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Autore: carrion    29/01/2018    4 recensioni
Dopo aver sconfitto l'Anuk-ite e i cacciatori, Liam aveva bisogno di una pausa;
lui e Theo decidono quindi di partire per un viaggio on the road.
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Questa ff è la traduzione di 'Airplanes' di Captainmintyfresh.
vi lascio il Link della storia originale, se mai voleste leggerla :').
http://archiveofourown.org/works/12165924/chapters/27611925
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Lime, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Davvero. Questo è il tuo piano per trovare i soldi?” chiese Liam, guardando nervosamente l’edificio.

“E’ meglio che recitare.” disse Theo, incrociando le braccia e sfidando Liam a controbattere.

“Sicuro?” lo derise Liam. “Almeno non c’era la possibilità di perdere soldi dal momento che-“

“Liam. Riesco a capire quando le persone mentono. Riesco a percepire le loro emozioni. Posso vincere dei soldi.”

“E se ti sbagliassi?”

“Allora potrai cercarci un nuovo lavoro come attori.” disse Theo.

“Ok. Ok, facciamolo.” disse Liam, gonfiando il petto e facendo un passo verso la porta, o almeno, ci provò. La mano di Theo lo afferrò, premendo contro il suo petto e spingendolo lentamente indietro.

“Liam. Mio piccolo Pumpkin.” Liam roteò gli occhi, e sbuffò infastidito al continuo utilizzo di ‘pumpkin’. “Sei troppo giovane per entrare.”

“Cosa?”

“E’ solo per chi ha più di diciotto anni, mi sa.” disse Theo, sembrando davvero poco dispiaciuto. Liam assottigliò lo sguardo al sorriso di Theo.

“E cosa ti aspetti che faccia mentre tu entri e bari a poker?” sbottò Liam.
Theo sospirò, dando una leggera pacca al petto di Liam prima di rimuoverla e infilarsela in tasca, prendendo delle monete.

“Prenditi un succo.” disse Theo, mettendo le monete in mano a Liam. “C’è un negozio di giocattoli là, quindi..”

“Sei un cazzo di-“

“Parole. Ora stai qui e fai il bravo bambino, ok?” Theo non aspettò la risposta e se ne andò, mostrando la sua carta d’identità alla guardia, Liam lo seguì. A Theo fu concesso di passare.

“Carta d’identità.” chiese il buttafuori.

“Sono con lui.” disse Liam, indicando Theo, che era in piedi appoggiato alla porta e sembrava fin troppo compiaciuto.

“Buon per te. Ma non posso comunque farti entrare senza carta d’identità.”

“Non ho nemmeno intenzione di giocare, voglio solo-“

“Scusa ragazzo. Se non hai la carta non puoi entrare.”

“Non ti scusare. Tanto per lui è ora di andare a dormire.” disse Theo strascicando le parole, Liam aprì la bocca pronto a rispondergli ma Theo entrò, e il ticchettio delle monete e le voci soffocarono qualsiasi cosa gli volesse dire. La porta si chiuse sbattendo, lasciando Liam a fissarla furioso.

“Mi faresti entrare così gli posso tirare un pugno? Poi me ne vado subito.” chiese Liam.
Il buttafuori arricciò le labbra.

“Ho paura di non poterlo fare.”

“Va bene.”sbuffò Liam e si voltò, dirigendosi verso la macchina e strattonò la maniglia con un gesto plateale. Quella non si mosse. Buttò la testa all’indietro lentamente lasciandosi scappare un grugnito quando realizzò che Theo aveva le chiavi con sè. Ovviamente Theo l’avrebbe chiuso fuori dalla macchina mentre lui andava a giocare d’azzardo.

Si arrampicò sul retro del pick up lasciandosi cadere nell’angolo con un altro gemito drammatico. Si rigirò, assicurandosi di poter ancora vedere la porta del casinò. Il buttafuori sollevò un sopracciglio nella sua direzione. Liam sollevò una mano salutandolo scocciato. Quanto ci sarebbe voluto per giocare d’azzardo? Dieci minuti? Quindici? di più?

