Capitolo settimo
Qualche
settimana dopo Roose Bolton non era ancora tornato, tuttavia a Grande Inverno
giunsero i Lord Manderley, Karstark e Umber con i loro eserciti. Lord Umber, in
particolare, aveva una buona e una cattiva notizia da dare a Ramsay.
“Mentre
lasciavamo Ultimo Focolare per arrivare qui” spiegò il Lord che, a dire il
vero, sembrava più uno dei bruti che un vero cavaliere… “abbiamo saputo che Jon
Snow ha organizzato il suo esercito di selvaggi e che stanno marciando in
questa direzione.”
“E
con questo? Se si tratta soltanto di quel bastardo e dei suoi barbari li
massacreremo senza nemmeno spettinarci” dichiarò Ramsay con un’arroganza che
avrebbe vinto l’oro, l’argento e il bronzo alle Olimpiadi degli spocchiosi.
Theon,
presente come sempre al fianco del suo Lord, sembrava molto meno tranquillo
all’idea di avere un incontro ravvicinato con Jon Snow entro poco tempo…
Lord
Umber, tuttavia, non aveva ancora finito.
“Come
dicevo, ho anche una buona notizia da portarti, una specie di regalo per dimostrarti la mia lealtà
verso la tua casata” annunciò, poi fece un cenno verso due dei suoi soldati che
condussero nella stanza un prigioniero incappucciato.
Una
volta davanti a Ramsay, al prigioniero fu tolto il cappuccio e apparve il viso
smarrito di un ragazzino dai riccioli castani.
“E
che cosa dovrei farmene io di questo, Lord Umber?” domandò Ramsay, che aveva
sempre la vaga sensazione che il signore di Ultimo Focolare lo prendesse per i
fondelli ogni volta che poteva.
“Questo
è l’ultimo erede degli Stark, il giovane Rickon” dichiarò il Lord, molto
orgoglioso di sé.
Ignorando
il comprensibile sussulto di Theon a quelle parole, Ramsay insistette con il
suo ostentato scetticismo. Quel giorno, a quanto pare, gli girava così…
Un
altro cenno di Smalljon Umber e un
altro soldato portò un sacco, lo rovesciò per terra e tutti poterono vedere la
testa mozzata di un meta-lupo cadere sul pavimento. Quella era una prova
convincente: i meta-lupi avevano seguito i ragazzi Stark in tutti i loro
spostamenti, pertanto non c’era dubbio che il ragazzino fosse Rickon Stark.
“Non
so che fine abbia fatto il suo fratello storpio, quello non sono riuscito a
trovarlo. Tuttavia con lui c’era una donna dei bruti che ha cercato di
difenderlo e… beh, prima di ammazzarla come la cagna che era ce la siamo
sbattuta io e tutti i miei soldati” concluse Lord Umber con una gran risata.
Ecco,
adesso si cominciava a capire per quale motivo Umber si fosse alleato con i
Bolton: la classe e la signorilità erano
proprio le stesse!
Rickon,
intanto, aveva fissato lo sguardo su Theon. Magari il giovane Greyjoy non
l’aveva riconosciuto subito, il bambino si era fatto un ragazzo… ma lui
ricordava molto bene il protetto di suo padre e ritrovarlo lì, in mezzo agli
usurpatori di Grande Inverno, non era poi una gran sorpresa per lui. In fondo,
non era forse vero che era stata proprio colpa di Theon se lui e Bran erano
dovuti scappare via con Osha per salvarsi la vita,
tanto tempo prima?
Ramsay
lanciò un’occhiata prima a Rickon e poi ad un tesissimo Theon.
“Uh,
potrei dire cose molto sottili su questo ricongiungimento,
ma oggi non ne ho proprio voglia” commentò. La notizia che Jon Snow e il suo
esercito si stavano avvicinando rapidamente lo aveva colpito più di quanto
volesse dare a intendere e aveva bisogno di tempo, calma e di un’illuminazione
dal cielo per farsi venire un’idea al riguardo. “Bene, Rickon Stark sarà un
ostaggio di lusso e ne faremo buon uso. Rinchiudetelo da qualche parte e
sorvegliatelo bene… magari nella stanza che occupava quando viveva qui, se è
abbastanza sicura. Che te ne pare, ragazzino? Sei contento di essere di nuovo a
casa?”
Il
giovane Bolton non si aspettava una risposta, ovviamente, e non ne ebbe. I
soldati di Lord Umber consegnarono Rickon agli uomini di Ramsay che lo
portarono via e la cosa, al momento, finì lì.
