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Autore: Aladidragocchiodiluce    03/02/2018    2 recensioni
Nuovi nemici sorgono all'orizzonte, minacciando gli Autobot e gli abitanti della terra, ma nuovi alleati sono pronti a combattere.
Sequel della storia "Il Seeker e la Diclonicus"
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Quando June Darby ricevette il messaggio da Jack, un cui le chiedeva di venirlo a prendere assieme ai suoi amici si era già preparata la ramanzina che avrebbe fatto al figlio.

-Jackson Darby!-Iniziò appena arrivò.

- Spero che tu abbia...-Le parole le morirono in gola appena vide le due ragazze praticamente identiche, nascoste alle spalle del figlio che la fissavano con uno sguardo fra l'incuriosito e l'intimorito.

-Si mamma, ho una buona scusa.-Disse Jack, imbarazzato.


 

-Non posso crederci...già sono preoccupata per il fatto che sei coinvolto in un conflitto intergalattico, ora questo.-Mormorò June.

Aveva accompagnato Miko e Raf alle proprie case e inventato delle scuse con i loro genitori.

Attualmente era nella propria abitazione assieme al figlio, che aveva appena contattato l'agente Folwer in modo da informarlo di ciò che era accaduto, mentre lei prendeva un kit medico in quanto voleva controllare la salute delle gemelle.

-E ho solo diciassette anni, pensa quando sarò all'università.-Tentò di sdrammatizzare il corvino, con un sorriso forzato.

-Questo cos'è ?

E' morbidissimo!-Chiesero le gemelle, spuntando in cucina con in braccio quelli che sembravano i cuscini del divano.

-Si chiamano cuscini.-Rispose con calma la signora Darby.

Da quando erano entrate in casa, le due avevano riempito madre e figlio di domande riguardo i normali oggetti presenti, e ciò l'aveva preoccupata in quanto significava che non li avevano mai visti.

Si comportavano esattamente come due bambine che scoprivano il mondo.

-Ci piacciono!-Esclamarono le gemelle, stringendo il nuovo oggetto.

-Lo vedo.

Potete sedervi un attimo, vorrei fare dei controlli medici.-

Rimase sorpresa dagli sguardi di pura paura che le due le rivolsero, prima che si nascondessero dietro la porta.

-Perfavore.-

-Niente punture!-

-O coltelli!-

-Fanno male!-Dissero ad alternanza.

Come infermiera, June li riconobbe immediatamente come segni di maltrattamento.

Suo figlio gli aveva riferito le parole di Karuma, ma non si aspettava che la situazione fosse così grave.

Sapeva che in casi come questi era meglio mantenere la calma e comportarsi in modo da non agitare le ragazze, facendo in modo che siano loro ad avvicinarsi senza costringerle.

-Non ho nessuna intenzione di utilizzare né siringhe o coltelli.

Vi assicuro che non farà male.

Jack, perfavore, puoi venire un momento?

Adesso vi mosterò come ho intenzione di procedere.-

Quando il figlio arrivò, June iniziò a fargli un normale controllo medico, con la misurazione della pressione sanguigna e del battito cardiaco e le gemelle ne furono incuriosite al punto che uscirono dal loro nascondiglio.

Una volta capito che non c'era nulla da temere, furono più tranquille e iniziarono il controllo senza fare storie.

Quando fu il momento di misurare il battito cardiaco, la ragazza che stava visitando si dovette togliere la parte superiore della tuta e l'infermiera dovette trattenere un sussulto dalla sorpresa.

Essendo un medico, aveva già visto varie ferite o ciccatrici ma il numero spropositato dei segni presenti sul torace e le braccia di quella ragazza così giovane poteva impressionare chiunque.

“Che cosa hanno passato?”Si chiese, ma non era sicura di volerlo sapere.

-Quello cos'è?-Chiese la ragazza, indicando l'attrezzo sul suo collo.

-Si chiama stetoscopio, adesso lo userò per controllare il tuo battito cardiaco.-Quando lo appoggiò sulla ragazza, lei ridacchiò.

-E' freddo e fa solletico.-Disse alla sorella.

Quando ebbe finito, notando che l'altra ragazza sembrava essere incuriosita dall'oggetto, le permise di indossarlo in modo da sentire il battito della gemella.

-E un suono strano.

Tum tum, tum tum.-Commentò, quasi ad imitarlo.

-E' il battito cardiaco.

Deriva dal cuore che pompa il sangue all'interno del corpo, permettendo la vita.-spiegò June.

Una volta fatto la stessa cosa con l'altra, essa le chiese:

-Tutti hanno il cuore che fa questo suono nel corpo?-

-Certo, uomini e animali.-Confermò.

-Quindi, quando nostra mamma ha smesso di respirare anche questo suono è sparito.-Realizzarono, abbassando entrambe la testa.

Anche June emise un sospiro triste, non gli piaceva non fare niente quando una persona davanti a lei soffriva, così le chiese:

-Voi, sapete che cosa succede alle persone quando muoiono?-

Sollevando lo sguardo, risposero tristemente:

-Smettono di respirare, mangiare...-

-...Il loro cuore non fa più tum-tum e non si muovono più.-

-E il loro corpo è messo sottoterra...-

-...In una cassa di legno.-

-Appunto, il loro corpo.