Liam sospirò. Theo che lo lasciava chiuso fuori dalla macchina era solo un’altra cosa da aggiungere alla lista delle cose stranamente normali successe nelle passate dodici ore. Aveva ascoltato Theo parlare della sua vita prima dei dottori del terrore, ammettendo, in un modo contorto che no, non aveva rimpianto il fatto di averlo riportato indietro dall’inferno e poi si era addormentato accanto alla suddetta chimera mentre ascoltava il suono di una tempesta in lontananza e sentendosi stranamente in pace solo per poi essere stato svegliato ore dopo da un poliziotto e aver dovuto guidare per due ore sotto il solo di mezzogiorno, il che non era esattamente l’inizio di una giornata che Liam avrebbe definito normale, ma in qualche maniera, in un certo senso lo era. Theo gli aveva tirato un pugno sul braccio abbastanza forte da lasciarlo li morto per cinque minuti quando Liam era rientrato in macchina dopo essersi vestito e poi aveva acceso la radio e ordinato dei mcmuffins e del caffè nel mcdrive più vicino e le cose erano state le stesse come tutti gli altri giorni, Theo faceva un po’ lo stronzo, e Liam faceva un po’ lo stronzo anche lui. Bisticciarono per la musica e Theo lo zittì al primo tentativo di giocare a ‘i spy with my eye’. Come se non fosse cambiato nulla dopo che Theo gli aveva fatto intravedere un pezzettino della sua vita. Come se condividere informazioni su loro stessi fosse qualcosa che facevano e basta.

Ma poi, forse era così. Dopo tutto Liam gli aveva detto quanto amava la storia. Era stato il primo a cui aveva confidato quanto fosse stanco, e quello con cui aveva lasciato Beacon Hills. Forse parlare era qualcosa che già facevano semplicemente non l’aveva notato perché fino a quel momento aveva parlato solo lui.

Liam si girò. Ripensò ai giorni prima, in qualche modo gli sembrava passato un’infinità di tempo da quando avevano aspettato l’alba, Theo seduto accanto a lui parlando di storia e biologia e litigando  su quale fosse più utile. Theo aveva detto di essere un libro aperto, che Liam non aveva provato a conoscerlo e che se Liam avesse voluto sapere qualcosa avrebbe semplicemente dovuto chiederglielo.

Quella volta Liam pensò che stesse mentendo, ma in verità Theo aveva spesso risposto alle sue domande ultimamente, sempre in effetti, se Liam non lo zittiva prima almeno. Sicuramente le risposte non erano sempre quello che avrebbe voluto sentire ma c’erano, rigirate in una maniera che era difficile capire ma c’era comunque una risposta.

Perché continui a cercare di salvarmi? Liam lo aveva zittito prima che potesse effettivamente rispondere, buttando fuori parole come se conoscesse Theo abbastanza da sapere già la risposta ma forse non era così. Forse se fosse stato zitto per qualche secondo in più Theo avrebbe detto qualcosa. Forse sarebbe stato diverso da quello che Liam si aspettava, dopotutto, non si era aspettato che Theo volesse andare ad un parco acquatico. O che Theo gli dicesse che guardava sempre Star Wars con Stiles.

Liam fu interrotto dai suoi pensieri dallo squillo del telefono, Rispose rapidamente.

“Quindi sei vivo” lo salutò Mason.

“Hey Mason.”

“Sai quando hai detto a Scott che aveva intenzione di fare un viaggio alla Little Miss Sunshine pensavo che almeno avresti mandato al tuo migliore amico delle foto, o non lo so, almeno dei messaggi.”

