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Autore: mary romanziere    03/02/2018    2 recensioni
Premetto che non sono brava con le introduzioni purtroppo. Piccola one-shot per il compleanno di Nacchan
dal testo:
"Che sta succedendo?"
"Non ne ho idea!"
"Ma è... Sasuke!"
...........
Naruto era paralizzato non capiva cosa stesse succedendo.
"Dove stai andando?"
"Non voglio vederlo!"
"Si sta mettendo in gioco per te dagli almeno una possibilità!"
" Tu lo sapevi?"
"Si, mi ha chiesto aiuto."
Naruto non riuscì a controbattere, sentiva il cuore in gola.Tornò al suo posto.
Il giovane dai capelli corvini prese a suonare una musica lenta, delicata, romantica. Le se dita sottili scorrevano sui tasti bianchi e neri con estrema maestria, si avvicinò al microfono cominciando a cantare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Solo per te


Quella mattina Kiba si era presentato a casa di Naruto per convincere l'amico ad uscire di casa. Era il suo ventunesimo compleanno, ma purtroppo il biondo non era in vena di festeggiare.
Il moro si era presentato a casa del giovane alle 8 del mattino, orario del tutto insolito anche per l'Inuzuka. Aveva preso a suonare al campanello della villetta insistentemente. La madre di Naruto gli aprì la porta con occhi infuocati ed i lunghi capelli rossi che fluttuavano in aria, il giovane era terrorizzato da quella donna tanto bella quanto spaventosa. Non era ancora riuscito a capire come fosse riuscito quel degenerato del suo amico a sopravvivere per più di vent'anni nelle grinfie di quella donna. Poi gli tornò in mente sua madre, nemmeno lei era una una santa.
"Buongiorno signora! Naruto è in casa?" Salutò educatamente.
"Kiba, ciao!" La furia della rossa si placò improvvisamente. "Dove vuoi che sia.. è in camera sua come al solito.." Sospirò la donna facendo entrare il ragazzo.
A Kiba tornarono in mente quei due lunghi mesi appena trascorsi. Furono i più lunghi e faticosi di tutta la sua vita. Il suo amico Naruto, appena due mesi prima, si era lasciato con il proprio ragazzo, conosciuto anche come ex-migliore amico/cotta storica del biondino. E a distanza di due mesi, nonostante fosse stato lui a lasciarlo, non era ancora riuscito a riprendersi da quella relazione andata male. 
Kiba spalancò la porta della camera dell'amico trovandolo steso sotto le coperte a poltrire.
"Dannazione Naruto, è il tuo compleanno! Non avrai intenzione di trascorrere così il resto della giornata?" Chiese esasperato.
Il biondo non lo degnò di attenzioni. Il moro si avvicinò al letto scostando le coperte malamente con un gesto brusco. Era ridotto davvero male, in quei due mesi aveva smesso di frequentare l'università, non usciva quasi mai di casa, se non trascinato di peso dai suoi amici. Inoltre era dimagrito moltissimo ed aveva perso completamente la sua allegria e quell'aria spensierata e perennemente felice che lo caratterizzava. In pratica un vero straccio.
Gli si avvicinò sedendosi accanto a lui.
"Naruto.. Mi vuoi spiegare perché lo hai lasciato se stai così male senza quel borioso Uchiha?" 
Il biondo si sollevò rivolgendogli uno guardo triste. "Quando stavamo insieme era anche peggio..."
Kiba sospirò rassegnato. "Perché non usciamo stasera? Shikamaru mi ha raccontato di un locale nuovo molto carino che ha aperto da poco in centro. Potremo andare lì e festeggiare il tuo compleanno ubriacandoci tutta la sera!" Gli rivolse un sorriso.
Naruto ci riflette un po' su. In effetti non aveva granché senso rimanere in casa. "Ok..." Fu la sua semplice risposta.
Kiba gli sorrise felice mostrando i canini particolarmente appuntiti, per poi uscire da quella casa. Erano rimasti che sarebbe andato a prenderlo per le 20:00.
Naruto si lasciò andare tra le coperte, erano trascorsi due mesi ed ancora non era riuscito ad andare avanti. Doveva riprendere possesso della sua vita, non doveva lasciare che l'ombra del suo più grande amore lo tormentasse in quel modo. Non aveva voglia di uscire, ma Kiba non aveva tutti i torti, era il suo compleanno, doveva pur divertirsi in qualche modo. 
*****
Due mesi prima.
Naruto era stanco di quella relazione a senso unico, aveva sofferto come mai in vita sua in soli due anni, e adesso era sicuro che avrebbe interrotto quella storia. Dopo aver versato un quintale di lacrime, si armò di tutto il suo coraggio, prese il cellulare e diede appuntamento al suo quasi ex-ragazzo chiedendogli di vedersi al parco per parlare. Come al solito quell'odioso aveva fatto un mare di storie perché doveva studiare e non poteva star a perdere tempo al parco con lui. Quelle parole gli fecero capire che doveva interrompere il prima possibile quella storia senza senso. Dopo aver passato dieci minuti buoni al cellulare era finalmente riuscito a convincere Sasuke a raggiungerlo.
