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Autore: _armida    06/02/2018    3 recensioni
Si tenevano per mano su di una scogliera a picco sul mare, un bambino ad una bambina intenti a osservare il cielo azzurro sopra le loro teste.
“Cosa faremo se la Galassia fosse in pericolo?”, chiese lei in un mormorio incerto, timoroso quasi.
L’espressione sul viso del piccolo Poe si fece sicura. “Se la Galassia avrà bisogno, noi ci saremo”, rispose.
I loro eroi avevano combattuto per la libertà, perché loro non avrebbero dovuto farlo?
...
“C’è stato un risveglio nella Foza”, rivelò il Leader Supremo.
Sotto la maschera, gli occhi color pece di Kylo Ren ebbero un guizzo.
“Fonti certe mi hanno informato che la mercante di rottami ha raggiunto Skywalker, sai questo cosa significa?”, continuò il Leader Supremo.
“L’addestrerà e ne farà un Jedi e noi saremo in minoranza…”. Ren alzò il viso su Snoke, sotto la maschera, quindi non visibile, un ampio sorriso faceva capolino. “…almeno che non trovassimo questo nuovo detentore della Forza e lo convincessimo a stare dalla nostra parte”
Anche il Leader Supremo sorrise, un ampio e sadico sorriso che avrebbe messo i brividi a chiunque. “Ti affido dunque il compito di trovarlo e portarlo da me, mio fedele apprendista"
Genere: Azione, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII
 
