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Autore: Sistxh    04/02/2018    5 recensioni
La prima cosa che dovete sapere leggendo queste pagine è che non vi è un vero e proprio inizio.
Né una vera conclusione, a dirla tutta. Questa è la mia versione dei fatti.
Questi sono i miei pensieri riguardo tutto quello che è successo e se state leggendo, quasi sicuramente è perché sono morto.
Qui non ci sono bugie -che è poi quello che vi aspettavate da me- solo la realtà dei fatti.
Diffidate di quello che vi è stato detto, l'Oscurità è una forza cosmica troppo vasta per comprenderla.
Datemi del cinico, freddo e disumano ma io non sono mai stato tipo da accettare le cose sulla parola,
e si dà il caso che sappia che la mia storia non è altro che trama e metafora, che è poi ciò di cui sono fatte tutte le storie.
E ciò che le rende un successo o una leggenda, è come la storia viene raccontata, e da chi.
Altri hanno già avuto l'occasione di raccontare la loro versione dei fatti.
Questa è la mia. Partiamo dal giorno in cui sono nato...
-Benjamin Solo.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Kylo Ren, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
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                                                                                                            V.
Ben mosse uno dei personaggi sulla scacchiera, il quale cominciò a duellare con uno dei tanti del suo avversario che alla fine riuscì a sconfiggere. "Ho vinto, sì! Finalmente ho vinto" esclamò e Chewbecca ringhiò furioso.
Avevano appena finito una partita a Dejarik che era andata avanti per ore, durante il gioco vi erano stati alti e bassi ma alla fine Ben aveva vinto con una mossa astuta.
Leila li guardava sorridendo "Stai attento, Ben." lo avvisò.
"Perché?" 
"Se un Wookie perde, diventa furioso e può strappare le braccia dal corpo di una persona." rispose Leila e subito Ben si alzò allarmato, allontanandosi il più possibile dall'essere, facendo ridere la madre.
Chewbe si alzò di scatto e ruggì contro il ragazzo che urlò e iniziò a correre verso l'uscita della stanza ma si scontrò con il padre che stava entrando "Ben! Cosa succede?" chiese Han preoccupato.
"Padre! Le mie braccia verranno strappate!" urlò spaventato il ragazzo.
Han sospirò "Perché gliel'hai detto?" domandò a sua moglie mentre quest'ultima continuava a ridere a causa della situazione.
"Ben, non devi preoccuparti è solo una diceria, e poi Chewbe non ti farebbe mai del male."  Han sapeva che il suo amico era capace di fare quello e ben altro, ma mentì cercando di calmare suo figlio.
"Rrrrrrr-ghghghghgh!" ringhiò Chewbe.
"Beh, tu la prossima volta cerca di non spaventarmi!" urlò Ben in risposta, si alzò anche Leila e poggiò una mano sulla spalla del ragazzo "Ben, Chewbe è di famiglia non devi mai avere paura di lui." disse con fare premuroso e il ragazzo annuì.
"Ora che ci siamo calmati direi che è meglio ritornare in sala comandi e riallacciare le cinture, ci troviamo nel nucleo profondo e tra poco faremo il salto iperspaziale." annunciò Han e tutti uscirono dalla stanza per rimettersi ai propri posti. 

                                                                                                           ***
Han prese di nuovo i comandi, Chewbe era seduto a fianco, Ben e Leila sui sedili posteriori.
L'uomo guardò lo scanner mostrante la mappa e regolò la traiettoria del salto "Siete pronti?" chiese.
"Sì!" risposero Ben e la madre all'unisono mentre Chewbe ruggì ferocemente, Han abbassò una leva e d'un tratto la velocità a cui viaggiavano aumentò drasticamente. L'astronave iniziò a tremare, dai vetri si potevano vedere i colori delle stelle, dello spazio e dei pianeti mescolarsi e divenire un tutt'uno. Ben sentiva il suo stomaco contorcersi mentre veniva spinto all'indietro sul sedile; dopo un paio di minuti Han abbassò la leva e il Falcon cambiò di nuovo velocità, ritornando a quella iniziale. "Tutto apposto lì dietro?"
"Sì, stiamo bene." rispose Leila sorridendo ma poi si girò verso Ben e vide che era pallido "Diamine Ben, come ti senti?" chiese agitata.
"Bene madre, solo un po' di nausea." rispose il ragazzo.
"È normale è il tuo primo salto iperspaziale, il tuo corpo non è abituato." spiegò spostandogli all'indietro una ciocca di capelli che gli era caduta sulla fronte.
"Ragazzo, ti conviene guardare fuori dai vetri" gli consigliò il padre e subito si sentì meglio.... poi lo vide. 

