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Autore: Daistiny    31/01/2018    0 recensioni
Basch dopo quella giornata passata in giro a raccogliere informazioni con gli altri per Archades, si ritrova ad osservare il cielo, ciò che vedeva da Archades era molto diverso da quello di Rabanastre.
Le luci della città imperiale offuscavano le poche stelle che egli a stento riusciva a scorgere mentre diversamente da quando si trovava a Rabanastre o in giro per Ivalice.
Le stelle, le sue adorate stelle... che per lungo tempo aveva osservato quando da solo si trovava a dalmasca i primi anni lontano da casa.
Ora poteva solo immaginarle di vedere, le doveva inventare... chi sa se suo fratello avesse anche solo provare ad immaginarle. Infondo abitavano sotto un unico grande cielo.
Genere: Slice of life, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Basch, Gabranth, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le Stelle inventate

Ci incontreremo le sere d'estate
Sul mare d'asfalto di queste borgate
Non sarà male fermarsi a guardare
Le nostre ferite
Le stelle inventate 

Due anime, Basch e Noah condividevano ogni cosa, stesso visto e stesso cuore. Ognuno differente.
Vivevano in una piccola nazione, la repubblica di Landis quasi confinante con l'impero archadiano, entrambi avevano all'incirca sui quindici anni. La loro era una vita tranquilla anche troppo per secondo le loro aspettative.
Entrambi andavano molto d'accordo, ridevano scherzavano e si volevano bene. Due adolescenti senza troppi grilli per la testa. Entrambi amavano la loro patria.
Ma nonostante quella felicità così apparente, la verità era un'altra, Landis da svariati anni cercava di mantenere una solida facciata che in realtà non stava in piedi. Il governatore Wolfgan e l'intero consiglio avevano estrema difficoltà a gestire i negoziati con l'impero.
L'impero non era ben visto da nessuna parte nella repubblica di Landis, una nazione piccola e quasi insignificante per L'impero. Quell'estate Basch e Noah trascorrevano il loro tempo a corre spensierati tra i vari campi di grano, si perdevano in quelle distese dorate, ridendo e scherzando.
Ore felici che mai più poi sarebbero state udite da orecchio mortale.
Erano passati quasi vent'anni, per la precisione diciassette, da quando Landis era caduta e l'ex governatore Wolfgan si era dovuto dimettere dalla sua carica. E poco dopo era toccato a Basch lasciare la sua patria indignato dalla resa incondizionata della sua amata Landis.
La rabbia si era impadronita di lui, qualcosa gli bruciava nel petto come fuoco. Si dava la colpa di non aver fatto abbastanza, di non essere abbastanza forte e capace. Di non aver difeso come doveva la sua patria decidendo poi di abbandonarla rifugiandosi a Dalmasca.
Ma quegli anni trascorsi lontano da Landis non gli avevano reso la vita più semplice, nemmeno quando tutta la popolazione dalmasca lo acclamava come un eroe e per sino lo stesso re lo ricompensava di ogni fiducia.
Fiducia che Basch si chiedeva se veramente meritasse nonostante i suoi errori.

Vite di quartieri
Venuti male
La tangenziale
La ferrovia
Le notti insonni
Girando in auto
Per la sacra periferia

Storie di quartiere 
Basch nonostante la sua posizione affermata, tante volte silenziosamente osservata quella che era la sua vita a Dalmasca. Era entrato nei cavalieri dell' Ordine Dalmasco e con grande impegno si dava da fare a finchè potesse avere anche lui un suo spazio.
A Dalmasca nei primi tempi Basch aveva fatto fatica ad ambientasi, la grande varietà di razze e genti provenienti da ogni parte di Ivalice, lasciavano Basch molto sorpreso da quel posto. Quando aveva tempo l'huma amava girare per le strade della capitale del regno, per ammirare ogni singolo dettaglio ciò che quel posto gli offriva.
Tra quella gente Basch si sentiva a casa, a quando correva tra i vari vicoli del suo paese insieme a Noah ed altri suoi amici. Chi sa che fine avevano fatto, e se mai erano vivi.
L'uomo aveva tagliato ogni legame con la sua patria d'origine, che nonostante fosse sempre presente nei suoi pensieri, Basch non faceva alcuna fatica ad allontanarsi da essa. Ma la nostalgia era molto forte, difficile da sopprimere.
Le notti erano insonni e quando Basch non riusciva a chiudere occhio a causa dei suoi rimpianti, decideva di uscire per le strade ora mai deserte di Rabanastre. In quel deserto cittadino, fatto di enormi ed elaborati palazzi la cui architettura millenaria raccontava la storia secolare di un regno antico e potente come quello di Dalmasca.
Basch vagava senza meta da diverso tempo per la periferia cittadina, con la sua testa ancora piena di dubbi e pensieri. Trovare pace era sempre più difficile. In quei momenti l'huma si sentiva solo e sconsolato, in un posto che ancora sentiva di non poter chiamare casa.
I suoi ricordi di Landis erano conficcati come pugnali, e Basch comprendeva bene quando mai più avrebbe potuto dimenticare quei ricordi, nessuno gli avrebbe ridato la Landis dei suoi ricordi.