Erano passati non più di una decina di minuti quando la porta degli alloggi di Ren si aprì e il re ne uscì con un falso e largo sorriso sulle labbra ma, non appena i suoi occhi incontrarono quelli della nipote, la sua espressione mutò, facendosi cupa e severa. 
Lys abbassò immediatamente lo sguardo. Meglio non sfidare la limitata pazienza del re. 
Ma anche quel gesto servì ben a poco, dal momento che suo zio l’afferrò per un braccio, affondando le dita nella carne tenera e trascinandola verso i suoi alloggi. 
Aprì il portale malamente, per poi spingerla dentro con ben poca delicatezza e richiudere con un tonfo. 
La giovane si massaggiò il braccio dolorante e non nascose la conseguente smorfia di fastidio sul viso. “Come minimo qui mi uscirà un livido”, fece notare acida. “E la gente si chiederà quale mostro abbia osato sfiorare la principessa. Quando dirò che sei stato tu, non farai una bella impressione”. Un sottile tono di sfida che proprio non era uscita a trattenere.
“Meglio un livido su un braccio che essere trapassata da una spada laser”, ribattè lui, dirigendosi verso la grande vetrata che dava sul mare. Ma a metà strada però si fermò voltandosi verso di lei. “Si può sapere cosa ti è saltato in testa?!”. Un urlo che probabilmente era stato avvertito anche nei sistemi vicini talmente era forte. 
“Non sapevo che lo avevi messo qui, credevo fossero tutti lontani nell’ala est”, si giustificò. “E la porta era aperta”
“Era chiusa, Ren me lo ha assicurato”, disse lui. Scosse la testa, come a non volersi troppo soffermare su quel dettaglio e tornò alla propria ramanzina. “E se tu avessi letto le comunicazioni di corte, avresti saputo che nell’ala est abbiamo sistemato l’intera divisione di stormtroopers e che, non essendoci più uno spazio adeguato, si è deciso di sistemare il Comandante Ren e il Generale Hux in quest’ala”
La giovane sbuffò e incrociò le braccia al petto. Forse avrebbe potuto leggere qualche comunicazione in futuro… ma lui avrebbe anche potuto dirglielo a voce. 
Lo osservò e per un solo istante le parve che la sua espressione si facesse più dolce, magari un pensiero che però lei non riuscì a captare dal momento che così repentinamente come era apparsa, era scomparsa. Il suo volto tornò a farsi duro. “Sei adulta, ormai. È ora che tu ti prenda le tue responsabilità. Io non sarò sempre qui a proteggerti”
“Me la potevo cavare benissimo anche da sola”
“E spiegami come, di grazia”
Lys sbuffò di nuovo, dandogli le spalle e osservando l’anticamera dei propri alloggi. Chiuse gli occhi e si morse la lingua per non ribattere con qualcosa che avrebbe portato conseguenze spiacevoli. Sentì la rabbia montarle dentro, ma cercò di tenerla controllata. 
“Sei un’incosciente e una delusione per me!”, sbraitò il re. 
Niente che lei non avesse già sentito. E ormai non le faceva più né caldo né freddo. 
“Voglio augurarmi che fatti spiacevoli come quello di oggi non accadano più per tutta la durata del soggiorno dei nostri ospiti”, continuò.
Forse era fattibile. Se non si fosse più fatta viva per tutta la durata della visita. “Quanto staranno qui?”, chiese. 
“Il Leader Supremo non me lo ha detto”
Snoke che convocava suo zio - un re suo alleato, per giunta! - al proprio cospetto come un qualsiasi  damerino del Primo Ordine! A quel pensiero le venne quasi da ridere. E trattenersi si rivelò più difficile del previsto quando pensò a quel ridicolo ologramma appositamente ingigantito per apparire più minaccioso. Non riuscì davvero a trattenersi da quella battuta detta con pungente sarcasmo. “Sei stato a colloquio da lui? E immagino che tu abbia calato le real braghe e abbia…”
Non riuscì a finire dal momento che Re Nestor la interruppe. Gli occhi che dardeggiavano di rabbia mentre alzava nuovamente la voce. “Non ti permetto di parlarmi in questo modo!”
La pelata sopra alla sua testa livida di rabbia era diventata di un rosso acceso, così come il viso. Era stato un  uomo imponente da giovane, di quelli che intimoriscono al solo passaggio, e, nonostante fossero passati ormai molti anni, aveva conservato quella caratteristica. 
Lys si aspettava quella reazione da parte sua e non ne restò troppo impressionata. Qualcosa in lei cresceva e non sarebbe riuscita a controllarlo: un fiume in piena di parole, l’unico modo di scaricare la rabbia in quel momento. “Me lo permetto io, invece! Non mi risulta che tu, scusami, che il Primo Ordine abbia già abolito la libera parola su questo pianeta”, sbraitò a sua volta. “Come puoi dare alloggio a questa gente?! A… a quelli che hanno torturato Poe!”. Appena nominò l’amico però spalancò gli occhi e si tappò la bocca con una mano, ben consapevole di aver parlato troppo: tutti sull’isola sapevano che Poe faceva parte della Resistenza e molti, per evitare guai, fingevano che non fosse mai esistito. Suo zio invece lo ricordava bene, per lui era sempre stato il cattivo ragazzo, quello che l’aveva portata sulla strada sbagliata e, il giorno che si seppe che si era unito alla Resistenza, aveva giurato che se se lo fosse ritrovato davanti, lo avrebbe consegnato al Primo Ordine. 
Non avrebbe dovuto nominarlo. 
“Chi?!”, fece il re. Più una minaccia che una domanda. Si avvicinò a lei a larghe falcate, con un atteggiamento che non prometteva nulla di buono. “Non ti permetto di nominare quel poco di buono sotto al mio tetto. MAI!”
Lys fece istintivamente alcuni passi indietro, improvvisamente intimorita. Ma quella rabbia che sentiva dentro non le permetteva di smetterla di vomitare parole. “Lo nomino invece, lui e tutta la Resistenza!”, ribattè, urlando a sua volta. “Mamma e papà credevano in loro, hanno combattuto per loro e per la libertà e tu invece… sarei io la delusione? No, sei tu quello che l’ha delusa, che ha deluso mamma, che sta infangando la sua memor- ”
Si zittì nell’istante esatto in cui vide la mano di sui zio scattare verso il suo volto e chiuse gli occhi: non sarebbe stata la prima volta. E di sicuro non sarebbe stata l’ultima.
Ma il rumore che avvertì non fu lo schiocco dello schiaffo sulla propria guancia, bensì il suono di qualcosa di vetro che andava in frantumi. Ma non vi era nulla di vetro nelle immediate vicinanze. 
Aprì gli occhi confusa, osservando il re con la mano ancora alzata. L’abbassò gradualmente e fece un paio di passi indietro, per poi lanciare un’occhiata al tavolo, distante alcuni metri: un bicchiere su di esso era andato in frantumi e le schegge di vetro e l’acqua che conteneva erano andati spargendosi ovunque per lo spazio circostante. 
Anche Lys guardò in quella direzione, estremamente perplessa per quella che aveva tutta l’aria di essere stata una vera e propria esplosione e sconvolta dalle parole che si erano scambiati. Che fosse stato il sole che filtrava dalla vetrata a far esplodere il bicchiere?
“Manderò una serva a pulire. Mi auguro che stasera ci degnerai della tua presenza al banchetto”, disse il re, estremamente asciutto, sfilandole accanto ed uscendo sbattendo i battenti del grande portale dietro di sé.  


Nda
Innanzitutto mi scuso per il ritardo con la pubblicazione, ieri avevo un esame (sopravvissuta, che sia ringraziata la Forza) e non ho avuto nemmeno il tempo di respirare.
Ennesimo capitolo di transizione, ma il prossimo vi prometto che sarà meglio. Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima! 
 
   
 
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