“Scusa. Sono stato.. impegnato.” mormorò Liam, il che doveva sicuramente sembrare una bugia, perché lo era. Sicuramente c’erano stati dei momenti impegnati, come la skywalk o la funicolare ma la maggior parte del tempo.. bè la maggior parte del tempo l’aveva passata a dormire o seduto in vari punti del pick-up parlando o venendo infastidito da Theo. Non lo era però, in un certo senso sentiva che era la verità perché a parte mandare a sua madre delle foto con allegato il messaggio ‘non siamo morti in un fosso’ e occasionalmente giocare al telefono non gli sembrava di avere il tempo per sedersi e mandare messaggi a qualcuno. “Allora, come stai?”

“Fanculo quello, come era il Grand Canyon? Ci sei già andato? Non hai intenzione di scalarlo vero?”

“E’ stato bellissimo. Ti racconterò tutto quando torno.” mormorò Liam. “Come stai? Come sta Corey?”

“Stiamo bene.” disse Mason. “Onestamente stiamo tutti bene, siamo ancora tutti qua, è un po’ strano, come una convention di licantropi. Dovresti tornare alla svelta, lo ameresti. Jackson è fantastico a lacrosse, ieri hanno giocato per tipo 5 ore. Tutti erano incazzati con te perchè non eri qui. Erano dispari e han provato a farmi giocare..”

“Tu fai schifo a lacrosse.”

“Lo so. Gliel’ho detto ma gli serviva un giocatore in più, e insomma, alla fine mi hanno fatto rimanere in panchina perché continuavo a essere tra i piedi-“ Liam nascose una risata tossendo. “-E poi c’è stata una discussione sul chiamare Theo e farlo giocare con loro e-“

“Perchè dovreste chiamare Theo? Non è nemmeno lì.” Disse Liam senza pensare.

“Ah no?” chiese Mason. Liam non rispose. “Bè penso che questo spieghi perché non si fa più vedere in giro. Come fai a sapere che non è qua?”

“Lui uh.. mi ha scritto.”mormorò Liam, il che era vero, Mason non doveva necessariamente sapere che i loro messaggi consistevano in stupide fotografie di Liam che gli mandava quando erano seduti uno accanto all’altro. “Mi ha detto che non sarebbe tornato a Beacon Hills per un po’.”

“Ti ha scritto?” chiese Mason, sembrando fin troppo sorpreso. “Di sua iniziativa?”

“Cosa vorrebbe dire?” chiese Liam

“Niente, è che Theo non dice cose alle persone, di sua spontanea volonta poi.” disse Mason. Liam spostò lo sguardo sul casinò.

“Forse.” mormorò. Theo gli avevo detto delle cose, piccole cose, ma comunque informazioni su sé stesso, delle informazioncine che era sicuro nessun altro nel branco conosceva. Cazzo, gli altri del branco non sapevano nemmeno che Theo non era a Beacon Hills ed era passata quasi una settimana. Ripensò a quello che aveva in testa prima che Mason chiamasse, a Theo e alle domande e alla possibilità che lui avrebbe risposto.

La testa di Liam stilò una lista improvvisa di stupide domande che voleva fare a Theo, una piccola, confusa parte di sé gliele voleva chiedere, per dimostrare a Mason che si sbagliava e mostrargli che Theo dava volontariamente informazioni su di sé se tu eri disposto a superare le cazzate per arrivare alla risposta.

Liam strinse i denti e spostò lo sguardo dal casinò, arrabbiandosi con sé stesso al pensiero che lui voleva davvero superare le cazzate e conoscere meglio Theo.

“Quindi quando torni?”

“Non ancora.” disse Liam, la voce sembrava lontano perfino a se stesso. Scosse la testa vietandosi di pensare a Theo.

“Sai che non è una risposta, vero?” disse Mason e Liam rise.

“Si lo so. Ma non ne sono ancora sicuro. Ci sono ancora cose che devo fare.”

“Tipo cosa?”

“Parco acquatico.”

“Parco acquatico? Stai andando ad un Parco acquatico?”

“Si.. ne conosci qualcuno di bello vicino a Las Vegas?”

