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Autore: Malykon    25/01/2018    1 recensioni
"Sarà sempre così difficile, Tikki?"
"Marinette" Disse la piccola appoggiandosi teneramente su di lei. "Esiste il detto ' in guerra e in amore tutto è lecito perché solitamente bisogna lottare con i denti per ottenere ciò che si vuole"
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"Plagg" Disse con voce insicura "E se dovessi perderla a causa mia?"
Il kwami scosse la testa con fare deciso, prima di guardarlo dritto negli occhi. "Non succederà, Adrien. Voi vi amate e sono sicuro che qualsiasi cosa accada, voi vi ritroverete sempre."
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Chapter one.





Anche se apparentemente non sembrava affatto, la vita di Marinette era diventata ormai insostenibile per qualsiasi adolescente. Frenetica, senza un attimo di tregua e di tranquillità.
Se , da un lato c’era la già normale ragazza piena di compiti ed impegnata con la scuola, con la moda e con, qualche volta, anche i suoi amici, dall’altro lato c’era la vita da supereroina, nascosta a tutti, imprevedibile ed inevitabile. Ladybug poteva servire nei suoi momenti vuoti come in una delle sue peggiori e movimentate giornate a scuola, ma non voleva lamentarsi, perché la faceva stare bene, essere utile all’intera città, essere libera di essere se stessa, anche se coperta da una maschera.
Lo stesso capitava nella vita di Adrien, che era passato dalle sue giornate chiuso in casa con Natalie a studiare privatamente, ad avere non solo degli amici e ad andare a scuola come ogni ragazzo normale, ma anche a dover tener conto ad una vita che lui definiva senza freni inibitori, dove poteva lasciare uscire il suo carattere giocoso e sincero dietro alla sua maschera da gatto nero senza dover per forza rovinare l’immagine del modello serio e distaccato che suo padre ci teneva a tenere in piedi.
Il rapporto con suo padre non era mai stato dei migliori, sin da piccolo, Adrien è stato abituato ad essere solo , trascurato e senza un affetto che si ci aspetterebbe da un padre. Certo, gli piaceva renderlo fiero di lui, era normale, ma tuttavia gli mancava qualcosa, qualcosa nelle sue reazioni, qualcosa in più nel suo sguardo, nei suoi occhi… qualcosa di più umano. Come se per lui, avere un figlio fosse solo una delle altre cose da tenere sotto controllo nella vita e da fare andare per il meglio.
Per Marinette invece era del tutto differente. L’amore datogli dalla sua famiglia era enorme, ed ogni sua scelta era sempre stata appoggiata e ben consigliata.
Eppure, nelle loro vite così differenti ma ugualmente frenetiche e nascoste, entrambi sono riusciti a trovare un punto d’incontro che nemmeno sanno di avere.

Era diventato difficile per lei vederlo ogni giorno a scuola, proprio davanti a lei, senza poter parlargli tranquillamente senza rovinare tutto balbettando o parlando di cose totalmente a caso presa dall’agitazione.
Alya cercava di consolarla e di spronarla ad interagire con lui, convinta che con il tempo sarebbe riuscita a parlargli normalmente e, magari, a far nascere qualcosa in più come per lei e Ninò.
Ma il punto, per Marinette, era che non riusciva a considerarlo alla sua altezza. Ogni volta che provava a parlargli non riusciva a trovare un punto d’incontro per non sembrare un’emerita idiota, ma non ci riusciva perché era così che si sentiva e, onestamente, cominciava a pensare che il suo sentimento a senso unico per il biondo stava diventando piano piano il suo dolore più grande, che riteneva non sarebbe mai stato possibile da ricambiare e che, proprio per quello, non ci sarebbe mai stato un rapporto normale come lei avrebbe voluto e come l’amica la spronava a cercare.
Nel cuore di Adrien, invece, non c’era evidentemente spazio per nessun’altro se non la sua amata compagna di avventure. Non riusciva ad accettare di essersi innamorato così velocemente di lei ,e di non sapere neanche cosa o chi si celasse dietro la maschera.
Per molto aveva provato a convincersi che la sua era un’infatuazione per la bella eroina che salva Parigi nei momenti più bui e che spesso aveva salvato anche lui, ma, con il passare del tempo, ogni sorriso, ogni gesto, anche dal più insignificante da parte sua gli facevano battere il cuore fino a tal punto che avrebbe giurato che gli sarebbe esploso.
Amava tutto di lei, e non era una frase fatta. Ama il suo carattere deciso e limpido, la sua inevitabile ironia anche nei momenti peggiori, il suo sorriso nascosto dalle risate, il suo sguardo limpido e sicuro, senza veli, il suo gesticolare, la sua temperanza e testardaggine, e si, amava anche quella.
Amava lei, ed era pronto a fare qualsiasi cosa per fargli capire quanto speciale fosse per lui e, soprattutto, per farsi ricambiare.


