Fanfic su artisti musicali > Monsta X
Segui la storia  |       
Autore: Dicorno_saddd    02/02/2018    1 recensioni
Minhyuk ha costruito la sua vita su un cumulo di menzogne.
Jooheon sarà l'unico a non credergli e a chiamarlo "bugiardo".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La pianura incolta si estendeva a vista d'occhio davanti a loro, sotto il tramonto che le faceva cupamente da sfondo. Le sfumature del viola avevano ormai impregnato il cielo che stava lentamente calando nel buio, avvolto da basse nuvole grigie che non promettevano nulla di buono. L'erba alta e il terreno secco sembrarono al bianco un ottimo rifugio per quella serata, per stare lontano dal mondo. Non ritornava in quel prato da anni, forse un decennio ci era passato da quando lì accanto, nel sottobosco, aveva passeggiato l'ultima volta con sua nonna prima che contraesse la leucemia e fosse quindi costretta in casa per gli ultimi anni della sua vita.
«Hey» il maggiore richiamò il castano tirando la manica della sua giacca finché l'altro non gli prestò attenzione distogliendo lo sguardo incantato sull'orizzonte. Il panorama doveva essere effettivamente bello per qualcuno che lo guardava per la prima volta, ma Minhyuk c'era così abituato che non gli faceva nessuna differenza. Sembrava stupido dare importanza a una cosa banale quanto un tramonto, qualcosa che si ripeteva giorno dopo giorno sempre allo stesso modo, continuando solo perché non poteva smettere, secondo un'incomprensibile legge astratta. «Siediti» lo esortò il maggiore abbassandosi per sedersi sul soffice e spesso manto d'erba. Era da tanto che non pioveva probabilmente, perché gli steli verdi avevano assunto un colore sbiadito e l'intera cortina di vegetazione si stava inaridendo. Tuttavia le condizioni meteorologiche parevano essere in procinto di migliorare per l'ordinaria flora del posto; le nuvole si stavano appesantendo sempre di più e sicuramente ci sarebbe stato un acquazzone di lì a poco. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e il mento sui palmi delle mani, concentrando il suo sguardo sul ragazzino ancora in piedi con lo sguardo leggermente confuso, allora il bianco incurvò le labbra in accenno a un sorriso rassicurante. Jooheon in tutta risposta si lasciò andare e prese posto accanto al maggiore, appoggiando la testa sulla sua spalla. L'altro si voltò leggermente verso di lui, sorpreso dal gesto, o forse solo confuso: una parte di sé ancora sperava di uscirne, da quella spinosa trappola chiamata "amore", nonostante l'altra parte si stava piacevolmente lasciando trasportare in balia della sua disperata ricerca di sollievo, perché quel ragazzino sembrava essere arrivato proprio per essere il suo nuovo appiglio nella lotta contro i suoi drammi.
«Perché siamo qui?» mormorò il castano distogliendo nuovamente il maggiore dalle proprie riflessioni.
Perché erano lì? Non c'era nessun motivo particolare, era semplicemente il primo posto vicino al cimitero che gli era venuto in mente. Da ragazzino aveva scavalcato il cancello del cimitero mentre sua nonna era occupata lì in una visita di cortesia, si era sbucciato le ginocchia cadendo, ma in compenso aveva scoperto la radura che, nascosta e silenziosa, si estendeva lontano dalla distruzione diffusa dall'umanità. Quel giorno aveva davvero fatto preoccupare sua nonna, lo ricordava bene, si era sentito così mortificato. Tuttavia ne era valsa la pena forse, aveva trovato un piccolo paradiso isolato, e dopo quella volta ci era ritornato, sebbene raramente, per abbandonarsi ai pensieri, per perdersi nel contemplare il profumo del cielo e la luminosità dei radi frutti rossi che crescevano spontanei nel sottobosco. Sua nonna era solita preparare una marmellata dolce ogni volta che da piccolo Minhyuk tornava a casa con un sacchetto di succose more o morbidi lamponi; se si sforzava, poteva ancora ricordarne il sapore sulla lingua. Era talmente nostalgico... E inutile.
«È solo un posto che mi piace.» rispose distrattamente il più grande ritornando lentamente a guardare il crepuscolo su di sé.
«Oh...» Minhyuk poté notare con la coda dell'occhio un piccolo e dolce sorriso sulle labbra del minore. «Sono contento che tu mi ci abbia portato allora» sussurrò ancora strofinando leggermente la guancia contro il cappotto del bianco.
Quest'ultimo, d'altro canto, si morse il labbro sentendo l'imbarazzo accrescersi nell'atmosfera intorno a sé. «Era semplicemente il posto tranquillo più vicino che conoscessi.» si limitò a rispondere con l'ormai studiato tono vuoto.
«Ma hai condiviso qualcosa di te» ribatté prontamente il minore, come se sapesse sempre perfettamente cosa dire.
«Puoi smetterla di farmi sentire stupido?» sbuffò Minhyuk dopo un po' pensando a quanto fosse inaccettabile il fatto che il più piccolo avesse compreso così facilmente punti deboli ai quali nessuno aveva mai neppure fatto caso.