“Sei a Vegas?!” urlò Mason. “Come? Quando? Perchè? Perché non sono con te?” sbraitò. Liam sentii crescere una bolla di divertimento dentro sè. “Ai tuoi genitori sta bene che tu sia a Vegas?”. La bolla scoppiò e l’ansia crebbe lasciando senza fiato.

Non gli aveva ancora detto che non stava tornando a Beacon Hills.

“Devo andare.” disse Liam.

“Cosa? Ma-“

“Non gliel’ho ancora detto.” ammise Liam a bassa voce. “Dovrei chiamarli? E dir loro che non sarò a casa ancora per un po’”

“Non gliel’hai ancora detto?”

“Pensi che saranno incazzati?”

“Se non sarai in punizione fino ai trent’anni, rischierò io stesso una punizione a vita per aver organizzato una festa tema ‘E’ un miracolo’.”

“Sei di grande aiuto.” borbottò Liam.

“Vai a chiamarli.” disse Mason. “E questa volta scrivimi, ok? Anzi, sai cosa, ti aggiungo al gruppo whatsapp del branco.”

“C’è un gruppo whatsapp del branco?”

“Si, Stiles l’ha fatto Martedì.” disse Mason. “Fondamentalmente scrivono solo lui e Jackson per litigare ma comunque, è divertente.”

Dopo qualche minuto Liam finalmente riattaccò. E il suo sguardo ricadde ancora sul casinò. Forse avrebbe potuto aspettare, almeno finché Theo fosse tornato, per chiamare i suoi genitori. Se avessero fallito il tentativo di recuperare dei soldi, cosa del quale Liam era abbastanza sicuro, allora avrebbero dovuto trovare una nuova soluzione per trovare i soldi o decidersi a tornare a casa.

Esitò guardando il telefono e le luci al neon della città prima di sospirare lentamente. Anche se Theo non fosse tornato con i soldi non sarebbero tornati a Beacon Hills quella notte, dubitava anche del fatto che avessero abbastanza soldi per andare alla stazione di servizio e fare il pieno per il viaggio. Liam si morse il labbro mentre fissava lo schermo, stava rimandando quello che doveva fare da troppo tempo, li avrebbe dovuti chiamare la sera prima, nel momento in cui Theo aveva acconsentito a continuare il viaggio. Premette la cornetta prima che potesse convincere se stesso che poteva aspettare ancora un paio di ore.

“Hey..” disse esitante Liam quando la chiamata fu accettata.

“Liam.” disse il dr Geyer, Liam riusciva a percepire il suo sorriso dal telefono. “Come stai? Tu e Theo siete quasi arrivati? A che ora dovremmo-“

“No.” disse velocemente Liam.

“No?”

“Io.. Theo ha detto una bugia.”

“Okay.” disse lentamente il dottor Geyer. Liam si passò una mano tra i capelli, saltando giù dal pick up così da poter camminare lungo il marciapiede. “Esattamente cosa significa?”

“Non era l’anniversario della morte di sua sorella. Intendo, lei è davvero morta!” una donna che passava di lì lo guardò incuriosita. Liam tornò verso la macchina, appoggiando l’avambraccio sul metallo del retro e piegando la testa. “Ma è.. non è che tra un paio di mesi mi pare.. ma non sapevo come dire alla mamma che non potevo ancora tornare a casa e poi lui mi ha rubato il telefono e ha detto quella cosa  lei ha detto che potevo andare e io non volevo che cambiasse idea ma- bè.. non ho ancora intenzione di tornare.”

“Liam.” iniziò il dr. Geyer

“Sto bene!” disse velocemente Liam. “Non sono ferito e non sto scappando e non è successo niente di male. Ho solo.. bisogno di una pausa. Dopo tutto quello che è successo con Brett e Lori.” Liam sussultò ricordandosi i loro ultimi momenti di vita. “Ne ho bisogno.” disse “Ho bisogno di essere qui o quello che è, solo.. mi basta non essere li. Non ora.”

