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Autore: Kiji    29/01/2018    1 recensioni
Cosa fareste se la persona che avete sempre amato e che vi fa più soffrire, è proprio la più vicina a voi? Sono un ragazzo come tutti gli altri, eppure mi sono innamorato del mio migliore amico. Ed è proprio questo il problema. A complicare tutto arriverà un giovano sconosciuto che, spudoratamente è pronto a stravolgermi la vita... Un bacio è come un fiore, nasce dal nulla e può diventare la cosa più bella che hai mai visto in vita tua!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Colin! Smettila di sognare! Abbiamo un meeting domani, quindi impegnati. – Kyle aveva la bava alla bocca.
I miei pensieri si erano arenati. Erano passati appena 3 giorni dalla partenza di Al ed io ero rimasto immobile in quello stato di agonia. Rivedevo il suo volto triste voltarsi per sempre poi il mio andare in ospedale e la reazione quasi incredibile di Sam, che fino a quel momento aveva manifestato il suo interesse in me.
Io tornai a quel momento: ero lì pronto a farlo restare nella mia vita, a capire cosa pensavo davvero della nostra relazione e lui mi spiazzò di nuovo.
– Dov’è Al? – La sua reazione alla mia proposta fu un ritrarsi. Perché?! Non avevo idea di cosa pensasse, né della paura che provasse ad esporsi tanto con me.
– Lui starà via per un mese, mi ha chiesto di mettere ordine nella mia mente. – Sam mi guardò un attimo, prima di prendere coraggio e continuare a parlare.
– Tu hai sempre amato Al. Ricordo bene lo sguardo con cui lo fissavi, perché anche dopo il nostro primo incontro, ho continuato ad osservarti da casa mia. Ogni volta lo invidiavo, anche se a quel tempo non capivo che il mio interesse verso di te era amore. – Si fermò un attimo, per poi voltarsi dalla parte opposta del letto.
– Ti ho chiesto di dichiararti proprio per impedirti di pentirtene per sempre. Quando ti ho scritto quella lettera ho deciso con tutte le mie forze che ti avrei lasciato andare, quindi non farmene pentire. – Sembrava facile per lui, ma io non riuscivo ad abbandonarlo. Non dopo aver saputo ciò che aveva fatto per me. Dovevo capire il motivo per cui il mio cuore batteva così forte e solo lo stare insieme lo avrebbe reso più facile.
– Al ormai ha deciso di andare. Sam tu hai un ricordo di me di quando ero piccolo forse anche troppo buono per ciò che ero realmente. Se diventassimo amici forse cambieresti idea ed anche a me farebbe bene conoscerti meglio. Voglio davvero stare al tuo fianco finché posso perché ho un debito nei tuoi confronti. – Sam non si mosse. Rimase impassibile alla mia richiesta. Io non andai via, non avevo altro posto dove rifugiarmi. – Va bene anche se non mi parli. Basta che mi fai restare qua. – Rimasi fino a tardi, sempre segnando quel tacito silenzio. Eppure il giorno dopo non lo trovai. Ero consapevole di dove vivesse, ma essere scacciato un’altra volta non riuscivo a sopportarlo.
“Io sono qua, chiamami quando vorrai vedermi.” Inviai quel messaggio ed anche dopo, in quella sala lavorativa, continuavo a pensarci. Per quale motivo non mi contattava? Un’improvvisa pila di fogli mi cadde addosso.
– Colin Drago, se non accantoni quella faccia da ebete ed inizi ad impegnarti, giuro che diverrò il tuo peggior incubo. – Kyle era serio e faceva anche tanta paura.
Lavorammo duramente! Non mi lasciò più vagare nei miei pensieri e forse era anche meglio. Avevo paura di ciò che ci avrei trovato. Sia Al che Sam mi stavano lasciando e questo mi spiazzava. Finimmo di lavorare più tardi del solito. Quando uscimmo fuori era già buio e, causa la stanchezza e la fame, il mio stomaco brontolò rumorosamente.
– Hai pure il coraggio di avere fame visto che mi hai fatto fare quasi tutto il lavoro che toccava a te. – Sbuffò seccato mentre, con una vocina timida e preoccupata, gli chiedevo scusa. – Mi tocca anche offrirti da mangiare, andiamo. – Non capii subito che il suo era un invito vero e proprio. Non eravamo mai usciti insieme e questo mi turbava.