Quello
stesso pomeriggio, però, Ramsay si impegnò molto per scrivere una bella lettera
a Jon Snow: a quanto sembrava, scrivere lettere era diventato uno dei suoi
passatempi preferiti adesso che non poteva più cacciare la gente nei boschi o
torturare i prigionieri nelle segrete. Ci si adatta a tutto, nella vita…
Theon,
come si può immaginare, era rimasto molto turbato nel rivedere Rickon e la cosa
che più lo aveva ferito era stata notare lo sguardo del ragazzino: non aveva
mostrato alcuna sorpresa nel vederlo in mezzo ai suoi nemici… e perché avrebbe
dovuto, del resto? Era stato proprio lui il primo a occupare Grande Inverno con
la forza, dopo aver tradito Robb, e a minacciare la sua vita e quella di Bran.
A pensarci bene, era così diverso da ciò che avevano fatto i Bolton? A parte lo
scuoiare la gente, intendo… No, lui non poteva considerarsi poi tanto migliore
del suo attuale Lord. Però questo pensiero non gli piaceva per niente e
riteneva che avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare il giovane Stark,
possibilmente senza perdere qualche altro dito o altri arti nel tentativo.
La
lettera a Jon Snow era stata scritta e inviata tramite corvo messaggero e
quella sera, mentre si preparava per coricarsi, Ramsay pareva molto più
tranquillo. Theon pensò di sfruttare il momento favorevole per tentare di
intercedere per Rickon, sempre con molta, moltissima prudenza…
“Mio
signore, perdonami se ti disturbo, ma mi chiedevo… sempre se posso
permettermi…” iniziò, titubante.
“Non
fare tante storie, se hai qualcosa da dire dilla subito!” replicò, spazientito,
Ramsay.
“Pensi
di uccidere il giovane Rickon Stark, mio signore?” buttò fuori Theon, prima di
avere il tempo di pentirsi di aver fatto quella domanda.
“Potrei
risponderti che non sono affaracci tuoi, ma chissà, magari lo sono” rispose
criptico il giovane Bolton. “No che non lo voglio ammazzare, mi prendi forse
per un cretino?”
Per
un cretino magari no, ma per uno psicopatico sì e chi lo sa quali possono
essere le reazioni di un maniaco omicida? Comunque Theon non disse nulla, si
avvicinò ancora di più a Ramsay e si fece audace nell’insistere, sempre
sperando che al suo Lord non saltasse in testa di fare uno dei suoi giochetti,
tipo ogni domanda che mi fai ti taglio un
dito…
“Quindi
non intendi fare del male al ragazzo Stark?” ripeté il giovane Greyjoy. Quella
sera si sentiva di sfidare la sorte, vai a sapere…
“Ma
no, te l’ho detto adesso. Cos’è, sei sordo per caso?” ribatté Ramsay, ma per
fortuna non sembrava indispettito, più che altro divertito e forse anche
imbarazzato. In fondo il dialogo si stava svolgendo nella sua stanza, da solo
con Theon, entrambi seduti sul letto… beh, la cosa poteva farsi interessante. “Sarei
proprio un pazzo se ammazzassi la mia gallina dalle uova d’oro. Scherzi?
Proprio questo pomeriggio ho scritto a Jon Snow informandolo che il suo
fratellino è mio ospite e che, se
vuole riaverlo sano e salvo, dovrà rimandare i suoi luridi bruti oltre la
Barriera e ritirarsi nel Castello Nero senza più metter fuori la sua brutta
faccia da bastardo. Se lo farà, manderò il suo caro Rickon alla Barriera,
scortato dai miei uomini, il ragazzo dovrà anche lui diventare un Guardiano
della Notte e così staranno per sempre insieme. E’ quasi commovente, no?”
Non è proprio la
parola che avrei usato io, ma ritengo che possa andare bene, pensò Theon. La
decisione di Ramsay gli aveva tolto un peso, lui aveva pensato che sarebbe
stato disposto a sedurre il suo
signore pur di ottenere la salvezza di Rickon e adesso pareva non ce ne fosse
bisogno. Beh, forse, con Ramsay non si poteva mai sapere, magari sarebbe stato
meglio insistere un pochino.
“E’
una decisione molto saggia, mio signore. Sono certo che anche tuo padre sarebbe
fiero di te, se sapesse come sei stato astuto” lo lodò Theon, avvicinandosi a
lui un altro pochino. “Spero che Snow sia altrettanto saggio e accetti la tua
proposta. Ma se non volesse farlo?”
“Beh,
proprio di quello parlava la seconda parte della lettera. Ovviamente, se il
bastardo fosse tanto ingrato da rifiutare la mia generosa proposta, riavrebbe
il suo fratellino… un pezzo per volta. Così gli ho scritto. Ma tutti speriamo
di non dover arrivare a questo, no?” disse Ramsay, molto soddisfatto della sua
arguzia.
