Finalmente
il “per sempre”
Correvo. Correvo veloce come
il vento.
Di fianco a me, pochi metri
dietro, c’era Jasper, in tutto il suo splendore. Il viso
concentrato, l’espressione
vacua di quando sonda le emozioni, la sua mano stretta alla mia. Mi
sentivo
come in paradiso. Ma avevo una missione.
Dietro di noi, tre nuove
persone: Kachiri, l’amazzone vampira, allontanata a forza
dalle sue sorelle per
aiutarmi nell’impresa quasi impossibile che mi era toccato
compiere. Hulien, la
piccola vampira paurosa che mi ero portata dietro come testimone.
Indispensabile
per quello che ci apprestavamo a fare.
Ed infine, lui, Nahuel. La
nostra ancora di salvezza. Il solo motivo per toglierci i Volturi di
dosso. Almeno
per ora.
Sentii la voce di Edward che
mi chiamava a gran voce, incitandomi ad entrare in gioco. Non me lo
feci
ripetere.
Correndo agile per il bosco,
spiccai infine un piccolo salto e piombai nella radura. A pochi passi
da me, Jasper.
Un po’ più indietro, gli altri. Dopo essermi
assicurata che tutti fossero
presenti, spiccai un balzo felino e, superata la foschia del potere di
Alec, mi
fermai accanto ad Edward. In un attimo lui, Esme, Bella e Carlisle si
sporsero
verso di me per toccarmi un braccio. Non avevamo tempo per altro. Poco
dopo
arrivarono il mio amore e gli altri vicino a me. Jasper mi strinse
protettivo
la mano. Quasi tremavo. Avevo una tremenda voglia che tutto finisse. In
più,
come se ciò non fosse sufficiente, sentivo la presenza di
una certa persona -be’,
se di persona si più parlare- poco dietro di me, che mi
fissava con sguardo
ossessivo. Cosa pensava? Era contento che ero venuta a salvare la sua
amata o
magari gli ero realmente mancata? Non volevo pormi questo genere di
domande in
un momento come quello.
«Nelle ultime settimane
Alice
ha cercato per conto suo dei testimoni»,
incominciò Edward, parlando
direttamente ad Aro. Sentivo la sua impazienza e la sua
felicità per la mia
gita improvvisa nel campo di battaglia. «E non è
tornata a mani vuote. Alice,
perché non ci presenti i testimoni che hai portato con
te?».
Neanche il tempo di annuire,
che Caius ringhiò. Non doveva essere molto contento di quel
fuori programma.
«È finito
il tempo concesso alle testimonianze! Aro, deciditi a
votare!».
Ma Aro gli impose il
silenzio, alzando solo un dito in sua direzione. Quindi
incollò i suoi occhi
rosso sangue su di me. Non attesi un attimo e, con il mio solito passo
aggraziato da vampira tranquilla qual’ero, presentai i nuovi
arrivati, nonché
nostre uniche ancore di salvezza. «Lei si chiama Huilen e lui
è suo nipote
Nahuel».
Sentii un sospiro provenire
da dietro. Bella era contenta di rivedermi. Sorrisi impercettibilmente.
Mentre parlavo dei due
vampiri, Caius sondava inferocito il mio corpo con lo sguardo. Cosa si
aspettava di vedere? Segni di battaglia? Polvere sui miei abiti, come
fossi appena
tornata da un lungo viaggio in chissà quale parte del mondo?
Opzioni stupide, che non
volli neanche pensare. Non mi interessava di quel mosto, ora.
Mentre i testimoni dei
Volturi parlottavano tra loro stupiti, Aro prese la parola.
«Parla, Huilen. Dacci la
testimonianza per la quale sei stata condotta fin qui».
