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Autore: KiarettaScrittrice92    30/01/2018    2 recensioni
Quindici giorni, quindici capitoli.
L'estate che separa i giorni di Collége e di Papillon, appena passati, da quelli del liceo e della nuova vita, almeno per alcuni dei nostri eroi.
Cosa accadrà in questo breve squarcio d'estate?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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18 Giugno
 

I sei ragazzi lasciarono le biciclette all’ingresso del molo, per poi entrare nel lido di Plage Veules-les-Roses.
«Accidenti quanta gente…» commentò l’inglese guardando l’orizzonte e vendendo la spiaggia gremita di bagnanti.
«Anche ieri era così piena.» puntualizzò Tian.
«Sì, ma non vi preoccupate, nonostante il caos si sta abbastanza bene.» li rassicurò l’altra con un sorriso.
«A meno che non ti ritrovi a fianco un bambino che si diverte a giocare con il pallone… Non è vero Angelie?» continuò ridendo il cinese, trascinando anche la ragazza nella risata.
«È una mia impressione o tra voi c’è più intesa?» domandò con tono malizioso Adrien, alzando il sopracciglio, mentre scrutava i due.
«È una tua impressione…» rispose subito a tono il ragazzo.
«E anche se fosse non è affar tuo.» continuò lei. Per tutta risposta, il biondo, alzò le mani in segno di resa e tornò ad osservare la distesa azzurra.
«Bene… Dove ci mettiamo? Sappiate che io non voglio i bambini che giocano a pallone!» sbottò l’italiana, già irritata dalla troppa confusione.
«Io credo che dall’altra parte del molo, sotto le scogliere, sia un po’ più tranquillo…» disse Marinette, allungando il collo e cercando di vedere il punto che aveva proposto.
«Allora andiamo!» incitò la rossa.
«Io e Adrien andiamo ad affittare due ombrelloni.» fece il ragazzo, mentre gli altri accettavano la sua proposta con un leggero cenno di testa.

 

Le ragazze e Nathaniel arrivarono nella zona della spiaggia che sembrava più vuota ed iniziarono a poggiare le borse e stendere i teli da mare.
«Scherziamo?! Quella è l’asciugamano di Adrien?» domandò l’italiana, osservando stranita e quasi indignata il telo che stava stendendo proprio in quel momento Marinette. Era nero, con nel mezzo una grossa impronta di zampa felina di un verde fluorescente, con sotto la scritta “Tu cataclysme mon coeur”.
«Già...» rispose la ragazza, con una risata nervosa.
«È incredibile... Tanto vale che dice al mondo che è Chat Noir...» borbottò lei, come se quel telo mettesse a rischio anche la sua identità segreta.
«Beh io la trovo divertente... – intervenne l'unico maschio del gruppo – In fondo anche se qualcuno capisse il riferimento, potrebbe semplicemente essere un gadget commerciale.»
«Nathaniel ha ragione, Lila. Stai tranquilla, goditi questo mare e questo sole. Sei in vacanza!» disse euforica Jinnifer guardandosi attorno.
«Avete ragione... –sospirò – Perdonatemi...» aggiunse con un tono più rilassato, portandosi le mani ai capelli e tirandoli per legarseli alla nuca in una coda di cavallo; dopodiché si tolse la maglia e i pantaloncini di jeans, rimanendo in un bellissimo bikini color arancio.
Non passò molto che la imitò anche il rosso, togliendosi la maglietta e rimanendo coi bermuda del costume. Subito dopo lo fecero anche le altre ragazze.

 

