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Autore: Malykon    02/02/2018    0 recensioni
"Sarà sempre così difficile, Tikki?"
"Marinette" Disse la piccola appoggiandosi teneramente su di lei. "Esiste il detto ' in guerra e in amore tutto è lecito perché solitamente bisogna lottare con i denti per ottenere ciò che si vuole"
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"Plagg" Disse con voce insicura "E se dovessi perderla a causa mia?"
Il kwami scosse la testa con fare deciso, prima di guardarlo dritto negli occhi. "Non succederà, Adrien. Voi vi amate e sono sicuro che qualsiasi cosa accada, voi vi ritroverete sempre."
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter two
 
 
“Adrien smettila di complicarti la vita! Lascia le cose così come stanno, no?” Disse il piccolo kwami nero quasi esasperato.
“No, Plagg. Non capisci. Non voglio rinunciare a lei senza sapere perché, cosa non va in me o se ci fosse già qualcuno nel suo cuore. Capisci? Non posso arrendermi se non so contro cosa combatto” Non ne voleva sapere.
Adrien era deluso, amareggiato dall’ennesimo rifiuto della sua Lady, ma d’altra parte voleva capire e, lì dove era possibile, tentare con tutte le sue armi per farsi amare. In fondo, il problema fondamentale è che lei non lo conosceva, non aveva prestato molta attenzione a tutti i piccoli particolari del gatto nero come lui faceva con la coccinella. Magari conoscendosi, si sarebbe ricreduta sui suoi sentimenti.
“Sai che rischi di compromettere l’affiatamento che avete nella vostra squadra, vero?” Disse di risposta in modo del tutto serio.
“Sai che rischi di compromettere la buona riuscita della salvaguardia di Parigi, per una tua infatuazione? Questo non è un gioco ragazzino, richiede la tua più totale attenzione”
Adrien sembrava abbattuto, e al suo piccolo amico dispiaceva vederlo così, ma d’altronde non poteva accantonare gli interessi per cui era stato creato per assecondare i capricci d’amore del suo possessore.
“Ti prometto che non contro prometterò nulla Plagg, ma non cambierò idea” Disse risoluto prima di girarsi dall’altra parte del letto per poi poco dopo, addormentarsi.
Era già da un bel po’ che il piccolo si trovava al fianco di Adrien nelle sue battaglie contro il nemico e, volente e nolente, iniziava ad affezionarcisi.
D’altra parte però cominciava a chiedersi come stesse Tikki. Era da un sacco di tempo che non le parlava, da quasi 30 anni per l’esattezza, quando entrambi i vecchi portatori dei miraculous conoscevano le proprie identità e permettevano così ai due di stare insieme. Tutto quel tempo non frenava però il suo costante preoccupamento per la kwami della coccinella, erano stati creati insieme e quel legame andava oltre allo spazio temporale che determina la vita di un uomo, era un amore sia fraterno che non senza limiti, letteralmente infinto, e sapeva che se non fosse stato con Adrien e la nuova Lady bug, si sarebbero rincontrati di nuovo e valeva sempre la pena aspettare.
Si lasciò andare a fianco del suo amico aspettando che il sonno s’impossessasse anche di lui.
 