Hulien, quella piccola
vampira impaurita, mi guardò. Se fosse stata umana, si
sarebbero sentiti i
battiti del cuore lontano chilometri. Le feci un cenno
d’incoraggiamento, nel
mentre Kachiri le posava una lunga mano olivastra sulla spalla. E
così la
vampirella prese a parlare. Le parole scorrevano veloci, chiare, come
avevo
voluto. Sembrava una favola per bambini tanto la raccontava con
semplicità. Ma
io non l’ascoltavo. Ero intenta a captare ogni movimento
dietro di me, dove
stava Jacob. Non che ancora perdessi tempo a fantasticare su di lui
-be’, no,
lo ammetto, fantasticavo ancora. Ma avevo la cortezza di non
rimpiangere più i
tempi passati-, ma mi interessava, stranamente. Mentre Jasper mi
appoggiava una
mano sulla spalla per tranquillizzarmi, io lo ascoltavo. Ascoltavo il
rumore
del suo cuore, misto a quello della piccola Renesmee, il suo respiro
spezzettato, i suoi movimenti pesanti ma estremamente silenziosi.
Quando Aro
rivolse la parola a Nahuel, Lui sobbalzò. E ancor di
più fu sorpreso quando
Nahuel disse di aver completato la crescita a sette anni. Si vedeva
come gli
importava della salute della piccola Nessie. E questo non mi era
propriamente
indifferente. Era strano ammettere ancora una volta che mi interessava
qualcosa
di lui. Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che la discussione era
andata
avanti. Ora Cauis stava rivolgendo la parola al nuovo arrivato e non
sembrava
proprio al settimo cielo.
Poi, però, Aro fece
quello
che avevo sperato.
«Fratello»,
incominciò,
rivolto a Caius. «Pare proprio che non ci sia pericolo.
Questo sviluppo è
davvero insolito, ma non vedo alcuna minaccia. Sembra che questi mezzi
vampiri
siano quasi uguali a noi».
«Questo è il
tuo voto?»,
chiese allora Caius, la voce ferma, ma comunque sorpresa.
«Sì».
E questo mi
bastò.
Non volli
sapere di più. Certo, ascoltai comunque il seguito, ma mi
parve di minima importanza.
E poi, l’ultima
frase di congedo.
«Miei cari,
oggi non si combatte».
Poi, dopo
due parole di scusa a Carlisle, scomparvero. Tutti.
Rimanemmo
un attimo in silenzio. Gli altri erano ancora tesi, ma io, dopo che
Edward ebbe
confermato a Bella che se ne erano andati definitivamente, mi lasciai
andare ad
una risata cristallina di soddisfazione.
«Sul serio,
gente. Non ritorneranno. Potete rilassarvi tutti, ora»,
dissi, notando i volti
ancora tesi. In realtà non ero poi così
tranquilla come davo a vedere. Dentro
rodevo dalla voglia di fare una cosa che mi era preclusa.
«Fortuna
sfacciata», borbottò Stefan, incrociando le
braccia al petto con espressione
cupa.
E
finalmente tutti capirono, prorompendo un urlo di pura gioia.
E, mentre
molte persone si scambiavano gesti d’affetto, Esme mi strinse
a sé, come fece
con Jasper. Le sorrisi, raggiante. O, almeno, all’apparenza.
Avevo una voglia
irrefrenabile di avvicinarmi a lui... sfiorarlo, accertarmi che fosse
vero. Che
tutto era finito e che non stessi sognando.
Ma, stupida
come sono, non pensai che i vampiri non sognano.
Jasper mi
cinse la vita e mi scoccò un bacio breve e sereno. Gli
sorrisi, provando a
reprimere la tristezza. Non che non volessi fargliela captare,
l’aveva già
sentita. Semplicemente mi sentivo in debito con lui e non volevo fargli
perdere
quell’attimo di gioia.
Sì, perché
Jasper aveva saputo del mio amore proibito. Gli avevo raccontato tutto,
quando
eravamo in Sud America, nell’eventualità di non
riuscire davvero nell’impresa.
