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Autore: katyjolinar    29/01/2018    6 recensioni
Liberamente ispirata all'anime Sword Art Online.
In un futuro non troppo lontano un gruppo di persone da tutto il mondo ha la possibilità di vivere un'avventura fantastica come vichinghi in un mondo in cui esistono i draghi, grazie alla Realtà Virtuale
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'ingresso nella bottega come apprendista del fabbro fu meno traumatico di quanto Hiccup si aspettasse.
Skarakkio, come il ragazzo, era un mutilato, mancandogli una mano e una gamba, per cui questo contribuì a mettere il giovane più a suo agio.
Il fabbro era un uomo pelato, con lunghi baffi biondi e la corporatura robusta. Stando a contatto con lui, Hiccup scoprì che era anche molto allegro e non si perdeva mai d'animo. E il suo ottimismo era contagioso.
Nel giro di poche settimane, il giovane era riuscito a imparare le basi del mestiere e, mettendo a disposizione la sua bravura nel disegno, aveva contribuito alla creazione di nuove armi, oltre che di protesi più maneggevoli per entrambi.
Gli attacchi periodici dei draghi continuavano, ma grazie al potenziamento dell'arsenale era diventato più semplice tener loro testa e proteggere le provviste. Per cui ora, oltre alla funzione di difesa, i giocatori di DKO residenti a Berk avevano iniziato a fare a gara a chi abbatteva il drago più pericoloso, cosa che serviva anche a catalogarli e avere maggiori informazioni sulle loro capacità, informazioni che potevano essere passate, tramite i giocatori-mercanti, ai gruppi sulle altre isole.
Passarono i mesi ma, nonostante le informazioni raccolte, ancora i bug non erano stati risolti, né il Boss del primo livello era ancora stato trovato, per cui dopo due anni dall'inizio del gioco erano ancora tutti bloccati lì.
Un totale di 7836 persone erano ancora vivi. 2164 giocatori, invece, erano morti in vari modi: una parte nel panico del primo giorno, altri durante i vari attacchi dei draghi, qualcuno in incidenti in mare e una piccola quantità in modo ignoto, semplicemente accasciandosi a terra e sparendo senza alcuna ragione apparente.
Erano morti, per il gioco, ma nessuno era sicuro che queste persone fossero morte anche nella realtà. Non essendoci un modo per saperlo si assumeva semplicemente che fossero deceduti.
A Berk, però, nonostante tutto si cercava di andare avanti. Poco per volta anche i giovani vennero introdotti alle mansioni più da adulti, così che tutti poterono rendersi utili durante le incursioni dei rettili.
Gambedipesce, Moccicoso, Testa Bruta, Testa di Tufo e Astrid si occupavano di spegnere eventuali incendi, mentre Hiccup era relegato in armeria e doveva distribuire asce, spade e mazze a chi ne facesse richiesta.
Doveva ammetterlo: fare il fabbro gli piaceva, e aveva scoperto di esserne anche particolarmente portato, ma rimanere recluso nella fucina mentre gli altri erano nel pieno dell'azione gli pesava un po'. In fondo Hiccup, come beta player, era stato un guerriero, e nonostante il suo aspetto attuale non fosse forte e muscoloso come l'avatar che aveva scelto, avrebbe voluto uscire di lì e magari uccidere qualche drago.
Negli ultimi tempi ci aveva provato, più di una volta, ma veniva sempre salvato in extremis da Stoick, e ogni volta si doveva sorbire una strigliata memorabile.
Infatti, in quel momento, stava subendo una ramanzina con i controfiocchi da parte del padre adottivo, di fronte a tutti quanti.
"Insomma, Hiccup! Ogni santa volta!" disse l'uomo, agitando le braccia "Lo vuoi capire o no che non hai più le capacità di quando eri un beta?!"
"Ma quello era un Furia Buia..." si lamentò il giovane, indicando verso un magazzino distrutto "Volevo solo fermarlo... voglio solo fare la mia parte... Conosco il gioco, so come agire in questi casi. Non ho bisogno di tanti muscoli per..."
"Lo so! Non hai bisogno di tanti muscoli per farti ammazzare! Ora torna a casa, è notte fonda e dobbiamo andare tutti a dormire." lo interruppe l'altro, prendendolo per la casacca e spingendolo verso la casa del capotribù.
Hiccup abbassò la testa e zoppicò verso la sua capanna, quindi salì sul soppalco, attese che l'uomo andasse a dormire e uscì dalla finestra, sedendosi poi sul tetto, come faceva da qualche tempo, quando aveva bisogno di calmarsi.
I suoi occhi rimasero fissi sul magazzino distrutto. Il Furia Buia era un drago leggendario del gioco, e non era riuscito a vederlo neanche nella versione beta, eppure era così vicino che era riuscito a sentire il fischio dell'aria mossa dalle ali, mentre correva nella piazza. Ed era riuscito a vederne l'ombra nel cielo stellato.