 
“Muoviti Marinette, o farai tardi anche questa mattina!” Sentì urlare dal piano di sotto da sua madre. “Arrivo, mamma! Non trovo il libro di fisica!”  Disse mentre ,concentrata nel finire la fetta biscottata cercava in lungo ed in largo il suo libro. Ieri era stata sveglia fino a tardi per studiare e finire i compiti, e proprio non poteva permettersi una nota per non avere il libro.
Ma del libro, non c’era traccia.
Amareggiata si incamminò il più velocemente possibile verso scuola, era già parecchio in ritardo e quel giorno non era di certo iniziato nel migliore dei modi.
Così sarebbero andate le cose, Marinette arriva in ritardo, l’insegnante la rimprovera e per punizione, chiamerà lei per la correzione dei compiti. Compiti che, nonostante aveva fatto, non aveva con se.
Alle volte era veramente tentata di usare… il suo alter ego per arrivare in men che non si dica a scuola, ma per fortuna la parte infantile di lei era messa quasi subito a tacere dalla responsabile e decisamente non sconsiderata Marinette, che, puntualmente, aveva quasi sempre almeno dieci minuti di ritardo per questo.
Arrivò verso il cancello della scuola correndo, notando un’altra figura avere il suo stesso comportamento poco più distante da lei.
E più si avvicinava, più Marinette rallentava involontariamente la corsa, notando quei capelli biondi sparsi al vento e quegli occhi verdi presi dall’ansia di essere in ritardo come… beh, come lei.
“Muoviti Marinette, o non la passeremo liscia!” Disse il suo Adrien, prendendola per un braccio e continuando a correre senza fermarsi.
“Ah, eh, so! Se, cioè si!” E divenne rossa in men che non si dica, ma, per fortuna lui non se ne accorse, dato che era proprio davanti a lei impegnato a trascinarla il più veloce possibile.
Non appena aprirono di scatto la porta, sembrava che in classe fosse entrato un uragano. E la visione di Marinette non tardò ad avverarsi… solo con la presenza di Adrien con lei.
Vedeva Alya sott’occhio che la guardava incuriosita da quell’entrata, ma non poté considerarla più di tanto perché poco dopo, si ritrovò davanti una professa non proprio entusiasta a braccia incociate, scrutarli dall’altro al basso.
“Ci scusi” Disse prontamente Adrien “Ci siamo persi nel ripassare, scusi, non succederà più” Disse lui con una convinzione tale che sembrava assolutamente vero, ma Marinette non poté che evitare di guardarlo ad occhi spalancati. Poteva parlare per lui ! Lei non si era affatto persa nel ripasso o roba simile e se la donna avesse provato a farle anche una sola domanda se ne sarebbe accorta immediatamente.
“Adrien, non posso ignorare il vostro ritardo come se nulla fosse. Per oggi siederete vicini al primo banco e correggerete gli esercizi. Se avanzerà tempo, interrogherò uno dei due, a vostra discrezione. Andate ora” Disse pronta e ferma, facendo con un rapido gesto della mano segno a Ninò per farlo spostare che prontamente si alzò con uno scatto andando vicino ad Alya. Non che gli dispiacesse, ovvio. Solo, era teso per il suo amico.
Marinette dal canto suo sembrava una bambola di pezza. In quel momento non riusciva a collegare tutto, ovvero la parte che da lì a poco avrebbe dovuto correggere degli esercizi fantasma davanti a tutta la classe in quel momento non la toccava minimamente. No, era solo concentrata sulla frase dove diceva che, per tutto il giorno, sarebbe stata seduta accanto ad Adrien. E questo non la aiutava di certo ad essere spigliata nel parlare.
Solo una volta arrivata al posto, notando gli occhi della professoressa puntati su di lei, andò ancora più notevolmente in panico.
Adrien se ne accorse, e, con discrezione, le posò una mano sulla gamba per attirare la sua attenzione. Al che, la corvina, ovviamente, fece un piccolo balzo irrigidendosi.
“Marinette, hai il libro vero…?” Chiese lui sotto voce. Lei rimase qualche secondo immobile, come se avesse perso l’uso della parola, così a fatica, come se fosse un piccolo pezzo di legno, scosse piano la testa per fargli capire che no, non l’aveva.
Il ragazzo S’incupì, introducendo un’espressione pensierosa, ma solo per qualche secondo, poiché dopo qualche istante tornò sereno come se nulla fosse.
Le passò il suo libro di chimica sotto al banco, mentre lui ne apriva uno a caso giusto per averne uno sotto agli occhi suoi e dell’insegnante.
“Adrio-an, ma..t-e?” Riuscì a dire sottovoce, mentre il ragazzo senza voltarsi rispondeva “Mi basta che lo tieni abbastanza vicino per darci una rapida occhiata, per il resto vado a memoria” Finì facendo finta di cercare l’esercizio sul libro.
“Inizi tu, Marinette?” Chiese la professoressa fin troppo gentilmente. “Ah, Eh, uhm, si!”
Andò tutto alla perfezione. Lei riuscì a leggere senza stopparsi troppo, e questo non fece sospettare nulla alla professoressa, soprattutto perché Adrien veramente andava a memoria, e dava un’occhiata raramente al suo libro.
Fino a quando però, la professoressa non chiese a Marinette di venire a farsi interrogare.
Il biondo lesse negli occhi della ragazza puro terrore e, prima che se ne accorgesse anche la donna, attirò la sua attenzione.
“Professoressa, se permette e se a Marinette va bene, vorrei venire io. L’ultimo voto di fisica era un po’ basso e, beh… lei sa com’è mio padre… preferirei rimediare prima possibile, per evitare guai” Cercò anche di fare una foce mezza incerta, al che, la professoressa non poté che guadarlo con compassione. “Certo, Adrien, non c’è problema. Per te è un problema, Marinette?”
Sentendo il suo nome, tanto rapita dalla scena, quasi sobbalzò. “No, no… va bene” Disse cercando di trattenere l’entusiasmo, mentre regalava al ragazzo accanto a lei uno sguardo pieno di gratitudine, ma, quando lui lo ricambiò con un sorriso, diventò nuovamente rossa come un pomodoro.
“Io.. Tu, no, cioà-è, Buona sfortu- Fortuna” Disse, poi coprendosi il volto con le mani sentendosi andare a fuoco.
Sentì una piccola risata dal ragazzo affianco a lei mentre si alzava e le rispose un “Grazie” dal tono estremamente dolce, prima di alzarsi ed andare di fianco alla donna per prendere il posto di Marinette, proprio come un vero eroe.
 
