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Autore: katyjolinar    30/01/2018    6 recensioni
Liberamente ispirata all'anime Sword Art Online.
In un futuro non troppo lontano un gruppo di persone da tutto il mondo ha la possibilità di vivere un'avventura fantastica come vichinghi in un mondo in cui esistono i draghi, grazie alla Realtà Virtuale
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti non ci furono altri attacchi da parte dei draghi, ma non per questo si poteva abbassare la guardia.
In quel periodo dell'anno il programma del gioco impostava sempre un tempo mite, anche se la definizione era relativa: l'Arcipelago Barbarico era climaticamente e geograficamente stato creato per essere collocato non troppo lontano dalla posizione reale della Groenlandia. Questo significava inverni rigidi con giornate corte ed estati non caldissime e presenza del fenomeno del Sole di Mezzanotte in corrispondenza del solstizio.
Per questo, dopo aver lavorato tutta la mattina, Hiccup aveva preso il suo pranzo ed era andato a consumarlo in una zona tranquilla dietro il villaggio, vicino al bosco ma con un'ottima vista sull'oceano; voleva godersi la bella giornata in santa pace, finché poteva.
Era seduto sull'erba, con un pezzo di focaccia nella mano destra, un carboncino nella sinistra e un quadernetto di pergamene poggiato sulle gambe incrociate. Da qualche giorno aveva cominciato a prendere nota dei draghi incontrati, con i loro codici di gioco e altre statistiche, poichè voleva vederci chiaro su quella faccenda.
Sentì dei passi alle sue spalle e si voltò, riconoscendo Astrid. La ragazza subito gli riservò un'occhiataccia che fermò qualsiasi tentativo di conversazione sul nascere, poi si avvicinò e si sedette accanto a lui, stringendosi nelle braccia.
Non parlarono per qualche minuto, tanto che il giovane riprese a controllare i dati sul suo quadernetto, almeno finchè la bionda non gli tolse di mano la focaccia e ne prese un morso.
"Veramente quello era il mio pranzo." le fece notare Hiccup.
"Chissenefrega." lo zittì lei, prendendone un altro morso "Ho fame, quindi mangio."
"A dire il vero, suppongo che i nostri corpi nel mondo reale siano in regime di alimentazione assistita o artificiale, quindi la sensazione di fame che si prova dentro il gioco è solo una convinzione creata dalle nostre menti." spiegò il ragazzo, riprendendosi il suo pasto e mangiando l'ultimo boccone.
"Quanto sei secchione..." borbottò la giovane, riservandogli un'altra occhiataccia.
"Sai, è utile sapere le cose." intervenne il castano, guardandola in volto con aria seria "Perchè può aiutare ad andare avanti e risolvere certe situazioni. Tipo so che qualcuno dei bambini ha scoperto di essere aumentato in altezza, e in un videogioco non è possibile che succeda, ma la soluzione è semplice: la scansione dei nostri corpi da parte della console di gioco è continua e serve a creare avatar più realistici, almeno prima del bug iniziale, mentre ora serve per tenere conto dei cambiamenti dei nostri corpi in fatto di altezza e, suppongo, anche altre forme."
Il suo sguardo si abbassò leggermente, fino al seno della ragazza, che era cresciuto negli ultimi due anni. Ma tale atto scatenò la sua furia, e il giovane si trovò una dolorosa impronta di una mano in pieno volto.
"Sei un idiota!" esclamò, guardandolo storto.
Hiccup non rispose e tornò al suo lavoro. Poiché Astrid non si mosse, però, dopo qualche minuto tornò a rivolgersi a lei.
"Come mai non sei in compagnia dei tuoi amici?" domandò.
"Quali amici?" chiese Astrid, di rimando.
"Moccicoso e i gemelli." spiegò l'altro "Siete sempre insieme."
"Non sono amici miei." ringhiò la bionda. Dopo un attimo di pensieroso silenzio continuò "Devi aiutarmi negli allenamenti con le armi."
"Io? Perché?"
"Perché a detta di Stoick eri più bravo del migliore dei guerrieri di adesso. Quindi mi aiuterai ad essere anche meglio. Non voglio restare qui per sempre a spegnere incendi, prima o poi voglio andare a combattere in prima linea."
