Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    04/02/2018    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Diciannove


Un frullio d’ali fa sollevare molte paia d’occhi simultaneamente e, poco dopo, nella sala si riversano alcune pixies, fra le quali Eresseie che sembra guidare il gruppo. Molte di loro sono creature minuscole, del tutto simili a ramoscelli d’albero con attaccate poche foglie secche; ciò nonostante volano agilmente e a velocità sostenuta, tanto che in alcuni momenti sembrano quasi scomparire nel nulla per riapparire un momento dopo in un punto differente.


«Portiamo notizie» esordisce Eresseie con inquietante gravità. «Notizie davvero pessime».


Nessuna delle nuove arrivate, al momento, pare avere interesse per i due incubi presenti, in compenso ogni spirito all’interno della fabbrica è fortemente concentrato nell’attesa di scoprire quale cattiva nuova hanno in serbo per loro.


«Di cosa si tratta, questa volta?» decide di farsi avanti a quel punto Nyx, notando con facilità il nervosismo delle pixies.


È ancora Eresseie, evidentemente, a incaricarsi di fornire una risposta. «Abbiamo ragione di credere di aver scoperto il segreto che Mot nasconde con tanto accanimento e, purtroppo, ha tutte le ragioni del mondo per volerlo mantenere a tutti i costi. Si tratta di un demone» spiega, non sapendo bene a chi rivolgersi fra i vari presenti e decidendo così di fissare lo sguardo sul fuoco.


«Un demone?» soffia Nyx, preoccupata, mentre l’incarnato di Pitch cede un altro po’ di colore per la causa.


Eresseie annuisce gravemente, visibilmente agitata. «Crediamo si tratti di un demone piuttosto antico; le creature magiche più giovani non ne conservano memoria, ma alcune divinità sostengono di averne sentito parlare. Sembra sia stato… sigillato, diversi secoli addietro».


«Sigillato?» si fa avanti Toothiana, un po’ confusa.


«Esatto. Lo hanno confinato in uno spazio al di fuori del tempo; un mondo a parte o, forse, una dimensione a parte, non lo so, non sono molto pratica di questo argomento» ammette la pixie.


Nyx invece annuisce, comprendendo. «Accadeva di sovente nei tempi antichi, quando ancora il mondo era giovane e abitato da creature potenti e potenzialmente pericolose. Lasciarle libere di muoversi su questo piano dell’esistenza avrebbe significato mettere a repentaglio la vita di molti, mortali e immortali. Pertanto spesso si decideva di unire le forze per sigillare queste creature in luoghi al di fuori di questo mondo, laddove non potessero arrecare danno» spiega paziente.


«E come sopravvivevano, senza un vero posto in cui vivere?» chiede a quel punto Jack.


Nyx gli offre un mesto sorriso, prima di rispondere «Normalmente non sopravvivevano affatto» facendolo trasalire per l’orrore. «Pochi di noi avrebbero avuto le capacità sufficienti a estinguere personalmente la loro esistenza. Ma confinandoli in spazi adatti c’era la quasi certezza che sarebbe bastato attendere che il tempo lavorasse al nostro posto».


«Questo è…» gracchia Jack, sconvolto «terribile».


«Forse» ammette Nyx, senza mai distogliere lo sguardo da quello dello spirito dell’inverno. «Eppure, allora, le scelte non erano molte: si poteva lasciare che uno di quei demoni fuori controllo circolasse liberamente lasciandosi alle spalle unicamente morte e distruzione, oppure decidere di fermarlo prima che divenisse ingestibile. Noi siamo divinità, Frost, ma neppure le divinità sono infallibili, contrariamente a ciò che potrebbe pensare la gente» ammette cupamente.


*


«Questo demone non ha fatto la stessa fine degli altri, però. Non è morto, è ancora lì, vivo e probabilmente infuriato con voi» ragiona Pitch con aria crucciata.


Nyx non può che convenirne. «Già… Se Eresseie dice il vero abbiamo un enorme problema che ci attende al varco» ragiona amaramente.


«Mi sono documentata con attenzione, prima di venire qui a farvi rapporto» precisa la pixie, un po’ offesa dalla loro reticenza a credere nelle sue parole.


Nyx stiracchia uno stentato sorriso. «Non stavo certamente insinuando la tua malafede, mi limitavo a prendere in esame ogni possibilità. Comunque, hai idea di chi sia questo demone redivivo?».


Ognuno dei presenti si fa a quel punto ancora più attento, impaziente di avere un quadro completo del disastro che si sta per abbattere su loro tutti.


Eresseie però scuote la testa, incerta. «Non ne so molto su questo fronte. Non ne ho mai sentito parlare personalmente né mi è mai capitato di incontrarne le tracce. Conosco il suo nome, però; forse sai di chi si tratta. Si chiama Fuinur; così almeno lo ha chiamato Mot» spiega la pixie.


