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Autore: lagertha95    29/01/2018    5 recensioni
Kylo Ren, alias Ben Solo: retaggio familiare pesante, solo, giovane, rabbioso, deluso, poco paziente, diviso, nerovestito, Lato Oscuro della Forza con sprazzi improvvisi di Luce.
Rey di Kakku, alias la mercante di rottami: retaggio familiare inesistente, sola, dinamica, entusiasta, alla ricerca di una figura a cui far riferimento, giovane, vestita di colori chiari, Lato Chiaro della Forza con sprazzi di Oscurità.
Kylo Ren e Rey di Jakku sono due facce della stessa medaglia, attratti inevitabilmente l'uno dall'altra, complementari: impareranno a vedere o si limiteranno a guardare?
Assolutamente Reylo, da raccolta di OS si è trasformata in una long che, pian piano, sto portando avanti.
"Nella guerra degli sguardi, vince chi riesce ad andare oltre ciò che vede." cristinik, twitter.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Salve a tutti/e! 
Ecco "Anatomia Umana vol.II".
Che dire? Spero che vi piaccia, come spero vi sian piaciuti gli altri.
Ringrazio ImmaDreamer, MorganaRoisinDubh81, Superlight777 per aver commentato, e tutti quelli che seguono, ricordano, preferiscono e leggono silenziosamente: vi bacio e vi abbraccio virtualmente tutti quanti! :)
Quindi, adesso vi lascio alla lettura e mi ritiro nel mio angolino!
Spero di sentirvi presto!
Baci Lagherta :*


 

Anatomia Umana
vol.II


 
A volte ci sono parole che non dicono niente, ma sguardi che dicono tutto”
Anonimo


 

Rey non sapeva cosa le facesse più male.

Il cuore: irrimediabilmente ferito dalla perdita della prima figura che aveva visto come un padre e che aveva visto in lei qualcosa di più rispetto ad una mercante di rottami.

I polmoni: che bruciavano per il ridotto apporto d'ossigeno dovuto alla corsa a perdifiato che la stava conducendo verso il Millennium Falcon, seguita a ruota da Finn e Chewbecca.

I muscoli delle gambe: che dolevano sempre di più mentre si muovevano veloci, guidati dall'istinto di sopravvivenza che tante volte l'aveva salvata su Jakku.

Gli occhi: che, offuscati, cercavano di trattenere la marea di lacrime dannatamente salate che scendevano inarrestabili lungo le sue guance, facendosi beffe delle barriere che lei poneva e bruciandole insensibili le cornee.


Rey di Jakku sentiva di stare per andare in mille pezzi.
Soltanto quell'istinto radicato nelle profondità della sua anima, quell'istinto che le diceva di aspettare, che non era il momento, che si sarebbe potuta disperare dopo, la teneva insieme. Faticosamente, ma la teneva insieme.
Correva tra gli alberi, la neve le schizzava sui polpacci lasciati nudi dai pantaloni che usava su Jakku, il cuore le esplodeva nel petto, il fiato le mancava e le faceva dannatamente male la milza. Eppure non poteva cedere.

Sentiva Finn che correva alle sue spalle, il suo ansimare potente tra il rumore dei passi pesanti sulla neve, i rami che si spezzavano una volta calpestati. Aveva freddo e paura e dolore, perdita, rimorso, colpa. Quel misto di emozioni che le attanagliava il cuore monopolizzava l'attenzione del suo corpo e rendeva la fuga ancora più difficoltosa di quanto già non fosse.
Non sapeva dove fosse Chewbecca, sperava solo che fosse vivo e che riuscisse ad arrivare al Falcon e a metterlo in moto, per partire una volta che anche loro fossero arrivati e saliti.

Erano arrivati in uno spiazzo innevato quando era apparso di fronte a loro.
Lo sgradevole rumore della sua spada sguainata che faceva da ironica colonna sonora a quel momento.
Lui stava lì, in piedi in mezzo alla radura, avvolto dal suo mantello nero che svolazzava, i capelli neri e sudati appiccicati alla fronte, gli occhi scuri febbricitanti e belli.

“Non abbiamo finito” le aveva detto, ignorando bellamente Finn di fianco a lei.