“Liam cosa-“

“Per piacere non essere arrabbiato.” sussurrò.

“Hey, non sono arrabbiato.” disse dolcemente. “Speravo solo che mi dicessi cosa-“

“Sto bene.” disse Liam. “Davvero. Ma ho solo..” Liam si morse il labbro, cercando di pensare a come spiegarlo. “Ne ho bisogno.” disse ancora. “Mi sta aiutando. E non stiamo facendo nulla di illegale.”

“Non lo pensavo nemmeno lontamentente, ma ora mi viene da chiederti perché sentivi il bisogno di puntualizzarlo.” disse il dr Geyer con una risatina. “Allora se non state tornando a casa quando pensate di farlo?”

“non lo so.”

“Liam. Ho bisogno di qualcosa di più specifico.”

“Sto bene, non è abbastanza?”

“no.”

“Non ne sono sicuro. E’ che.. non ne abbiamo ancora parlato. Abbiamo intenzione di andare ad un parco acquatico ad un certo punto e poi-“ bè, poi Theo probabilmente avrebbe deciso che era finalmente arrivato il momento di tornare a Becon Hills e liberarsi del lupo arrabbiato che occupava il sedile passeggero del suo pick-up. “Poi penseremo a qualcosa.”

“E dove siete ora?”

“Uh.. al Grand Canyon.”

“Vuoi riprovare, questa volta senza mentire?”

“Non esattamente.”

“Li-“

“Giuro. Vi dirò tutto quando tornerò a casa perchè se te lo dico potresti dire che dovrei tornare immediatamente a casa e-“

“Sei a Las Vegas vero?” sospirò il Dr Geyer.

“Cosa? No!”

“Non bere, non giocare d’azzardo e per l’amor del cielo non tornare a casa sposato.”

“Ti prometto che non berrò, né giocherò né sposerò nessuno.”

“E Theo?”

“Non penso stia uscendo con qualcuno, quindi dubito che finirebbe per spos-“

“Liam.”

“Non beve.” disse Liam. “ E non mi hanno nemmeno fatto entrare in un casinò. Pensi davvero che avrebbe guidato fino a qua solo per piantarmi fuori da un casinò?”

“Penso di no. Sarebbe un amico di merda altrimenti.” Liam guardò verso le porte del casinò.

“Sì. Decisamente.” rispose Liam. “Pensi di poterlo dire alla mamma?”

“Vuoi che sia io a subire la sua ira?” chiese il dr Geyer

“Be-“

“Va bene, ma farai bene a portarmi a casa un souvenir. Ascolta, odio doverlo dire ma devo tornare al lavoro quindi-“

“Lo so.” mormorò Liam. “Ci sentiamo dopo.”

“Questo è sicuro, se tua madre non mi ammazzerà per averti lasciato girovagare per l’America. Divertiti, stai attento. Ti voglio bene.”

“Ti voglio bene anche io.”

*

Liam stava pensado di farsi un pisolino quando sentii il casino, la sua testa scattò verso il casinò quando le porte furono spalancate e sbatterono forte contro i muri mentre Theo procedeva a grandi falcate verso l’auto. Gli scendeva il sangue dal naso e un livido stava apparendo sul suo viso.

“Theo?”

“Sali!” urlò Theo, correndo verso il lato del guidatore. Liam saltò giù dal retro del pick-up e corsero via per la strada. Le porte del casinò sbatterono ancora un a volta e un gruppo di uomini incazzati si riversò per strada nel momento i cui loro stavano girando l’angolo. Liam spostò lo sguardo su Theo.