Tu mi hai raccontato
Che rubavi rame
Che ti ha beccato la polizia
Che sei già sposato
Con una bambina
Con la cocaina
Vivi a casa sua
Ti giuro amore
Non la tocco più
La polverina che dicevi tu
A volume alto
Dalle autoradio

Nel ventre della città
Basch si ricordava anche i ricordi più stupidi e quelli più tristi legati alla caduta di Landis, quando per la fame suo fratello e lui erano stati costretti a rubare alcune cose per poi rivederle per farci un breve guadagno che neppure era sufficiente a compare delle cose da mangiare.
Rammentava anche il degrado e la povertà che in pochi anni a causa della guerra  aveva colpito Landis. Ricordava giovani ragazze poco più che adolescenti darsi via a soldati imperiali pur di sopravvivere, dovevano essere poco più che bambine.
Oppure vedeva  i soldati ubriacarsi sprezzati e irrispettosi della sua patria e dei suoi connazionali, una volta che questi avevano conquistato Landis. Una patria che stava cadendo a pezzi sotto il peso di un impero che aveva solo mostrato gli spetti peggiori di quello che poteva mostrava.
Basch non riusciva  a concepire un simile scempio, prova solo una grande rabbia. E se ne era andato anche perchè non voleva vedere quelle cose. Non voleva soffrire e di sicuro preferiva morire.
La sua gioventù era opposta all'uomo che era ora diventato. In quel periodo della sua vita voleva solo combattere, battersi per la sua patria e se mai morire sul campo di battaglia. Trovava tutto ciò un destino ed una fine onorevole, ma il tempo e l'esperienza maturata su campi di battagli gli facevano capire quanto quel suo desiderio in gioventù fosse stato stupido.
Ora contava solo una cosa sopravvivere.
C'è chi dorme male
Sogna di scappare
Dai discreti letti della borghesia
C'è chi non la legge
Solo dentro i libri
La cerca altrove la poesia
Meglio l'animale
Che ti mostra il cuore
Nella comunione
Di una botta e via
Tu lo puoi trovare
Dove Cristo muore
Nel ventre della città

