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Autore: mary romanziere    29/01/2018    2 recensioni
Piccolo flusso di pensieri espressi con naturalezza, senza un senso specifico
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Pensieri di una mente contorta


Vi capita mai di perdervi tra i vostri pensieri? Si soffermarmi a osservare un punto  sopraffatti da pensieri apparentemnte insensati? Sentendovi poi afflitti, schiacciati dalle vostre stesse preoccupazioni.
A me ultimamente capita talmente tanto spesso che non saprei proprio come definire tutto ciò. 
Prima usavo la scrittura come mezzo per espreimere la mia fantasia. Lo vedevo come un mezzo indiretto per esprimere le mie esperienze, anche negative, trasformandole, dando loro un finale meraviglioso. Ma a poco è servito.
Sento l'insoddisfazione di non aver mai realizzato davvero nulla nella mia vita. Quella d'avere una vita piatta, vuota. Un bianco e nero continuo, senza nessun colore. Senza felicità, senza nulla. Come se invece che andare avanti, non facessi altro che andare costantemente indietro. Mi affligge l'essere costantemente sola, il non saper mantenre un rapporto, l'indiretta paura che la gente mi giudichi, ma al cotempo vorrei la loro attenzione. Solo non so come ottenerla nel modo giusto? Senza sfociare nello stupido o nell'insensato. 
Apparentemnte spesso fingo che non mi importa, che non mi tocchino, ma non è vero. Affatto. Tre anni fà scrissi una storia, più simile ad una raccolta di pensieri e opinioni legata al voler esorcizzare i brutti ricordi dell'adolescenza. Nacque in un periodo strano, mi sentivo bloccata. Proprio come ora, anche allora persi la voglia di scrivere. 
Non che mi manchino le idee. Tutt'altro di idee ne ho a bizzeffe! Potrei regalarle, venderle a mezzo mondo solo...
Mi perdo in quei pensieri autolesionisti. Mi auto incolpo di essere così incapace di farmi apprezzare. Di non mostrare quello che so fare. Di non aver la faccia, il coraggio di farmi avanti e dire. Anche io ho le capacità.
La verità è che in quei casi mi lascio sopraffare da pensieri talmente tristi, mi sento giù, tanto da sentire le lacrime calare, è mi dico: " Ma io non ho un briciolo di talento! Non so fare un accidenti! Mi illudo di saper fare qualcosa." In realtà sono una buona a nulla.
Fin da piccola avrei tanto, ma tanto..! Desiderato scrivere sceneggiature per film o serie TV. Vedere le mie storie proiettate nelle sale cinematografiche o in esclusiva per Sky, Netflix o Infinity. 
Ma non ho mai fatto nulla di tutto ciò. Mi sono sempre lasciata sopraffare dalla negatività abbandonanndo la mia passione. Da piccola ho mollato, perchè una ragazzina a cui avevo fatto leggere una mia storia l'aveva cambiata totalemente. Di quel drago buono.. non era rimasto nulla. Sembrava la versione rivisita di Cenerentola o Bincaneve. O peggio! Beautiful per bambini.    
é stata l'unica a cui abbia chiesto un parere. Almeno l'unica che abbia osato a prire quel quaderno e posare gli occhi su quelle righe scritte a penna. Durante le scuole medie provai a chiedere alla professoressa di Italiano se le andava di dare un'occhiata al quaderno dove avevo appuntato un storia. Ma non mi è sembrata molto interessata e di conseguenza non le ho più chiesto nulla. Quella ragazzina è stata l'unca a mostrarmi un briciolo di interesse. Ma il fatto che abbia stravolto così la trama cancellando i Miei protagonistri. Sostituendoli con quelli che lei riteneva migliori mi ha avvilita. Avevo solo 13 anni, ero piccola. Ma già di mio avevo una vita impegnativa. Trascorrevo le mie estati a dar una mano hai miei in gelateria e badare hai miei fratelli più piccoli. 
Poi diciamoci la verità. Sono sempre stata un tipo chiusa, incapace di fare amicizia e mantenerle. La scittura era il mio unico punto fermo. Anche adesso esprimo i miei pensieri dietro la tastiera di un computer. Se dovessi esprimerli a voce. Non ci riuscirei.   

