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Autore: Dicorno_saddd    06/02/2018    1 recensioni
"Loro non sanno, loro non hanno visto ciò che hanno dovuto vedere i nostri sventurati occhi, non potranno mai saperlo"
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Chen, Chen, Lu Han, Lu Han, Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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«Volevo solo tornare da lui...»

Dopo quelle parole le labbra secche del biondo si angolarono in un sorriso appena accennato, un sorriso fatto di filo spinato che avvolse lentamente il cuore del minore, avviluppandolo tra le sue spire fino a farlo sanguinare. Quel sorriso mandò in pezzi l'ultimo tentativo di contegno di JongDae, che si avvicinò sorreggendo il corpo debole dell'altro, che sembrava potesse cadere da un momento all'altro. MinSeok nascose il viso, rigato di lacrime ormai secche, sulla spalla del minore, tirando un sospiro pesante, poi sentì la forza abbandonarlo del tutto.
Un tintinnio metallico si diffuse nella quieta atmosfera della stanza, facendo spostare l'attenzione di tutti sull'oggetto che, cadendo, aveva causato quel rumore stridente sul pavimento. Un verso di stupore si levò dietro di loro, e un grido che raggelò il minore. «Chen, le mani!» le parole di SeHun ci misero un po' a chiarificarsi nella sua mente, ma ChanYeol e il maknae erano già intervenuti. Il più alto afferrò MinSeok per le spalle, sorpreso di quanto fosse leggero ormai, nonostante non si stesse nemmeno reggendo in piedi da solo. Si era ridotto a uno scricciolo, e chi se n'era accorto che neppure mangiava più? SeHun prese le mani sfregiate del biondo e chiese agli altri di procurarsi disinfettanti e garze. Le voci sembrarono così ovattate alle orecchie di JongDae, che rimase in trance a fissare le due lamette metalliche affilate e coperte di sangue che avevano sporcato il pavimento. Cosa aveva sbagliato? Le domande che attanagliavano la mente del corvino stavano prendendo il sopravvento sulla sua lucidità. Aveva fallito. Non era stato in grado di concludere nulla di buono, nonostante ci avesse provato con tutta l'anima. Il senso di colpa travolse ogni altro pensiero positivo fosse rimasto in lui, qualsiasi sorta di speranza si frantumò del tutto.
«Serve un'ambulanza?» la voce grave di JongIn trapassò la mente del minore, che a quel punto distolse lo sguardo dal pavimento e lo rivolse a SuHo e KyungSoo che stavano tagliando dei bendaggi. 
«Non penso, le ferite per fortuna non sono profonde, sembrano dei taglietti, come se avesse semplicemente stretto la lama in mano senza farseli volontariamente...» commentò ChanYeol che aveva trascinato il corpo quasi esanime del maggiore sul letto. XiuMin era cosciente, ogni tanto si lamentava per il dolore, a volte gli scappava qualche singhiozzo o qualche preghiera dove chiedeva di essere lasciato in pace. Ma i piedi del castano non si mossero nemmeno di un centimetro, quasi fosse incollato a guardare la scena, completamente estraniato.