Anche per oggi, un’altra akuma era stata librata nell’aria e ormai per Ladybug e Chat noir stava diventando quasi un’abitudine ritrovarsi a fronteggiare nei momenti meno opportuni qualcuno caduto in preda alla rabbia, malinconia, tristezza e a dover affrontare attraverso loro i tentativi, sempre vani, di Papillon di appropriarsi dei loro miraculous.
“Ciao ciao micetto” La corvina stava già per saltare giù dal tetto per tornare a casa, quando sentì il ragazzo afferrarla per la spalla ed impedire la sua fuga.
“Ladybug, aspetta un secondo soltanto. Possiamo parlare?”
“Dimmi pure” Riprese lo yo yo per guardarlo negli occhi ed aspettare che parlasse.
Il gatto nero si ritrovò improvvisamente senza nulla da dire, o , almeno, senza un discorso sensato pronto per quella situazione. In testa aveva frasi sconnesse che avrebbe dovuto sbrigarsi a mettere insieme per formare un discorso, se non voleva che la ragazza andasse via per lo scadere del tempo del suo miraculous.
“Insomma… da quant’è che ormai salviamo Parigi insieme, mesi? Nel senso, penso che ormai potremmo fidarci di noi e insomma… beh…” Chiuse un secondo gli occhi per permettere alle parole di tornare nella sua bocca e alla sicurezza di non scappare via con la coda fra le gambe. “Beh, questa volta… potremmo restare allo scadere dei miraculous, ecco” Disse, finendo il suo discorso quasi con la coda fra le gambe.
Dal canto suo, la ragazza lo guardava senza dire niente e questo metteva non ben poca agitazione al gatto.
“Chat… lo sai benissimo che non possiamo. Già è dura proteggere un’identità, figuriamoci due. E poi… immagina, se scoprissimo di non sopportarci, nella realtà? Rovineremmo la nostra amicizia.” Disse, girandosi poi verso il cielo stellato.
“Diciamo che la nostra amiciza sembra quasi essere di un mondo a parte, come se fosse l’eccezione che conferma la regola. Non penso che mischiarla con la vita privata migliorerebbe la cosa… che migliorerebbe noi.” Concluse, girandosi appena con la testa guardando il micio con un piccolo sorriso misto malinconico e rassicurante.
Lui avrebbe voluto dirgli che non gli importava perché i sentimenti che provavano per lei non potevano svanire nel nulla, che qualsiasi persona sotto la maschera ci poteva essere, lui era sicuro che gli sarebbe piaciuta comunque. Ma, al sol pensare che invece da parte sua scoprire la sua identità la potesse mettere a disagio o la potesse deludere, gli fece ringoiare tutte le parole che avrebbe voluto dirle per farle comprendere il significato della sua proposta.
Prese tuttavia, un’altra strada deciso a non mollare la presa. Ormai erano in ballo e non si sarebbe arreso fino alla fine delle danze.
“Allora okay, ma penso ci sia una cosa che dovresti sapere prima di andartene” Iniziò, prendendo fiato e ritrovando la forza di guardarla negli occhi pronto a parlarle dei suoi sentimenti.
“Devi sapere che provo qualcosa per te, e che per quanto io ci provi, non posso proprio reprimere. Non mi importa se con o senza maschera, io li provo e tu dovevi saperlo”
Lei non rimase colpita dalle parole di lui, già lo immaginava e probabilmente Chat noir non si rendeva conto di quanto fossero limpidi i suoi sentimenti… o almeno, fino a quel momento.
“Chat… sei molto importante per me, dico sul serio, ma…” Si girò, non avendo per una volta la forza di guardarlo negli occhi, perché avrebbe significato guardare quegli occhi sicuri e limpidi riempirsi di tristezza , e per colpa sua. “Ma solo come un amico, e non penso che questo potrà mai cambiare.” Disse infine, sentendo la presenza del ragazzo dietro di lei solo per i respiri che quasi tratteneva, dato che lui sembrava non avere intenzione di dire nulla.
“Ho capito” Si limitò a dire, prima di tirare fuori il bastone per scappare via da quella situazione. “Scusa se ti ho presa in contropiede. Buona serata!” Disse tirando un sorriso e sparendo in mezzo al cielo stellato ma buio di Parigi.