 Tython. Si trovavano sopra al globo e piano stavano penetrando la sua atmosfera. Nell'orbita di Tython giravano due lune: Ashla e Bogan, satelliti che ispirarono la filosofia dell'Ordine Jedi di equilibrio tra il lato chiaro e il lato oscuro della forza. Ben era affascinato, il pianeta era ricoperto da nuvole che da quella distanza gli ricordavano le cancellature che faceva quando scriveva, offuscando e diffondendo il grigio. Da lassù non riusciva a vedere bene, solo sentire.
 A chilometri di distanza c'era l'oceano, vivo con movimento costante, oltre il vetro poteva odorarlo e ascoltarlo. Era lì. Le onde si muovevano con forza ma morivano entro pochi metri, da loro arrivava l'odore salato. Riusciva a sentire gli uccelli cantare assieme alla presenza di tanti altri esseri viventi, era in trance.
Viaggiò e si ritrovò vicino a quella che sembrava essere una cascata che tuonò giù come un lampo e illuminava gli alberi circostanti in sfumature sorprendentemente differenti. Le ombre danzavano tra di loro mentre gli alberi si ergevano silenziosi come sentinelle. L'erba copriva la terra liscia come capelli, inoltre percepiva ogni gocciola che cadeva pesantemente formando la propria cascata. Le montagne invece raggiungevano il cielo, apparentemente cercando di cogliere e rivaleggiare con il sole. Vi erano anche praterie e foreste e l'odore familiare di pino fluttuava nell'aria indugiando dolcemente come un incantesimo. Gli uccelli cinguettavano e spettegolavano tra gli alberi alti e potenti.
Si sentiva in armonia e a riposo. 

La voce della madre lo riportò alla realtà "Ben ti senti meglio?" 
 "Molto meglio." 
"Hai percepito qualcosa?" chiese con fare premuroso.
 "Tutto."
Leila sorrise "Vedi, Tython è bello e potente, enigmatico e pericoloso, pieno di misteri e aperto a chi è a suo agio con la Forza. È rimasto qui a lungo, significa tutto per noi, anche se non siamo niente per esso."
"Hai ragione, per un attimo mi sono sentito addirittura parte di esso."
"Luke ti insegnerà a fare molto di più." commentò Leila e gli diede un bacio sulla guancia al quale il ragazzo reagì sorridendo.
Nel frattempo il Falcon era arrivato nello strato più basso dell'atmosfera ... avevano raggiunto l'Accademia. 

Una volta atterrati, tutti si erano slacciati le cinture di sicurezza. Ben era subito andato a prendere il borsone nell'altra stanza e di corsa era ritornato dai genitori che ora si trovavano vicino all'uscita del Falcon. Ben aveva i nervi alle stelle, tremava. Guardò a destra e vive la madre, guardò a sinistra e vide il padre; i suoi genitori che ora gli sorridevano cercando di incoraggiarlo.
"Adesso apro la porta va bene?" gli chiese il padre.
"Si, va bene, sono pronto." rispose Ben muovendo la testa in uno spasmodico movimento verticale.
"Andrà tutto bene." lo rassicurò Leila e Chewbe ringhiò dandogli la carica di cui aveva bisogno.
Voleva tornare a casa e continuare la sua vita di tutti i giorni ma proprio mentre stava per girarsi, Han pigiò il bottone facendo alzare la porta metallica e abbassare la rampa. Si sollevò una nuvola di fumo che piano cominciò a dissolversi permettendogli una visuale migliore. Era lì, di fronte a lui, a distanza di pochi metri... Luke Skywalker.
Ben non credeva ai suoi occhi, la leggenda era realtà.  
Si prese del tempo per osservarlo, indossava una tunica bianca e un mantello grigio, come i suoi capelli e la sua barba perfettamente tagliata, ma il grigio era anche il colore della mano metallica che aveva catturato l'attenzione del ragazzo.
Ben notò che alla sua destra e alla sua sinistra vi erano rispettivamente tre ragazzi e tre ragazze, giovani allievi dell'Accademia.
Alle loro spalle vi era il tempio Jedi; comprendeva tre edifici, quello principale al centro e ai due lati quelli minori, ovvero i dormitori e la sala da pranzo. Chiunque l'avesse costruito aveva presto spunto dall'architettura dei bastioni di Yavin IV.
Inoltre aveva due piani e aveva anche due hangar a cielo aperto; i sistemi di sicurezza erano impiantati dietro l'elegante architettura, rendendolo così un luogo in cui meditare in tutta sicurezza.
Davanti all'entrata vi era una passeggiata, posta tra i vari campi di allenamento; grandi statue di legno erano state poste ai lati dell'entrata principale, la struttura era interamente circondata da boschi e alte montagne. 

