Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: PeNnImaN_Mercury92    01/02/2018    2 recensioni
Anno 846. Claire Hares si unisce all'Armata Ricognitiva in compagnia della sua migliore amica Petra Ral. Un fato atroce che la attende a casa influenza la sua scelta, ma il suo animo audace, generoso e un po' istintivo la renderanno una magnifica combattente sul fronte. Claire ci racconta la sua vita dopo essersi unita al Corpo di Ricerca, le sue emozioni, le sue soddisfazioni, i suoi timori e il suo rapporto con i suoi cari amici e con un soldato in particolar maniera. Armatevi di lame e di movimento tridimensionale e seguitela nelle sue avventure!
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Petra Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Wings of Freedom Series '
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2. Attenta a come mi rivolgi la parola!
Per quelli che, come me, amano dormire, il risveglio mattiniero è sempre l’impresa più ardua, probabilmente di gran lunga più complicata del dover combattere contro un mostruoso titano.
Ma avevo imparato ad abituarmi a quella tortura già ai tempi del corpo di addestramento. Chi invece faticava a perdere il vizio era Petra.
Qualche Secondo, una giovane biondina dai capelli corti, era già venuto a spalancare la nostra porta dandoci un sincero “buongiorno”, e fui costretta a scuotere Petra perché si risvegliasse dal mondo dei sogni.
-Non vedo l’ora di conoscere i capisquadra. Sono tanto emozionata! – disse lei, mentre entrambe indossavamo la nostra divisa, che, a breve, non avrebbe più portato il simbolo del corpo d’addestramento, ma quello delle mie amate ali della libertà.
Fummo le prime ad essere già pronte, a dispetto delle restanti reclute femminili, e ne approfittammo per fare un giro negli esterni, dove poco dopo avremmo iniziato ad allenarci anche con i “nuovi” maschili. –Io muoio dalla voglia di focalizzarmi sull’addestramento. Ci insegneranno tattiche del tutto fuori dal comune, evviva!
Sapevo bene che l’addestramento comprendeva anche la parte teorica, materia di studio a cui so dedicarmi. Ciò che ancora mi preoccupava era il corpo a corpo, ma dopotutto all’Armata Ricognitiva interessavano le scoperte sui giganti, esseri con i quali non si ci si poteva tantomeno sfidare a mani nude.
-Anche il comandante Smith deve essere alquanto mattiniero! – giudicò Petra, adocchiandolo a qualche metro di distanza. Solo dopo un po’ ci accorgemmo che, passeggiando, veniva nella nostra direzione.
-Buongiorno, reclute! – ci salutò brioso. –Già sveglie?
Petra era notevolmente arrossita, e dovetti contenermi dal ridere. –Sì, siamo abituate a svegliarci molto presto – spiegò lei.
-Non ci dispiace. Adoriamo l’alba – aggiunsi io, rivolgendo un sorriso al mio comandante.
-Bene! – esclamò il biondo. –Sappiate che avete fatto la scelta giusta, e non allarmatevi, vi insegneremo tutto nei giorni prossimi, prima della nuova spedizione. Sono sicuro che imparerete velocemente.
Petra e io, all’unisono, ci portammo la mano destra chiusa sul cuore, in segno di rispetto, ed Erwin, sorridendoci, si congedò.
-Che persona cordiale – bisbigliai alla mia amica.
-Sì! Non posso crederci di aver rivolto la parola al Comandante Smith! – trillò Petra.
Le sorrisi, prima di scorgere una chioma rossa di spalle rivolta al comandante.
 -Quello è il caposquadra Hanji! - fui io ad esclamare. Così presa a raggiungere la fantomatica scienziata dell’armata, non mi accorsi di finire addosso ad un soldato.
-Attenta a dove metti i piedi, recluta.
-Gunther?! Anche tu qui?
Abbracciai l’amico conosciuto al tempo del mio arruolamento nel corpo cadetti. Essendosi classificato terzo, non mi aspettai di ritrovarlo nel Corpo di Ricerca come me, benché fosse l’ultima persona capace di arruolarsi nella Gendarmeria.
-Abbiamo gusti simili, a quanto vedo, Claire. Ciao, Petra! - salutò la rossa, e ne approfittai per raggiungere il Caposquadra.
Poggiai delicatamente i polpastrelli delle dita sulla sua schiena. Era leggermente più alta di me.
-Salve, caposquadra Hanji - iniziai, arrossendo. Mi domandai perché, istintivamente, ero corsa verso di lei senza nemmeno preparare qualche discorso da recitare in sua presenza. -Sono una nuova recluta, che fieramente ha deciso di unirsi all’Armata di Ricognizione, e volevo porle le mie più sincere congratulazioni. Provo molta stima nei suoi confronti - dissi tremolante. Per quanto fosse sorridente e allegra, magari per la sua posizione, quella giovane donna mi intimoriva un po’.
-Ciao, recluta! Ti chiami Claire Hares, giusto? Ti sei diplomata come una delle migliori nel centotreesimo corpo reclute. Mi sono già documentata su tutte le nuove reclute, siete davvero tutti molto in gamba. Otterrete grande successo sul fronte, ne sono convinta.
Arrossii di nuovo, stringendomi un braccio e sorridendo agli uomini attorno al caposquadra, oltre che alla stessa signorina Hanji. La donna era in compagnia di quello che avrei scoperto essere il suo secondo, Moblit, oltre che dal comandante Erwin e da un uomo di statura bassa e dall’aria decisamente apatica, il quale velocemente si allontanò dal nostro gruppo.
-Mi hanno detto che lei desidera catturare sul campo dei giganti per compiere degli esperimenti e conoscere meglio la loro natura. Non mi dispiacerebbe aiutarla nell’impresa - spiegai timidamente, guadagnandomi l’approvazione del Caposquadra.
