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Autore: MR X    02/02/2018    0 recensioni
Bill Kaulitz.... un sedicenne tedesco effeminato.... bullizzato per il suo particolare look ispirato alle boy band visual kei giapponesi..... con una forte passione per la musica giapponese..... con genitori separati da quando aveva sei anni...... con un grande dolore per la scomparsa di suo fratello gemello decide di cambiare vita. Dopo la fine di una relazione travagliata di un anno e mezzo e la delusione di un amico che forse per lui è qualcosa di più, Bill partecipa a un concorso organizzato dalla Ps Company vincendo una borsa di studio; che gli consente di effettuare un tirocinio musicale della durata di un anno e mezzo presso una delle band della famosa etichetta discografica nipponica. é la mia prima Fiction, spero vi piaccia, i personaggi sono principalmente i membri dei The Gazette e Bill Kaulitz direttamente dai Tokio Hotel.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1 cap. Una partenza travagliata
 
 
Le valige erano pronte davanti alla porta di casa, mancava solo darsi una pettinata e basta.
- Bill scendi sei in ritardo!!!-, -eccomi mamma- rispose il ragazzo dalla sua stanza, si diede un’ ultima passata di piastra e scese.
- tutto questo casino per affrontare 24 ore di viaggio mi sembra un po’ esagerato – disse la madre al ragazzo e lui rispose – mamma ora con gli aerei super veloci a Tokyo ci si può arrivare in sole 18 ore, e poi bisogna essere sempre in ordine- e la madre - ok.. ok, basta che ti sbrighi Bill -.
Bill’ s pov
Tornai su in camera per prendere le ultime cose per il viaggio, dovevo trasferirmi a Tokyo per il mio tirocinio musicale, fin da piccolo ho sempre sognato di fare il cantante, la musica è l’unica cosa che mi è rimasta nella vita, l’unica cosa che non mi ha mai tradito e non mi ha mai provocato sofferenza .Ho sofferto molto durante la separazione dei miei quando avevo 6 anni, nel sapere che mio fratello gemello era scomparso a 14 anni, nella mia storia d’amore con Chris durata circa 1 anno e mezzo, tra un tira e molla continuo e crisi di pianto alla fine l’ho lasciato io, lui non mi amava veramente, era solo innamorato del mio corpo e basta. Lo dimostra il fatto che mi ha sempre chiesto fin dalla prima settimana che ci   
Siamo messi insieme – allora quando facciamo sesso?-, dopo 9 mesi circa l’ho lasciato perché non la smetteva più di chiedermelo, lui intanto per 6 mesi se l’è fatta con un altro poi a marzo è tornato da me ed è durata ancora tra di noi fino a quando a giugno l’ho scoperto al letto con quel ragazzo che aveva frequentato prima di tornare da me. Allora lì io l’ho lasciato definitivamente, lui voleva fare tutto e subito e io a questa cosa non ci stavo, bisogna saper aspettare e rispettare i tempi dell’altro, ma lui no!!!, lui aveva fretta, tant’è vero che siccome si era stufato di aspettarmi è andato a letto con qualcun’altro,anzi no a dir la verità con il mio miglior amico Andreas, doppio schifo quindi. Che ingenuo che sono stato a credere che fosse cambiato durante quei mesi in cui ci eravamo lasciati, credevo che avesse capito le mie paure e che ci tenesse a me, ma è stata solo una pura illusione, lui voleva solo sesso facile e siccome  io non volevo farlo subito mi ha reputato poco interessante e mi ha addirittura messo le corna.
Mentre cerco le mie cose do uno sguardo al comodino e vedo la foto di noi due, assalito dai ricordi scoppio in un pianto rotto,
 

 
 
mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo conosciuti, è stato davanti alla gelateria creme und shokolade di Loitsche , era estate e faceva caldo, ero con Andreas  che mi presentò a lui, io lo guardai con aria indifferente e gli dissi un banale piacere sono Bill . lui invece mi strinse forte la mano dicendo – piacere di conoscerti, io sono Christian krumpfer ma tu puoi chiamarmi anche Chris- e io subito gli dissi – Krumpfer? Che strano anche la nostra prof. ha questo cognome- lui a quel punto rispose  – infatti io sono suo figlio e da domani mi trasferisco in classe  vostra-. Io gli lanciai un urlo dicendo – che …. Che cosaaaaaaaaaaaaaaaaa?????!!!!!!!!!!!!!!!! – lui disse – si hai capito bene e comunque non c’è bisogno di urlare- - lo so, è che mi sembra così assurdo, poi tua madre praticamente mi odia primo perché mi vesto in modo strano secondo lei…- - in effetti non ha tutti i torti, non capita tutti i giorni di vedere un ragazzo che si trucca e veste come una ragazza, inoltre hai dei lineamenti molto femminili - - ecco appunto…. Secondo non vado per niente bene nella sua materia,cioè matematica e le equazioni mi danno al vomito…. In poche parole io odio la matematica!!!!! Non la capisco proprio!!!!!!!!!!!! -. Lui scoppiò in una sonora risata e disse – accipicchia, allora sei proprio una frana eh? – e io mannaggia me a quel punto arrossii, avrei voluto uccidermi per questo. Poi lui si avvicinò rispondendomi – non preoccuparti piccolo io posso aiutarti e convincere mia madre a chiudere un occhio, poi tu sei anche molto carino… uhm chissà – e poi mi baciò sulla guancia, io arrossii ancora più  violentemente e dissi – noooooooooooooo non mi toccare, che intenzioni hai?- - accipicchia che scorbutico che sei, perché non ti rilassi e ti godi la vita invece di essere così impacciato?-, a quel punto intervenne Andreas in mia difesa dicendogli – dai lascialo in pace, sai è molto timido e non gli piace parlare di sé -. Io intanto pensavo “ bravo Andreas tu si che mi conosci” e in  effetti mi conoscevi veramente bene, sapevi capire quando ero triste, felice. Insicuro diffidente; era solo passato qualche anno dalla scomparsa di mio fratello e quanto avevo pianto, e tu quante volte mi sei stato accanto a consolarmi, coccolarmi e rassicurarmi. Tant’è che io a un certo punto  ti ho amato tanto ma ho sempre avuto paura di dirtelo, temevo  ti allontanassi da me e non mi rivolgessi più la parola, ma ora non ti amo più dato che mi hai tradito con Chris lasciandomi  l’ennesima cicatrice ma allo stesso tempo ti ho perdonato perché so che non è stata tutta colpa tua.                                                
_ Bill ma che stai facendo?- disse mia madre riportandomi alla realtà, io risposi – niente, pensavo tutto qua - - se pensi ancora un altro po’  a Tokyo non ci vai più - , merda mi ero talmente perso nei miei ricordi che mi ero dimenticato di quello dovevo fare. Presi la valigia e scesi giù, mia madre disse – buona fortuna tesoro, ricordati di mangiare sano e non ingrassare- - tranquilla mamma non ho mai avuto bisogno di una dieta e poi in Giappone si mangia poco, infatti lì sono tutti magrissimi- risposi io prontamente e mi diressi verso la porta contento  di andare in un nuovo paese e voglioso di conoscere nuova gente.
 
Bill salì in macchina del patrigno che si diresse subito verso l’aeroporto di Berlino, il ragazzo era tutto agitato, non vedeva l’ora di arrivare a Tokyo la città dei suoi sogni, poi adorava i gruppi visual kei e oshare kei alla quale si era ispirato per le sue pettinature dandogli un tocco più occidentale. Appena arrivati Bill scese  in fretta e appena avvistò Sato, colui che sarebbe stato la sua guida infatti oltre il giapponese conosceva anche il tedesco, l’italiano, l’inglese,lo spagnolo e il francese. – Ciao Sato come và- -bene Bill ti vedo in gran forma - - anche tu mi sembri in forma- - allora sei pronto per andare a Tokyo? - - scherzi? Non sto più nella pelle - - bene mi fa piacere, questa è la grinta che voglio e di cui avrai tanto bisogno per sopravvivere là - - lo so e ce la metterò tutta- rispose infine Bill con un sorriso a trentadue denti. Intanto il patrigno li raggiunse e si rivolse a Sato – allora è lei il sign. Sato Okikara, io sono Gordon Trumper il patrigno di Bill, gli affido questo giovane sedicenne per tutta la durata del suo tirocinio a Tokyo di circa un anno e mezzo, mi raccomando abbia cura di lui- - senz’altro sign. Trumper, stia tranquillo per il suo ragazzo me ne prenderò cura io- ok allora ciao Bill divertiti e abbi cura di te- - certo papà non preoccuparti, saluta la mamma e la nonna da parte mia- rispose Bill al suo patrigno e si diresse insieme a Sato verso l’aereo porto di Berlino.
 
