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Autore: Dicorno_saddd    06/02/2018    0 recensioni
"Loro non sanno, loro non hanno visto ciò che hanno dovuto vedere i nostri sventurati occhi, non potranno mai saperlo"
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Chen, Chen, Lu Han, Lu Han, Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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«Cosa?» una voce domandò quasi sconcertata nella stanza accanto, sebbene fossero ben udibili a causa della porta aperta.
«Ancora?» subito seguì un'altra voce di un tono leggermente più basso. «Non pensi sia il momento di parlarne al manager? Sono due mesi che va avanti così... Non sarà fruttuoso per il gruppo...»
Era davvero così grave...?
La paura si impossessò di lui, senza pietà.
Fu la sua rabbia, tuttavia, a salvarlo dal crollare e a prendere il sopravvento. Un moto inaspettato d'ira
 scattò nel biondo, il quale si precipitò ad ampie falcate nel salone irrompendo nel discorso quasi sbraitando. «Abbi almeno il coraggio di essere diretto.» Spinse con uno scatto violento il corvino facendolo quasi cadere se non ci fosse stato ChanYeol accanto ad afferrarlo. «Se vuoi che me ne vada basta dirlo, lo faccio con le mie gambe, non c'è bisogno di farmi cacciare.» Congelò con uno sguardo freddo BaekHyun che intanto, visibilmente sconvolto, cercava di rimettersi in piedi. Il biondo si voltò, lanciò una breve occhiata indignata alle sue spalle, rivolta al suo compagno di stanza che era rimasto in silenzio, e si allontanò a testa bassa stringendosi tra le braccia, quel gesto tanto infantile che spesso si ritrovava a compiere inconsciamente quando aveva bisogno di sentirsi protetto. 
«Minie...» lo richiamò JongDae appoggiandogli una mano sulla spalla, ma il biondo si riversò furioso contro di lui spostando bruscamente la mano e sputando parole avvelenate: «Non ho bisogno di qualcuno che va in giro a raccontare i problemi altrui.» 
Il castano rimase fortemente ferito da quelle spine appuntite che avevano attanagliato il suo cuore in quel momento, facendolo sentire sempre più stupido e inutile mentre guardava scappare da sé quella persona che mai avrebbe voluto veder soffrire e che invece in quel periodo stava patendo un dolore immane. MinSeok era fatto un po' così: quando si sentiva minacciato aggrediva gli altri, e lo faceva per proteggersi nei momenti in cui sapeva di star cadendo a pezzi. Era una sorta di meccanismo di autodifesa che si ingranava ogni qual volta non riusciva a reggere e contrastare la forza del mondo attorno a sé. Ma nonostante JongDae ne fosse a conoscenza non aveva ancora trovato un modo per far sentire il maggiore a suo agio, anzi, aveva forse peggiorato involontariamente la situazione.
«Baekhyunnie, fammi un favore...» Il castano guardò verso gli altri due che si voltarono immediatamente a quelle parole. «La prossima volta, sta' zitto.» Continuò JongDae e sbuffò sonoramente prima di abbandonare i suoi compagni di gruppo e darsi alla disperata ricerca di un MinSeok nervoso e poco socievole. Si rendeva conto che non era affatto facile gestire quel ragazzo, eppure doveva capirlo: ciò a cui avevano dovuto assistere i suoi occhi, proprio come ciò a cui aveva assistito lui stesso, non era possibile dimenticarlo. E per il maggiore sarebbe stato ancora più difficile. 
«Minie aspetta!» Urlò non appena intravide la sua figura uscire sul marciapiede asfaltato fuori dall'alloggio. Non era un posto molto accogliente in quanto a panorama, ma ormai era semplicemente casa, e ci si erano abituati tutti. «Minie!» Il castano lo raggiunse correndo, fortunatamente prima che imboccasse una delle traverse tra i grattacieli che si stagliavano verso la volta nuvolosa sovrastandoli. Afferrò la mano del maggiore annaspando e intrecciò le dita con le sue e stringendo la presa ogni volta che l'altro tentava di liberarsene. 
«Vuoi lasciarmi in pace?» Si lamentò il biondo rifilandogli l'ennesimo sguardo truce. «Sei una delle disgrazie più brutte della mia vita. Sei un peso terribile. Sei l'ostacolo che mi costringe nel passato. Quando vedo te, rivedo lui. Devi starmi lontano; non è una richiesta, è un ordine.» Quelle frasi secche e concise attraversarono i sentimenti del minore come una lancia finemente affilata. Non riusciva neppure a comprendere perché dopo tutto stesse tentando ancora di risollevarlo dal suo malessere, forse solamente perché condividendo la stessa stanza era difficile sopportare qualcuno del genere, forse perché gli dispiaceva vederlo sopraffatto dagli incubi ogni notte, forse perché anche lui aveva sofferto inizialmente per lo stesso motivo e voleva aiutarlo quindi ad uscirne, o forse semplicemente la verità era più profonda e la sua coscienza ancora non lo accettava. Il suo corpo, però, evidentemente l'aveva accettato e come. Era palpabile il cambiamento che avertiva ogni volta che XiuMin era coivolto nei discorsi, nelle situazioni che si venivano a creare. Tutto di lui si modificava pur di adattarsi al maggiore, il suo carattere era diventato più malleabile di quanto non si fosse mai aspettato. Una parte di sé, quella fisica soprattutto, era certamente consapevole dell'influenza che il biondo aveva su di lui, fu per questo che l'istinto reclamò il proprio potere in quel momento, soggiocando la situazione sotto il fato del "vada come vada". In fondo, cos'altro aveva da perdere? Nulla di importante a parte l'integrità della sua stessa sensibilità e dei suoi sentimenti. Si sporse rapidamente verso il maggiore e sfiorò delicatamente le sue labbra con le proprie in un attimo in cui il loro reciproco calore corporeo entrò in contatto. Fu una sorta di scossa, un formicolio piacevole attraversò i nervi del castano che aveva in quell'istante sperimentato una sensazione bramata da tempo. Era sin dal primo momento che si era innamorato di quel ragazzo tenero ma carismatico, apprensivo ma irresponsabile, socievole ma introverso, espansivo ma molto introspettivo, anche fin troppo. Era qualcosa di bellissimo ai suoi occhi e provare la soddisfazione di aver toccato le sue labbra anche solo una volta, anche solo un istante, forse gli sarebbe bastato per tutta la vita. Nonostante magari sarebbe stato costretto a vivere solo con quel ricordo senza mai avere la possibilità di provarlo nuovamente, avrebbe conservato meticolosamente quella memoria e l'avrebbe custodita per sempre.
Difatti, se all'inizio sembrò essere filato tutto liscio, l'attimo dopo MinSeok respinse bruscamente il minore guardandolo in modo ancora più disgustato. Le sue pupille si dilatarono per la sorpresa, i suoi occhi devastati dagli sconvolgimenti avevano ceduto ad una lacrima amara che aveva innescato la prima bomba nel precario campo minato nel cuore del minore, facendo esplodere ogni singola emozione in una distruttiva reazione a catena.


«Tu sei pazzo... Lasciami stare...» Pronunciò faticosamente con voce flebile il biondo, si raccolse nella felpa pesante riparandosi dal vento, che soffiava freddo essendo il periodo di fine stagione estiva, e si incamminò deciso ad andare quanto più lontano possibile. Quello non era il posto adatto per lui probabilmente, e soprattutto JongDae non era il posto adatto per lui.
   
 
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