“Cosa diavolo era-“

“Bè.. a quanto pare.” iniziò Theo, mentre si passò la mano sul sangue che gli scendeva dal naso. Liam scavò nel cassetto del cruscotto, tirando fuori il mucchietto di fazzoletti che aveva lentamente accumulato dall’inizio del loro viaggio, li porse a Theo che li prese senza staccare lo sguardo dalla strada, infilandosi sotto al naso, ci volevo solo pochi secondi prima che il sangue smettesse di collare, dopodichè Theo tolse i fazzoletti insanguinati dalla sua faccia. “Quindi.. a quanto pare-“ ricominciò. “Se vinci abbastanza soldi da dei giocatori di poker incazzati vieni invitato a una partita privata con giocatori di poker ancora più incazzati che cercheranno di ammazzarti se vincerai.” Liam era sicuro che avrebbe dovuto chiedere a Theo se stava bene , o almeno sentirsi leggermente preoccupare per l’attentato alla sua vita ma, bè, Theo era una chimera che sapeva prendersi cura di se e se l’era cavata solo con un po’ di sangue dal naso e in più il suo odore sapeva più di eccitazione che di dolore o paura allora Liam decise che non c’era esattamente qualcosa di cui preoccuparsi.

“Quinndi se qualcuno  ha cercato di menarti a sangue è un buon segno per dirmi che hai vinto dei soldi, vero? Significa che abbiamo davvero vinto qualcosa?”

“Esatto.” disse Theo.

“Allora quanto abbiamo? Cento? Duecento?”

“Tremila.”

“Tre cosa?” Liam rimase a bocca aperta. Un sorriso apparve sul volto di Theo mentre annuì.

“tre mila dollari.” disse scandendo ogni parola. Liam sgranò gli occhi senza parole. Il sorriso di Theo si allargò ancora di più quando si mosse per lanciare i fazzoletti insanguinati sulla cruscotto e mettendosi la mano in tasca per togliere la mazzetta di soldi. I suoi occhi lasciarono la strada e incontrarono quelli di Liam. “Hai fame Liam?”

“Se ci porti al mc giuro che-“

“Fanculo ma Mcdonands!” disse Theo felice. “Mangeremo del cibo vero. Un cazzo di caffè nero e fanculo alla mia stupida macchina.” Liam tornò in sé mentre Theo rideva da solo. “Dormiremo in una vera stanza con dei veri letti e berremo qualcosa di buono e mangeremo del cibo che non ci lascia più affamati di quanto lo eravamo prima di mangiarlo e mangerò un’intera cazzo di porzione anche se dopo vomiterò.” continuò Theo.

“Stai bene?” chiese Liam mentre Theo in pratica tremava sul suo sedile, come un bambino che aveva appena saputo che sarebbe andato a Disneyland.

“Sto benissimo.” disse onestamente Theo. “Quindi andiamo-“ Liam sussultò quando Theo gli diede una pacca amichevole sulla coscia, come le pacche sulla schiena che di solito gli tirava Stiles quando era eccitato. “Cosa vuoi mangiare? Qualsiasi cosa tu voglia.”

“Possiamo mangiare un’aragosta? Ho sempre voluto provarla,” disse esitante Liam.

"Te ne puoi anche prendere cinque per quello che mi importa.” disse Theo, con il sorriso ancora stampato in faccia. “ Siamo ricchi sfondati.”

“Sai che i soldi non sono tutto vero?” scherzò Liam.

“Detto da qualcuno che ha i soldi.” lo derise Theo con il sorriso che continuava a rimanere sul suo viso. “Andiamo a mangiare dell’aragosta.” Theo gli rivolse il suo sorriso ancora una volta e Liam non poté far a meno di sorridere di rimando, L’odore di Theo dimostrava la sua eccitazione e felicità.

*

“Ok allora abbiamo il middle melt burger, con patatine e milkshake al cioccolato” Disse la cameriera, mettendo il cibo di fronte a Liam. “E un sin city burger con patatine e un milshake al cioccolato grande con extra panna, una torre di anelli di cipolle, mozzarella impannata e arrivo subito con il pollo.” disse la cameriera, appoggiando il piatto di Theo sul tavolo.

“Grazie.” disse Theo, guardando al cibo come un bambino a Natale.