Nonostante le lamentele, il moro era arrivato in perfetto orario. Naruto sentiva il petto dolere, i suoi occhi stavano tornando a lacrimare, ma doveva farsi forza. Tirò un profondo respiro avvicinandosi al ragazzo seduto su una panchina.
"Sei in ritardo, dobe!" Lo riprese. "Di cosa volevi parlarmi?" Chiese dopo incolore.
Il biondo non era più tanto sicuro della sua decisione, strinse forte i pugni sui jeans chiari. 
"Tra noi è finita!" Disse di punto in bianco tenendo lo sguardo basso.
"Cosa?" Improvvisamente Sasuke si riscosse voltandosi verso il giovane. 
Teneva gli occhi bassi, la frangia bionda gli copriva i meravigliosi occhi azzurri e le labbra serrate. Vide una lacrima rigargli la guancia. 
"Dobe! Che diavolo stai dicendo?" Chiese nuovamente l'Uchiha.
"E' finita Sasuke. I-io..." Le lacrime lo avevano tradito. Tirò un profondo respiro per calmarsi.
"Io non ce la faccio più a sopportarti. Mi tratti male, mi insulti continuamente, non mi presti mai un briciolo di attenzione, mi dai buca per i tuoi amici e mi cerchi solo quando hai voglia di scopare. Non sono un giocattolo, anche io ho un cuore e tu me lo hai spezzato." 
Era riuscito a dar voce ai suoi pensieri. Sentì le lacrime aumentare a dismisura, fece per alzarsi e fuggir via c'era il rischio che ci avrebbe ripensato, per fiondarsi tra le braccia del ragazzo seduto accanto a sé e ritirare tutto ciò che aveva detto. 
Sasuke era rimasto immobile, letteralmente freddato da quelle parole. Vide il biondo alzarsi, repentino lo afferrò per il polso.
"Naruto, ti prego aspetta, parliamone.." Chiese ancora un po' sconvolto.
Quello tirò su con il naso cercando di darsi un po' di contegno. "Mi dispiace ma è troppo tardi, sono due anni che soffro a causa tua, non ce la faccio più..." Singhiozzò per poi fuggire via tra le lacrime.
Sasuke era rimasto impalato come una statua. Come un automa si diresse all'appartamento che condivideva con suo fratello maggiore.
Entrò in casa lasciando le chiavi sull'ingresso buttandosi sul divano di peso. Solo adesso si era reso conto di quanto era stato bastardo con Naruto. Lo aveva trattato come uno zerbino senza curarsi minimamente di lui. Aveva mandato a puttane la sua relazione con un ragazzo a dir poco meraviglioso e solo adesso riusciva a rendersi conto del grosso sbaglio che aveva commesso.

Intanto Naruto si era rifugiato a casa di Kiba per dar sfogo a tutta la sua sofferenza. Il biondino era rimasto rintanato a casa dell'amico per tutto il giorno rimanendo anche a dormire, non aveva alcuna voglia di tornare a casa e dare spiegazione ai suoi genitori, non si sentiva in grado di affrontare un discorso con loro.
I suoi genitori erano al corrente della sua precaria relazione, anche se non avevano mai conosciuto il fidanzato del figlio, erano anche a conoscenza del fatto che il loro unico figlio fosse gay. Inizialmente era stato dura accettarlo, soprattutto per Minato, il padre di Naruto. Ma alla fine, l'uomo, sotto minaccia della moglie, se ne era fatto una ragione.
Adesso il giovane non si sentiva di tornare a casa. Conoscendo sua madre gli avrebbe dato il tormento finché non avrebbe sputato il nome del bastardo che lo aveva fatto soffrire, mentre suo padre tentava in tutti i modi di placare la furia della moglie.
Nonostante Kiba fosse un casinista pazzoide, era il suo migliore amico, ed al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare da un tipo come lui, diventava molto calmo e rimaneva in silenzio ad ascoltarlo e consolarlo. Così andarono avanti per giorni, sembrava che le pene d'amore del biondo non avessero mai fine.

Itachi Uchiha, uomo calmo, pacato e di successo era di ritorno da uno stressante viaggio di lavoro. Seduto sul suo taxi diretto verso casa ripensò a come suo il suo fratellino, dopo il diploma, lo aveva praticamente pregato di andare a vivere con lui. La prima ragione era dovuta al fatto che il suo appartamento distava pochi isolati dall'università che il giovane a breve avrebbe preso a frequentare, la seconda ragione era che si era appena messo con un biondino tutto pepe molto carino. E rimanere a vivere con i suoi genitori avrebbe significato un vero incubo, per la sua nascente relazione con il ragazzo. Il moro si era visto costretto a cedere di fronte all'insistenza del fratello, ritrovandosi spesso con il cognato in casa. 
Itachi finalmente giunto di fronte al portone del proprio palazzo prese la valigia, utilizzando l'ascensore salì al terzo piano giungendo di fronte la porta di casa. Inserì la chiave nella serratura ruotandola. 
