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Autore: mar89giss93    30/01/2018    1 recensioni
Richard Smith, economista statunitense, torna a casa dopo aver passato una serata in un locale a luci rosse, "Elusive Seduction". Ossessionato da una donna di cui ha intravisto solo un tatuaggio, chiederà aiuto ad una psicologa che cercherà di distoglierlo da questa "seduzione sfuggente". Scoprirà chi si cela dietro il tatuaggio oppure continuerà a cadere nel peccato?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Finalmente a casa!
Oggi è stata una giornata decisamente piena ed ora mi è rimasto solo il tempo di farmi una doccia veloce, prepararmi e uscire.
Questa sera ho voglia di cambiare aria ed una serata con quel pazzo di Finn è l'ideale per riuscirci.
Per rimanere sempre sul pezzo Finn-l'uomo-che-non-deve-chiedere-mai mi ha inviato un selfie per mostrarmi il suo outfit da conquistatore della notte.
Quel ragazzo è tutto strano!
Decisamente non ricambierò con una mia foto, questa moda di mandarsi selfie per mostrare il proprio abbigliamento non l'ho mai capita.
L'ostentare sui social è una pratica a me lontanissima.
Comunque è meglio che mi dia una mossa, non ho voglia di arrivare in ritardo e di sentire i bonari rimproveri di quel pazzo.
Indosso una camicia bianca alla coreana, un pantalone effetto denim, il mio giubbotto in pelle ed inglesine.
Nulla di troppo impegnativo. Sistemo il ciuffo e noto che i miei capelli sono tutto un programma! Meglio non perderci troppo tempo.
Prendo le chiavi e scendo.

Ecco Finn che appena mi vede si mette in posa, strappandomi una risata.
Quel ragazzo mi fa morire!
“Allora mio prode mentore come sto questa sera?”
“Amico e me lo chiedi! Sei uno sballo!”
“Oggi è la serata giusta Finn! Oggi si ricomincia!”
"Finalmente! Era ora Ice"

Quanto vorrei credere alle mie stesse parole ma preferisco non far trapelare il mio vero stato d'animo.
La scorsa volta mi sono aperto decisamente troppo e continuare a parlarne, senza che nulla cambi, non mi porterà a niente.
Ora voglio solo assecondarlo e divertirmi.
Ho voglia di respirare aria nuova.

Intanto entriamo nel nostro locale serale di fiducia: qui servono i migliori cocktail di tutto il New Jersey!
Non riusciamo proprio a farne a meno.
Ogni sera c'è sempre della buona musica ed è bello trascorrerci qualche ora.
Finn, ovviamente, appena entrato si butta in pista mostrando la sua versione de "La febbre del Sabato sera", intento a dare il meglio di sé con il suo classico pugno in su. Quel ragazzo è incorreggibile.
Guardandomi intorno noto due ragazze che non mi staccano gli occhi di dosso, non ho proprio idea di chi possano essere.
Una delle due si è appena seduta allo sgabello del piano bar, l’altra invece si avvicina, spedita, verso di me.
È bassina, con bei capelli ondulati che scendono sulle sue spalle.
Indossa una maglia a dolcevita all’interno di una gonna plissé corta.
Ai piedi porta dei tacchi che mascherano la sua reale altezza.
Ha un trucco molto sobrio, a differenza di tante ragazze che sono nel locale: il suo rossetto opaco, nella sua semplicità, sottolinea le sue labbra.
Labbra che mi sembrano carnose ma senza esagerare... Semplici e tenere, come tutto di lei.
È sobria, perfetta per questa serata.

“Buonasera Signor Smith!” Mi dice, a due passi da me.
“Buonasera! Lei deve essere….” Cavolo, chi diavolo è? Possibile che non sappia dare un nome al suo volto?
“Juliet, dello studio Banks! Sono sempre io! Effettivamente sono piccoletta, posso sembrare invisibile ma non irriconoscibile."
Dio, con lei faccio sempre queste figure di merda.
“Mi scusi signorina, davvero non so come farmi perdonare!” Maledetta memoria! Non riesco mai a riconoscerla! Ma non è tutta colpa mia: ogni volta che la vedo sembra trasformarsi, sembra sempre diversa... quasi camaleontica.
Chissà qual è il suo vero aspetto!