Mi chiedo perchè sto scrivendo tutto ciò? Non mi aiuterà a ottenere quell'opportunità che da sola non ho saputo guadagnarmi. Mi farà solo apparire patetica e inutile. Un incapace in tutto e per tutto. 
Tante volte l'idea di scrivere un romanzo ispirandomi alle mie esperienze ha sfiorato la mia mente. Nei momenti di calma: l' ho ritenuta un'idea simpatica, grazziosa. Per poi arrivare lo scoraggiamento, è in meno di due secondi cambio idea tornando a dedicarmi a piccole stupide fanfiction. Essendo storie scritte senza alcuno scopo le trovo più adatte a me. Richiedono un impegno medio, posso star li a scriverle senza star troppo a pensarci sù. Quando non ho troppo da fare e la fantasia preme, posso scivere un intero capitolo di discreta in una sola gionata 
Tante, troppe volte, ho dato la colpa del mio scarsissimo talento narrativo ha tante cose. L'aver intrapreso studi scintifici e non classici, il non aver frequentatol'università, gli eccessivi impegni scolastici che sono subbentrati una volta entrata nella scuola superiore che all'epoca ho scelto, il fatto che temevo di risultare strana hai miei compagni di classe rintanandomi nella mia mente circondata solo da un quaderno e una penna. Che poi... Anche senza scrivere! Strana sono risultata lo stesso. Perciò sono venuta meno alla mia passione rincorrendo persone che nemmeno mi vedevano.

Non ricordo precisamente quando accadde, credo al secondo anno di superiori. Praticamente per un compito in calsse di italiano la prof ci assegno un tema. Avevamo due titoli da scegliere. Uno basato sulla politica, argomento che la mia insegnante amava. Infatti con quella donna si parlava più di politica in classe che di Italiano. 
Mentre l'altra traccia; dovevamo scrivere una sorta di racconto " come ci vedevamo da anziani". Io colsi la palla al balzo, impostai il tema come un vero è proprio racconto. Ancora adesso ricordo che hai miei occhi appariva bellissimo oltre che lunghissimo.. Tanto che dovetti tirare un altro foglio dal quaderno. 
Vi parlo di un compito in classe di 15 anni fa. Quando si scrivevano i temi tirando in foglio dal centro del quaderno, utilizzando solo la metà sinistra del foglio per scrivere, in modo tale che nella perte destra l'insegnate potesse appuntare gli errori. 
Per giorni attesi l'esito di quel tema pregando che la prof mi dicesse: "Sei brava dovresti coltivare la tua passione, dedicarle più tempo e crescendo potresti anche crearti una carriera.. Un avvenire." In fine nulla presi un misero 6 e mezzo. Non le era piaciuto. La prima cosa che di cui mi rimproveò era l'eccessiva lunghezza del tema, poi va be gli errori di gramamtica presenti e il fatto di non aver scelto il tema sulla politica. 
In poche parole. Abbandonai nuovamente la scrittura. Proprio quando la fiamma era tornata ad ardere.. Io la spensi. Gli anni a seguire furono anche peggio, in seguito agli atti di bullismo seguiti a scuola dedicavo davvero poco tempo anche allo studio, quel tanto che bastava per non farmi bocciare. A ciò seguì la totale perdita di autostima, il comlesso dell'nferiorità, il terrore che la gente mi ignori, ma poi finisco per scegliere da sola di farmi ignorare per timore che la gente possa tornare a bullizzarmi. Il sentirmi inadeguata, incapace e al percepire i consigli come vere e proprie accuse di inettitudine. Dovrei farmi vedere da una psicologa, ma non ho il coraggio di andarci. 