L'uomo si stranì notando l'appartamento completamente al buio, si inoltrò lungo l'ingresso lasciando lì la valigia, accendendo la luce. Non appena il lampadario si accese illuminando il salottino direttamente collegato all'ingresso, la sua bocca si spalancò.
In casa sua regnava il caos, scatole di pizza, cartacce, bottiglie, vestiti, c'era di tutto. E del suo fratellino nessuna traccia. Sembrava che una banda di motociclisti avesse fatto baldoria a casa sua.
"Oh, dio. Che diavolo è successo qui?" Esclamò ancora sconvolto.
"Mmmh...." 
Itachi sentì quello strano suono. Ancora perplesso scavalcò un ammasso di cose indefinite avvicinandosi al divano. Osservò con occhio critico il divano in pelle nero, su cui era ammassata un'enorme coperta, il suono proveniva da li. Ancora perplesso sollevò un lembo della coperta sbarrando gli occhi ancora più shoccato.
Suo fratello minore, Sasuke, era rintanato sotto quell'enorme coperta. I suoi capelli un tempo sempre perfetti, anche se non aveva mai capito perché si ostinasse a pettinarli in quel modo assurdo, erano un ammasso informe. Il viso pallido e con due occhiaie spaventose, per non parlare dei vestiti luridi. 
Il moro era sconvolto, che fine aveva fatto il suo fratellino sempre perfetto, impeccabile, maniaco dell'ordine? Ancora un po' perplesso gli si avvicinò cercando di capire cosa lo avesse ridotto in quello stato pietoso.
"Sasuke...Che è successo? Perché sei ridotto in questo stato?" Il tono ansioso, mentre si accomodava accanto al fratello.
Sasuke si rintanò maggiormente tra le coperte iniziando a singhiozzare disperato. 
"Naruto mi ha lasciato....!" Urlò lagnadosi come un bambino.
Adesso si che riusciva a capire. Itachi si passò una mano frustrato sul viso. Doveva aspettarsi una cosa simile, quel biondino era un angelo mentre suo fratello era la reincarnazione del demonio. Era più che ovvio che prima o poi sarebbe andata a finire così. Si armò di pazienza cercando di consolare il fratello e farsi spiegare dettagliatamente la situazione.
"Sasuke, quando è successo?"
"Una settimana fà..." Rantolò tra un singhiozzo e l'altro. 
Era già trascorsa una settimana? Adesso si spiegava il caos che regnava in casa sua.
"Su, fratellino, non fare così..." Disse cercando di consolarlo accarezzando quell'ammasso di capelli neri unti e informi. 
Il minore dei fratelli Uchiha si sollevò dal divano stringendo il fratello alla vita ricominciando a piangere più forte di prima. Itachi era leggermente schifato dall'aspetto trasandato del fratellino. Era irriconoscibile. 
"E' tutta colpa mia!" Si lagnò.
"E lo hai capito solo adesso...?" Ironizzò Il maggiore.
Sasuke si riscosse lanciandogli un'occhiata di fuoco.
"Dai non fare così. Perché non lo chiami e provi a parlargli? Naruto è pazzamente innamorato di te. Penso che se tu cambiassi atteggiamento ti perdonerebbe all'istante!" Gli rivolse un sorriso dolce per rincuorarlo un po'.
"Ho provato a chiamarlo continuamente in questi giorni, mi ignora e mi ha anche bloccato su facebook, whatsapp twitter, instagram... Non vuole né vedermi né sentirmi!" Riprese la sua lagna.
Itachi non sapeva proprio come aiutare il suo fratellino. Gli dispiaceva vederlo soffrire in quel modo ma se l'era cercata. Quello era innegabile.
I giorni trascorrevano ma Sasuke non si riprendeva minimamente da quella bastonata. Era chiaro che avesse imparato la lezione. Peccato solo che il biondino non ne voleva più sapere di lui, ne aveva le palle piene. Itachi aveva provato anche a chiamarlo venendo ignorato a sua volta. Ormai era più che chiaro che Naruto non voleva più avere a che fare con nessun componente della famiglia Uchiha.
Qualche giorno dopo Sasuke decise di ritornare a vivere con i suoi genitori. Rimanere nell'appartamento del fratello era un incubo, ogni angolo di quella casa gli ricordava Naruto, stava impazzendo. 

Mikoto Uchiha quella mattina vide la macchina del figlio maggiore parcheggiare sul vialetto di casa, la cosa la insospettì, normalmente quando i suoi figli decidevano di andare a trovarla la avvisavano sempre almeno un giorno prima. Invece quella mattina si erano presentati all'improvviso. Era successo qualcosa, ne era sicura. Immediatamente uscì di casa raggiungendo i suoi bambini.
Vide Itachi uscire dall'abitacolo ed estrarre dal portabagagli due enormi valigie, poco dopo Sasuke uscì dalla macchina. La donna si avvicinò ai figli, preoccupatissima.