Non faccio in tempo a dire altro che Finn mi da uno spintone col gomito, salvandomi o affossandomi ancora non l'ho capito, rubando tutta la scena con il suo savoir-faire da playboy. “Molto piacere. Io sono Finn Davis, il migliore amico di Rich! Con quale splendida creatura ho il piacere di parlare?”
“Sono Juliet Thompson, molto lieta!” Dice sorridendo, non posso negare che la biondina abbia un bel sorriso.
Ho voglia di intromettermi, magari sorriderà ancora.
“Juliet la prego di perdonare il mio amico Finn! A lui piace mettersi in mostra!”
A queste mie parole il mio amico fa una faccia scioccata. Che avrò mai detto?
“Rich ma non ti vergogni? Dare del lei ad una signorina! Non ha mica 50 anni puoi anche darle del tu! Non è vero, Juliet?”
“Sempre che la signorina sia d’accordo fuori dall’orario di ufficio!” Dico prontamente.
Infondo è sempre la segretaria della mia psicologa, non voglio metterla in imbarazzo.
“Lei è davvero una persona compita signor Smith!” Mi risponde con un sorriso appena accennato.
“Quindi desidera darmi del tu?”
“L’idea a dire il vero non mi disturba ma devo ammettere che chiamarla signor Smith crea un alone di mistero!”
Intrigante la piccoletta...
“Sai Juliet, il piccolo Richard è sempre un po’ frenato con le donne! Gli faccio da maestro ma ha tanto da imparare!”

Lei ride mentre io arrossisco.
Finn e la sua dannata boccaccia.
Non ha proprio contegno.
Vuole sempre farmi passare per l'ingenuo della situazione!
Per fortuna le luci del locale mascherano il mio rossore: mostrare il mio volto color peperone non gioverebbe alla mia causa.
Finn continua dicendo: “Bevi qualcosa con noi?”
“Accetterei volentieri, ma ho lasciato la mia amica lì, sola soletta. Ero passata solo per un saluto. Grazie lo stesso, sarà per la prossima volta!”
Detto questo si allontana.

Mentre cerco di capire come mai si sia allontanata di colpo, ricevo una sonora sberla dietro il collo!
“Ahia Finn! Ma sei impazzito?”
“Sei un cretino! Come ti salta in mente di dire ad una donna che non la ricordi? I miei insegnamenti non valgono a nulla? Dillo che sei tutto scemo e facciamola finita! Devo sempre salvarti il culo!”
“Tu invece non potevi proprio trattenerti? Il mio amico è un po' frenato con le donne... Che cazzo dici?"
“Preferisci che la prossima volta dica che ho un amico coglione?”
“Quanto sei spiritoso! La prossima volta ti presenterò come il mio amico porco. Contento?"
“Almeno non sono come te che con le tue assurde paranoie allontani le ragazze!"
"Adesso non parliamo di cose che non centrano nulla Finn, è un colpo basso questo!"
"Hai ragione amico, scusa. Ma sono solo preoccupato."
So che ci tiene ed è preoccupato per me ma certe volte esagera e alludere all'Elusive è una provocazione bella e buona.
"Poi “lei” di qua “lei” di là! Ma quando ti svecchi?”
“Dalle mie parti si chiama rispetto!”
“No guarda, non mi prendi per il culo. Te lo dico io come si chiama amico: si chiama noia! Sei patetico, obsoleto e retrogrado!”
“Tu sei soltanto un maiale! Sembra che non vedi una donna da secoli!”
“Dici sul serio? Quella e la sua amichetta tu le chiameresti semplicemente donne? Ma le hai viste? Sono delle “fear pussies”…  delle “fighe da paura” fratello!”
“Le donne non erano tutte uguali per te?"
“Ah, Rich sai cosa ti dico? Continua a dormire! Fammi sapere quando ti svegli, nel caso mi trovi in pista a far conquiste!”