Ma lo spirito della persona, la sua essenza rimane, non può essere vista o sentita ma rimane a vegliare su di noi, un invisibile presenza.-

Le due sollevarono lo sguardo:

-Quindi mamma ci sta guardando!-Esclamarono e quando June annuì, sollevatono le teste verso l'alto come se sperassero che comparisse.

-Mamma, se ci senti, ti vogliamo bene!-

June sorrise, contenta di essere riuscita a risollevarle il morale.

In quel momento Jack avvisò che la cena era pronta.


 


 

L'alba era sorta da poco quando un astronave atterrò davanti a quella che doveva essere una vecchia cava.

Si trattava della nave dell'ex demolitore Wheeljack, un bot dalla corazza bianca con dettagli rossi e verdi e gli occhi azzurri.

Aveva deciso di atterrare in quella zona in quanto aveva localizzato uno strano segnale e, incuriosito aveva deciso di indagare.

Appena sceso, assunse la sua forma alternativa e entrò senza timore nella cava.

Quasi subito si trovò di fronte ad un bivio ma si rese conto che in una galleria c'erano dei segni di trascinamento e delle impronte troppo grandi per appartenete a qualsiasi abitante della terra.

-Se volevate nascondervi, potevate impegnarvi di più.-Disse, senza rivolgersi a nessuno in particolare, riassumendo la forma robotica e avanzando, armato di blaster in modo da far un po' di luce e difendersi in caso di attacco.

Fatti un paio di passi, si fermò e si chinò ad ispezionare il terreno.

Ben mimetizzate in modo da sembrare delle semplici rocce, vi erano dei dispositivi romboidali che l'ex-demolitore riconobbe subito come mine e per lui fu facile trovare il modo di evitarle.

Avanzando, si accorse che da una caverna proveniva una strana luce azzurrina e, sospettando fosse quella la causa del segnale, andò in quella direzione.

Spuntò in una “sala” circolare completamente scavata nella roccia e scoprì la fonte della luce: una capsula metallica abbastanza grande da contenere un mech, con una lastra di verto che permetteva di vederne l'interno, che il bot riconobbe come una capsula di stasi.

Fece appena in tempo a notare che il suo interno vi era qualcuno quando un ringhio gli fece sollevare lo sguardo.

Attaccati alle pareti, vi erano dei lucertoloni neri dagli occhi bianchi, i Kheu già incontrati precedentemente dal team prime, erano circa una cinquantina ed erano tutti attaccati al soffitto.

-Mi sembrava strano che la sorveglianza fosse così scarsa.-Disse l'ex demolitore, estraendo le katane che teneva dietro la schiena.

La prima creatura gli saltò addosso ma lui la colpì con la parte affilata della lama, convinto di tagliarla in due ma con sua sorpresa, la corazza di quella bestia resistette e venne solo scagliata a lato, senza riportate gravi ferite.

Anche gli altri seguirono l'esempio del compagno, saltando addosso all'intruso che stavolta rispose con i blaster ma nemmeno quelli non avevano effetto.

-Siete duri a morire?

Bhe, anch'io.-Scherzò Wheeljack continuando a sparare attorno a sé per tenete quelle cose a distanza.

Una volta riuscito ad individuare un punto in cui i suoi aggressori erano più numerosi, prese rapidamente la granata legata al suo fianco e ve la lanciò, cercando di spostarsi il più possibile dal suo raggio d'azione.

La granata finì nella bocca di una di quelle creature che la inghiottì per poi esplodere e i suoi resti finirono addosso ai suoi simili ma il rumore causato e la puzza del suo sangue verde sembrò confondere i compagni che iniziarono ad agitarsi, muovendosi confisi da tutte le parte, sbattendo e attaccandosi fra loro.

-Allora non siete immortali.-Li prese in giro Wheeljack, approfittando della confusione per avvicinarsi alla capsula.

Scoprì che all'interno vi era una piccola seeker bianca e grigia con la corazza ricoperta di graffi; non era possibile capirne la fazione in quanto non aveva simboli né addosso, né sulla capsula.

“Se l'hanno nascosta qui e con questa sorveglianza ci sarà un motivo.”Pensò, deciso a portarla fuori di lì.

Intanto i Kheu si erano ripresi e stavano per tornare all'assalto ma Wheeljack armò i blaster con entrambe le mani e sparò al soffitto, facendoglielo crollare addosso.

Ma erano ancora vivi!

Infatti molti si stavano già dimenando da sotto le macerie nel tentativo di liberarsi.

-Non abbiamo molto tempo, speriamo di essere il più lontano possibile appena quelli si liberano.-Disse, come se la seeker potesse sentirlo, mentre trascinava la capsula fuori dalla caverna il più velocemente possibile.

Una volta all'astronave, subito dopo aver preso il volo, inviò un messaggio alla base Autobot.

-Hey Doc!

Non crederai mai a che ho trovato.-Disse, girandosi verso la capsula.


 

Angolo Autrice

Ed eccoci in un nuovo capitolo dove abbiamo prova dell'affettuosità delle gemelle XD

Ma chi ha trovato Wheeljack? E che ci facevano i Kheo lì?

Lo scoprirete nei prossimi cappy

Saluti da Ala

   
 
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