"Itachi, Sasuke perché non mi avete detto che sareste venuti?" Chiese perplessa, per poi bloccarsi nell'incrociare lo sguardo perso del figlio minore.
"Tesoro mio, che ti è successo?" Chiese la donna avvicinandosi al ragazzo.
Il giovane abbassò lo sguardo, non riusciva a mentire a sua madre.
La donna rimase sconvolta nel notare il viso distrutto del figlio. I suoi occhi erano tristi, spenti, inoltre era diventato ancora più magro. Sasuke era sempre stato magro di costituzione ma in quel momento sembrava un manico di scopa. Mikoto rivolse uno sguardo eloquente al figlio maggiore.
"Pene d'amore..." Sospirò Itachi in pena per il fratello.
Tutti insieme entrarono in casa. Sasuke salì in camera sua mentre Mikoto insieme al figlio maggiore andarono in cucina. La donna preparò un tazza di te per sé ed il figli.
"Si può sapere perchè tuo fratello è ridotto in quello stato pietoso?" Chiese la donna con tono imperioso.
"Il suo ragazzo lo ha lasciato è non riesce a farsene una ragione." Rispose tranquillo in moro.
La donna era allibita. "Sasuke ha un ragazzo? E da quando? Non ne sapevo nulla...!" 
"Sono stati insieme per ben due anni. Ma quell'antipatico di Sasuke ha mandato tutto a puttane con quel suo caratteraccio!" Rispose tranquillo sorseggiando il suo thè.
"E' tale e quale a suo padre..." Sospirò la donna. Fortunatamente in quel momento il marito era ancora a lavoro. "E com'è questo ragazzo?"
"E' un bravo ragazzo. Un vero terremoto!" Sorrise ripensando ai disastri che aveva combinato Naruto nel suo appartamento. "Ma anche molto dolce e simpatico. Secondo me era la persona giusta per Sasuke, ma quel testone ha rovinato il loro rapporto!" 
"Non c'è un modo per riallacciare il loro rapporto?" Chiese la donna.
"Non sai ciò che gli ha combinato tuo figlio!" Riprese a parlare guardando di traverso la madre.
La donna ripensò al carattere imperioso, borioso ed egocentrico del figlio minore, sospirando. "Racconta..!"
Itachi prese a raccontare qualche episodio. "Alcuni mesi fa c'è stato il loro anniversario, hanno compiuto due anni. Naruto aveva organizzato una stupenda cenetta romantica per festeggiare."
"Si chiama Naruto?" Chiese la donna curiosa.
"Si, ed è anche molto carino. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri." Riprese. "Stavo dicendo... quel pomeriggio ho aiutato Naruto a preparare una cenetta romantica, mi ha anche costretto a cedergli l'appartamento..." Storse lo sguardo di fronte a quel ricordo. " Quel degenerato di Sasuke si era completamente dimenticato di quella ricorrenza. Come se non bastasse il suo amico Suigetsu aveva rimediato un paio di biglietti per un concerto rock. E Sasuke ha dato buca al suo ragazzo per andare a quel concerto con quel suo amico squilibrato!" Concluse.
Sua madre era shoccata.
"A peggiorare le cose... Sasuke non si è fatto sentire per ben due giorni. Immagina la rabbia di quel ragazzo..! Non solo si era fatto in quattro per il mio fratellino venendo poi scaricato. Stava anche impazzendo perché non sapeva che fine avesse fatto Sasuke..!" Concluse irritato.
Mikoto aveva la mascella che toccava terra. Suo marito era negato in fatto di rapporti ma suo figlio era anche peggio.
"Non ci credo!" Affermò la donna.
"Questo è solo un esempio se vuoi te ne cito altri!" Sorrise sarcastico il figlio maggiore.
"Oh, cielo... Spero almeno che adesso abbia capito ciò che ha perso.."
"Beh... Quello lo ha capito!" Asserì Itachi. "Peccato che il suo ex non voglia più saperne di lui...!"
"Non posso nemmeno biasimarlo!" Ammise la donna. "Per questo è ridotto in quello stato?"
"Si... è davvero innamorato! Ma se ne è accorto troppo tardi." Abbassò lo sguardo dispiaciuto.
Intanto Sasuke aveva ascoltato tutta la conversazione. Era sceso al piano di sotto per avere un po' di compagnia, stare da solo lo deprimeva maggiormente. Si blocco dietro la porta della cucina sentendo sua madre e suo fratello parlare di lui. 
Ascoltando il loro discorso si era fatto pena da solo, era stato meschino con Naruto. Non voleva ferirlo intenzionalmente, semplicemente non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti con la stessa naturalezza con cui invece faceva il dobe. Lo amava, questo lo aveva capito già da molto tempo, ma a causa del suo egoismo aveva distrutto il suo rapporto con l'unica persona che era stata in grado di tenergli testa e sopportarlo. 
Tornò al piano di sopra con il viso rigato dalle lacrime. Sentiva il cuore in mille pezzi. Si stese sul suo letto rimuginando su tutti gli errori che aveva commesso.