Quando quattro fà ripresi in mano un quaderno mettendo per iscritto una mia storia originale. Ne scrissi una davvero drammatica, dove i protagonisti andavano in contro a tante difficoltà, un casino dietro l'altro. Incosciamente  volevo sfogare tutto il dolore che sentivo. Esorcizzare i ricordi passati sfogando il mio malessere contro i protagonosti facendo soffrire anche loro il più possibile. 
Non terminai mai quella storia. Ancora adesso è qui nascosto nel mio comodino, abbandonato a metà.  Tenevo quei quaderni nascosto nemmeno fosse oro colato. Ma quello che allora era mio marito li trovò esponendo il suo totale disgusto vero la mia opera. Altro momento di abbandono nei confronti della mia passione primaria.
Ricomincia un anno dopo. Giunta in Germania ero sola, non avevo amici, conoscenti, non conoscevo il posto, la lingua. Tornai a scrivere quando ero in casa sola. Sfornai una delle storie che più amo. Ma che molti mi additarono come orrenda. Non tanto per la stesura più per il mio accanimento venso i peronaggi principali. 
Nessuno si è mai soffermato nel chiedermi il perchè di tante cose? E nemmeno io provai a spiegarlo. Non sapevo mai come spiegarlo.
Ci provo adesso.
Creai una sorta di analisi psicologia dei peronaggi principali, partendo dall'impostazione dei loro caratteri e basandomi su que caratteri creai la trama. Vedevo uno di loro come una persona egoista fino allo stremo, tanto da doverlo costringere a commettere il più ingobile degli atti per farlo sentire poi in colpa abbassare la cresta e chiedere scusa. Riversai sul secondo peronaggio un carattere praticamente perfetto.  Così sincero, puro, ingenuo, ma con delle colpe nascoste... Che lo resero umano e in ugual modo colpevole. 
Fu un lavoro di psicologia mai compreso dai lettori. Forse dovevo spiegarlo, ma non ebbi il coraggio di farlo, temevo mi avrebbero data ancor più della pazza. E poi in parte quella storia raccontava un parte della mia vita perciò forse preferivo mantenerla come una storia inventata li sul momento, non studiata ed elaborara da più di due anni. 

Forse sto usando queste righe per giustificarmi, ma in fine quella stora la cancellai. Malgrado ancora la amo, la odio allo stesso tempo. Ho fatto mie le critiche, malgrado non le condivido e ciò mi ha portato ad un totale rifiuto verso quel qualcosa che ho partorito  con tanta devozione.
Non so come faccia la gente a non soffrire quando nessuno ripone fidicia nelle tue capacità. Tante volte ci rifletto e mi dico: se non credo in me stessa come posso sperare di piacere algi altri. Però poi guardo i miei cari. Tutti belli, con ambizzioni e io la a stuggermi per un sogno irrealizzato. 

Nella mia famiglia la lettura, ne tanto meno a scrittura è un qualcosa del tutto estraneo. Non che siano ignoranti totali. Ma è gente più devota al lavoro le passioni non contano. Il lavoro è il fulcro principale di tutto. Poi ho sempre avuto quella sensazione di venire considerata debole e incapace e credo che anche ciò abbia alimentato la mia quasi nesistente autostima. Ho dovuto sempre adeguarmi all'opinione che la gente si fa di me.
La verità  che ho dei gusti parecchio discutibili. Almeno per la mia famiglia. Adoro vistire in maniera poco consona agli standard, anche se spesso tendo a contenere questi gusti anbigui datutta la vita ho sempre desiderato riemirmi di tatuaggi, ma non mi è mai sttao concesso di farlo.  é da quando era una bambina piccola che avrei voluto tingeri i mei capelli di un bel rosso acceso. Ma non l'ho mai fatto. Alcuni anni fa feci i capelli nero corvino. Non che abbia i capelli chiari.. Tutt'altro. Il mio colore originale era un castano talmente scuro da sembrare quasi nero, che poi tutta quella differenza con la tinta nera si notava poco. Mia madre mi ripeteva sempre quanto i capelli così scuri mi stessero male. A me piacevano ma poi finì che cambia colore più per far contenta lei non per altro.
Spesso mi ritrovo a pensare a quanto il parere che gli altri hanno di me influisce sulle mie scelte. Raramente agisco seguendo i miei desideri, evito più che altro di far scelte che possano distruggere le aspettative che gli altri si fanno su di me per timore che quel poco che quel poco di me che apprezzano, svanisca. 

