«Tutto ciò che è diritto mente», mormorò con disprezzo il nano. «Ogni verità è storpia, il tempo stesso è un circolo».
«Guarda», continuai, «questo Momento! Da questo porticato «Momento» un sentiero eterno corre a ritroso: dietro di noi scorre una eternità.
E le cose non sono esse forse collegate tra sè in tal modo, che questo Momento tragga dietro a sè tutte le cose venture? E per conseguenza — anche sè stesso?
Friedrich Nietzsche

Il problema della certezza è che è statica; si può fare poco, se non infinitamente riaffermare se stessi. L’incertezza, invece, è piena di incognite, possibilità e rischi.
(Stephen Batchelor)

ATTENZIONE!
Vegeta simpaticissimo, amorevolissimo, dolcissimo, buonissimo. Ai limiti del diabete, proprio!
Per quanto provasse, per quanto si impegnasse, per quanto combattesse e per quanto si sacrificasse, Vegeta non riusciva a diventare Super Saiyan. I suoi allenamenti erano massacranti e disumani e aveva raggiunto una forza che poteva impallidire solo davanti a Goku, e forse nemmeno, ma gli mancava quella trasfigurazione agognata, gli mancavano i capelli biondi e gli occhi azzurri senza anima e senza espressione.
Della sua ossessione Vegeta non ne aveva mia fatto mistero, solo che più il tempo scorreva, più l’ansia di fallire aumentava e il principe, dopo aver felicemente e facilmente rinunciato all’umanità, si era costretto a ridurre al minimo indispensabile pure quegli atti che significavano pura e semplice animalità.

Senza pretese, senza troppe aspettative, senza troppe elucubrazioni mentali, una versione alternativa e personalissima dell'inizio della storia d'amore tra Bulma e Vegeta.

L’anima umana è un abisso scuro e vischioso, un pozzo che non si usa nel mondo superficiale. Nessuno amerebbe se stesso se si conoscesse, e così, se non ci fosse la vanità, che è il sangue della vita spirituale, moriremmo di anemia nell’anima.
(Fernando Pessoa)

Erano compatibili solo da un piano prettamente fisico, in virtù di un anatomia che non lo rendeva diverso da un terrestre qualunque e che nascondeva egregiamente la sua intima alterità.
E, come ogni presa di coscienza dell’altro, anche quella era stata seguita repentinamente, se non era stato in vero simultaneo, da un giudizio troppo frettoloso e ovviamente discriminante: Vegeta era cattivo.
Ma da quella costatazione non aveva saputo allontanarsi, semplicemente non aveva voluto, e, per la prima volta in vita sua, si era data per sconfitta, sapendo inutile provare a cambiarlo, a farlo diventare come lei.
Sembrava ad un occhio distratto, forse troppo idealista, che era lei che pian piano aveva ceduto a certi comportamenti biasimevoli, non solo accettandoli, ma anche condividendoli e praticandoli.

Per la serie "l'italiano è una scienza esatta...":
Una serie di un solo sfortunato equivoco.

La sfidò. Quella relazione era una lotta perenne, due poli opposti che si erano intestarditi a volersi avvicinare, ma che erano impossibilitati dalla loro natura. Lei tornò vicino a lui e si sedette suelle sue gambe.
“Non lo farai se ti tengo la bocca occupata.” Esclamò sorridente e vittoriosa lei, prima di adagiare le sue carnose e morbide labbra su quelle sottili di lui, che non aveva voglia di lasciarla vincere. Andava contro il piacere fisico, andava contro la sua voglia di toccarle le coscie da sotto la gonna della divisa, ma volgerle contro le sue parole, farla cadere in contraddizione e farla avvedere dell’incoerenza tra il suo ruolo istituzionale e il suo volere individuale era decisamente meglio, fosse solo per il fatto che la sua convinzione di perfezione si sarebbe infranta contro uno specchio.

Essere principe dei Saiyan per Vegeta non vuol dire nulla, se non la sfida di dimostrare a tutti i detrattori che lui è così forte, così invincibile, così superiore da vincere anche l’onta di una razza che è stata eliminata interamente in meno di un secondo, per il capriccio di un fato bastardo.

Spesso la paura di un male ci conduce a uno peggiore.
(Nicolas Boileau)

“Dimmi che sono bella.”
“No. Mi fai schifo.”
Aveva sempre pensato che il suo corpo fosse freddo. Che fosse glaciale in tutto il suo essere e non solo nei pensieri e nelle azioni; eppure quando gli si buttò addosso, quando sembrava abbracciati su un asfalto sporco e distrutto, quando posò le sue labbra sulle sue, a Trunks parve di sentire lo stesso calore che emanava sua madre, quando da bambino lo stringeva al suo seno.

Per quella vacanza c’era tutto: tante aspettative, macchina piena di bagagli e valigie piene di vestiti. Eccitazione e voglia di avventura.
Costume sotto gli abiti, zaini in spalla, salvagente e materassini gonfiabili sotto braccio, secchiello messo in testa a mo’ di cappello, paletta da sabbia stretta tra i denti.

Rinnegare la natura è tradimento.

Salve a tutti. Propongo questa storia molto introspettiva e diversa dal solito, o almeno così penso.
Cit: Aveva ucciso, aveva sbagliato e per questo stava per essere punita. Avrebbe dovuto uccidere, avrebbe dovuto sbagliare e se non lo faceva rischiava di essere punita.
Esistevano criteri incorruttibili di verità? Gli uomini erano lunatici, volubili, cambiavano e con loro il mondo, ma la giustizia erano loro o la giustizia trascendeva loro?
“Perché l’hai fatto?”
“Ti avevo promesso che saresti uscita di prigione, se non sbaglio.”
“E non c’era un altro modo?”
“Anche più di uno.”

Piccolissima flashfic circa l'ennesima amorevole discussione tra Ace e Rufy...
I fratelli si complimentano sempre l'un l'altro...o no?