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Autore: vale ronron    02/02/2018    0 recensioni
Questa storia conterrà una serie di episodi che mostreranno i pensieri e la vita di Katniss e Peeta una volta tornati al distretto 12 dopo la guerra, nella storia compariranno anche altri personaggi della saga. Allego delle frasi estratte dal primo capitolo:
“mi offro volontaria” urlai
“non si accettano volontari signorina Everdeen” mi disse Snow ridendo soddisfatto
“nooooo, non potete farlo, io mi offro volontaria, vi prego prendete me, vi supplico!!”
“continui signorina Trinket” disse Snow non prestandomi la minima attenzione.
Buona lettura!!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Delly, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3

POV PEETA

Decisi di andare da Katniss.

Bussai al suo portone, ma ad aprirmi fu Sae la Zozza.

“Oggi ve la state prendendo tutti con comodo!!” mi disse Sea sbrigativa tornando a rassettare la casa.

Entrai e seduta sul tavolo della cucina trovai solo Molly, la nipotina di Sae, stava giocando con due gomitoli di lana colorata, non appena mi vide mi fece un sorriso.

Molly non era una bambina come tante altre, non parlava mai, ma aveva la capacità di capire le persone solo con lo sguardo, era una bambina speciale.

“Ciao Molly, hai già fatto colazione?” le chiesi ricambiandole il sorriso

Lei annui e riprese a giocare.

“dato che stavi tardando, l’ho fatta mangiare, c’erano delle focaccine al formaggio nella dispensa” mi disse Sea

“hai fatto bene, oggi non ho ancora preparato niente!!” le dissi sovrappensiero, inizia a guardarmi intorno per cercare Katniss, ma non c’era, così decisi di chiedere a Sea

“Katniss dov’è?”

“sul divano” mi disse annoiata

Uscii dalla cucina, varcai la porta del salone e la vidi...

I lunghi capelli ondulati erano sparsi sul cuscino, le sue carnose labbra rosee erano socchiuse, il suo petto si sollevava in modo regolare, dormiva, ma non aveva un’espressione serena, aveva gli occhi gonfi e due profonde occhiaie, deve aver avuto una brutta nottata, sopirai tristemente, gli incubi non ci abbandoneranno mai…

mi avvicinai a lei e le sistemai meglio la coperta, mi sarebbe piaciuto accarezzarla, ero molto tentato e per un momento pensai di farlo…poi però mi rivenne in mente il sogno di stanotte…

…lei che dormiva tranquilla e serena tra le mie braccia e io che la uccidevo…

…Istintivamente mi allontanai da lei e mi misi ad una distanza di sicurezza, la guardai continuare a dormire per un po’, dopo di che decisi di tornare a casa mia per andare a fare il pane e di tornare da lei per l’ora di pranzo.

Avvisai Sae che sarei tornato per l’ora di pranzo e andai a casa

Dopo aver preparato il pane, presi il telefono e chiamai Delly per dirle che oggi non sarei andato da lei a pranzo, dopo di che chiamai Tom e gli chiesi se lui e gli altri ragazzi potevano venire da me prima di pranzo per prendere il pane e distribuirlo agli abitanti.
Sfornai il pane e lo sistemai nelle ceste e nell’attesa che i ragazzi le venissero a prenderle mi misi a dipingere.
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POV KATNISS

Non appena mi svegliai, la luce accecante che trovai nella stanza, mi fece subito capire che era tarda mattinata, sbadigliai ancora insonnolita, e stiracchiandomi mi guardai intorno…ero in salone…all’inizio mi chiesi il perché, poi però mi ricordai la terribile nottataccia, sospirando rassegnata, mi alzai e andai verso la cucina

“buongiorno” dissi

“finalmente ti sei svegliata!!” mi disse Sae con finto tono di rimprovero

“che ore sono?” le chiesi ignorando la sua frecciatina

“è ora di pranzo” mi rispose continuando a mescolare qualcosa dentro la pentola “ti sarei molto riconoscente se mi aiutassi a fare la tavola!!” aggiunse frettolosamente

“d’accordo” le risposi pensierosa

…era già ora di pranzo…avevo perso la colazione con Peeta, adesso avrei dovuto aspettare l’ora di cena per vederlo…distrattamente presi due piatti e due paia di posate e le ordinai sul tavolo

“Siamo in tre” mi disse Sae all’improvviso

…siamo in tre…per un attimo mi illusi che la terza persona fosse Peeta, stavo giusto per chiedere spiegazioni a Sae quando sentii bussare alla porta… corsi ad aprire…

“ciao” Peeta, mi saluto con un sorriso

“ciao” gli risposi contenta “mangi con noi?” gli chiesi speranzosa

“be, se mi fai entrare si” mi rispose scherzosamente

Che stupida, ero così contenta di vederlo che invece di farlo entrare l’avevo lasciato sull’atrio della porta.