Anche adesso, sto impiegando giorni per scrivere questo flusso di pensieri balendnando da un concetto ad un altro. Per la semprlice ragione che non gli dedico il tempo che dovrei. Anche se non ho impegni particolari, scelgo di non scrivere per paura che possa essere giudicata una scusa per non aiutare in casa i miei genitori. Già inizio a sentirmi in colpa per non essere in cucina ad aiutare mia mamma. 
Tornando al concetto iniziale. Devo trovare nuovi stimoli, un qualcosa che mi aiuti a trovare quella fiducia che non ho mai avuto. In passato due-tre ragazze, si complimentarono con me per una fanfiction scritta su EFP. La cosa che più amavano era il bellimbusto che faceva da protagonosta alla trama a dire il vero. Ma quei piccoli complimenti facevano un gran piacere e infatti conclusi quella storia nei tempi stabiliti senza problemi. Scrissi altro  e le uniche persone che mi filavano erano sempre loro, ma per una come me che si è sempre sentita una totale incapace è già un gran passo avanti. 
In seguito scrissi davvero tantissime altre fanfiction, soprattutto OS. Fu un bellissimo periodo, la fantasia scorreva frenetica, dedicavo ogni momento a disposizione alla scrittura. Nonostante fossero sempre le stesse persone a complimentarsi con me, mi piaceva mi sentivo felice. In quel periodo vivevo in Germania. Il fatto di essere sola senza nessun familiare non mi dispiaceva affatto. Non dovevo sentirmi in dovere verso nessuno, dovevo solo adibire hai compiti domestici e occuparmi delle mie bambine. Ma questo l'ho sempre fatto con piacere, seguivo i miei tempi, le nostre abitudini.
E poi sono una dei quelle persone che non ama i reality Show, ne le soapopere. Preferisco un buon film con una trama ben strutturata se proprio deve sedermi di fronte alla TV, altrimenti apro il PC e scrivo.
L'unico pallino ha cui non sapevo dare una risposta era il vedere tantissime persone riscuortere davvero tanto successo, mentre io venivo sempre additata per quell'unica storia scritta anni addietro ritenuta inleggibile per via della trama forte. 
é una situazione davvero difficile da spiegare, non trovo le parole. Vedo lettori, scrittori parlare dialogare esporre opinioni e altro e io non riesco a farlo. Forse è questo che mi ha impedito di migliorare. O forse non ho riscosso anche io la stessa attenzione perchè la mia è tutta illusione. In realtà dovrei mollare totalemetne la sctittura e smettere di illudermi che forse un briciolo di speranza c'è. Che posso migliorare e raggiungere alti livelli. 
Su Facebook faccio parte di tantissimi gruppi, alcuni sono gruppi molto nutriti, dove dialogare con tutti i componenti del sito e magari anche farsi un pochino di pubblicità, altri sono gruppi minori rappresentanti solo la categoria di anime e manga. Li trovo tutti dei gruppi carininissimi, utilizzati per accrescere la propria popolarità a farsi conoscere. Tempo fa ho provato, ma credo d'aver usato l'appoccio sbagliato. 
Praticamente non cambiava nulla. Le mie storie rimanevano lette da pochissimi. Ho pensato a tantissime ipotesi plausibili. Il fatto che fossi poco attiva e mi facevo viva solo per sponsorizzare le mie storie, usavo delle parole sbagliate risultando antipatica. Sono arrivata a pensare che molti mi evitassero di proposito. 
Cioè: Non provavano nemmeo a leggerla la storia, la scartavano già a priori solo vedendo il mio nome. In fine mi sono detta. " Ho più semplicemnte sono brutte le storie e mi sto facendo troppe domande inutilmente."

Alla fine sono abituata ad essere condidera incapace. Accade sempre, troppo spesso. Lo hanno fatto i miei genitori senza rendersene conto, lo facevano i professori, i compagni di classe, il mio ex marito. Praticamente tutti. 
Tramite uno di questi piccoli gruppi minori sempre legati al grande mondo di EFP ho conosciuto una perona davvero spettacolare. Ametto che dalla meravigliosità delle suo opere non sapevo bene come giudicarla, anche a causa dell'eccesiva critica usata nel giudicare le storie dei parecchi autori. Peronalmente non ho mai ricevuto nessun parere da questa perona non saprei il perchè e nemmeno lo voglio sapere temendo un opinione che distruggere solo maggiormente la mia gia inesistente autostima. 
Comunque. Ho scoperto che dall'altro delle sue meravigliose opere si nasconde una perona normale con alti e bassi, solo con tantissimo talento e tanta esperienza. 
Dove voglio arrivare con questo discorso, l'ho dimenticatao tra una pausa e l'altra. So solo che non ho il coraggio di espormi. Di dire:
"Hei voi! Leggete la mia storia e ditemi cosa devo migliorare!"  Non c'è la faccio.
Ho troppa paura. Le uniche volte in cui in passato ho provato a cercare un parere altrui sono stata bellamente ignorata e negli anni trascorsi su EFP più o meno è successa la stessa cosa. Magari è colpa mia. Della mia paura. O forse scrivo davvero male come penso. Senza saper esprimere un concetto sensato in maniera chiara. 

