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Autore: themermaidwriter    31/01/2018    1 recensioni
Nathan Nichols è un uomo che ha sempre rincorso il successo e nelle vesti di leader di una band locale di musica anni '70 ci si è sempre trovato un po' stretto. Ha costruito per lui e per il suo pubblico una diva sfacciata che a lungo andare ha preteso sempre di più. Stephanie Savage invece, si trova a fare i conti con un divorzio improvviso; una vita che cambia e l'inizio di un nuovo amore che sconvolgerà la vita di entrambi. Una sfida, quella di innamorarsi sull'orlo della fama: Sarà Diana Jones a uscirne vincitrice?
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"Perché non si poteva amare Nathan, se non eri il suo pubblico, quando lui era Diana Jones."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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10. 

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"If you want my body and you think I'm sexy 
come on, sugar, let me know. 
If you really need me, just reach out and touch me 
come on, honey, tell me so, tell me so, baby." 
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La sottile presenza di Diana Jones troneggiava imponente sulla scena rubando anche gli sguardi dei passanti. Chi lo vedeva e l'aveva visto anche più di una decina di volte condivideva la stessa sensazione di disagio che guardarlo procurava. 
Mettere in imbarazzo il suo pubblico era la specialità di Diana Jones, consapevole che nonostante questo nessuno avrebbe smesso di fissarlo. 
Era una tecnica singolare, ma funzionava. Più si addentrava in atteggiamenti scomodi e più diventava irresistibile. 
Con un movimento sensuale scivolò lentamente tra una parola e l'altra mappando lo sterno con una mano e poi giù sino a sfiorare il pavimento con il corpo. Risalì imitando lo stesso movimento dondolante e si rimise in piedi voltandosi di spalle e poi di lato per l'ultima mossa finale in cui intonò la fine della canzone esattamente sul tempo. Si era ripromesso di dare il meglio di sé, ma alla fine gli bastò essere se stesso; 
Gli bastò essere Il favoloso Diana Jones. I due produttori e il manager di Madonna restarono affascinati da quel personaggio androgino rimproverandosi di essere stati così sciocchi da chiedere all'uomo di vederlo un'ultima volta sul palco prima di quel fatidico appuntamento e bacchettandosi tra di loro sul motivo per cui non riuscivano a smettere di guardarlo: nel suo stile, era davvero affascinante. Gli sguardi che riceveva Nathan quella sera se li vide lanciare addosso come confetti. 
Fortunatamente non vedeva il pubblico nel buio e tra le luci, perché quelle occhiate amichevoli dei suoi compagni erano già abbastanza violente da sopportare. 
Sentì il pugnale affondare nelle loro spalle nota dopo nota, per avere omesso che quella sera i pezzi grossi fossero lì per lui e perché ancora non aveva parlato con loro dell'importanza delle due band all'interno di un probabile accordo. 
Schiacciò prepotente quella sua parte di sé con il peso opprimente che la diva aveva su di lui e regalò ai suoi spettatori una performance brillante per cui valse la pena essere egoisti. 
Il suo ego, più che un difetto, sembrava ciò che faceva innamorare di lui; per questo ogni volta che seguendo la coreografia spingeva via una ballerina al lato del palco, veniva acclamato e perdonato. 
Non mancò nemmeno di pensare, in quel momento, che un po' i suoi compagni meritassero il suo comportamento. Alcuni di loro, che non aveva identificato, si stavano divertendo a fare dei versi in sottofondo, anziché adempiere al loro compito delle doppie voci e per Diana Jones anche il minimo errore significava una disfatta, sopratutto se non era lui a sbagliare. 
Non erano tenuti a prendersi certe libertà, mentre lui si: quella sera saltò persino una strofa per rimproverare i tecnici, così davanti a tutti, sull'uso del fumo multicolore che stava provocando disagio. Se ne infischiò senza vergogna, ignorando il fatto che investisse i suoi spettatori. L'importante è che tutto fosse fatto in funzione di mostrarlo come la star più perfetta. 
Era la più stronza, sapeva di esserlo e lo ostentava senza alcun timore. 
Dava al pubblico il privilegio di poterla vedere, adorare e servire, perché tutti lo volevano disperatamente. 
Chi seguiva assiduamente Diana Jones potrebbe benissimo dire che fosse un eroe generoso a permettergli di posizionarsi ai suoi livelli fingendosi leggendari allo suo stesso modo.

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"And the music's in me 
and I feel real hot 
then you kiss me there 
and it feels real good 
'Cause I know you'll love me like you should 
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Gli occhi con cui lo guardava Stephanie erano diversi dalla marmaglia urlante posizionata ai sui piedi. Se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe affermato con certezza che fu quella la sera in cui si innamorò di lui, lo avrebbe persino giurato. Nathan gli aveva chiesto di esserci, aveva accennato ai pezzi grossi, al fatto che non sapesse bene il perché volessero vedere gli Ages Of Divas un ultima volta e poi non nascose di essere nervoso. Era convinto che la sua presenza l'avrebbe decisamente aiutato. 
Era strano sentirselo uscire dalla bocca, perché Diana Jones non aveva bisogno di nessuno per essere favolosa. 
Invece Nathan l'aveva presa sotto braccio in un delle notti che stavano trascorrendo insieme e attorcigliato a lei, l'aveva invitata a venire al concerto, poi pregata e infine ingannata, sussurrandole che sarebbe stato un bene anche per i Destination Moon avere una rappresentante quella sera. Stephanie tanto, era già stata convinta al primo tentativo. 
Sperava solo che non si notasse quanto piacere le facesse essere la persona che, in un momento così importante, volesse al suo fianco. Si era posizionata al lato del palco da cui scendevano le scale in modo da scambiare quattro chiacchiere quando a Nathan era possibile fermarsi. 
Quei pochi secondi per ricordargli che era lì. L'uomo intonò il 'love me' inconsapevole di cosa stava scatenando dentro Stephanie e quando le passò di nuovo accanto per prendere l'ennesimo costume di scena non si rese conto che le tremavano le gambe e che fosse disorientata a tal punto da non riuscire a ricordare se durante quell'ultima strofa l'avesse guardata. 
E dannazione si, era quello che voleva. 
Si ritrasse persino indietro quando le passò davanti per paura che sfiorandola capisse a cosa stesse pensando, perché magari, come nella canzone, lo sapeva davvero.

