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Autore: Dicorno_saddd    02/02/2018    1 recensioni
Minhyuk ha costruito la sua vita su un cumulo di menzogne.
Jooheon sarà l'unico a non credergli e a chiamarlo "bugiardo".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"A te, 
Che mi avevi colpito così tanto a primo impatto,
che non mi sono mai pentito di quando ti ho baciato la prima volta.

A te,
Che mi avevi capito senza neppure conoscermi.

A te,
Che hai avuto il coraggio di darmi del "bugiardo" sin dall'inizio.

A te, 
Che ti sei preso cura di cose che mi riguardavano
alle quali nemmeno io prestavo attenzione.

A te,
Che hai portato un lampo di gioia nella mia monotonia.

A te,
Che non avevi alcun dovere nei miei confronti,
eppure ti sei incaricato di farmi tornare a vivere.

A te,
Che hai anteposto sempre me ai tuoi problemi, non hai mai esitato
quando si trattava di aiutarmi, trascurando persino la tua famiglia.

A te,
Che non avevi paura di farti vedere mentre piangevi.

A te,
Che non hai mai perso la speranza di farmi cambiare.

A te,
Che non hai mai smesso di tentare,
non ti sei mai arreso, non hai mai osato gettare la spugna.

A te,
Che hai creduto in me e hai sempre denigrato l'idea di "mostro" insita nella mia mente.

A te,
Che mi hai offerto la tua mano senza pensarci due volte, pur di avermi al tuo fianco.

A te, 
Che quando hai pensato di non essere all'altezza del compito
che ti eri autonomamente assunto, hai passato interi giorni a disperarti.

A te,
Che, a tuo discapito, non riuscivi a stare senza di me
e non hai mai voluto allontanarti davvero.

A te,
Che hai sofferto tanto a causa mia, perché non volevi abbandonarmi.

A te,
Che sei stato il primo e l'ultimo ad avermi, purtroppo, giurato fedeltà.

A te, 
Che mi hai strappato via dalle grinfie della morte
e mi hai riportato alla realtà, allontanando una per una le mie illusioni.

A te,
Che hai perdonato e dimenticato ogni mio errore e sbaglio.

A te,
Che mi hai insegnato ad amare qualcuno col cuore e non solo a parole.

A te,
Che credevi nel "per sempre", eppure adesso sono obbligato a parlare di te come un ricordo.

A te,
Che eri troppo giusto per questo mondo.

A te,
Che eri disposto a tutto per me, e hai gettato via la tua vita
e il tuo futuro quando mi hai visto sul lastrico.

A te,
Che non hai mai saputo che anche la tua morte è stata causata dell'ennesima bugia.

A te,
Che non ti ho mai chiesto scusa, nonostante ciò che ti ho fatto.

A te,
Che sei il motivo per cui oggi insegno a mio figlio che le bugie non si dicono.

A te, 
Che hai preso tutto di me e lo hai portato via ovunque tu sia in questo momento.

A te,
Che ogni tua parola l'ho stampata in mente e ho giurato
di non confondere mai neppure una frase di ciò che mi hai detto.

A te,
Che ogni tuo ricordo lo conserverò preziosamente fino alla fine.

A te,
Che te ne sei andato senza dirmi neppure una parola, perché forse avevi già parlato abbastanza...

A te,
Che hai sacrificato te stesso per una causa che non hai mai ritenuta persa.

A te,
Che hai lasciato il tuo sangue sulle mie mani, macchiando la mia anima
per l'eternità, vincendo una volta per tutte quella causa.

A te,
Che spero sia soddisfatto di me adesso, adesso che non voglio
più mentire a me stesso, adesso che so di averti amato davvero,
adesso che sono sicuro di non poter amare mai nessuno più di te.

A te, 
Che spero mi aspetterai fin quando non giungerà anche la mia ora.
Perché sei l'unica persona della quale ho accettato la mano,
e sarai l'unica persona alla quale vorrò tenere la mano mentre
attraverseremo insieme la linea di confine con l'aldilà.

So che la morte o è un ponte che conduce da qualche altra parte, o è la fine di tutto.
In cuor mio spero la prima opzione, ma temo la seconda...
Forse, per quanto sono stato crudele, io rinascerò insetto,
mentre tu 
rinascerai l'uomo più saggio del mondo.
A quel punto allora sarò la zanzara che ti tormenterà di notte
o la mosca che non ti farà mangiare in santa pace, ma non ti abbandonerò mai più.
E tu con la tua immensa pazienza mi 
sopporterai,
perché non voglio vivere un'altra vita senza di te."


 

«Appa» il bambino tirò la manica del cappotto del padre per attirare la sua attenzione. Era normale che un bambino di cinque anni fosse confuso dal trovarsi in quella situazione. «Chi è quel ragazzo? Perché c'è la sua foto qui dentro? Non è un posto per le persone giovani questo.» 
Chi era quel ragazzo...?
Come si fa a spiegare a parole chi è colui che ti ha cambiato la vita, ha distrutto ogni cosa esistente col suo uragano di vitalità e ha costruito una persona nuova?
Come si fa a dare una definizione della causa della propria sofferenza nel sapere di aver ucciso l'unica speranza di cui si era in possesso?
Come si fa a descrivere l'amore, quando esso supera i limiti che la parola stessa racchiude?
Come si fa a raccontare la sensazione di aver avuto accanto la stella più splendente dell'universo?
Come si fa a delineare l'idea della luce che spazza via le tenebre spianando la strada alla salvezza?
Ma soprattutto... Come si fa ad ammettere che anche una luce del genere è stata ingiustamente condannata a soccombere?
Come... Come si fa...?
«Appa, ho freddo...» si lamentò sottovoce il piccolo stringendosi nel giubbotto imbottito quanto meglio riusciva.
Minhyuk allora distolse lo sguardo dalla lettera infilata tra i fiori blu che decoravano la lapide, mossi dal vento; era lì da 14 anni quel foglio di carta plastificato... Sembrava successo tutto solo l'altro ieri, eppure erano 14 anni che aspettava, anno dopo anno, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, di ricongiungersi con quella persona. Ricacciò indietro le lacrime che avevano ormai impregnato i suoi occhi, e sorrise al bambino prendendolo per mano e scortandolo lontano da quel posto orribile. «Vieni, torniamo a casa dalla mamma.»

 

In un luogo triste, lugubre e freddo, dieci anni addietro,
un giorno d'inverno, 
era cominciata la loro storia.
La storia intricata di due ragazzi che freddi, in fondo, non erano, perché entrambi
in un modo 
o nell'altro erano assaliti da emozioni, passioni e sentimenti.
Quel luogo dove, forse per destino, la loro storia era finita.

 
   
 
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