Bill’s pov
 
DRIIN!!!!!!!!!!!!! DRIIN!!!!!!!!!!!!!! mi suona il cellulare, lo tiro fuori dalla tasca dei jeans e guardo il nome sul display ma appena lo leggo per poco non mi prende un infarto, “Andreas???!!! ma cosa vorrà a quest’ora?” penso fra me e me per una frazione di secondo, poi finalmente mi decido a rispondere. - Pronto- - pronto, ciao Bill sono Andreas e…..- - questo lo so anch’io idiota- risposi acido e lui – accipicchia quanto sei nervoso questa mattina- - è abbastanza plausibile visto che fra meno di un’ora arriverà il mio aereo per Tokyo- - cos…..cosaaaaa???!!! e non mi hai detto nulla Bill?!  sai in questi giorni mi sei davvero mancato e pensavo di passare un po’ di tempo con te oggi ma visto che stai per partire io……..-. “ oddio santo ma perché non mi lascia in pace questo cristiano” pensai e poi le risposi - ancora con questa storia!!!! -, la mia voce da leggermente irritata si fece più dura, - Bill io….ecco io….- cominciò a balbettare Andreas  e io risposi interrompendolo – Andreas è inutile che insisti a voler uscire con me, non l’hai ancora capito che non mi interessi e….- - Bill non dire bugie ti prego, non ti sopporto quando fai così – stavolta fu lui ad interrompermi. - Bill ma non lo capisci che ti amo??????!!!!!!!!!!!!!!!  Perché è così difficile da capire per te??????!!!!!!!!!!!!! - urlò lui,  lacrime amare mi rigarono il volto e cominciai a singhiozzare. Il suo tono di voce si fece più preoccupato – Bill…. scusami…… non volevo ferirti - - bè lo hai fatto……..e adesso attacca questa merda di telefono!!!!!!!!!!!!!!! - - ma perché fai così - - lo sai benissimo e ora attacca - -invece io voglio parlare di quella cosa-  - e io non voglio parlarne mai più - - Bill non è così che si risolvono i problemi - - io li risolvo come mi pare a me e non insistere o ti attacco il telefono in faccia - -tanto non cambierà molto…. allora hai optato per jeans stretti, converse bianche, maglietta attillata con giacca di cuoio ,capelli lisciati con  piastra e cresta sulla punta, matita nera molto marcata e ombretto grigio….. figo sei davvero molto sexy oggi, quasi mi è venuta voglia di saltarti addosso-. - Andreas ma come fai a sapere come sono vestito e ……- non feci nemmeno in tempo a finire la frase che sentii una mano sfiorarmi la spalla, mi voltai spaventato e mi ritrovai le labbra di  Andreas incollate alle mie. Appena mi fu possibile mi scansai di colpo, lui prese il mio viso fra le sue mani e incominciò ad accarezzarlo per poi sussurrarmi all’orecchio - non scappare come fai di solito ti prego, voglio parlarti-.
Porca miseria e ora che cosa dovrei rispondere di fronte a quel tono implorante e quell’espressione vogliosa di voler chiarire al più presto questo terribile malinteso? Non lo so nemmeno io, tuttavia prendo un enorme respiro prima di parlarti e poi ti dico - forse se togli le tue mani dal mio viso si potrebbe anche fare-. Tu obbedisci e mi accenni un sorriso e anche io non posso fare a meno di ricambiarlo sorridendoti a mia volta, era da tanto che non ti vedevo farlo, adesso mi sento molto meglio  e ti metto le braccia al collo, tu mi cingi in un dolce abbraccio e io mi sento di volare. Parliamo per circa mezzora di quello che è successo in quei mesi e quella sera che ti ho beccato al letto con Chris e tu mi chiarisci tutto, mi spieghi che da parte tua non c’era la benché minima  voglia di ferirmi così, mi riferisci che Chris ti ha minacciato anche fisicamente per questo, aiutato dai suoi amici ovviamente, così man mano tutte le incomprensioni vengono fuori e i miei dubbi svaniscono, infine mi spieghi che lui ha voluto che noi litigassimo perché pensava che tu fossi d’intralcio per lui, credeva che io non mi lasciavo andare con lui per colpa tua…. Che stronzo; ma ora che ho capito tutto posso perdonarti definitivamente. Driin, squilla un’altra volta il mio cellulare, guardo il nome sul display…..o cazzo è Sato!!!!!!!!!!!! mi affretto a rispondere. - Bill ma dove diavolo sei finito???!!!!!!!!!!! L’aereo parte tra cinque minuti sbrigati- - ok  Sato non ti arrabbiare sto arrivando- e così attaccai il telefono, salutai Andreas e mi diressi verso il mio aereo.

 
   
 
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