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Autore: Vegeta_Sutcliffe    30/01/2018    6 recensioni
L’anima umana è un abisso scuro e vischioso, un pozzo che non si usa nel mondo superficiale. Nessuno amerebbe se stesso se si conoscesse, e così, se non ci fosse la vanità, che è il sangue della vita spirituale, moriremmo di anemia nell’anima.
(Fernando Pessoa)
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dodoria, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia al Vegeta del GT perché di tanto in tanto, mi manca… Aveva pure i suoi difetti, baffi in primis, ma almeno compariva per poche puntate e per buona parte del tempo non parlava. <3
 
 
“Il tuo pianeta non si estinse a causa dell’urto con una gigantesca meteorite, come vi disse il signor Freezer…”
Essere un individuo che compie eccidi per mestiere non era un impedimento sufficiente per non farti provare sensazioni inquietanti e farti sentire disagio e paura davanti a chi mai pareva aver provato inquietudine e disagio, davanti a un mostro che di umano non aveva nulla. E quanto pareva sprezzante, quando sputava sopra i principi fondamentali della socialità? Nemmeno il vostro becero razzismo, che vi aveva sempre fatto stimare i Saiyan essere inferiori, aveva potuto mai giustificare la tranquillità e la superficialità con cui Vegeta aveva liquidato l’argomento dell’esplosione del suo pianeta, tanto da rendere superfluo lo sforzo che a Freezer sembrava giusto fare, continuando a raccontargli la bugia della meteorite.
Capire l’affezione di Freezer per il Saiyan era un’enigma che tutti avevano risolto, ma che nessuno accettava nei suoi risultati. Il problema non era che Vegeta era troppo debole per essere il pupillo del padrone,  il problema era che era troppo freddo anche per quel ruolo e la sua inumanità, la sua indifferenza per la vita e per gli affetti faceva davvero tanta paura agli assassini che, per quanto brutali, si ritenevano pur sempre essere senzienti.
Mentre guardavate Freezer carezzare con una qualche sorta d’affezione i capelli del piccolo principe di nessuno, veniva spontaneo cercare un meccanismo di difesa inconscio, che rendesse ragione, che umanizzasse almeno in minima parte una situazione irrazionale e inumana. Avevate trovato conforto pensando che in fondo Vegeta avrebbe pure potuto provare dell’emozioni per la perdita dei suoi cari, se avesse saputo essere decisione di un’autorità che mal sopportava e che se, in quel momento mostrava solo indifferenza, era per una qualche personale ed eccessivamente deterministica concezione del fato, chè certe cose, tra cui le leggi di natura, non potevano essere diversamente da quel che sono e che era stupido scagliarsi contro la natura e negare ciò di cui si faceva parte. Era lo stesso principio per cui sembrava avere perfettamente interiorizzato la legge della sopravvivenza, riuscendola a non determinarla moralmente e riuscendo a sollazzare Freezer più di chiunque altro.
Ma se solo avesse saputo la verità…
“Cosa?” Stupore? Che reazione umana era mai quella? Era davvero Vegeta?
“La forza di un Saiyan non era niente al confronto a quella del signor Freezer, ma se un giorno i Saiyan avessero deciso di unirsi per affrontarlo, sarebbe stato la fine…Inoltre nacquero e crebbero alcuni straordinariamente forti come te…e quei bambini sarebbero potuti diventar invincibili…allora Freezer pensò che sarebbe stato necessario intervenire…così eliminò il pianeta Vegeta con tutti i Saiyan.”
Vegeta stava serrando la mascella, in un gesto che aveva il conforto dell’abitudine e il dolce sapore di una resa coatta e amara per il principe, dell’abitudine di vederlo dover reprimere ciò che voleva dire o fare per non disubbidire ad un ordine a cui non voleva ubbidire.
“Dovresti ringraziarlo, Vegeta, perché scelse appositamente il giorno in cui non c’eri! Credette nella tua forza, la capacità geniale del principe del pianeta!”
La tua era una risata leggera, liberatoria! Eri riuscito a sopravvivere a Vegeta, eri riuscito a vederlo incazzato e pietrificato e umano e dolorante come hai sempre sognato. “Sembra che la faccenda ti abbia sconvolto! Mi dispiace per te, ma ora torno dal signor Freezer!”
Ma il tuo buon umore e la tua caduca vittoria durarono poco, fino al sorgere del solito sorriso sul volto del Saiyan.
“Non fraintendermi, Dodoria!”
Se poi non eri davvero troppo ingenuo, se poi era vero che le proprie percezioni della realtà non erano sempre vere, se poi Vegeta era davvero il bambino che avevi visto diventare uomo, mangiandone altri.
“Non me ne frega niente del mio pianeta, dei miei amici, né dei miei genitori…Mi dispiace solo di essere stato preso in giro.”
Chè non c’erano aspettative e illusioni che tenevano davanti all’evidenza di un egocentrismo e un egoismo quasi patologico e spaventoso: Vegeta era stato, era e sarebbe sempre stato indipendente da tutto e tutti fino ad un’incommensurabile estraneità al suo stesso sangue e fedeltà solo ai suoi principi, all'affermazione di sè.
 