“No,
infatti” convenne Theon, che aveva anche lui i suoi buoni motivi per sperare
che Jon Snow facesse marcia indietro e si chiudesse nel Castello Nero con
Rickon. “Snow è sempre stato una testa calda, ma penso che l’affetto per suo
fratello sarà più forte.”
Ramsay,
sempre più contento di se stesso e molto tranquillizzato dalla prospettiva di
avere un’arma di difesa contro Jon Snow e la sua gang, si sistemò nel letto, sicuro di fare una bella dormita libero
da qualsiasi preoccupazione, come ai tempi felici
di Forte Terrore.
Poi,
siccome Theon restava lì a guardarlo con l’aria di chi si aspetta qualcosa, gli
sovvenne che, in effetti, il suo scudiero dormiva con lui da qualche notte.
“Ah,
già” mormorò, sentendo un vago disagio che non riusciva a mettere a fuoco. “Sì,
beh, ti faccio posto…”
Theon,
come ho già sottolineato, si era preparato a sedurre Ramsay per aiutare Rickon;
adesso pareva non essercene più tutto quel bisogno, eppure, stranamente, si
sentiva deluso.
Si
raccontò che era perché non si fidava di Ramsay, che quello era un pazzoide e
che, magari, la mattina dopo avrebbe già dimenticato tutti i piani lungimiranti
che aveva fatto sul ragazzino Stark. Insisté nel ripetere a se stesso che
doveva per forza fare qualcosa per
assicurarsi che il giovane Lord non avrebbe fatto a pezzi Rickon se si fosse
svegliato con la luna storta e, con questo pensiero in testa, si coricò accanto
a Ramsay.
“Mio
signore, perdonami se sono ancora così importuno, ma mi chiedevo… se Snow
decidesse comunque di marciare su Grande Inverno con il suo esercito di bruti,
tu faresti davvero ciò che hai detto? Gli manderesti suo fratello… fatto a
pezzi?” domandò. Beh, in effetti l’insistenza di Theon poteva essere un bell’azzardo,
ma il ragazzo aveva fatto bene i suoi conti e, mentre diceva queste parole, si
era avvicinato talmente tanto al suo Lord che avrebbe potuto baciarlo.
E
questo, lo sapeva, metteva Ramsay a disagio in un modo che nessuno avrebbe mai
potuto immaginare, lui per primo!
“Ah,
no” ribatté il giovane Bolton, che era una continua fonte di sorprese. “Non
sono mica scemo! Non ho paura del suo esercito di disperati e, se vorrà tentare
di combatterci, faremo a pezzi lui e i suoi selvaggi. No, quello che mi
preoccupa è che quel bastardo possa allearsi con la puttana Stark e l’esercito
degli uomini della Valle. Per cui il piccoletto mi servirà comunque: se il
bastardo in nero ci attaccherà, peggio per lui, ma a quel punto sarà la Stark a
ricevere una bella letterina tipo Tornatene
a Nido dell’Aquila da quel tuo marito demente, altrimenti ti farò recapitare il
tuo fratellino un pezzetto per volta… o qualcosa di simile.”
Theon
dovette ammettere che Rickon Stark sembrava proprio in una botte di ferro,
ritrovandosi a svolgere il ruolo di assicurazione
sulla vita per Ramsay. Nonostante tutto, pareva che nemmeno il giovane
Bolton sarebbe stato tanto idiota da privarsi di una polizza così vantaggiosa!
E
non l’aveva nemmeno pensata male, pur essendo Ramsay Bolton. Evidentemente il
famoso neurone solitario aveva deciso di fare gli straordinari in quel periodo…
“Hai
preso delle decisioni molto sagge e la tua strategia è davvero encomiabile” lo
elogiò ancora Theon, stringendoselo un po’ e assicurandosi che la cosa non
dispiacesse al suo Lord… al quale, com’è ovvio, non dispiaceva affatto. “Penso
che tu stia diventando ancora più scaltro di tuo padre e che meriti più di ogni
altro di essere il Lord di Grande Inverno.”
Ramsay
non era abituato ai complimenti e anche questo, oltre alla vicinanza di Theon,
lo spiazzò completamente.
“Lo
pensi davvero?” chiese, sgranando tanto d’occhi in faccia al suo scudiero.
“Certo
che lo penso” dichiarò Theon, “e sono onorato di essere al tuo servizio e di
poter fare di tutto per compiacerti.”