“Qualcos’altro?” chiese la cameriera. Theo rise alla domanda, era sicuro di aver già sul tavolo abbastanza cibo per sfamare un piccolo esercito.

“Non ancora.” Liam la riassicurò. Lei annuì e lasciò il tavolo velocemente.

“Sai che probabilmente hai appena speso più per il tuo cibo di quanto avresti speso per prendere l’aragosta per entrambi?” disse Liam. Liam gesticolò verso di lui con una patatina.

“Sei tu che hai dato fuori di matto nel momento in cui le hai viste.” gli ricordò Theo, riportando la patatina a sé e mangiandone una fine.

“Hanno ancora le gambe! E gli occhi. Non mangio cose con gli occhi. Non riesco nemmeno a  mangiare i gamberetti.” disse Liam sulla difensiva. " E poi sai che ha turbato anche te.” Theo fece spallucce in modo evasivo, girò la patatina e mangiò l’altra fine. Liam scosse la testa sorridendo al gesto.

“Zitto e mangia.” rise Theo e mangiarono. Il pollo di Theo arrivò qualche minuto dopo.

La tavola calda in cui erano finiti dopo il fallito tentativo dell’aragosta era piccolo, un buco in un muro, ma Liam non aveva nulla da ridire sul cibo e a giudicare da come Theo divorò il suo hamburger e le patatine prima di iniziare a rallentare, pensò che Theo fosse d’accordo con lui.

Si erano seduti in fondo alla stanza, un posticino nascosto nell’angolo con delle sedie appiccicose in vinile rosso. Theo gli avvicinò la torre di anelli di cipolla.

“Mangia.”

“Pensavo avessi intenzione di mangiare una porzione intera?” lo mimò Liam.

“Ho preso molto più che una porzione Liam.” disse Theo. Spingendo anche il pollo e la mozzarella verso di lui. “Dai, sono buone.” Non c’era bisogno di dirglielo una terza volta, agguantò una mozzarella dalla pila mordendone la fine e guardando Theo mentre continuava a passare di piatto in piatto.

La sua eccitazione si era affievolita in qualche modo, era meno tangibile ora ma Liam la poteva ancora vedere, riusciva a sentirla perfino nel suo stomaco, come un nodo che lo riscaldava dall’interno, come l’inizio di un’avventura. Continuare non era più un forse ora, solo un quando e dove. Avevano i soldi per il parco acquatico e per la macchina. Liam lo aveva detto a suo padre e aveva avuto l’ok, un intero branco stava proteggendo Beacon Hills. Non aveva niente per cui agitarsi. Poteva solo.. godersi qualsiasi cosa il parco acquatico avrebbe portato.

“Qual è il tuo cibo preferito?” chiese Liam all’improvviso.

“Qui? o in generale?”

“In generale. Tipo cosa ti piace?” insistette Liam. Theo piegò la testa, guardando un anello di cipolla mente aggrottava le sopracciglia.

“I churros.” disse dopo un po’.

“Davvero? Pensavo fosse tipo la bistecca, o coniglio selvatico.” Theo roteò gli occhi lanciando il resto della cipolla in bocca e masticandola facendo esageratamente rumore con i denti.

“E quello che ti piace di meno?”

“Fegato.” Disse immediatamente Theo, non preoccuparsi di parlare con la bocca piena. “O i reni. Non li ho mai trovati ma non mi piace l’idea di nessuno dei due.”

“E da bere?”

“Milkshake. Ti riempiono di più di qualsiasi altra cosa.” disse Theo. Il che, Liam non poté fare a meno di pensare fosse una strana ragione per una bevanda preferita.

“E che ti piace di meno?”

“Limonata. Hai intenzione di spiegarmi il perché dell’interrogatorio sul cibo o continuerai semplicemente a chiedere?” chiese Theo. Liam fece spallucce, strappando il suo tovagliolo.

“Sono solo curioso.” ammise Liam.

“Sul cibo che mi piace?”