Infatti ogni volta che una cosa si muta ed esce dai propri termini, subito questo è la morte di ciò che era prima.
Lucrezio


 
Se questa nuova trasformazione fosse bella, tacerei sull’incoerenza del motivo scatenante; se il motivo fosse logicamente consequenziale da quello che è, o meglio era, Vegeta, tacerei sull’estetica. Ma la Toei è potente e, puntata dopo puntata, ci vuole convincere che è sbagliato avere ogni sorta di memoria di Dragon ball Z, se non quello che ci ripropone come citazione, e che è sbagliato avere troppe aspettative su Dragon ball Super, avere aspettative sulla vita in genere, e quindi ha pensato di prendere tutto il peggio che gli riusciva e di metterlo in questa nuova e brillantinosa forma di Vegeta! BRILLANTINOSA!
Sembra che Toriyama sia convinto di stare scrivendo One piece e che gli sceneggiatori alla Toei in effetti non abbiano mai visto Dragon ball  e semplicemente mirano a sfruttare la presenza scenica di un personaggio amato e popolare per propinarci qualcuno/qualcosa che è una loro idea originale, lungi dall’essere quel che dovrebbe essere.
Ma da quando in quando Vegeta prova questa affezione tale per i Saiyan, tanto da essere una miccia per la trasformazione? Da quando ha ucciso Nappa? Da quando se n’è Fregato della morte di Radish? Da quando preferiva diventare immortale con le sfere piuttosto che riportare in vita il suo popolo? Perché ragazzi non mi venite a dire che Vegeta ha fatto il duro davanti a Dodoria, ma nel suo intimo gli è dispiaciuto dei suoi amici perché non sta né in cielo né in terra come teoria, o per lo meno avrebbe pensato di cambiare desiderio da chiedere a Polunga e invece nulla…nada de nada! Ovviamente i dialoghi sono tratti, parola per parola, dal Manga.
Chè se ancora si potrebbe chiudere un occhio sulle pulizie per farsi allenare da Whis, sui balletti e sui pannolini e sui takoiaki, il motivo per questa trasformazione è davvero incoerente e al limite dell’impossibilità logica! Questo non è più Vegeta, Vegeta è morto.
A costo di sembrare impopolare, lo so, vi lancio l’ ennesima provocazione, l’ennesima sfida: mi è stato detto che io non accetto il cambiamento e, sebbene mi ritenga davvero poco dogmatica, forse è vero, ma prima di ammettere un qualche deficit di percezione, vi sfido ad esplicarmi in una maniera breve ma efficace cosa è per voi il concetto di identità, quanto e come può includere in sé la differenza e soprattutto se c’è davvero un limite tale che il mutamento diventa morte del vecchio e inizio del nuovo. Stavolta la filosofia la farete voi xD
Negare il cambiamento è da stupidi e io sono stupida ma non in maniera patologica, ma davvero non c’è altra strada da prendere, un altro modo di dimostrare i propri sentimenti se non questo stupro dei sensi che è quella specie di superchicca con gli steroidi che è diventato Vegeta?
Grazie infinite a chiunque anche solo la leggerà e ben venga se qualcuno di voi vuole intraprendere un’altra discussione costruttiva/distruttiva con me.
Ps. Diamo a Cesare ciò che è di Cesare: la puntata 125 di Dragon ball Super è davvero bella!
  
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