No Hero
Il
cavaliere si accasciò sul pavimento sporco e umido della
torre,
consapevole dello sguardo del drago fisso su di sé. Si
guardò
intorno in cerca di una via d'uscita, ma la stanza era talmente buia
che a stento riusciva a vedere le proprie mani.
Tutto
ciò che riusciva a percepire era la presenza possente della
creatura
e una leggera brezza che faceva intuire una qualche via d'uscita.
Il
ruggito del drago richiamò il cavaliere dai suoi pensieri.
Strinse i
pugni e, mentre si rialzava, raccolse lo scudo.
Girandosi
lentamente il paladino si accorse che la creatura non si era mossa,
come se lo stesse sfidando o persino aspettando.
Il
drago ritrasse indietro la testa per guardare meglio il cavaliere
che, a corto di fiato, cercava a sua volta di capire le intenzioni
dell'altro. In quella stanza piccola e angusta, troppo per entrambi,
era facile rimanere a corto di ossigeno.
Il
paladino alzò lentamente la propria spada puntandola verso
la
creatura, con le ginocchia ancora tremolanti consapevole che quello
scontro, che sembrava essere durato anni,
sarebbe giunto al termine molto presto.
Il
drago parve indisposto dalla voglia di combattere del cavaliere,
alzò
una zampa e lo colpì scaraventandolo contro il muro.
Il
cavaliere accusò il colpo urlando per il dolore e si
ritrovò ancora
una volta a terra, spostò il suo sguardo verso il drago che
aveva
assunto la sua posizione iniziale.
Con
sorpresa si rese conto che la creatura non stava cercando di dargli
il colpo di grazia, ma continuava ad osservarlo ed a aspettarlo
ancora una volta, ritrovandosi di nuovo al punto di partenza, come
in un circolo vizioso che non accennava a svanire.
Il
paladino strinse i denti e si alzò di scatto, barcollando
senza né
arma né scudo.
<< Perché?!
Perché non mi uccidi e basta? Smettila di torturarmi!
>> Urlò
il cavaliere.
La
creatura allargò le narici inalando dell'aria. Il paladino
fece lo
stesso chiudendo gli occhi e allargando le braccia, pronto ad
accogliere il calore che avrebbe posto fine alle sue sofferenze.
Ma
quando si rese conto di non bruciare aprì gli occhi e vide
il drago
raddrizzare il proprio corpo mettendo in mostra il petto. Solo in
quell'istante il cavaliere si accorse di una cicatrice proprio
lì
vicino al cuore, così si portò istintivamente la
mano al petto.
Quella cicatrice gli ricordava tanto qualcosa...
<< No. >>
Sussurrò fra sé il cavaliere. <<
Impossibile. >>
Il
paladino sentì all'improvviso l'ululato del vento farsi
sempre più
forte e invaderlo facendogli perdere quasi l'equilibrio.
Il
vento era talmente violento da toglierli il respiro e più si
affannava per prendere aria, più il vento si faceva forte
ostacolandolo nel suo intento, si ritrovò a terra
schiacciato dalla
pressione.
Cercò
di alzare la testa per capire cosa stesse accadendo ma la pressione
gli impediva di alzare completamente il viso permettendogli di vedere
solamente le zampe della creatura ancora immobile e per niente scossa
dal susseguirsi degli avvenimenti.
Il
vento continuava imperterrito ad aggredire il cavaliere facendolo
ritrovare ancora una volta contro il muro gelido, ma stranamente
più
il cavaliere restava contro la parete più la consistenza
contro la
sua schiena cambiava e si trasformava in qualcosa di più
morbido.
Prima
che il paladino potesse chiedersi dove si stesse realmente
appoggiando si ritrovò accecato da una luce improvvisa e
abbagliante.
Quando
la luce terminò il ragazzo, sbattendo velocemente e
ripetutamente le
palpebre, cercò di abituarsi alla nuova luce.
Fissò
il soffitto e si rese conto di stare ancora ansimando.
Cercò
di calmarsi sentendo l'aria nei polmoni e il vento scemare.
Si
guardò intorno e riconobbe la propria camera. Come aveva
fatto ad
arrivare fin lì? Aveva sognato tutto questo tempo?!
Si
alzò ancora barcollante dirigendosi verso lo specchio della
camera.
Era pallido, il viso ricoperto di sudore. Portava i capelli ancora
scompigliati dal cuscino, si portò una mano al petto e
sorrise.
La
cicatrice era ancora lì ma non aveva importanza, si sarebbe
rialzato
sempre.
Non
importa quante volte la vita o persino se stesso lo avrebbero
ostacolato. Aveva bisogno solo di tempo.
Il
sorriso si allargò mentre i suoi occhi si accesero di un
rosso
fuoco.
<<
Staring down the hole inside me,
looking
in the mirror making peace with the enemy. >>
( Goo Goo Dolls – So Alive )
Nda:
Innanzitutto
vi ringrazio per
essere arrivati fino a qui.
Sono
consapevole di essere sparita ma sono successe talmente tante cose
che non riuscirei a riassumerle in poco tempo, perdonatemi.
Sono
ancora arrugginita con questo genere di storie ma spero che sia
venuta almeno decente.
Questa
storia è stata scritta, richiesta e pensata per un amico e
spero che
gli piaccia.
La
citazione finale è una canzone che, se vi è
piaciuto il tema della
storia, consiglio a tutti di ascoltare.
Molte
volte siamo proprio noi stessi i veri nemici.
Alla
prossima!
Potete trovarmi anche qui per richieste o prompts, scoprire i miei headcanons o per semplice curiosità.