"Chissà come sta Naruto.. Di sicuro starà in giro a fare il cretino con i suoi amici..." Fu il pensiero del giovane dai capelli corvini.

Naruto si era chiuso in camera sua, sua madre era disperata, non sapeva come risollevare il figlio da quella terribile situazione. Inizialmente aveva pensato che fosse stato scaricato, invece poi Kiba gli aveva spiegato che era stato il biondo a tagliare i ponti con l'ex-ragazzo. Kushina non sapeva che inventarsi per aiutare il suo bambino, era già trascorso un mese e la situazione non era minimamente migliorata. 
Quella sera Kushina dopo aver passato l'ennesimo pomeriggio nel tentativo di aiutare suo figlio a riprendersi si lasciò andare sul divano depressa.
"Che ti prende tesoro?" Chiese il marito preoccupato. 
"Sono preoccupata per Naruto, sono passate settimane... Ma ancora continua a soffrire per quel ragazzo." 
L'uomo si intristì sedendosi accanto alla moglie. "Vuoi che vada a parlarci io?"
"Non so se servirà a molto.." Rispose lei fiaccamente.
Minato salì al piano di sopra raggiungendo il figlio, non aveva la più pallida idea di cosa dirgli, ma poco importava, per come la pensava lui bastava anche solo mostrargli il suo affetto. Bussò alla porta della camera del figlio, il ragazzo non rispose, probabilmente non lo aveva sentito. 
"Naru, posso entrare? Sono papà!" Disse ad alta voce prima di entrare nella stanza.
L'uomo aprì la porta inoltrandosi nella stanza. Il ragazzo era steso a letto a pancia in giù e stava giocherellando con il suo smartphone, gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla. Naruto si spaventò saltando per aria. 
"Papà! Mi hai spaventato!" Si sfilò gli auricolari dalle orecchie. 
"Non hai una bella cera, sei sicuro di stare bene?" Si rivolse al figlio con aria preoccupata.
Naruto si incupò. "Sopravviverò."
Minato si avvicinò al figlio. Nonostante avesse già vent'anni per lui era rimasto quel piccolo bambino pestifero che lo faceva esasperare.
"Io e la mamma ti sosterremo sempre!" Disse con tono dolce scompigliandogli i capelli.
"Grazie papà!" Gli sorrise. 
Minato uscì dalla camera del figlio anche più in pena di prima. In quei due anni lo aveva visto cambiare umore con la stessa velocità con cui sua moglie cambiava abito. Delle volte era al settimo cielo, mentre a volte la mattina si svegliava con gli occhi talmente arrossati e gonfi da non riuscire a tenerli aperti. Non aveva mai conosciuto il ragazzo, si era preso il cuore di suo figlio, ma non riusciva più vederlo in quello stato. Nonostante fosse di indole calma e pacata sentiva le mani prudere avrebbe volentieri stampato un cazzotto in faccia a quel cretino che osava far soffrire il suo piccolo Nacchan. 

Intanto a casa Uchiha i giorni trascorrevano ma Sasuke non reagiva. Fugaku era al limite della sopportazione. Vedere suo figlio in quello stato catodico avrebbe messo a dura prova la pazienza di chiunque. L'uomo non era a conoscenza del fatto che il figlio minore fosse gay, Sasuke non era mai riuscito a dirglielo temeva di perdere la fiducia del padre. 
L'uomo batte un pugno sul tavolo. "Adesso basta vado a parlare io con Sasuke! Non può disperarsi così per una donna!" Affermò alzandosi poi dal tavolo uscendo dalla sala da pranzo.
"Fugaku aspetta!" Mikoto provò a fermarlo, temeva avesse detto qualcosa di fuori luogo.
"Mikoto lasciami andare! Conosco mio figlio, ha il mio stesso caratteraccio, deve aver di sicuro fatto qualcosa di sbagliato lui, per questo sta così male!"Affermò senza voltarsi.
La donna rimase immobile. "Per favore cerca di essere gentile con lui, sta davvero male!"
"Non ti preoccupare voglio solo parlargli." Disse con tono più calmo, per poi avviarsi verso la camera del figlio. 
L'uomo aprì la porta senza bussare, entrando nella stanza, andandosi a sedere sulla sedia della scrivania puntando gli occhi sul figlio.
"Papà non sai che si bussa prima di entrare?" Disse sarcastico Sasuke.
"Se avessi bussato ti saresti chiuso dentro."
Il ragazzo non rispose. 
"Che diavolo ti è successo? Dov'è finito il giovane, altezzoso e sicuro di sé che conoscevo? Che fine ha fatto mio figlio? Anche se detesto ammetterlo ero fiero di avere un figlio in gamba come te!" Concluse.
"Perché non vuoi ammetterlo?" Chiese sorridendo leggermente.
"Per non gonfiare il tuo ego." Rispose serio.
Sasuke si lasciò andare ad una piccola risata. Per poi rattristarsi subito dopo. Anche Naruto glielo ripeteva sempre.
"Purtroppo hai il mio stesso carattere. Avrei preferito che anche tu prendessi il carattere di tua madre, come tuo fratello, ma purtroppo tu somigli a me. Forse per questo sono l'unico che può capirti."