C'era invece dormiva male, non perchè volesse ma perchè le condizioni non gli e lo permettevano, e quel qualcuno era Noah. Il poveretto non riusciva a prendere sonno nel suo giaciglio a terra, da alcuni mesi si era visto costretto ad arruolarsi nell'esercito archadiano per quanto lo detestasse, gli era costato caro ma vi era stato costretto per non far morire di fame lui e sua madre.
Una paga misera quella del soldato imperiale che non bastava nemmeno per coprire il bisogno di due persone. Noah si era trovato da solo a fare tutto, e a stento ci riusciva, doveva badare a troppe cose... se solo ci fosse stato Basch. Quella vita così infernale sarebbe stata più sopportabile eppure due paghe sarebbero state meglio di una sola.
Per Noah era molto difficile servire l'esercito e l'impero che avevano usurpato la sua terra ed a causa della sua decisione di era visto bollare come traditore e venduto, da quelle persone che fino a qualche anno poteva chiamare amici. Una vita fatta di stenti e continue in giustizie.
Da solo sul suo giaciglio Noah si chiedeva come se la doveva spazzare Basch a Dalmasca, là la guerra ancora non era arrivata. Gli rodeva il solo pensiero che il fratello vivesse una vita tranquilla e felice, lontano da quella miseria in cui a Noah era toccata.
Noah voleva scappare da quella situazione così disperata, si sentiva soffocare, ma non poteva qualcosa ancora lo tratteneva dal impazzire. Sua madre, quella santa donna che da sola dopo la morte del marito aveva cresciuto da sola sua figli, non era stato facile per nessuno. 
L'huma era terribilmente attaccato a sua madre e le voleva un profondo bene, forse più di quanto gli e ne volesse suo fratello, al quale anche Noah era molto legato.
Tra i due gemelli Basch era stato quello più impulsivo e vivace, mentre Noah era quello più calmo e distaccato. Oppure no?
Il fratello di Basch sognava di scappare, lontano, di vivere bene  e da qualche tempo questa idea aveva preso piede in lui. Aveva intenzione di parlarne con sua madre, non voleva andare via senza di lei.
Noah spesso si domandava tra se e i mille pensieri che lo attanagliavano senza un'attimo di pace, come sarebbe stato lasciare Landis e tutto quello che aveva laggiù per trasferirsi ad Archadia. La sola idea non gli piaceva eppure quella rappresentava per lui una seconda casa.
Sua madre gli aveva sempre raccontato di come avesse lasciato Archades per l'amore di un landisiano, suo padre appunto. Un'unione molto contestata dai genitori di lei, ma lei pur di seguire chi amava aveva abbandonato tutto.
Un solo nome Gabranth come indizio per trovare una famiglia che non aveva mai conosciuto, in tutta la sua vita. Noah conosceva quella storia, ma non aveva mai preso inconsiderazione l'idea di rintracciare il ramo della sua famiglia da parte di sua madre. Non sapeva se sarebbe stata una buona idea.
Nel dubbio aveva accennato a sua madre la sua idea di lasciare quel posto e di andare ad Archades, la donna sulle prime si era opposta a quella idea, successivamente aveva dovuto cedere al figlio visto le condizioni misere in cui si trovarono.
Per sistemare tutto Noah aveva anche avanzato ai suoi superiori richiesta di trasferimento per Archades e miracolosamente, il ragazzo riuscì ad ottenere il trasferimento. Tutto ciò gli sembrava un sogno, ma la rabbia per suo fratello ancora rimaneva sopita dentro di lui e mai se ne sarebbe dimenticato.
Noah era finalmente riuscito ad andare ad Archades anche se l'inizio non era stato certo dei miglio, anzi si era visto trovarsi in una posizione peggiore ma sicuramente sempre meglio di quando stava a Landis. Le page che i soldati avevano ad Archades erano molto meglio rispetto a quella che percepiva a Landis, l'unico problema e che gli stranieri non erano ben visti nella guardia archadiana.
Il povero huma era costretto per tanto a tollerare se pur contro voglia i commenti sprezzanti e le frecciatine che gli altri soldati gli lanciavano. Per come era fatto Noah certi atteggiamenti lo infastidivano parecchio ma sapeva che non poteva reagire aveva bisogno di quel posto. Intanto dal regno di Dalmasca giungevano varie notizie, uno nome tra queste spiccava a l'occhio, il nome di Basch che lo ritraevano come una figura molto amata e ben voluta dal popolo dalmasco.
Le sue gesta erano arrivate anche ad Archades, soprattutto tra i soldati imperiali. E Noah a sentire quelle notizie schiumava di rabbia, lui suo fratello aveva avuto la faccia tosta ad erigersi a paladino, quando nessuno sapeva che era scappato come un codardo abbandonando vigliaccamente e senza alcuno scrupolo la sua famiglia.