Mi diressi imbarazzata verso la cucina, con al seguito Peeta

“la bella addormentata si è svegliata in tempo per il pranzo” disse Sae rivolgendosi a Peeta

“forse aveva fame” le rispose Peeta divertito “ho portato il pane e le focaccine al formaggio appena sfornate” aggiunse porgendo una cesta a Sea

“Eri già stato qui oggi?” gli chiesi confusa dallo scambio di battute tra lui e Sae

“si, ma tu stavi dormendo, quindi visto che avevo delle commissioni da sbrigare sono tornato a casa mia ed ho avvertito Sae dicendole che sarei tornato per l’ora di pranzo” mi spiegò aiutandomi a finire di apparecchiare la tavola.

Annui contenta per il fatto che non avesse deciso di venire direttamente per l’ora di cena.

Mi sedetti al mio solito posto, e lui al suo

“Come procedono i lavori giù in città?” chiese Sea a Peeta

“Bene, ogni famiglia ha una propria casa dotata di luce, gas e acqua…adesso ci stiamo occupando di sistemare le strade e di rimettere su le botteghe, in modo da poterci mantenere da soli economicamente” rispose Peeta iniziando a mangiare

Venire a sapere che il 12 stava risorgendo dalle proprie ceneri mi rallegro.

Il pranzo prosegui in tranquillità, all’improvviso però mi venne in mente una domanda.

“cosa fai di solito a pranzo?” chiesi a Peeta, solitamente lui durante le ore di pranzo non restava mai al villaggio dei vincitori

“di solito vado a pranzare a casa di Delly e Dennis, una volta finito, andiamo al magazzino per raggiungere gli altri ragazzi” mi spiegò

E cosi Peeta pranzava sempre con Delly…non ne capì il motivo, ma la cosa mi infastidì parecchio…

 “ho sentito dire che Delly ha avuto qualche problema per ottenere la custodia di suo fratello” disse Sae

“be si, essendo dei minorenni orfani di guerra, abbiamo avuto tutti problemi di affidamento…dopo la guerra Delly era ancora minorenne quindi anche lei aveva bisogno di una famiglia affidataria, infatti per poter tornare al 12 insieme a Dennis ha dovuto aspettare di compiere la maggiore età, fino a quel giorno hanno avuto dei genitori affidatari con obbligo di residenza a Capitol”

“per fortuna era quasi diciottenne, chissà dove sarebbero adesso lei e suo fratello, se lei fosse stata più piccola” si chiese Sae pensierosa

“sarebbe qui” rispose Peeta risoluto “io e Delly avevamo stretto un patto, se alla fine della guerra, io, lei e suo fratello saremmo sopravvissuti, ci saremmo trasferiti tutti e tre nello stesso posto, e così è stato… se fosse stato necessario avrei obbligato Haymitch ad adottare anche lei e Dennis…il mio vecchio e caro mentore ha molte cose di cui farsi perdonare, mi deve un sacco di favori!!”

“sei molto legato a lei” lo accusò Sae guardando me di sottecchi

“be se sono riuscito a superare il depistaggio è grazie a lei” sentenzio Peeta “l’ho trattata malissimo e l’ho più volte mandata a quel paese, ma lei è la sua voce stridula, nonostante tutto, sono rimaste ad indicarmi la retta via” disse riconoscente

“quando eravamo a Capitol si inventava un sacco di idee strampalate per farmi stare meglio…una volta mi fece uscire e mi trascino su una delle vette più alte delle montagne di Capitol, mi disse:  fai quello che devi fare, per un attimo pensai che volesse che mi buttassi giù, ma poi capì, voleva che mi sfogassi, cosi iniziammo entrambi a urlare al vento, fu liberatorio, inoltre ci divertimmo molto, era divertente sentire l’eco delle nostre voci tra le montagne” raccontò ridendo al suo ricordo