Sasuke era allibito non aveva mai sentito suo padre parlare tanto.
"Sono più che certo che questa fantomatica ragazza... ti abbia lasciato perché tu le hai fatto qualcosa. Perciò se veramente la ami devi rimediare!"
"Non risponde alle mie chiamate e non so dove abita." Rispose il giovane triste.
"Sai.. Anche io alla tua età avevo combinato un grosso guaio con tua madre. Ma mi sono fatto perdonare."
"E come hai fatto?" Chiese Sasuke puntando i suoi occhi neri in quelli del padre.
"Le ho chiesto di sposarmi." Disse con naturalezza l'uomo.
"Accidenti! Non penso arriverò a tanto, ma mi inventerò qualcosa." 
Fugaku si alzò avvicinandosi alla porta poggiando la mano sulla maniglia. "Sasuke, se è quella giusta non lasciarla scappare così!" Disse sulla soglia della porta prima di uscire.
Sasuke tirò un profondo respiro. Suo padre aveva ragione, Naruto era quello giusto, doveva riprenderselo. "Papà!" Lo richiamò.
L'uomo rientrò volgendo la propria attenzione verso il figlio.
"E' un ragazzo, non una ragazza!" Disse il giovane in imbarazzo voltando il viso di lato. Non sapeva dove aveva trovato il coraggio per ammettere quel dettaglio.
Fugaku non disse nulla, semplicemente uscì dalla stanza del figlio. Quelle parole fluttuavano nella sua mente. "U-un ragazzo?" Disse ancora sconvolto. "M-Mikoto!" Urlò.
La donna lo raggiunse trovandolo in piedi vicino la porta della propria camera da letto.
"Nostro figlio è gay?" Chiese bianco come un cencio.
La donna spalancò la bocca e gli occhi sconvolta. Quella reazione fu la conferma. L'uomo svenì subito dopo.

Dopo il terribile spavento che Sasuke si era preso per suo padre subito dopo la sua confessione, le cose tra loro alla fine si risolsero. Dopo essersi ripreso dallo shock, suo padre si era messo a gridare come un matto, ma alla fine però avevano chiarito, anche se gli aveva vietato categoricamente qualsiasi atteggiamento intimo in sua presenza. 
Mancavano solo dieci giorni al compleanno di Naruto. E Sasuke aveva deciso che sarebbe stata quella la data in cui avrebbe messo in atto il suo piano per riprendersi il suo dobe.
*****
Era il 10 Ottobre, Naruto non era per nulla felice nonostante fosse il suo compleanno. Erano le 18:00, mancavano due ore al suo appuntamento con Kiba. Fece una doccia, asciugando i capelli biondi, per poi rimanere più di mezz'ora a fissare i suoi vestiti non sapendo cosa indossare. Alla fine optò per un semplice jeans blu, una maglia bianca con una fantasia in nero e grigio sul davanti un cardigan grigio molto scuro e lo sue convers bianche. I capelli preferì lasciarli liberi, non aveva alcuna voglia di star li a perdere tempo dietro i suoi indomabili capelli.
Erano le 19:30 ed era già pronto, sperava solo che Kiba arrivasse puntuale, non aveva molta voglia di aspettare. Per passare il tempo decise di cazzeggiare un po' su facebook e instagram tanto per non annoiarsi. 
Alle 20:00 in puntò sentì il campanello suonare. Tirò un profondo respiro avviandosi verso l'uscita, vide Kiba con la macchina di suo padre parcheggiata di fronte al vialetto di casa sua. Salì sul lato del passeggero un po' fiaccamente.
"Hey Naru,stai bene vestito così!" Kiba cercava di essere gentile per rallegrarlo almeno un poco.
"Grazie, sei stranamente puntuale stasera. Spero non mi abbiate organizzato una festa a sorpresa o qualcosa di simile perché non sono in vena!" Disse serio con poca enfasi.
"Mi dispiace nessuna festa a sorpresa! Anche se ammetto che inizialmente volevo organizzarla, ma poi ho cambiato idea!" 
"E cosa ti ha fatto cambiare idea?" Chiese di rimando il biondo.
"Non mi sembrava il caso." Rispose un po' triste il moro.
"Grazie Kiba!" Naruto gli rivolse un sorriso sincero. 
"Su andiamo a divertirci un po'!"
Il giovane mise in moto l'auto avviandosi verso il famoso locale menzionato da Shikamaru.

I due ragazzi giunsero in netto ritardo. C'era un traffico allucinante, per non parlare del parcheggio. Kiba per riuscire a parcheggiare si era inoltrato in uno di quei parcheggi a pagamento, sborsando una fortuna, solo per poter lasciare l'auto lì per tutta la serata. 
Con un diavolo per capello, il moretto, accompagnato dall'amico biondo, giunse di fronte al locale. Era un posticino carino, molto affollato, ma ampio e spazioso. Le luci soffuse e in sottofondo suonava una canzone molto nota di Nicki Minaj e David Guetta- Hey Mama. Al bancone del bar vide Shikamaru chiacchierare amabilmente con la barista, una tipa bionda con un seno prosperoso. 