“Su di te.” disse Liam, prima di rendersi conto di quello che stava dicendo. Theo alzò le sopracciglia e incrociò le braccia sopra al tavolo mentre di avvicinava alla metà di Liam.

“Stai cercando un legame con me Liam?” disse Liam, con un ghigno in volto.

“No.” disse con veemenza. Non lo stava facendo voleva solo.. tipo conoscere gli stupidi dettagli. Gli piaceva il fatto che Theo li rivelasse volontariamente.

Alla faccia tua Mason. Il suo cervello saltò di gioia.

Non era nemmeno una sfida, rispose un’altra voce, che suonava stranamente simile a quella di Mason. Liam per un momento si poté immaginare Mason, vestito come un angelo seduto sulla sua spalla che roteava gli occhi nella sua direzione.

“Sembrava che lo stessi facendo” lo canzonò Theo.

“Zitto Theo.”

“Il prossimo passo sono i braccialetti dell’amicizia?” Liam gli lanciò un anello di cipolla. Theo non sembrò infastidito, anzi spostandosi all’indietro lo afferrò con i denti. Liam sgranò gli occhi, l’anello di cipolla penzolò tra i denti di Theo prima che se lo infilasse in bocca e lo mangiasse.

“mm. Grazie.” mormorò Theo.

“E’ stato davvero notevole.” disse infastidito Liam.

“Davvero? Credevo che combattere contro i cavalieri fantasma e l’Anuk-ite e i cacciatori lo fosse ma è il fatto che io sappia prendere il cibo al volo la cosa che ti colpisce di più?”

*

“Abbiamo la lista per un motivo Liam.” borbottò Theo, agitando la lista della spesa in faccia a Liam. Liam la scacciò.

“L’hai scritta in venti secondi.” disse testardamente Liam. “ Sono sicuro che avrai dimenticato qualcosa.”

“Nel caso torneremo indietro a prenderlo un’altra volta perchè-“

“E’ uno spreco di tempo.”

“E fare tutto le corsie non lo è?” sbottò Theo. Liam non era esattamente sicuro del perché si stesse lamentando. La cena era andata bene. Theo aveva mangiato una quantità assurda di cibo e aveva finito tre milkshake prima di scarabocchiare una lista della spesa su un fazzoletto e avere detto a Liam che avrebbero comprato ‘le cose essenziali’. Le cose essenziali erano un bagnoschiuma, un pacchetto di rasoi, un deodorante per la macchina, e costumi. Liam era sicuro al 100% che c’erano altre cose di cui avevano bisogno, anche se non riusciva a pensare a cosa quindi suggerì di passare tutti i corridoi e Theo non era stato zitto un secondo da quel momento.

“Potemmo vedere qualcosa che ci serve!” disse Liam, grattandosi il naso.

“Davvero? Troveremo qualcosa qua?” chiese Theo indicando le mensole attorno a loro. Liam si girò solo per vedere gli articoli per l’igiene personale da donna e arrossii, l’esasperazione diventò imbarazzo. Va bene, forse non ci aveva pensato poi così bene come avrebbe voluto quando aveva suggerito di passare in ogni corridoio- perché non si sa mai. E forse c’erano stati un paio di corridoi che avrebbero potuto saltare.

Ma non l’avrebbe ammesso in ogni caso.

“Si! Troveremo qualcosa qua.” disse Liam.

“O certo, naturalmente. Perché ho davvero bisogno di un pacco di assorbenti.”

“Spiegherebbe molte cose, anche Hayden era una stronza quando era in preciclo.” mormorò Liam e non si stupì nemmeno quando un pacco di assorbenti lo colpì in testa con fin troppa forza.



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My boys are back 
Adoro come stanno lentamente diventando amici attraverso le piccole cose.
I mini dialoghi che rivelano i dettagli stupidi sono i mie preferiti!
Non vedo l'ora di arrivare al parco :)

xx

 

 

 

 

  
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