Noah non lo avrebbe perdonato per nulla al mondo, in quel momento avrebbe solo voluto prendere a pugni suo fratello. Malediceva se stesso e il suo volto ogni mattina che si vedeva allo specchio. Se solo fosse stato qualcun altro... segretamente desiderava ciò.
Si era sempre trovato all'ombra di suo fratello per certi versi, nonostante il bene immenso che gli volesse. Sicuramente qualcuno gli avrebbe voluto dire di lasciar perdere, ma Noah non gli avrebbe dato ascolto per lui Basch era troppo importante. Ed ancora una volta si ritrovava a rincorrerlo.
Lo faceva sempre, inconsapevolmente. Gli e lo aveva sempre fatto notare sua madre quando gli parlava di quando lui e Basch erano ancora piccoli.  
Da quando Noah non aveva più al suo fianco suo fratello si sentiva terribilmente solo, gli era stata strappata via una parte di se e ciò gli bruciava terribilmente. Per quanto Noah amasse sua madre nulla era in confronto l'amore che provava per suo fratello. Sembrava quasi paranoico.
Se pur vivendo da alcuni anni nella Archades vecchia, Noah era riuscito col tempo a farsi una vita dopo molto dolore, ma non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella di Landis. Eppure in quel posto Noah aveva potuto trovare più umanità che da altre parti in cui aveva vissuto.
Ora si chiamava Gabranth, aveva deciso di rinnegare il suo nome nel tentativo di prendere le distanze da suo fratello e soprattutto fare in modo che il suo nome non venisse associato al suo.
Ci incontreremo le sere d'estate
Sul mare d'asfalto di queste borgate
Non sarà male fermarsi a guardare
Le nostre ferite
Le stelle inventate 
Erano passati anni da quando Basch e Noah si erano rivisti, durante il duello a Nalbina dove Basch si era visto sopraffatto da suo fratello ed inerme era stato costretto ad assistere all'assassino di Raminas e alla distruzione di tutta quella che era la sua vita .
Noah durante quell'atto si era sentito immensamente sollevato, tanto da tremare quasi. Non ci credeva finalmente dopo quasi vent'anni era riuscito nel suo scopo. Finalmente quel traditore di suo fratello avrebbe provato quello che lui in tanti anni aveva patito.
Non c'era nessuna scrupolo o pietà nei suoi occhi, solo un incessante odio e un furente desiderio di vendetta. Ma distruggerlo in quel modo non bastava affatto alla rabbia di Noah, lui desiderava infliggere a suo fratello un tormento e un castigo senza fine dove la morte sarebbe stata un'alternativa di gran lunga preferibile.
Noah aveva fatto in modo che fosse lui e solo lui il carceriere di suo fratello, ponendolo sotto la sua attenta sorveglianza. E Noah era ora mai bravo a muoversi nell'ombra visto la sua posizione di giudice della nona divisione. Era il più temuto... attendo a non mostrare nulla di se.
Dopo la fuga di Basch da Nalbina ad oprea di Baltheir e compagnia bella, Noah aveva sguinzagliato le sue spie e per tutto il tempo non aveva smesso di seguire i movimenti di suo fratello. Fino a quando parecchi mesi dopo, Noah se l'era rivisto passeggiare per Archades indisturbato insieme al gruppo di ribelli a cui si era unito.
Era una giornata tranquilla e per una volta tanto tanto Noah aveva deciso di concedersi uno stacco dal lavoro e dalla sua posizione di giudice. Sempre affiancato da Chantal, il giudice aveva deciso di farsi un giro per la capitale imperiale. Decisione molto insolita per uno come lui, aveva notato Chantal che da quasi tre anni lo affiancava come suo braccio destro.
Eppure la vera ragione per cui Gabranth aveva voluto prendersi una pausa era per restare un po' d sola con la sua assistente. Forse come decisione era un po' strana per uno come lui, eppure oltre quella armatura si nascondeva pur sempre un uomo.
 Se l'era rivisto lì. Gabranth era divento cupo la sola presenza di quell individuo li non faceva che innervosirlo. Avrebbe voluto comparirgli di fronte e vedere la sua reazione ma quello ne il luogo e ne il tempo. Chantal che era al suo fianco aveva ben percepito il cambio d'umore del giudice e i suoi pensieri e non era affatto felice di ciò .
Gabranth decise per tanto di seguire ed osservare da lontano la figura di suo fratello, insieme a lui aveva riconosciuto altre due persone il figlio di Cid e la principessa a Ashelia. Nemmeno Chantal era così entusiasta di quell'incontro, a giudicare dal suo pensiero così ne fasto.
Si erano rivisti così in un mare d'asfalto tra i quartieri alti di Archades, in un mare di persone. Era ora mai sera è quella che doveva essere una passeggiata si era  trasformato in un pedinamento senza via di uscita.
Il giudice non aveva notato nulla di strano, sembrava solo che il gruppo di Basch stava solo che correre da una parte all'altra della città apparentemente senza alcun senso. L'huma si era chiedeva perchè... Chantal invece aveva già intuito tutto, ma silenziosamente taceva. 