“Senza Delly Cartwright, non sarei mai riuscito a tornare al 12!!” disse terminando il discorso e alzandosi per sparecchiare

Restai in silenzio a pensare a ciò che aveva detto Peeta…sarò per sempre riconoscente a Delly per aver riportato Peeta al 12 e per averlo aiutato e sostenuto quando ne aveva più bisogno, ma una parte di me temeva il forte legame che si era instaurato tra lei e Peeta…la cosa mi spaventava e agitava allo stesso tempo, non è capivo bene il motivo, ma tutta questa storia mi turbava e rattristiva molto...

…La cosa che mi consolava un po’ era che lui, oggi, aveva rinunciato al pranzo con lei per restare con me… cercai di esserne contenta, ma un brutto presentimento stava nascendo dentro di me, e nonostante mi imponessi di reprimerlo la situazione non cambiava.

Mi alzai e per cercare di non pensare decisi di aiutare Peeta a sparecchiare

“ci penso io a lavare i piatti” ci disse Sae

Sospirai e mi appoggia al tavolo della cucina pensando che mi sarei dovuta trovare un passatempo per il pomeriggio…le mie giornate erano monotone ed infinite…infatti i miei giorni della settimana preferiti erano il sabato e la domenica perché erano i giorni in cui Peeta ed Haymitch trascorrevano quasi tutta la giornata a casa mia…lavoravamo al libro dei ricordi…mangiavamo insieme duranti i pasti e di tanto in tanto chiacheravamo allegramente.

“tutto a posto?” mi chiese Peeta facendomi sussultare

“si, tutto a posto, grazie” risposi distrattamente ma la sua espressione corrucciata mi fece capire che non ero stata molto convincente

“ti sei rattristita… vero o falso?” mi chiese pensieroso

Non volevo mentirgli, ma non volevo nemmeno spiegargli il vero motivo del mio cambio d’umore così decisi di rispondergli sinceramente ma restando sul vago “vero, ma adesso mi passa”

“è per qualcosa che ho detto?” mi chiese rattristendosi…accidenti… depistaggio o meno…Peeta continuava a capirmi meglio di chiunque altro…e adesso come diamine me ne esco?!

“no, tranquillo, non è colpa tua, mi sono solo venuti in mente dei ricordi tristi, ma adesso sto già meglio” aggiunsi cercando di fargli un sorriso, ma dalla faccia poco convinta di Peeta capì che mi era uscita solo una terribile smorfia…tuttavia finse di credermi e cambiò discorso chiedendomi:
“che programmi hai per oggi pomeriggio?”

“divano” gli risposi facendo, stavolta, una smorfia volontaria.

“perché non vieni giù in città con me?” mi propose tutto d’un fiato guardandomi negli occhi, ricambiai il suo sguardo e lo osservai, era teso, forse temeva un mio rifiuto o forse si era pentito di avermelo chiesto, fatto sta che il suo nervosismo iniziò ad aumentare con il passare del tempo, dovevo dargli una risposta…

…andare con lui giù in città…non ero mai stata giù in città da dopo la guerra…non sono sicura di riuscire a camminare fin la giù…la mia ormai era una vita sedentaria…inoltre la giù i ricordi mi avrebbero investita come un fiume in piena, non ero sicura di riuscire a farcela…

…istintivamente guardai verso il divano, e mi immaginai lì, seduta da sola, per tutto il pomeriggio, sommersa dai vecchi ricordi e dalle nuove preoccupazioni…se fossi andata con lui giù in città avrei tenuto la mente occupata e inoltre sarei stata in sua compagnia…saremmo stati finalmente un po’da soli…

Peeta era lì che mi fissava, ostentava tranquillità, ma il tamburellare ripetitivo delle sue mani sul tavolo della cucina mi fece percepire appieno il suo nervosismo.

Mi decisi a dargli una risposta.

“d’accordo” gli dissi senza far trasparire nessuna emozione

“davvero?!” mi chiese sorpreso e incredulo

“si…mi farà bene prendere un po’ d’aria” mi giustificai

“lo penso anch’io” mi rispose sincero, regalandomi un sorriso di incoraggiamento.
 
 
 
 
 
 
  
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