“Sei un mostro” gli aveva risposto, sputando tra le labbra tutto il senso di perdita, la rabbia, il dolore, il disprezzo che provava per uno che non ci aveva messo meno di un secondo a uccidere il proprio padre.

“Siamo solo noi ora. Han solo non può salvarti.” Oh, lo sapeva. Eccome se lo sapeva. Han Solo giaceva probabilmente, con la schiena spezzata da un palo, sul fondo della Starkiller che adesso stava per esplodere. Rey sapeva benissimo che non sarebbe arrivato a salvarla. Poi un gesto di lui e lei era volata indietro, sbattendo forte contro un tronco.

“Rey!” la voce di Finn che la chiamava era stata l'ultima cosa che aveva sentito prima di scivolare nell'incoscienza. Un'altra volta. Era come se lui non volesse davvero affrontarla, conscio di poterle fare del male, e per questo la rendesse innocua. Bel modo di non farle del male, in ogni caso.


Si era svegliata, con la cassa toracica dolorante, poco dopo. Aveva appena fatto in tempo a vedere Finn sbalzato via, a terra, innocuo come lo era stata lei fino a quel momento. Si era alzata in piedi e mentre vedeva Kylo Ren voltarsi verso la spada laser di Luke Skywalker, aveva teso una mano verso l'elsa metà sepolta nella neve e aveva desiderato con tutta se stessa che quella venisse a lei.
E così era stato. La spada laser era venuta a lei, che l'aveva impugnata e sfoderata, pronta al confronto.

Combatteva con vigore, con quella voglia di vivere che l'aveva sempre contraddistinta, fin da bambina, e aiutata dalla rabbia e dal dolore per aver perso l'unica persona che aveva visto come padre e per il terrore che a Finn fosse successo qualcosa di più di qualche graffio superficiale. Aveva paura di perdere tutto, di restare sola un'altra volta e per quello combatteva.
Incrociavano le spade con rabbia e furia, tranciando rami e tronchi.
Eppure lei restava incantata dal modo in cui lui combatteva: lo osservava e nonostante fosse impossibile non notare il modo rabbioso, basato puramente sulla potenza fisica, in cui combatteva, Rey riusciva a vedere delle figure nei suoi movimenti. Era come se ballasse, seguendo un ritmo tutto suo, con dei movimenti particolari, pieni di odio, ma affascinanti. Era come un serpente: bellissimo e letale e lei non poteva permettersi di restare incantata.

“Ti serve un maestro. Ti mostrerei le vie della Forza!” gli urlò lui.

Quel ragazzo alto che le stava davanti, impugnando una lama rossa e strana, aveva qualcosa di disperato nello sguardo. Rey riusciva a leggerlo nei suoi occhi neri e rimase stupita: era una volontà dolorosa, di quelle che probabilmente sfuggivano al volere del proprietario, che altrimenti non verrebbero mai espresse. Si specciò nei suoi occhi, insieme alle luci blu e rossa delle spade laser incrociate in uno stallo.

“La Forza...”

L'accenno a quella cosa misteriosa che era la Forza fu come una scossa che la riportò alla realtà: realtà in cui non poteva fantasticare su come gli occhi di lui fossero i più belli che avessero visto, su come i suoi movimenti la incantassero, su come avrebbe voluto saggiare la consistenza dei suoi capelli neri.
Rey chiuse gli occhi, cercando una pace interiore che non aveva mai provato. Quando li riaprì, aveva una nuova determinazione nello sguardo che destabilizzò lui. Kylo Ren aggrottò le sopracciglia e si preparò a contrastare gli assalti furiosi di lei. Ma la ferita al fianco era troppo dolorosa e la rabbia di lei troppo grande, Rey lo vide pian piano perdere il ritmo, scansare gli assalti invece che respingerli. Poi uno stallo e un lampo, Rey che drizza la schiena e lui che cade nella neve, uno squarcio a rovinargli i viso dai lineamenti insoliti, ma non meno belli.
Gocce purpuree di sangue macchiarono la neve candida.

Poi un tuono e una voragine si era aperta tra loro, separandoli. Gli aveva rivolto un ultimo sguardo, poi gli aveva voltato le spalle ed era fuggita, i suoi occhi e i suoi ringhi dolorosi impressi nella mente.
   
 
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