Kiba di soppiatto si avvicinò all'amico saltandogli letteralmente addosso, facendogli prendere un colpo. 
"Maledizione Kiba! Volevi farmi venire in infarto?!" Si alterò il ragazzo con il codino.
"Stavi flirtando con la bella barista? " Lo prese in giro l'Inuzuka, ridacchiando.
"Anche se fosse non sono affari tuoi!" Rispose seccato il Nara.
Kiba prese a ridacchiare insieme a Naruto che aveva assistito a tutta la scena. I tre ragazzi raggiunsero anche Neji e Choji che erano seduti ad un tavolo in un angolo tranquillo del locale.
La serata proseguì tranquillamente. Il gruppetto ordinò qualche birra per animare la serata, Naruto era grato del fatto che i suoi amici avessero deciso di festeggiare il suo compleanno in maniera tranquilla senza coinvolgere troppe persone estranee al loro gruppo. Nonostante fossero trascorsi due mesi dalla fine della sua relazione con l'Uchiha, ci stava ancora male. Nonostante quel teme lo avesse fatto soffrire, se ne era innamorato e non c'era verso di toglierselo dalla testa.

Tra una chiacchierata e l'altra erano fatte già le 23:00. Improvvisamente il dirigente del locale richiamò l'attenzione dei presenti. Sul palco del dj venne sistemato un pianoforte, nero, lucido. Naruto osservava tutto stupito si voltò verso Kiba guardandolo dubbioso.
"Che sta succedendo?" 
"Non ne ho idea!" Rispose il moro.
Le luci nel locale si abbassarono, illuminando soltanto l'enorme pianoforte. Un ragazzo dai folti capelli neri si sistemò davanti alla tastiera cominciando a suonare.
"Me è... Sasuke!" Disse Kiba perplesso rivolgendo uno sguardo shoccato al biondo.
Naruto era paralizzato, non capiva cosa stesse succedendo. Si alzò cercando di fuggire il più possibile lontano da Sasuke. 
Shikamaru lo afferrò per un polso. "Dove stai andando?"
"Non voglio vederlo!" Fu la pronta risposta del biondo.
"Si sta mettendo in gioco per te, dagli almeno una possibilità!" Disse il Nara cercando di riportarlo a sedere.
"Tu lo sapevi?" Chiese furente.
"Si, mi ha chiesto aiuto."
Naruto non riuscì a controbattere, sentiva il cuore in gola. Tornò a sedersi al suo posto.
Il giovane dai capelli corvini prese a suonare una musica lenta, delicata, romantica. Le sue dita sottili scorrevano sui tasti bianchi e neri con estrema maestria, si avvicinò al microfono cominciando a cantare.

 
Solo per te 
convinco le stelle
a disegnare nel cielo infinito
qualcosa che, somiglia te.
Solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni 
passar
senza di te.
Come la neve non sa
coprire, tutta la città.
Come la notte
non faccio rumore
se cado è per te.
Come la neve non sa
coprire tutta la città.
Come la notte 
non faccio rumore 
se cado è per te.
è per te
è per te
è per te.
Come la notte
non faccio rumore
se cado è per te.


Quelle dolci e lente note suonate dal piano continuarono per qualche altro minuto scatenando delle emozioni incredibili nell'animo di Naruto. Il giovane dai capelli biondi sentiva il cuore battere all'impazzata nel petto, i suoi occhi si stavano inumidendo. 
Vide Sasuke smettere di suonare ricevendo gli applausi estasiati del pubblico. Era a conoscenza del fatto che il moro sapesse suonare il piano, lo aveva scoperto casualmente tempo addietro, ma non sapeva sapesse anche cantare. La sua voce era stupenda, intensa e melodiosa. 
Vide il moro raggiungerlo al tavolo. Sentiva lo stomaco in subbuglio, non sapeva né cosa dire né come comportarsi.
Sasuke dal canto suo era un fascio di nervi, non aveva mai cantato in pubblico, si vergognava da morire, ma per riconquistare Naruto era disposto a tutto. Anche accantonare il proprio orgoglio e mettersi in gioco. Aveva sofferto tantissimo in quei mesi, adesso era il momento di rischiare, si era preparato psicologicamente anche alla probabilità di ricevere un rifiuto, ma non gli interessava, ci avrebbe provato, almeno non avrebbe dovuto continuare a vivere con il rimorso di non aver provato a far nulla per rimediare ai suoi sbagli.

Si avvicinò al biondo inginocchiandosi davanti a lui, prendendogli una mano tra le sue.
Naruto sentiva il cuore battere a mille, mentre l'emozione prendeva il sopravvento e gli occhi diventavano lucidi.
"Naruto Uzumaki, so di essere stato meschino, egocentrico e incredibilmente bastardo con te..." Tirò un profondo respiro chiudendo gli occhi per calmarsi un po'.