Non doveva essere stato un male per Chantal e Gabranth stare a guardare due persone che più di tutti odiavano, passeggiare tranquillamente d'avanti ai loro occhi, completamente ignare di essere spiate.
Ma invece faceva male e come... ad un certo punto Chantal dovette insistere con il giudice ad andare via da quel posto. Chantal non voleva vedere... Gabranth non era dello stesso avviso.

-Questa non doveva essere un momento per staccare?- aveva chiesto Chantal ricordando al giudice il motivo per cui erano lì, ma Gabranth non aveva saputo rispondere si era girato solamente verso la sua assistente sorpreso dal commento della stessa.

-Gabranth non andranno da nessuna parte e questo lo sai... sei già abbastanza provato...è tardi e faremo meglio a rientrare. - Concluse la ragazza cercando di far desistere il giudice dai suoi intenti. 
Per quanto l'uomo fosse dell'idea di fare il contrario dovette dare ascolto alle parole di Chantal, si sentiva molto stanco e mettersi a seguire su fratello per tutta Archades come aveva fatto l'aveva sfiancato e questo non era da lui.
Basch con molta probabilità si sarebbe fermati ad Archades giusto il tempo di raggiungere il suo obbiettivo, ma quale? Si era chiesto Gabranth... dove scoprirlo, ci avrebbe pensato l'indomani. Per ora doveva solo calmarsi e non permettere alla presenza di suo fratello di condizionarlo e trovare il modo di scoprire cosa l'avesse condotto ad Archades.

Contemporaneamente a Gabranth, Basch era stato tutto il giorno in giro con Vaan e gli altri a raccogliere informazioni per guadagnare una stra maledetta piuma nera, il cui possesso per accedere così hai piani superiori della città imperiali. 
Era un impresa per loro, raggiungere quell'obbiettivo destreggiandosi avanti e indietro in una città a loro sconosciuta e molto ostile.
Ashelia era abbastanza provata da quel fare avanti e dietro, soprattutto non era felice di trovarsi in un posto come quello. Nel cuore dell'impero che aveva distrutto il suo regno. La ragazza provava una certa irritazione per le figure archadiane, ma doveva ammettere che Archades era una città veramente meravigliosa che se non fosse legata a circostanze tragiche Ashe avrebbe forse potuta apprezzarla meglio.

Basch invece aveva tanti pensieri, si chiedeva come avesse vissuto li suo fratello, come doveva essere stata la sua vita e soprattutto se sua madre stava bene. Per la prima volta Basch aveva avuto l'occasione di visitare Archadia la terra natale di sua madre, se pur per metà quella doveva essere la sua seconda patria. 

Per il capitano la sua seconda patria era Dalmasca, mai avrebbe potuto servire una nazione come quella di Archades che irrispettosamente aveva distrutto la sua patria. Tanti pensieri e domande passavano per la testa di ognuno di loro.

Basch dopo quella giornata passata in giro a raccogliere informazioni con gli altri per Archades, doveva osservare che il cielo che vedeva da Archades era molto diverso da quello di Rabanastre. 
Le luci della città imperiale offuscavano le poche stelle che il capitano riusciva a stento a scorgere diversamente da quelle che poteva vedere quando in passato Rabanastre o in giro per Ivalice.
Le stelle, le sue adorate stelle... che per lungo tempo aveva osservato quando da solo si trovava a dalmasca i primi anni lontano da casa. 
Ora poteva solo immaginarle di vedere, le doveva inventare... chi sa se suo fratello avesse anche solo provare ad immaginarle. Infondo abitavano sotto un unico grande cielo.

Mia bella gente in questo periodo sono molto "ispirata" soprattutto perchè non riesco a smettere a scrivere di FFXII. Soprattutto riguardo  Basch (Sono letteralmente innamorata di questo personaggio che per me rappresenta la perfezione) e Noah (anche lui amo ma in maniera differente).
Final Fantasy XII per me è speciale e merita un posto d'onore, mi sarebbe piaciuto sapere ogni cosa soprattutto sulla coppia dei gemelli, come mi sarebbe piaciuto se avessero fatte delle DLC come hanno fatto per FF15. 
La storia di questa one-shot parla sempre dei mie due adorati gemelli, storia ispirata alla canzone Mario Venuti(amo sto cantante, la prossima volta voglio scrivere qualcosa sempre su FFXII usando la sua canzone Crudele...  sempre come protagonisti Basch e Noah,vi prometto che lo farò!).
Spesso quando ho questi attacchi d'ispirazione, mi chiedo se le storie che scrivo piacciono o meno, o se siano strane. Quanto meno se sia brava almeno ad appassionare un po'. Capisco che la sezione in cui scrivo sia "abbandonata"... perchè diciamolo alcune storie sono iniziate e sono ferme da almeno 10 anni, comprese alcune delle mie.
Chissà se qualcuno di voi ha qualcosa da dire, anche riguardo ai lettori fantasma, perchè noto che qualcuno legge le mie storie... ma non capisco se possano trovarle interessanti o meno.Cosa è che vi spinge a leggere una storia e poi non commentarla??... Me lo chiedo sempre.



   
 
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