La nostra “ amicizia” era rinchiusa in una bolla di sapone, circondata dall’ambiente lavorativo. Non sapevo nulla di effettivo su di lui, ma ugualmente non me la sentii di negare la sua gentilezza.
– Va bene, ma sarò io a pagare. – Kyle sorrise ed insieme ci incamminammo nella strada principale, un po’ più affollata di quella in cui ci trovavamo. Lui era vestito molto bene mentre io, preso alla sprovvista, avevo i capelli arruffati e le guance troppo rosse. Mi sentii un po’ in imbarazzo nel camminare al suo fianco, sfiguravo accanto ad un ragazzo così bello ed alto.
Kyle sembrava uno dei tanti principi delle fiabe, pronto a trovare la sua amata principessa ed io? Forse un Troll cattivo che cerca di rubarsi la sua bella. Istintivamente mi pentii di aver accettato il suo invito. “ Sei uno stupido,  a lui probabilmente neanche importa.” Eravamo amici, vero?! O almeno era questo che quell’invito voleva significare.
– Ti va bene una pizzeria? – Chiese ed io annuii. Mi piaceva mangiare la pizza, soprattutto da bambino, anche se adesso i miei gusti erano un po’ più complessi. Dalla classica Margherita amavo variare le prelibatezze che poteva contenere un singolo strato di pasta infornato. Ci fermammo in un locale vicino alla stazione, poco affollato, ma che mandava un meraviglioso profumino in tutta l’area.
– Ci vengo spesso qui, fanno una Caprese da urlo. – Il cameriere ci scortò in un tavolino isolato e, per la prima volta, ci trovammo da soli.
Cosa potevo dire? “Avanti, parla! Non fare la figura del fesso.”
– Vieni spesso qui? – “Che domanda idiota. Me lo ha detto poco prima!” Kyle vide il mio imbarazzo e sorrise.
– Si. Sono un cliente abituale. Rilassati Colin, non è una proposta di matrimonio. – Mi sentii punto nell’orgoglio. Non dovevo prenderla sul personale. Kyle era un bravo ragazzo e di certo non aveva cattive intenzioni.
– Scusa, sono un po’ nervoso. – Lui prese un pezzo di pane dal tavolo e lo addentò con forza.
– E’ perché il tuo ragazzo ti ha lasciato? – Mi irrigidii. Come faceva lui a sapere di Al? Non riuscivo a capire.
Ero stato attento ed ero convinto che nessuno al lavoro ci avesse visti, eppure Kyle aveva scoperto tutto, o forse mi prendeva semplicemente in giro?
– Oddio ho ragione! Non stupirti. Ti ho visto insieme a lui pochi giorni fa, non ero sicuro foste in intimità, ma dalla tua espressione vedo che non mi sbagliavo. Sei gay, vero? –
- No! – Urlai. Perché quella domanda mi feriva? Non mi ero mai considerato tale. Anche quando avevo capito di amare Al, ero convinto che lui fosse il solo. Non amavo nessun altro, uomo o donna che sia, solo lui!
– Non arrabbiarti. Non c’è nulla da vergognarsi, anche io lo sono! – A quelle parole sgranai gli occhi.
Kyle era gay?
Non vedevo nulla in lui diverso da me o qualsiasi altro ragazzo nella terra, eppure lo aveva appena affermato.
– Tu…? – Lui rise leggermente prima di essere interrotti dal cameriere.
– Io prendo una Capricciosa e per il mio amico una Specialità del pizzaiolo, sono sicuro che ti piacerà. – Non osai replicare ed aspettai che fummo soli per continuare.
– Cioè sei davvero attratto dagli uomini? – Kyle non sembrava turbato dalla mia domanda. Come avrei risposto io al suo posto? Sembrava davvero in pace con se stesso, a differenza mia che, di contro, apparivo come uno stupido.
– Ho sempre saputo di essere diverso, ma avendo un padre severo, avevo paura di confessare la mia vera natura. Solo quando mi trasferii qui nella capitale ho davvero avuto il coraggio di esprimermi in pieno. Adesso sono davvero felice e, mi sono innamorato. Vivo insieme all’uomo che desidero e non chiedo di meglio. – Possibile che per lui fosse così facile? Per me quella discussione era già ai confini della realtà ed invece per qualcun altro era la norma.