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"It was like shooting a sitting duck 
A little small talk, a smile and, baby, I was stuck 
I still don't know what you've done with me 
A grown-up woman should never fall so easily." 
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Scosse il capo per ricordare a se stessa che era tipico di Diana Jones semplicemente lasciarsi seguire da una sfilza di amanti per ogni passo che facesse. 
Tutti coloro che lo guardavano avrebbero dovuto amarlo, nessuno escluso. 
Quindi era tutto nella norma, non c'era ragione per cui il cuore le stesse scoppiando. 
Si allontanò dal palco con un balzo all'indietro e facendosi spazio tra la folla si ritrovò il più velocemente possibile su un marciapiede più lontano con abbastanza spazio per permetterle di respirare. 
Anche se il mondo circostante era pazzo di Diana Jones, a Stephanie Savage l'essere vittima dell'amore platonico per quello straordinario personaggio non era più sufficiente ormai. Isolata, ma allo stesso tempo a pochi passi da lui, si sentì divisa tra più vite differenti, incapace di decidere quale intraprendere e quale lasciarsi alle spalle. 
Perché doveva essere così complicata? Era più facile arrendersi a volerlo interamente. 
Era così liberatorio, semplicemente, innamorarsi di Nathan Nichols. 
Passarono più di dieci minuti, forse trenta. Non importava, tanto Stephanie non lo stava ascoltando più. Era così presa dai suoi pensieri che mentre si trovava sulla strada del ritorno non si rese neppure conto che Nathan era quello che le stava andando incontro. 
"Dove sei stata?" aprì le braccia incuriosito dalla sua fuga. 
"Mia mi ha chiamata, è a casa con Grace." balbettò alzando il cellulare tra le mani in maniera evasiva. 
"Va tutto bene?" 
"A meraviglia." mostrò un flebile sorriso tra il rossetto rosso vermiglio. 
"Diana Jones." una voce dietro le spalle di Nathan scandì il suo nome da palcoscenico e attirò l'attenzione di entrambi notando subito i tre uomini avanzare spavaldi con tutta la loro importanza. "You had been amazing." continuò uno di loro, un tizio basso e pelato con una faccia davvero buffa, quasi ispirava tenerezza. 
Lo sommersero di complimenti e Nathan rispose con delle briciole di umiltà, sorridendo e rivolgendo il capo verso il basso. 
"We absolutely can't wait to work with you." gli strinsero la mano a turno. "You will make our team great.
Poteva sembrare strano che si rivolgessero sempre solo a lui, ma era il leader della band e di certo non passava inosservato. Stephanie non ci fece caso, un po' come loro non fecero caso a lei. Solo una ventina di complimenti dopo si rivolsero alla donna stringendole la mano e presentandosi come se quella fosse la prima volta che la vedevano. 
"Destination Moon, yeah! We would never forget about you." 
Stephanie si sentì sollevata per quelle parole, sopratutto perché poteva dare a Mia la notizia che la loro band non era stata gettata nel dimenticatoio; anche a lei fece un certo piacere a cui prima non aveva pensato. 
Un altro paio di salamelecchi che terminarono confermando nuovamente il famoso appuntamento e la donna era tornata trasparente. 
"We will make you a fabulous star." 
"I already am." 
Nathan e i pezzi grossi si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi se ne andarono via con un volto che pareva soddisfatto. 
"A che ora hai l'appuntamento?" Stephanie non gli diede neppure il tempo di tornare con in piedi per terra che si rivolse a lui con un tono intimidatorio. 
"Presto.. di mattina presto, Steph." 
"Se sono interessati anche a noi dovrei venire anche io, non credi?" 
"No, non credo." quasi sembrava che la stesse prendendo in giro. "E poi ci sono io, penserò io a riferirvi tutto." Quella risposta le lasciò un serio ripensamento su ciò che aveva provato prima. "Vorrei essere presente." si impuntò. 
"Mi hanno richiesto loro, probabilmente per rappresentare tutti. Fidati di me." L'uomo la guardò negli occhi come se sapesse e avesse il compito di farla ricredere ancora una volta su quel sentimento giusto. 
Stephanie si immerse in quello sguardo percependo dei brividi familiari, ai quali, questa volta non si abbandonò. "Nathan, perché non vuoi che venga con te?" 

PLAYLIST CHAPTER:
Do ya think I am sexy?/Rob Stewart
You make me feel/Jimmy Somerville
Lay all your love on me/ABBA


the mermaid's notes: e abbiamo raggiunto il decimo capitolo, finally! Spero che fino adesso la storia vi sia piaciuta, as always e spero che i nuovi ostacoli vi stiano incuriosendo. Le cose si stanno facendo complicate per i nostri protagonisti e anche se sembrano arrivare buone notizie, il mondo intorno a loro sta cambiando e lascio decidere a voi se in meglio o in peggio. Vi posso solo assicurare che ne vedremo delle belle. Come al solito ringrazio tutti i lettori sileziosi e non e vi invito come sempre a lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Vi saluto e a mercoledì prossimo.
 

 

   
 
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