All'improvviso Luke si fece avanti "Ben, finalmente sei qui." proferì sorridente, i suoi occhi brillavano, erano di un azzurro intenso quasi ad imitare l'oceano nei quali erano riflessi tutti i sogni e i progetti che aveva per quel ragazzo. 
"Zio Luke, è un onore conoscerti." 
"È un onore conoscere te, giovane Solo. Forza saluta i tuoi genitori, così potrai intraprendere il tuo percorso." 
Ben si girò verso la madre e i due si guardarono intensamente "Madre, mi mancherai."
"Anche tu Ben, ma tutto questo è necessario, vedi è incredibile come le cose si innestino e tutto sembri così giusto, da un'oscurità che non sembra sollevarsi può nascere una luce splendente." disse mentre gli accarezzava la guancia "Dicono che le cose accadono quando è destino, ma il destino mi ha sempre resa nervosa, mi sono seduta e ho guardato la mia vita svolgersi, e mi sono chiesta se valesse la pena aspettare. Poi un giorno mi sono resa conto che quello che dicono è la verità. Quel destino riuscirà a farti andare avanti ma devi uscire e fare cose buone, per far si che le cose belle accadano a te." 
Ben si sentiva scosso, le parole della madre gli erano giunte al cuore "Madre, quello che dici è vero. Io sono stanco di piangere, di gridare, di essere triste, solo e furioso. Ho bisogno di aiuto, perché non voglio essere diverso o sentirmi vuoto dentro. Desidero ricominciare perché mi sono stancato di sognare una vita che non potrò mai avere." rivelò con le lacrime agli occhi.
"Ben, Luke ti darà la possibilità di ricominciare e tutte le volte che ti sentirai inadeguato, ricordati che sei uno Skywalker. Sei fatto di polvere di stelle. Quando guardiamo il cielo di notte, e vediamo la gamma mozzafiato di luci che brillano dall'oscurità, non ce ne rendiamo conto ma stiamo guardando la genesi della vita umana. Tu hai i resti delle stelle dentro di te."
"Non capisco." contestò il ragazzo.
"Ben, se ti faranno sentire non all'altezza, ricordati di brillare. Brilla come fanno le stelle. La forza è nelle tue ossa da quando sei nato, non lo sai ancora mai sei incredibile."  si avvicinò a suo figlio e lo abbracciò.
Dopo un po' si separarono e il ragazzo si girò verso suo padre "Beh, dopo tutte queste parole, qualunque cosa ti dicessi sembrerebbe insignificante ma devo dirti che... sono fiero di te." ecco finalmente era riuscito a dirlo.
"Non ti preoccupare padre, queste parole mi bastano, sono tutto ciò di cui avevo bisogno." Ben si gettò nelle braccia del padre, dietro di loro Chewbecca ringhiò ferocemente.
"Non mi sono dimenticato di te." urlò Ben, il wookie si avvicinò e strinse il ragazzo nelle sue grosse braccia sollevandolo da terra e facendolo girare in aria "Ci rivedremo presto." disse cercando di rassicurare l'essere il quale gli rispose con un ruggito sofferente.
Una volta tornato sui suoi piedi, Ben scese dalla rampa, lasciandosi il passato alle spalle, diede un ultimo sguardo ai suoi genitori e notò che si stavano abbracciando mentre lo guardavano felici e rassicurati. La porta metallica si chiuse e si ritrovò vicino allo zio mentre entrambi guardavano il Falcon prendere il volo e sparire nello spazio.  
   
 
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