– Non sono come te. Non riesco a vivere tutto questo con leggerezza e tranquillità. È più forte di me. – Dissi sottovoce. Lui mi sentì ma fece finta di nulla.
– Sei davvero strano! Che differenza fa chi ami? Sia se sei attratto dall’altro sesso o no, non cambia certo chi sei davvero. So che non è facile, anche io avevo tanti dubbi prima di conoscere Fei. Lui però mi ha cambiato la vita, stravolgendola come un uragano impazzito. – Il suo sguardo era colmo di amore. Mi chiesi se anche io parlando di Al avessi quegli occhi. Chissà….
Arrivò la pizza ed iniziammo a mangiare. Kyle era strepitoso! Raccontare con tale facilità la sua esperienza, lo rendeva una persona molto umile ed il suo modo di aiutarmi in ufficio me lo fece apprezzare ancor di più Sentivo che tra noi potesse finalmente nascere una bella e solida amicizia.
– In realtà. – Dissi prima di potermene pentire. – Il ragazzo con cui mi hai visto è il mio migliore amico. Io so di amarlo da una vita, ma non credevo di poter essere attratto da altri uomini. – Feci una breve pausa mentre lui, con modestia, continuava ad ascoltarmi. – Ho incontrato un ragazzo però. Gli devo molto e questo mi ha scombussolato. Anche prima di scoprire ciò che aveva fatto per me, sentivo che per lui nutrivo qualcosa in più di una semplice conoscenza. Il mio cuore è confuso ed Al, il mio ragazzo, se n’è accorto. Mi ha lasciato la possibilità di capire cosa provo davvero, ma è davvero difficile. – Il mio interlocutore rimase dapprima in silenzio, mangiando a piccoli morsi la sua pizza. Ascoltavo il battito incessante del mio cuore e mi venne voglia di nascondermi per l’imbarazzo.
Era la prima volta che, veramente, avevo raccontato la mia storia a voce alta. Persino con Al non lo avevo potuto fare. Era però più facile di quanto mi aspettassi e quella consapevolezza mi spiazzò. Quanto era stato difficile per Tori dichiararsi apertamente con me? O anche Kyle che per lui non ero altro che un tizio bizzarro e bisognoso di attenzioni che gli si era piombato a lavoro.
– E’ normale essere confusi, soprattutto alla prima esperienza. Ho anche io rifiutato l’idea di amare Fei, anche per via di mio padre che ostentava il suo non curato odio omofobo. Capisco quanto sia difficile e credo che questo periodo di riflessione servirà ad entrambi. – Sapevo che aveva ragione, ma la tristezza non voleva passare. – Quando il tuo amico/fidanzato tornerà, sarai sicuramente pronto a capire i tuoi veri sentimenti e potrai finalmente vivere la storia d’amore che meriti, che sia con lui oppure no. – Ripensai molto alle sue parole, anche dopo che ci fummo separati.
Ero corso da Sam nell’esatto momento in cui Al mi aveva voltato le spalle.
Quanto ero stato indelicato con lui? Improvvisamente le mie azioni erano passate da giustificate e nobili a “sono uno stronzo che mi avvicino a te solo quando il mio ragazzo mi lascia solo.”
Dovevo far capire a Sam che se ero lì, era a prescindere dalla presenza o meno di Al, che volevo davvero essergli amico e forse in quel modo avrei anche io compreso meglio i miei sentimenti verso di lui. Tornai al dormitorio come ogni sera e, aprendo la porta della stanza comune, trovai Tori che sistemava le sue cose nel borsone. Aveva gli occhi lucidi e le mani che tremavano. I segni della violenza di quel giorno erano ancora visibili in lui, ma di questo non me ne stupii.
– Sei tornato? – Lui aveva la voce roca e un po’ flebile.  Non appariva sereno come il suo solito, non c’era traccia di sorriso sul suo volto.
– Come ti senti? – Chiesi non ottenendo nessuna risposta seria da lui. Non avevo idea di cosa fosse successo, né il perché mi stesse ignorando così. Mi accorsi solo allora che qualche lacrima gli rigava il viso.
– Tori che è successo? – Mi avvicinai a lui quasi a sfiorarlo, ma lui si scostò improvvisamente dandomi le spalle.