Il minore sospirò pesantemente lasciandosi cadere svogliatamente all'indietro per stendersi sul prato, si portò le mani dietro la nuca per assumere una posizione più comoda e si prese alcuni secondi per decidere cosa rispondere, secondi che il bianco passò chiedendosi quale reazione avessero appena scaricato le proprie parole sull'altro.
«Non era mia intenzione...» sussurrò infine Jooheon, quasi sottovoce, poi chiuse gli occhi rilassandosi al silenzioso suono del vento che sfogliava i sottili fili d'erba. 
Il maggiore non rispose ulteriormente lasciando che il vuoto dilagasse tra di loro ponendo fine ad ogni segno di vita ci fosse in quella pianura, persino i loro respiri si confondevano con l'alito fresco del vento. Nulla sembrava poter disturbare quell'apparente placida calma che si era creata, se non fosse stato che il cielo aveva deciso di cedere proprio in quel momento.
Il minore si allarmò immediatamente distruggendo la pace creatasi, per lamentarsi e asciugarsi con la mano le goccioline di pioggia cadutegli sul viso.
«Minhyuk piove, su andiamo via» Jooheon scosse il bianco per un braccio e si aiutò a sollevarsi appoggiando una mano sul terriccio che già stava cominciando a impregnarsi d'acqua sollevando polvere ad ogni goccia che si infrangeva sul suolo arido. «Minhyuk, alzati dai.» il minore strinse la spalla dell'altro con una mano, ma la ritrasse subito sorpreso della reazione del maggiore che sogghignava ridendo. Era così melodiosa la sua risata nonostante la piega inquietante che avesse assunto. «Minh-»
«Taci» lo interruppe il bianco sollevando la testa verso l'alto, rivolta al cielo scuro che piangeva insipide lacrime ghiacciate. «Non senti quant'è bello il suono della pioggia? La voce umana è così insulsa a confronto» chiuse gli occhi lasciando che le gocce scorressero sul suo viso, lungo la fronte, gli zigomi, sul suo sorriso, scivolassero per il collo, fino a impigliarsi nella fitta rete della stoffa dei vestiti, che in poco tempo si stavano inzuppando. 
Jooheon restò interdetto a fissare la sua perfezione, costringendosi al silenzio per qualche secondo ancora, finché non avvertì la pioggia battente aumentare d'intensità e tornò a scuotere il maggiore per convincerlo ad andare via da lì. «Minhyuk ti ammalerai se non troviamo un posto coperto.» il castano rinunciò a lamentarsi dei vestiti o a cercare di ripararsi invano col cappuccio del giubbotto ormai completamente bagnato. «Ti prego... Puoi guardare la pioggia anche dalla finestra non c'è bisogno di prendere una broncopolmonite.» il minore sbuffò tirando l'altro per la manica ancora un paio di volte. «Minhyuk andiamo... Fallo per me...» alzò gli occhi preoccupato, preda dell'ansia disperata. Stringeva la mano del maggiore nella sua, ed era così fredda che sarebbe sembrato tranquillamente un cadavere in quelle condizioni, eppure lui sembrava così assorto da non volerne minimamente sapere di tornare vivo a casa.
«Cosa fa il sole quando arriva la pioggia?» il bianco parlò stringendo improvvisamente la presa sulla mano del minore con le dita intorpidite dal freddo estremo. Il più piccolo rimase in silenzio senza avere la più pallida idea di cosa rispondere a una domanda così apparentemente insensata. «Tu sei come il sole, Honey.» Minhyuk rivolse un sorriso accennato al minore, e per un attimo tutto intorno a lui sembrò fermarsi, la pioggia, l'oscurità, il freddo, e rimase solo quel sorriso scaltro, ironico e quasi sprezzante, un sorriso che gelò buona parte delle speranze rimaste al castano. «Io sono come la pioggia, invece. Quando essa arriva, con le sue nuvole pesanti, cariche di dolore, copre il sole, che si nasconde impotente, lo oscura, lo eclissa, cattura la sua luce e lo nasconde finché non passa.» sussurrò con voce roca il maggiore scandendo ogni inciso con una pausa quasi teatrale, ma, nonostante a primo impatto le parole colpirono in pieno il castano, non si lasciò spaventare per così poco.
«Ma quando passa poi i cristalli di luce formano l'arcobaleno.» Jooheon ingoiò la sua titubanza parola dopo parola, e finì col sorridere anche lui, di un sorriso limpido e sereno però.
Minhyuk tuttavia scosse la testa quasi divertito e si alzò rivolgendo i palmi verso l'alto perché l'acqua li ripulisse dai rimasugli di terreno. «La pioggia che mi caratterizza non c'è speranza che finisca.» mormorò delicatamente il più grande e, senza aspettare che Jooheon si riprendesse dalla sua ultima risposta, si incamminò dritto verso il paese, costringendo il minore a rincorrerlo. Quando lo raggiunse, però, il castano afferrò la mano del maggiore, in un silenzioso gesto simbolico, limitandosi a camminare accanto a lui, senza proferire parole, senza aspettarsi parole, senza pretendere parole. A volte erano del tutto superflue.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Monsta X / Vai alla pagina dell'autore: Dicorno_saddd