Chiedo scusa per gli essessivi errori di grammarica presenti nel testo, ma non ho avuto il coraggio di inviare questo testo alla mia beta. Una donna meravigliosa che ho conosciuto tramite un altra peronsa. No, non sono capace nemmeno di trovarmi una beta da sola. In passato ne ho avute, ma mi hanno mollata sempre tutte.    
Penso che la colpa di tutto sia solo mia in fondo. Ho un carattere davvero troppo difficile, costellato da esperienze degradanti che non hanno fatto altro che accentuare i difetti e distruggere i pregi. 
Perchè sto scrivendo tutto ciò? Me lo chiedo anche io... Ho forse so la risposta ma non voglio scriverla per paura di risulatare ancor più patetica. L'unica cosa che col tempo ho scoperto e che durante  forti periodi di tressi, dar libero sfogo hai mieie pensieri, inutili, stupidi e assurdi quanto siano, mi aiuta a ritrovare un minimo di concentrazzione. 
Vorrei poter passare le giornarte chiusa in casa a scrivere soltanto senza far altro, ma non è più possibile da quando ho lasciato la Germania e quell'uomo che mi dava sempre della stupida e dell'incapace. Forse l'unica cosa buona che ho fatto in quadi 30 anni di vita è stata questa.
Sono tornata nella casa dei miei genitori non potendomi permettere una casa mia attualmente, è ciò mi fa sentire in debito con loro e mi impedisce di dedicare il tempo che vorrei a ciò che più amo fare. 
Credo sia tutta mia la colpa. Sono l'unca artefice di tutta questa situazzione di merda. Non ho mai avuto le palle per rischiare e ancora adesso temo di sentirmelo dire. Dovrei affrontare tutto di petto uscire dal guscio e farmi valere. Ma non è facile. Temo d'essere presa in giro. Di sentirmi dire che in realtà manco veramente di talento, che avrei fatto meglio a rimanere nell'ombra e non cercare una fama che non merito. 

Lo scorso anno, presa da un impeto di scoraggiamento talmente forte, da divenire quasi impossibile da descrivere, ho svuotato totalmente la mia casella EFP da tutte le storie scritte. Adesso pian piano sto tornando a ripubblicare solo le storie che ritengo lievemente più valide. In mente ho tante di quelle idee, nella mia mente appaiono come bellissime! Ma ci sono momenti in cui tutto questo splendore sfiorisce e torno al punto di partenza perdendo al voglia di scrivere.   
Ripeto. Ho davvero bisogno di una psicologa che mi aiuti a uscire da tuttte queste fissazzioni. Ma anche li mi spaventa l'idea di venire ritenuta anche peggio di come già mi vedo. 
Più che una raccolta di pensieri che fluiscono così naturalmente senza un reale filo logico sembra più un pagina di diario. Vorrei tanto pubblicarla, solo per il bisogno di riutilizzare quel mezzo che mi aiuta a uscire da questa follia e ha sentimi meno sola e triste. Mi giudicherete già lo so. Invece che dare una bella visione di me, mi sto auto ridicolizzando. Però inzio già a sentire meno il peso dei pensieri opprimere la mia mente. 

Magari molti vedranno questa "pagina di diario" Chiamamiamola così. Come un modo per colpevolizzare glialtri dei miei fallimenti e non me stessa. Magari lo è realmente e non voglio ammetterlo. 
Probabilmente nel corso degli anni aggiungerò tantissimi capitoli a questo "diario". Non compatitemi solo questo. Ci proverò amigliorare, mi serve solo un po' di tempo e fiducia. Ma ci riuscirò! Promesso. 
            
   
 
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