Anche Nyx però non sembra avere le idee chiare su chi possa realmente essere questo demone misterioso. «Non mi dice nulla, a essere sincera. Sembra un soprannome. Forse un tempo possedeva un vero nome che è andato perduto assieme al suo ricordo» ipotizza.


«Siamo punto e a capo, dunque» lamenta Pitch in tono desolato.


«Non proprio» interviene Nicholas. «Sappiamo che quasi sicuramente c’è questo demone antico che guida le azioni di Mot e, tramite di lui, quelle del fratello Ba’al. È abbastanza sicuro che il demone vorrà vendetta contro quelli che secoli fa lo hanno imprigionato al di là del nostro mondo…» elenca paziente.


Nyx a quel punto sgrana gli occhi, incredula. «Mio padre» soffia, visibilmente turbata e forse anche spaventata.


Pitch aggrotta le sopracciglia e la fissa confuso, imitato dagli altri presenti. «Tuo padre cosa?» incalza, proprio come il mal di testa incipiente, pronto a esplodere in tutta la sua gloria funesta.


«È lui il legame che cercavamo fra i due fratelli e il demone. Lui è la chiave, ne sono quasi certa, ormai» mormora Nyx fra sé. Poi si volta a fissare, uno a uno, gli altri spiriti. «Ascoltate, voi, seguite il mio ragionamento: un demone antico, tanto che di lui si sono perse le tracce e la memoria; due divinità che non si sono mai sopportate, fratelli che si odiano ma che, improvvisamente, collaborano a un progetto comune. Mio padre deteneva la conoscenza e il potere sufficienti per esiliare, da solo, un demone antico e potente in una dimensione esterna alla nostra, probabilmente un demone molto pericoloso per la sopravvivenza stessa di questo mondo così come lo conosciamo. Mot e Ba’al, per quanto astio possano mai provare l’uno nei confronti dell’altro, hanno comunque trovato un obbiettivo comune: strappare a mio padre le sue conoscenze per tornare a essere ciò che rappresentavano in passato ma che hanno perduto proprio a causa dello scorrere inesorabile del tempo» espone tutto d’un fiato.


Pitch è ancora profondamente concentrato sulle parole della donna, ma non più tanto incredulo. «È lecito aspettarsi che Mot abbia ritenuto più saggio nascondere al fratello, non propriamente degno di fiducia a suo parere, la sua alleanza con questo demone».


Un enorme ghigno si apre sul volto un momento prima cupo di Nyx; fa un po’ spavento, ora, tanto che Aster crede opportuno porre una maggior distanza fra la donna e sé stesso. «Esatto!» esulta la dea della notte, facendo trasalire tutti, nonostante vi fossero in qualche modo preparati.


«Dunque» si fa avanti Nicholas, non completamente convinto delle conclusioni dei due, «Mot e questo demone, Fuinur, sono alleati contro…» prova, incerto.


«Mio padre» conferma Nyx, decidendo di venirgli incontro.


«E quindi, chi sarebbe tuo padre?» chiede a quel punto Jack, curioso e impaziente, appoggiato senza esitazione dal resto dei guardiani.


Nyx nota, con la coda dell’occhio, Pitch dietro di lei trattenersi con evidente fatica dal ridacchiare, così gli assesta una poco cortese gomitata nelle costole e gli rifila un’occhiata inceneritrice, alla quale lui replica con un piccolo ringhio di protesta per poi incrociare le braccia e sbuffare seccato.


«Phanês, mio padre, è una divinità primigenia creata molto, moltissimo tempo fa, quando l’universo non era che un neonato, dall’unione delle forze di due entità già esistenti: il tempo e il destino, Chronos e Ananke. Lui era…». Nervosamente si scompiglia i capelli, indecisa su come spiegare qualcosa di così complesso. «Era stato creato per portare la vita nel cosmo: luce della conoscenza e semi del futuro. Era il principio di tutto dal quale venne alla luce il mondo; in realtà lui ERA tutto… ma non ne era granché interessato; non era interessato a detenere quel potere, pertanto lo passò al proprio successore, che sarei io» borbotta Nyx, imbarazzata oltre ogni misura per essere costretta a rivelare dettagli un po’ troppo personali.


Jack sfarfalla le ciglia e spalanca la bocca, sorpreso. «Quindi tu adesso sei il Grande Capo dell’Universo?».


Pitch sbuffa una risata divertita e si guadagna una seconda gomitata dalla dea della notte.


«No, Frost, non lo sono. Lo ero, in un certo senso, ma neppure io ero interessata a questo tipo di… privilegio, non lo sono mai davvero stata. Così a mia volta lo cedetti a mio figlio» spiega, più paziente di quanto credesse possibile.


«Ugh! Hai anche un figlio?» chiede Jack, a quel punto molto più che confuso e ormai potenzialmente pronto a tutto.


«Beh, sì» borbotta Nyx, al colmo dell’imbarazzo. «L’ho chiamato Ouranós».


«Che nome idiota» commenta imprudentemente Pitch, beccandosi la sua terza gomitata della giornata.


  
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