E,
visto che si parlava di compiacere il suo
Lord, Theon cominciò a baciarlo, dapprima con molta prudenza (il pericolo
di perdere dita o qualsiasi altra cosa era pur sempre presente…) e poi sempre
più profondamente quanto più si accorgeva che Ramsay non aspettava altro. Le
altre notti si era sempre fermato qui, ma quella notte in particolare pensò che
tanto valeva provare e così, continuando a baciarlo, prese l’iniziativa per compiacerlo anche in un’altra maniera…
Se
solo avesse notato la minima esitazione, il minimo diniego da parte di Ramsay,
si sarebbe fermato all’istante… ma a Ramsay, pur senza sapere il perché, non
passava nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di fermarlo. Era piuttosto
sperduto e inesperto in quel frangente (le sue abilità riguardavano
principalmente lo stupro e la tortura, come ben sappiamo, e sentirsi travolto
da sentimenti e emozioni sconosciute non era certo qualcosa che sapesse
gestire) e si lasciò trascinare dall’impetuosità di Theon, finendo per
ritrovarsi totalmente in sua balìa, stordito da un piacere che non si era mai
lontanamente figurato. Il giovane Greyjoy non si dovette sforzare poi tanto per
compiacere il suo signore, anzi se la
godette il doppio nel poterlo dominare e soggiogare così completamente,
divertendosi nel vederlo stravolto e nel sentirlo sospirare incredulo, mentre
cercava inutilmente di soffocare i gemiti per una sorta di insolito pudore.
“Lord
Ramsay, perdonami, non volevo mancarti di rispetto” mormorò poi Theon, con tono
umile e mortificato ma nascondendo un sorrisetto sfacciato. “Non ho saputo
trattenermi, ma non volevo offenderti, io… volevo solo compiacerti, avresti
dovuto fermarmi, io…”
“No,
va bene… credo… hai fatto il tuo dovere, mi hai compiaciuto” rispose Ramsay,
talmente sconvolto da non rendersi conto di cosa aveva appena detto (ossia, in
pratica aveva suggerito a Theon che era suo preciso dovere possederlo ogni qual volta gli fosse venuto in mente!).
Theon,
che in quei giorni raccoglieva soddisfazioni come i bambini fanno con le
figurine dei calciatori, non si trattenne dal sottolineare la sua vittoria e
riprese con il solito tono dimesso, fingendo di volersi scusare per aver appena
dato una strapazzata fatta bene al suo Lord…
“Mi
sono lasciato trasportare, non sapevo se ti avrei compiaciuto, forse ho
sbagliato” disse.
Hai
capito Theon? Si divertiva a mettere in imbarazzo Ramsay sull’unico ambito nel
quale era più forte di lui. Ramsay avrebbe dovuto ammettere apertamente di
essere stato molto compiaciuto per far
credere di aver mantenuto lui il controllo della situazione ma, così facendo,
avrebbe anche ammesso di dipendere dal suo scudiero e di essersi lasciato
travolgere da lui… Una bella pensata!
“Ti
ho detto che mi hai… compiaciuto, ecco, altrimenti ti avrei fermato subito e te
ne saresti accorto, puoi starne certo” replicò di nuovo Ramsay, cercando di
riguadagnare i pezzettini della sua dignità andata in fumo.
“Se
è così, allora ne sono felice” concluse Theon, “io voglio solo essere al tuo
servizio e farti contento. Prima lo
facevo per paura, ma adesso che ti stai dimostrando un vero Lord sono onorato
di stare al tuo fianco.”
“Beh,
allora meglio così, se siamo contenti tutti e due” commentò Ramsay, tanto per
dire qualcosa. Ora iniziava a pensare di aver fatto bene, quel giorno di tanto
tempo prima, a tagliargli il mignolo del piede piuttosto che l’altra cosa… e il fatto che Theon
continuasse a lodarlo e a elogiarlo lo faceva sentire bene, come non gli era
mai capitato prima. Era come se la rabbia che lo aveva invaso continuamente per
anni si fosse placata, era come se la presenza di Theon lo facesse sentire più
calmo, tranquillo e sicuro.
Addormentandosi
tra le braccia del suo scudiero, Ramsay ebbe appena il tempo di pensare che
tutto sarebbe andato bene, che aveva in pugno Jon Snow e Sansa Stark e che
nessuno gli avrebbe tolto Grande Inverno, che sarebbe rimasto lì tranquillo e
beato… insieme a Theon Greyjoy!
Ma
il suo neurone solitario era stato troppo ottimista e una tempesta si
preannunciava all’orizzonte, mentre lui nemmeno ci pensava alla lontana…
Fine capitolo
settimo