Eppure nessuno gli credeva.
Tutti, o quasi, conoscevano la sua fama prima di DKO ma nessuno credeva alle sue parole quando diceva di aver visto un drago leggendario.
Perso nei suoi pensieri, si rese conto che qualcuno si era seduto accanto a lui solo quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Si voltò di scatto, sorpreso, trovandosi di fronte Astrid.
"Dicono che tu eri un beta tester." esordì la giovane, con voce neutra.
"Sì, è così." ammise il castano "Ma da quello che si dice in giro sembra che molti codici siano stati modificati rispetto alla versione a cui avevo giocato."
"Certo, ma in quanto beta dovresti saperlo meglio di me che ognuno dovrebbe fare la sua parte per conseguire il risultato finale." continuò lei, guardandolo negli occhi "Tu qui sei l'aiutante del fabbro, quindi occupati di questo, non andare in giro a tentare di farti ammazzare, nel tentativo di cercare immaginari draghi mitici. Questo non è un film! È vero, siamo in un videogioco, ma fino a prova contraria qui la gente muore. Questo non è Matrix, e tu non sei Neo che schiva le pallottole! Sei solo un ragazzino storpio che a malapena riesce a camminare decentemente!"
"Grazie per la sintesi della situazione." rispose Hiccup, sarcastico "So benissimo di non essere perfetto, però... conosco i codici dei vari animali presenti, quelli che vedi vicino alle loro barre di potenza e di vita..." indicò con il dito il punto dove, nel suo campo visivo compariva la propria barra della vita, insieme al nickname e al codice personale utile per creare le alleanze in-game "C'è qualcosa di strano in alcuni di loro, ma non so cosa. Per questo devo vedere più da vicino."
"Tu ti farai ammazzare! Altro che vedere più da vicino..." borbottò la giovane, puntandogli il dito contro.
"Non ho alcuna intenzione di farmi ammazzare." la corresse, guardando il villaggio addormentato "Te lo assicuro. Ma ho l'impressione che quelle modifiche ai codici possano aiutare a trovare il Boss del primo livello."
"Sei proprio un testardo..." concluse Astrid, borbottando.
Restarono per un po' in silenzio, seduti sul tetto della casa del capotribù a guardare il panorama notturno. C'era silenzio, a parte il verso di qualche animale lontano e il vento che muoveva le foglie degli alberi.
"Comunque dovresti impugnare l'ascia un po' più in basso." disse il castano, dopo un po' "Così avresti una potenza di colpo migliore."
"E tu che ne sai?" domandò Astrid, stizzita.
"Semplice fisica." spiegò lui, trascinandosi verso la finestra "Inoltre sono stato guerriero anche io, so come si tiene efficientemente un'ascia."
La svedese borbottò tra sè, seguendolo dentro la stanza, e si guardò intorno.
"Comunque è gentile da parte tua preoccuparti per me." continuò il ragazzo, sorridendo.
"Io non mi preoccupo per te, ma per il capo. Lui ci tiene a te, e si arrabbierebbe moltissimo se ti succedesse qualcosa." si affrettò a giustificare la bionda, continuando a far vagare lo sguardo nella stanza.
Di nuovo silenzio. C'era tensione e nessuno dei due si mosse, almeno finchè Astrid non fece qualcosa di inatteso.
Senza dargli il tempo di reagire gli saltò al collo, stringendolo forte.
"Non ti azzardare a morire, stupido incosciente!" sussurrò, al suo orecchio "Fallo per Stoick."
"O... okay..." balbettò il ragazzo, incerto, ricambiando l'abbraccio.
"Bene!" concluse la bionda, allontanandosi leggermente.
Lo guardò negli occhi per un secondo, ma abbassò subito lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore, dubbiosa; prese una decisione inaspettata, avvicinandosi nuovamente e posando le proprie labbra su quelle di lui, in un veloce ma intimo bacio.
"Ne avrai un altro più avanti se ti deciderai a mettere la testa a posto." spiegò, prendendogli poi la mano e storcendola dolorosamente "Ma nel caso non lo farai, questo è nulla al confronto del dolore che ti farò provare!"
Hiccup imprecò, massaggiando la mano dolorante mentre la ragazza andava via.
Ma l'incontro lo aveva confuso: Astrid, in quei due anni, l'aveva considerato poco e nulla, per lei era praticamente invisibile. Perchè allora si era avvicinata? E perchè si era comportata in quel modo?
Le donne erano davvero strane, lo aveva sentito dire spesso da Stoick e gli altri adulti, e ora non poteva far altro che confermare tale tesi.
   
 
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