Detto questo si gira e va verso la pista canticchiando. Alcune volte, con lui, non si può proprio ragionare.
Maledette donne, saranno la mia rovina.
Meglio uscire e fumarmi una sigaretta, calmerà i miei nervi.
Appena apro la porta sento l'aria gelida schiaffeggiarmi il viso.
Questo freddo mi fa bene, raffredda la mia collera e la nicotina contribuisce a rilassarmi.
Finalmente un po' di pace.
Tuttavia non sono solo.
Sento dietro di me una vocina tremolante: “Simpatico Finn! Non so come un tipo del genere possa essere suo amico!”
È la piccola segretaria. Sembra proprio che, questa sera, non possiamo stare lontani.

“Finn è anche il mio capo! Immagini che fortuna!” Dico girandomi verso di lei mentre, ridendo piano, si avvicina a me.
“Serata fresca… non trova?”
“Per quanto ancora continueremo a darci del lei?”
La domanda cade nel dimenticatoio, sembra proprio non volermi dare alcuna risposta.
Tocca a me rompere il ghiaccio se voglio uscire da questo imbarazzante silenzio.
“Fumi?”
“Si.”
 Le porgo una sigaretta.
“Grazie!”
“A proposito di “boss”: la dottoressa è sempre così indisponente?”
“Diciamo che è una donna complicata!”
“Voi donne siete tutte complicate! Beato chi vi capisce!”
“Che esagerazione! Posso dire che la rivaluterai con il tempo. All’inizio è un po’ scontrosa ma nel suo lavoro è eccezionale!”
“Vuoi la verità: dal tempo non mi aspetto più nulla. Vada come vada.”
“Permettimi di darti un consiglio. Non dico che sarà meglio quando sarà diverso, ma è necessario che cambi se deve migliorare!”
Queste parole mi suonano familiari… Ah sì! Ci sono!
“Lichtenberg! Complimenti! Decisamente non me lo aspettavo! Sono stupito!”
“Le donne hanno sempre un asso nella manica!”
“La tua è stata solo una mano fortunata!”
“Tocca a te! Immagino tu abbia una mossa di riserva, hai la possibilità di fare scala!”
“Non posso, mi manca la Regina!”
“La carta però è ancora nel mazzo! Non tutto è perduto se hai una buona abilità nel mischiare!” Mi viene da sorridere: come siamo arrivati a tutto questo?
“Wow! Da Lichtenberg all’azzardo! Come siamo passati a questo discorso?”
“A dire il vero mi sono persa anche io!”

Non so se crederle.
Tutto fa sembrare che voglia dirmi qualcosa senza esporsi troppo.
Ma cosa mai potrebbe volermi dire una bionda segretaria?
Che voglia studiarmi per riferire i miei comportamenti alla mia dottoressa?
Forse sto esagerando... o forse no.
La cosa mi confonde e non ho bisogno di altre domande senza risposta che mi riempiano la testa.

“Ci conviene entrare, conosco Finn e so già che si starà facendo un film!”
Entriamo nel bar e una scena spicca davanti ai nostri occhi: Finn e l’amica di Juliet stanno pomiciando in pista, senza vergogna!
Non possiamo smettere di ridere.
Direi che si sono proprio trovati!
“Io torno a casa, non vorrei interrompere questo bel teatrino! Chiamo il mio autista, vuoi un passaggio?”
Ormai qui per me non c'è più nulla da fare.
“No, ti ringrazio, aspetto che si stacchino. Devo riaccompagnare la mia piovra a casa!"
E continua a ridere.
Non sembra per nulla imbarazzata anzi sembra davvero divertita dalla situazione.
Chissà chi si nasconde davvero sotto la sua aura da bimba per bene.
"Come desideri. Buona notte Juliet."
"Buona notte a te!"

Questa serata è stata decisamente strana!
 
 
   
 
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