"Ti chiedo scusa, per il mio comportamento, ti chiedo di perdonarmi e ricominciare tutto da capo insieme..." Sentiva gli occhi inumidirsi, mentre le mani gli tremavano, l'emozione gli stava giocando un brutto scherzo.
Naruto non riuscì più a trattenersi. I suoi occhi presero a lacrimare incontrollati, si portò una mano davanti alla bocca per sopprimere i singhiozzi. 
"Naruto, vuoi tornare ad essere il mio ragazzo?" Chiese con ansia crescente.
Il biondo non riusciva a credere a ciò che stava accadendo. Veramente Sasuke gli aveva chiesto di tornare insieme dopo avergli dedicato una canzone romantica? 
Sasuke attendeva una risposta, sentiva il petto scoppiare, tanto il suo cuore stesse battendo forte. Naruto puntò il suo sguardo in quello del moro annuendo vivamente, mostrando un enorme sorriso mentre i suoi occhi continuavano a lacrimare incontrollati.
"E' un si?" Chiese sarcastico il moro.
Il biondo prese ad annuire con maggior impeto. "Si!" Affermò con voce incrinata dal pianto.
Sasuke senza curarsi delle persone intorno a loro che li fissavano, si mise in piedi tirando il biondo per un polso portandolo di fronte a sé. Sasuke poggiò entrambe le mani sulle guance del biondo baciandolo con ardore, sentendo le tensione accumulata in quell'intensa serata sfociare incontrollata. Strinse il biondino tra le proprie braccia, sentendo le lacrime solcargli il volto.
"Naruto, perdonami per tutto!" ripeté.
Naruto super emozionato si strinse maggiormente al proprio ragazzo. "Ti ho perdonato, Sasuke!"
"Buon compleanno, amore mio." Gli augurò incrociando i loro sguardi baciandolo nuovamente con passione e dolcezza.
Terminato il bacio, il biondino incastonò le sue meravigliose ridi azzurre con quelle nere del compagno. "Ti amo teme!" Sussurrò con un filo di voce mentre le lacrime continuavano a scorrere impetuose.
"Ti amo anche io...dobe!" Fu la risposta del moro mentre stringeva gelosamente la vita del minore.
In salsa scoppiò un applauso generale. I due ragazzi si strinsero l'uno all'altro emozionati ed imbarazzatissimi, si erano completamente dimenticati di essere al centro dell'attenzione di un intero pub, troppo presi dalle loro emozioni.
Appena un attimo dopo un cameriere si avvicinò al gruppetto portando con se un'enorme torta. Naruto sgranò gli occhi spalancando la bocca, si voltò fulminando Kiba.
"Avevi detto che non c'era nessuna festa a sorpresa!"
"Ho mentito." Rispose con nonchalance il castano.
"Buon compleanno Naruto!" Dissero in coro gli occupanti del tavolo.
"Grazie!" Urlò il festeggiato.
"Buon compleanno di nuovo, piccolo mio." Gli sussurò all'orecchio Sasuke che lo teneva ancora abbracciato posto alle sue spalle con le braccia a circondargli la vita e la testa poggiata sulla sua spalla. 
Il biondo volto il capo dandogli un altro bacio sorridendo felice. "Hai fatto tutto questo per me?"
"Dovevo farmi perdonare!" Fu la risposta del moro. Poi un altro bacio.
"Ne avete ancora per molto?" Ironizzò il Nara seccato.
I due ragazzi si staccarono ridacchiando sedendosi uno accanto all'altro. La torta venne tagliata ed i festeggiamenti ebbero inizio. Per il resto della serata i due piccioncini la trascorsero in quel locale con gli amici del biondino per festeggiare il suo compleanno tra chiacchiere, risate e qualche drink di troppo. Tanto per tenere viva l'atmosfera.

Quello per Naruto fu il compleanno più bello della sua vita, anche se era iniziato male, si era concluso nel migliore dei modi.
Dopo quella sera il grande Sasuke Uchiha era tornato più borioso e altezzoso di prima, anche se meno egocentrico, aveva imparato la lezione, non avrebbe più anteposto i bisogni del suo ragazzo ai suoi. Naruto aveva ripreso a frequentare l'università e non veniva più scaricato dal suo ragazzo per quegli stolti dei suoi amici.
Qualche mese dopo finalmente i due ragazzi decisero di ufficializzare la loro relazione anche alle famiglie, per la gioia delle mamme, ma non tanto per i padri, che ancora non riuscivano a rassegnarsi all'idea che i rispettivi figli fossero gay. 
In aggiunta. I due colombi innamorati avevano deciso di andare a convivere, prendendo un piccolo appartamento nello stesso palazzo di Itachi. La loro convivenza era davvero singolare. Si amavano e si odiavano con una facilità spaventosa. Un attimo prima si sbranavano a vicenda per le cose più futili. Urlando, mal menandosi e lanciandosi addosso ogni sorta di oggetto. Mentre un attimo dopo scopavano come conigli.
Senza dubbio erano la coppia perfetta, opposti e complementari.
   
 
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