– Tori è solo per i miei amici, tu non sei nulla di tutto ciò. – Per quale motivo mi stava allontanando? Non avevamo parlato da quel giorno e non era difficile intuire che non avevo niente a che fare con il rapimento che gli era capitato.
– Che ti prende? Ero davvero preoccupato per te. – Lui battè le mani, come a ridicolizzare la mia serena esposizione.
– Sei davvero un ipocrita, ed io che mi ero fidato di te tanto da confidarti le mie emozioni. Mi fai schifo! Non avvicinarti più a me. – Nero assoluto. Stavo perdendo le persone importanti. Forse era davvero colpa mia.
– Che ti ho fatto? Dimmelo. – Lo afferrai per il polso e per tutta risposta lui mi scacciò via urlandomi contro parole terribili.
– Tu sei Coco ed io ti odio più di ogni altra cosa al mondo. Sei tu la ragione del mio stare male, sei tu il motivo per cui lui mi sdegna. D’ora in poi non salutarmi, non guardarmi e soprattutto, stai alla larga da Leonardo! – Prese il borsone e, senza aspettare ulteriore risposta, uscì dalla porta.
Rimasi di stucco, fermo in quell’angolo della stanza a guardare quel posto vuoto. Che senso aveva restare?
Tutti gli amici con cui avevo iniziato quell’avventura se ne erano andati. Lorenzo che, preso dalla gelosia, aveva abbandonato casa lasciandosi tutto alle spalle così come Tori che adesso mi odiava. Lentamente mi accovacciai sul mio letto e, tremando, chiusi gli occhi.
Ero davvero solo ormai!
Il giorno arrivò presto e così anche il sole spuntò in quella casa vuota. Non aveva più senso restare, così, impacchettai quelle poche cose che ormai mi restavano ed uscii anche io. Consegnai le chiavi al portiere e chiamai il padrone di casa. Non volevo più vivere in quel posto, dove solo ricordi negativi mi circondavano.
Avevo bisogno di cambiare aria, di lasciarmi alle spalle ciò che mi incuteva timore e tristezza. Presi la metropolitana senza pensarci, il mio cuore era confuso ed anche la mia mente vagava chissà dove. Senza rendermene conto ero di fronte l’abitazione di Sam, a fissare il campanello con la faccia scura ed il cuore ancora più nero.
Era giusto?! Ovviamente no!
Ne avevo bisogno? Assolutamente!
Dovevo sentire accanto una persona che mi amava, un bisogno che andava oltre il capire razionalmente il motivo che mi spingeva lì, a supplicare la sua presenza. Il mio dito spinse l’interruttore e la sua voce si diffuse nelle mie orecchie.
– Ti prego, apri. – Lui non ci pensò due volte. Il rumore sordo del cancello che si sbloccava mi riempì le orecchie. A piccoli passi mi addentrai nel cortile di casa sua e, quando alzai gli occhi e lo vidi, una strana forma di felicità sobbalzò nel mio cuore.
Non sapevo se ciò che provavo fosse davvero amore e non mi importava più. Lui mi fece strada ed io, a piccoli passi, mi abbandonai completamente.
– Posso restare con te? Ho bisogno di un posto da poter chiamare casa.–
Lui mi guardò per un attimo. I suoi occhi sembravano volermi perforare l’anima, poi, leggermente, tutto cambiò. Il suo viso si illuminò di una luce che non avevo mai visto e fu allora che il mio cuore perse un colpo.
– Entra. – Chiusi la porta dietro di me.
Quella grande casa, racchiudeva solo noi ed il suo profumo, che ormai era impresso nella mia mente, tornò a confortarmi.
Probabilmente mi sarei pentito di quella scelta, avrei odiato me stesso punendomi per le mie azioni, ma non era quello il giorno giusto. Posai il borsone e assaporai l’odore intenso di Sam che trapelava da ogni angolo e nella mia mente capii che era così che doveva andare fin dall’inizio.
“E’ giusto così.” Non capivo quanto quelle scelte mi avrebbero segnato.
Sai Al, so di aver sbagliato tutto. I miei errori sono state spade acuminate che ti hanno dato solo sofferenza e di questo me ne pento. Giorno dopo giorno so di dovermi far perdonare. Attendo la possibilità di farlo, per questo, torna da me! 
  
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