratti) di lui? Vedere
l’amico d’infanzia con cui aveva
sempre giocato, scherzato e condiviso di tutto cadere in quello stato
di cupa depressione
la faceva imbestialire, tanto che avrebbe avuto voglia di compiere un
sortilegio e cancellare quella figura dalla sua mente. Ma, allo stesso
tempo,
sapeva che non sarebbe servito a nulla.
Presa da una frenesia nuova e
inaspettata, gli afferrò la mano, tirandolo in piedi in modo
da poterlo
guardare bene negli occhi.
“Animo! Se già ci mettiamo questi
bei musi lunghi, tutto diventerà più
difficile… è solo settembre! Abbiamo
ancora tanti mesi da vivere… la cosa peggiore che tu possa
fare è lasciare
andare tutto. Me crees, chico*?”
Lui
la osservò per un attimo,
spiazzato, ma si lasciò condurre docilmente. La grinta
dell’amica era qualcosa
di inarrestabile, potente… e lo riusciva a sollevare come
nient’altro, anche se
per poco. E se poi gli parlava in spagnolo, come poteva resistergli?
La seguì, tracciando un passo dopo
l’altro sulla strada inondata dai raggi rosso fuoco; da
quella posizione,
sentiva il sole scaldarlo, sempre più… o forse
era lui stesso a sentirsi più
caldo e felice, affiancato da Halibel.
Senza
che lo volesse, un minuscolo
sorriso apparve sul suo viso bianchissimo, tirandolo in maniera
piacevole.
Niente.
Può solo catturare la maggior quantità di luce
possibile, per convincerla a tornare bella come una volta…
[Perché, se tu sei il sole, io
sarò la tua luna.]
*****
*Terrorizzata,
Ino si nasconde dai
lettori che di sicuro aspettano per linciarla*
SCUSATE!!!!! ç____ç dopo mesi di
assenza, ho deciso di riprendere questa raccolta. Nonostante mi sia un
po’
staccata dal fandom (per ragioni di contest sono tornata a quello di
Naruto, e
sto per ributtarmi in quello di Hellsing), non mi sembrava giusto
tradire le
aspettative dei lettori che l’ hanno commentata e aggiunta
nei preferiti …
così, eccovi pronta una UlquiHali un po’ scontata,
ma che avevo in mente da
tempo.
Lei l’ho sempre vista come bella e
popolare: forse sono andata un po’ troppo OOC, ma mi piaceva
rendere bene la
differenza tra i due, specie in rapporto al sole e alla luna.. questo
capitolo
si riallaccia a “Damned (Sad in this sunset)”,
anche se mi è venuto in mente
parecchio dopo XD
Insomma.. spero mi perdoniate per
il mostruoso ritardo, e per il capitolo poco soddisfacente. Ne
seguiranno di
migliori :3
Grazie
mille a PikkiSakuraChan, Eragon1001 e Me
Medesima
per le ultime recensioni!
Ino