-Davvero faresti una cosa del genere, Claire?! UH!
La caposquadra cominciò a saltellare briosa, e i restanti uomini ridacchiarono.
-A dirla tutta, il caposquadra Hanji dovrebbe ancora ottenere la mia approvazione, per questo - intervenne Erwin.
-Ma comandante, sarebbe più che opportuno catturare degli esemplari, per essere ad un passo più vicino alla nostra vittoria definitiva sui giganti! - spiegò Hanji.
-Questo è tutto da vedere - rispose Erwin, sorridendole. -Scusaci, Claire. Puoi lasciarci soli? Dobbiamo parlare di faccende private.
Obbedii, tornando al mio gruppo di amici, al quale si era aggregato l’amico di Gunther, Erd.
Mi domandarono del mio colloquio con la signorina Hanji, eppure nella mia mente balenava ancora un dubbio: chi era, tra tutti quei soldati, il più forte dell’umanità intera?
-Ragazzi, avete forse visto il Capitano Levi? Non mi dispiacerebbe conoscere anche il soldato più forte dell’Armata Ricognitiva.
I miei tre amici mi osservarono attoniti, poi scoppiarono a ridere.
Non mi risultò facile aggregarmi a loro. Anzi, iniziai a sentirmi abbastanza offesa, e pregai i tre affinché mi dessero spiegazioni.
-Nulla che possa interessarti, Claire – Gunther strizzò l’occhio a Petra.
Chiacchierammo di quello che avremmo probabilmente fatto nel corso della giornata, fino a che Erd non rivelò di aver sentito dire che la prima giornata avrebbe previsto l’addestramento con i cavalli.
-I cavalli? Che barba! – commentai.
-Cos’è che non ti piace dei cavalli? – domandò divertito Erd.
-Niente. Claire ha un rapporto strano con gli animali. Qualche mese fa un uccello la assalì mentre mangiava un pezzo di pane, e un cane la fece cadere di fronte alla porta di casa mia – rivelò Petra.
-Finiscila, Petra! – la ammonii. –Non mi piacciono gli animali. Li trovo alquanto esuberanti.
Qualcuno si schiarì la voce alle mie spalle. Quando mi fui voltata, scorsi solo un taglio di capelli corvini militare, e il mio campo visivo dové abbassarsi di qualche centimetro prima di intercettare lo sguardo del mio interlocutore.
-Tu, recluta, non stavi parlando con Hanji, poco fa? Si è dileguata in tutta fretta, sai per caso dove sia finita?
La sua voce era calma, ma il suo tono era fortemente irascibile, e a giudicare dall’informalità con cui mi aveva rivolto la parola, pensai fosse un semplice soldato.
-Salve, soldato! – scattai allegra, evitando di ridere a causa della bassa statura del militare, che lo faceva tanto assomigliare ad un ragazzetto burbero e capriccioso. –Il comandante Erwin doveva parlarle di faccende molto importanti, li ho visti fare ritorno all’interno dell’edificio, puoi provare a cercare lì.
Calò il silenzio, e il corvino parve abbastanza infastidito, benché gli avessi risposto come meglio credevo.
Iniziai a sudare freddo, fino a che non ci lasciò e si avviò verso l’ufficio del comandante.
Confusa, rivolsi lo sguardo ai miei compagni, che mi guardavano sbigottiti.
-Ma che succede? – chiesi.
-Claire, ma sono modi di rivolgerti al capitano Levi?
Sentii il mondo crollarmi addosso.
Sbiancai, reggendomi a Gunther per non svenire. –Ho…Ho parlato col capitano Levi?
-Claire, accidenti! – esclamò Petra, ma udii Erd ridacchiare.
-Che figura di m… e adesso che faccio?
-Niente. Il capitano mi è sembrato un tipo alquanto scontroso. Spero non ti prenda nel mirino – spiegò Erd.
Più tardi, timorosamente era intenta a montare su un grazioso cavallo beige di nome Edmund. Benché avessi seguito per filo e per segno tutte le manovre spiegateci, ero ancora titubante all’idea di salire già in groppa ad un cavallo, malgrado l’animale affidatomi paresse la bestia più mite e tranquilla del mondo all’interno delle mura.
-Forza, recluta. Non possiamo perdere ulteriore tempo - mi invitò gentilmente il sottoufficiale Nanaba. -Vedrai che non ti accadrà niente. Parti male se sei già intimorita all’idea di montare su un cavallo.
Non mi feci ripetere nulla due volte: salii velocemente sull’animale, e una volta in sella constatai che non avevo nulla di cui preoccuparmi. Fortunatamente, quell’Edmund mi avrebbe salvata dalle fauci di innumerevoli mostri titanici più di quanto avrei potuto immaginare.
Nemmeno la cavalcata fu un esercizio complesso, ma mentre seguivo la signorina Nanaba e i miei amici con il mio nuovo amico a quattro zoccoli, i miei occhi si soffermarono sulla figura del capitano Levi che, in maniera alquanto arcigna, ricambiava lo sguardo.
Arrossii di vergogna, e Nanaba dovette urlare più volte il mio nome per farmi distogliere la mente da quello spiacevole e imbarazzante episodio di qualche ora prima.
Mi convinsi che ero destinata già ad essere una recluta altamente detestata dal capitano Levi. Dato il suo atteggiamento più che arcigno, avrebbe trovato il modo di dimostrare all’intera compagnia che il mio posto avrebbe dovuto essere altrove.
Tutto ciò che mi rimaneva era la simpatia che la signorina Hanji nutriva nei miei confronti; probabilmente quella mi sarebbe risultata l’ultima opportunità di rimanere nella mia adorata Armata Ricognitiva.
  
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