"Mh... devo pensarci." rispose il castano, vago.
"Se mi aiuti farò in modo che Moccicoso non ti infastidisca più." propose lei, guardando il panorama.
"Quel canadese non è un problema per me." rispose Hiccup, continuando a prendere appunti "Le sue prese in giro non mi toccano. Però una cosa la potresti fare..."
Astrid lo guardò, indecisa. Cosa voleva che facesse? Un'idea le venne in mente, ma sul momento la scartò.
Però in fondo Hiccup aveva 16 anni, e sapeva a cosa pensavano i maschi a quell'età. E poi quel tono ambiguo...
Si voltò verso di lui, lentamente, e gli afferrò il volto con entrambe le mani, quindi lo baciò, lasciando Hiccup spiazzato.
Ma il contatto era piacevole, per cui il ragazzo non poté fare altro che ricambiare, passandole le braccia attorno ai fianchi.
Si allontanarono di poco, guardandosi negli occhi. Il castano sorrise, scuotendo la testa.
"A dire il vero non era questo che volevo, ma se lo fai ancora potrei farci l'abitudine..." sussurrò.
Come risposta si prese un altro ceffone, e la ragazza si allontanò di scatto, a pugni serrati.
"Stupido idiota! Dirlo prima no?!" ringhiò.
"Stai calma." la tranquillizzò, portando le mani in avanti "Quello che volevo dire è che se ti do una mano con gli allenamenti tu devi darmi una mano con le ricerche."
"Mh... d'accordo." acconsentì la bionda "Ma nessun altro deve sapere, chiaro?"
"Altrimenti che succede?" domandò, e come risposta ricevette due dita tra le costole, che lo fecero sussultare di dolore "Ohuch... ricevuto."
"Bene." annuì Astrid, alzandosi "Vengo a prenderti stasera a casa tua. Vedi di esserci."
"Ehm... okay..." rispose Hiccup, mentre la bionda si allontanava, lasciandolo solo.
Attese un po' prima di tornare al villaggio per riprendere il lavoro in bottega.
Quando arrivò, Skarakkio era già al lavoro su una serie di spade, allegro come sempre, e stava fischiettando una vecchia canzone del suo paese. Il giovane si avvicinò, osservandolo, poi prese una per volta le armi e si sistemò alla mola per affilarle.
Lavorò per un po', sembrava concentrato, ma era pensieroso, e il vecchio fabbro se ne accorse.
"Okay, giovanotto, dimmi cosa ti tormenta." lo incitò a parlare.
"Ehm... c... cosa?" sussultò il ragazzo, a disagio.
"È evidente che hai qualche pensiero, quindi parla, potrei aiutarti." 
"Io... ehm... si... si tratta di una ragazza..." si decise il castano, posando la spada che stava affilando "È che... non so come comportarmi... è strana..."
"Oh, il nostro giovane fabbro giapponese ha scoperto l'amore!" esclamò l'uomo, alzando la protesi a forma di pinza che stava usando per tenere un ferro incandescente.
"Cos... No!" lo interruppe Hiccup, alzando le mani "È solo che... questa ragazza non... non mi ha mai considerato in due anni, ma ora... ha chiesto il mio aiuto... ma è comunque strana, e non so cosa fare."
"Uhm... vediamo... tu sei in grado di aiutarla?" chiese Skarakkio, controllando il filo di una lama appena affilata.
"Sì, credo di sì..." ammise il castano, abbassando gli occhi.
"Allora non vedo quale sia il problema! Inoltre sei stato un anno chiuso in casa, e ora passi quasi tutto il tuo tempo qui... non ti farebbe male avere qualche amico in più, sai?"
Hiccup annuì. Aveva ragione, magari stare con altri coetanei non poteva fargli che bene; ma era comunque molto confuso dal comportamento di Astrid.
Sospirò frustrato. Se fosse successo di nuovo qualcosa di strano avrebbe pensato a cosa fare; adesso doveva solo concentrarsi sul loro reciproco patto.
   
 
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