Quella notte Marinette non riusciva proprio a prendere sonno.
Restava lì, alla finestra, con l’aria che lentamente le scompigliava i capelli sciolti, a fissare il cielo in cerca di un inizio del suo infinito, con troppi pensieri in testa per decidere di affrontarli.
Non voleva pensare a nulla, se non al numero di stelle che riusciva a contare in cielo. O almeno, quella era la sua intenzione, finché non vide una figura agire indisturbata fra un tetto all’altro di Parigi, una figura che avrebbe riconosciuto anche da lunghe distanze.
“Come mai ancora sveglia, Purrrrincess?” Disse atterrando con passo felpato nel balcone della ragazza.
“Troppi pensieri” Si limitò a dire scrollando le spalle. “E tu, Chat? Cosa ci fai in giro di notte? Qualche akuma?” Chiese fingendosi curiosa ma pronta ad entrare per chiamare all’opera la sua seconda parte di lei, per salvare per l’ennesima volta qualcuno preda di sentimenti oscuri.
“No, solo… anche io troppi pensieri. Ma nella casa dove vivo io, non fanno altro che accumularsi… “ Disse con sguardo perso fra le stelle, proprio come quello della ragazza pochi istanti prima.
“Vuoi parlarne?” Disse con cautela, immaginando purtroppo già su cosa sarebbe ricaduto il discorso.
“Nulla è solo che… Dio, l’amore fa proprio schifo” Disse, con voce amareggiata senza voltarsi.
Lei non poteva che concordare, ma di certo non era di quelle parole di cui aveva bisogno il biondo per cercare di consolare la ferita da poco subita, niente meno che dal suo alter ego.
“Chat… se è successo qualcosa con Ladybug, non penso affatto lei avesse cattive intenzioni. Cerca di vederla dal suo punto di vista. Ferirti era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare e sarebbe sicuramente fuori discussione che lei lo faccia volentieri. Ma illuderti? Non sarebbe stato ugualmente doloroso, se non peggio?”
Il gatto si girò con sguardo stupito verso la ragazza, per un attimo quasi senza parole.
“Quindi sono così evidenti i miei sentimenti per lei, eh?” Disse con una piccola risata ironica celata da due occhi verdi e terribilmente amareggiati.
“Suppongo che però tu abbia ragione. Dovrei chiederle scusa per come l’ho lasciata. Conoscendola, quel poco che mi è stato concesso, probabilmente l’ho lasciata talmente bruscamente che tutt’ora ci sta male… Diavolo, se solo sapessi chi fosse sarei già scattato da lei..” Disse con un misto di malinconia e rancore.
Marinette voleva veramente dire qualcosa per consolarlo, ma poteva capire il suo dolore di un amore che partiva svantaggiato, e sentendosi lei stessa così non poteva fare molto, se non ascoltarlo, e fargli sentire che non era solo e che gli era vicino e, come lei, anche se lui non poteva saperlo, anche la sua Ladybug.
Appoggiò la testa sulla sua spalla, fermandosi per qualche tempo indefinito, a guardare entrambi l’infinità del cielo in silenzio, ma un silenzio per niente imbarazzante, ma pieno di parole nascoste che non avevano bisogno di essere dette.
“Sai” Cominciò lui senza staccare gli occhi dal cielo.
“Se mi fossi innamorato di te al posto suo, sicuramente sarei sicuro di non soffrire mai”



Hello everyone! :)

​Vi rubo questo piccolo angolo per ringraziarvi intanto di aver aperto la mia storia, spero vivamente che vi possa piacere e se vi andasse di farmelo sapere con una recensione, positiva o negativa che sia è sempre ben accetta, sopratutto perché così so che la storia piace e andrò avanti con tantissimo piacere ^^
​Detto ciò volevo dirvi che più avanti modificherò probabilmente certe cose che nel cartone non succederebbero sicuro, non faccio spoiler ma volevo solo precisarlo, grazie ancora, alla prossima! ♥


 
   
 
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