«Mi vuoi dire la verità o no?» domandò Adrien, mettendosi l’ombrellone rosso in spalla.
«La verità su cosa?» domandò l’altro prendendo quello blu.
«Cosa è successo ieri?»
Il giovane sospirò cominciando a camminare in direzione del molo, percorrendo la passerella in legno che anticipava la spiaggia e dava lo sbocco ai locali e ai negozi.
«Adrien che vuoi che ti dica? Non sono come te... Non mi butto a capofitto su una ragazza cominciando a flirtare come se non ci fosse un domani.»
«Ma insomma Tian...»
«Vuoi sapere com’è il rapporto tra noi? – disse facendo una domanda retorica e interrompendo il biondo – Buono! Ieri ci siamo divertiti e siamo stati bene assieme, ma non è successo assolutamente nulla di... Beh di quel genere, tra di noi.»
«Beh è già qualcosa...» disse Adrien, facendolo sospirare di nuovo, ma questa volta sembrava più un sospiro triste e rassegnato.
«Secondo te avrò mai, seriamente, qualche speranza con lei? Insomma, lei è una ragazza di classe: così raffinata, così posata.»
«Tutta facciata...» commentò l’altro.
«Cosa?»
«Sì insomma, non dico che non lo sia, ma credo di conoscerla abbastanza per dirti che sa anche essere parecchio spontanea. Insomma anche io sono un modello, eppure non mi vedi certamente sempre posato e raffinato.»
«Praticamente mai, da quando ti conosco. Tranne in rare eccezioni.» ribatté Tian ridendo.
«Questo perché mi hai conosciuto ora, se mi avessi visto l’anno scorso, probabilmente avresti conosciuto, non un ragazzo completamente diverso, ma quasi. Insomma è normale che a seconda delle persone che si anno di fronte si cambia approccio, l’importante è non tentare di essere completamente un’altra persona.»
«Tu dici?» domandò insicuro il ragazzo, mentre arrivavano finalmente al molo.
«Fidati, sii te stesso e vedrai che prima o poi la conquisterai comunque.» lo incoraggiò, battendogli la mano libera sulle spalle.
«Spero che sia così amico mio.» disse, ma Adrien già non lo stava più calcolando.
Dall’alto del molo si vedevano chiaramente le ragazze, già in costume da bagno, ridere e scherzare e, tanto per cambiare, quel maledetto pel di carota era appiccicato a Marinette, come una cozza attaccata allo scoglio. Furente di rabbia, Adrien aumentò il passo, giurando a se stesso che se quello lì non si fosse staccato dalla sua fidanzata gli avrebbe infilato l’ombrellone dove non batte il sole.
Per sua fortuna, però, non appena li raggiunsero, fu Marinette ad alzarsi e correre loro incontro, lasciando il rosso seduto, intento a scarabocchiare, come al solito nel suo blocco da disegno.
«Lila si è lamentata del tuo telo da mare.» disse con tono parecchio scherzoso la corvina.
«Perché? È meraviglioso!» sorrise sornione il ragazzo, raggiungendo tutte, assieme a Tian.
«Un quadro, proprio.» disse stizzita Lila.
Poco dopo gli ombrelloni, furono piantati per bene nella sabbia e aperti.
«Bene... Ora che ci siamo tutti però, voglio farmi un bagno!» esclamò entusiasta Angelie, guardando i suoi amici.
«No! – gridò l’inglese, come se fosse successo qualcosa d’importante – Prima la foto di gruppo.»
«Oh santa pace, Jinny! Per una volta puoi dimenticarti della macchina fotografica?»
«Sai che è come chiedere a te di dimenticarti del caffè.» rispose a tono la rossa.
«Non vedo proprio il nesso.»
«Comunque una foto tutti in costume ci sta, dai!» disse entusiasta Adrien, togliendosi finalmente la maglietta bianca che aveva addosso.
Marinette rimase parecchio tempo a fissarlo, incantata. Praticamente tutto il tempo che impiegò Jinnifer a sistemare la macchina foto su uno sgabello e mettere l’autoscatto. Non era la prima volta che vedeva Adrien a torso nudo ma, il ricordo di quella prima e unica volta, la metteva ancora in imbarazzo.
Le venne parecchio difficile staccare gli occhi da quegli addominali scolpiti ed osservare l’obbiettivo come tutti gli altri, ma soprattutto le venne quasi impossibile sorridere in modo decente, perché era quasi sicura che la sua espressione era quella da ebete che assumeva solitamente quando pensava al ragazzo nel periodo in cui ancora non stavano assieme.
In qualche modo, però, alla loro compagna, la fotografia che ne era venuta, piacque e diede il permesso a tutti di andare verso il mare, mentre lei riponeva la sua reflex, nuovamente nella borsa.
«Mi raccomando Spott, tienimela d’occhio.» sussurò al suo kwami, il piccolo esserino a forma di ape fece un cenno con la testa e la ragazza si allontanò.
Il mare era calmo e l’acqua piacevolmente fresca, bagnava i loro piedi, un po’ scottati dalla sabbia rovente. Il tempo di abituarsi pian piano all’acqua, qualche schizzo per giocare e ben presto furono tutti a mollo, continuando a chiacchierare, ridere, scherzare, litigare e battibeccare.
Una cosa era certa: non si poteva dire che quel gruppo non era, come aveva detto Alya nella sua intervista, colorito.

  
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