 
La vide in pausa pranzo parlare gesticolando velocemente e frettolosamente con Alya, e gli venne da pensare che effettivamente, quando parlava con lui non era mai così sciolta e … se stessa.
Si chiese se fosse per antipatia nei suoi confronti. In fondo, il primo giorno di scuola c’era astio palese e, nonostante per lui fosse tutto okay, magari per lei non lo era.
Lui considerava Marinette una delle sue migliori amiche, soprattutto nei panni di Chat noir. Con lui lei era disinvolta, allegra, schietta e sorridente, ed adorava quella versione di lei, e vederla così diversa con il vero lui un po’ lo faceva stare male.
“Ma guarda che se reagisce così è tutt’altro che fredda. Ragionaci, è ovvio che gli piaci, sveglia ragazzino! Ecco, potresti cercare una come lei, e lasciare stare le tue follie d’amore per la tua Ladybug” disse Plagg poco dopo, mentre lui gli dava la sua solita fetta di Camembert.
“Ma cosa dici, Plagg. Dovrebbe essere come Chloè, altrimenti no? E Dio, menomale che non lo è” disse con un sospiro.
“Guarda che quella bionda è tutt’altro che innamorata. Quella è ossessionata dal modello che sei e dal potenziale partner ideale per la sua immagine. Avanti Adrien, ti facevo più furbo, svegliati!”
Adrien li guardò quasi contrariato, lasciandosi andare ad un piccolo broncio da bambino.
“Comunque ti sbagli… E poi, per quanto possa essere dolce Marinette, è Ladybug l’unica per cui adesso c’è posto nel mio cuore. Non ci posso fare nulla e lo sai. Diamine Plagg, ma sei mai stato innamorato?” Disse e al che il kwami scosse la testa. “Ah, ragazzino, doveva ancora nascere il tuo trisarcavolo da quando è successo” Disse quasi offeso.
“Trisar che?”
“Sarebbe il nonno del tuo trisnonno” Disse cercando di spiegarsi. Il biondo aggrottò la fronte confuso, al che il kwami sbuffò sconsolato. “Nulla nulla, lascia perdere.” Concluse il piccolo, infinte.
 
 
Era ormai giunta la fine della giornata, era l’ultima ora e il suo fantastico giorno affianco ad Adrien stava ormai per terminare.
Era stato un misto fra paradiso ed eterna agonia. Paradiso perché era da sempre che desiderava cercare di stargli così vicino, agonia perché nonostante questo le era comunque impossibile parargli ed evitare di arrossire, per cui, semplicemente, abbassava lo sguardo la maggior parte delle volte che gli parlava.
Alla fine delle lezioni, nel momento esatto in cui la campanella suonò, Adrien si alzò pronto a fermare la corvina da una spalla per parlare, voleva chiarire i suoi dubbi e cercare di spiegarle che ci teneva ad evere un normale rapporto d’amicizia, quando, però, un razzo dai folti capelli rossi non lo anticipò di qualche secondo parandoglisi davanti ed attirando tutta la sua attenzione.
“Mar.. Ciao. Marinette… potrei rubarti un attimo?… Vorrei parlarti… in privato”
   
 
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