Gli avevo raccontato proprio di tutto. Dalle menzogne, al dolore, alla
vergogna,
all’indecisione. E, infine, l’ultima decisione.
Quella che mi aveva portata di
nuovo con lui, ancora per sempre.
Ma avevo
anche detto che Lui non l’avrei dimenticato, che sempre mi
sarebbe restato nel
cuore. E lui aveva capito, e l’aveva accettato. Stranamente, non mi aveva
abbandonata. Era
restato con me, comunque. Ed ora comprendevo la mia visione di molto
tempo
prima. Quel vuoto, ed il viso di Jasper. Il vuoto stava a segnalare che
avrei
incontrato qualcuno che non sarei riuscita a vedere -il licantropo-,
mentre il
volto di Jasper indicava che sarei stata con lui. Sempre e comunque.
Per l’eternità.
Ed io ero pronta. Pronta ad accettare la mia vita fino alla fine del
mondo,
senza Jacob, con Jasper. Lasciando alla piccola nuova arrivata, alla
dolce
Nessie, il mio lupo preferito. Perché quello era il loro
destino, come il mio
era con il mio vampiro. Ed io mi ero arresa alla realtà.
Mi baciò la
fronte.
Certo,
però, che non potevo dimenticare del tutto. E, in quei
momenti che gli ero
stata lontana, avevo sentito una tremenda voglia di ritornare a casa e
confessargli tutto. Dirgli quanto l’amavo, quanto ero
disposta a sacrificarmi
per lui. Solo per lui. Ma non l’avevo fatto.
E la
consapevolezza che potevamo non farcela mi aveva corrosa dentro come
acido. Ma
ero sopravvissuta, per lui. Per loro. I miei due amori. Le persone
più
importanti della mia vita. E ce l’avevo fatta.
«Ti amo» mi
sussurrò Jasper, guardandomi intensamente negli occhi. E mi
sciolsi, come da
tempo non accadeva. Riuscii a capire tutto di lui, tutto sui suoi
sentimenti,
sul suo amore. E sul mio, di amore. Perché io
l’amavo, e tanto. Più di Jacob,
forse, più di tutti. E non sarebbe stato un botolo pulcioso
a farmi cambiare
idea. Non sarebbe stato un secondo amore, come per Bella, anche se
c’era
sempre, presente e costante. Io, come alla fine lei, non avrei
desistito e
sarei restata per sempre con lui.
Salve
salve... eccomi qui con l’ennesima storia. Ringrazio KyleXY
per aver recensito,
ed anche Uchiha_chan per la nuova idea. Non temere di farmi richieste
del
genere, poiché sono ben contenta delle nuove idee. E non mi
dispiace affatto
accontentarti ^_^ Spero che questo sia almeno un po’ come
quello precedente,
anche se non credo, dato che è molto più corto e
mi sembra di aver fatto una
confusione totale. Se non ti piacerà, cercherò di
modificarlo, ma per ora
voglio vedere come va. Questa storia, intanto, ho deciso di dedicarla a
te.
Grazie per le recensioni e per i consigli, te ne sono grata ^_^
Infine
ringrazio l’ultima recensione, di Ale24. Sono contenta che ti
piaccia e ti
ringrazio per i complimenti. Comunque volevo avvisarti, nel caso magari
tu non
l’avessi capito, che questa è una sorta di
continuazione di un’altra storia che
ho scritto, “Un folletto stranamente triste”, se
vuoi puoi leggere anche quella,
se già magari tu non l’hai fatto. Questo
è un altro pezzo della vita di Alice e
spero ti piaccia.
Oh,
e non mi dimentico di ringraziarti per avermi aggiunta tra i preferiti!
^_^ Thank
you ;D
Infine,
vi lascio recensire, se ne avete voglia. Ovviamente sono contenta se mi
darete
consigli, e le critiche non sono vietate ^_^
Adios...
_ki_