«Jong...Dae... Dov'è...?» mormorò il biondo mordendosi il labbro e sentendo i propri occhi bruciare per i pianti trascorsi, tanto che sembrava non avere più lacrime. Allora sentì il tocco delicato del minore sul suo polso scoperto, perché avrebbe riconosciuto quel tocco tra mille altri, e le sue dita intrecciarsi con le proprie. Nonostante MinSeok avesse le mani completamente insanguinate, le dita intorpidite a causa dei nervi tesi sottoposti a continui ed estenuanti stress, le nocche sbiancate e fredde, gli spasimi dei brividi che percorrevano le sue braccia fino alla punta delle dita, nonostante tutto, il calore confortevole di quella stretta lo tranquillizzò, come se fosse una conferma alla sua scelta di continuare a lottare, poiché sapeva che qualcuno sarebbe stato lì a lottare con lui. 
Ciò che non sapeva era che JongDae aveva terribilmente paura di fallire ancora, paura di ritrovarsi nuovamente in una situazione simile, paura di mettersi in gioco per poi riscoprirsi perdente. 
Il castano si liberò ad un pianto silenzioso, non riuscendo più a contenere le troppe emozioni, sopraffatto dalla situazione che lo aveva indirettamente coinvolto.
«Guarda che ti sento.» la voce flebile del maggiore irruppe nei pensieri del corvino, il quale solo allora si rese conto che tutti gli altri avevano abbandonato la stanza. Si ricordò allora che un paio di istanti prima qualcuno gli aveva poggiato una mano sulla spalla in modo rassicurante, forse ChanYeol, ma in quel momento non ci aveva neppure fatto caso. 
Il minore schiuse leggermente le labbra per parlare, ma le sue corde vocali sembrano essersi spezzate tutto d'un tratto, nessun suono si propagò dalla sua bocca se non un impercettibile sospiro. Si limitò a deglutire cercando di ritrovare una sorta di serenità interna, prima di affrontare qualsiasi cosa sarebbe venuta dopo, e col pollice accarezzò il dorso della mano del maggiore. La sua pelle lattea era fredda a contatto con la propria e quel colore ramato che la decorava brutalmente gli ricordò di dover almeno rimediare alla meglio alle ferite dell'altro. Recuperò i bendaggi che JunMyun aveva accuratamente preparato e un telo di cotone impregnato d'acqua per pulire i tagli. 
Qualcosa dentro di sé urlava di aprire la bocca e buttare fuori tutto ciò che si era ostinato a trattenere per tanto tempo, di confessare al biondo ciò che provava e smettere di limitarsi a gesti frivoli che fino a quel momento non erano serviti a nulla, di reclamare un perdono per non essere riuscito ad evitare tutto quel gran casino, per mettere a tacere i propri sensi di colpa. Eppure, nonostante volesse davvero rendere partecipe il maggiore dei suoi pensieri, si rendeva conto che se solo ci fosse stato un modo per permettere a MinSeok di leggere nella propria mente sarebbe stato molto più semplice.
«M-mi dispiace Minie...» riuscì a parlare dopo parecchi secondi di assoluto silenzio, quando le sue lacrime si calmarono e gli permisero di incrociare gli occhi, adesso dischiusi, del biondo. Sollevò una delle sue mani per lavare via il sangue, che si era ormai raggrumato su molte delle sue ferite, e tamponare quelle che invece ancora sanguinavano. 
«Dispiace anche a me Dae...» il corvino sussultò sorpreso alla risposta del maggiore, tanto che per poco si lasciò scivolare di mano il candido telo macchiato di rosso.

MinSeok stava evidentemente cercando di trattenere una smorfia, per via del dolore che gli causavano le ferite ogni volta che il minore si accingeva a curarle, ma cercava forzatamente di sopportarlo in modo impassibile per non addossare altre preoccupazioni al moro. Era davvero grato che JongDae fosse rimasto, dopo aver sentito le sue parole mentre era ancora chiuso in bagno, si era reso conto di quanto il minore lo avesse osservato tutto quel tempo, in silenzio, apprendendo cose su di lui che tanti altri neppure immaginavano. Aveva capito che JongDae rappresentava qualcosa di necessario nella sua vita se voleva farsi forza e andare avanti. In che modo ancora non gli era chiaro, ma per il momento si accontentava di avere la presenza del minore accanto, ed era qualcosa che lo completava abbastanza da permettergli di sopportare ogni male avesse attorno, e, forse, persino sorridendo. 
Al che, notando la reazione interrogativa che aveva avuto il corvino alle proprie parole, aggiunse: «Devo fare una scelta difficile Chennie... Se—»
«Tu non ti toglierai la vita.» lo interruppe immediatamente il minore con tono calmo e neutro, quasi imperativo, senza cessare neppure per un istante le sue premure. «Non finché ci sarò io, sappi che non te lo permetterò.» continuò subito dopo aver sistemato ordinatamente la morbida benda attorno alla mano del maggiore. 
«Allora c'è la seconda opzione» ribatté XiuMin sentendosi sollevato del fatto che il castano avesse così a cuore la sua vita, il che era qualcosa che invece non aveva mai tenuto in considerazione. JongDae annuì semplicemente guardandolo, distogliendo per un attimo l'attenzione dal medicare l'altra mano del biondo. «Posso continuare a vivere per te, possiamo provarci insieme. Se resti  affianco a me posso sperare di farcela.» MinSeok sospirò accennando un sorriso e pensando che quella fosse la cosa più sbagliata del mondo, dopo aver passato tre mesi ad evitare completamente ogni tentativo di aiuto da parte del minore, eppure il suo cuore gli suggeriva che quella fosse l'ultima alternativa possibile. «Salvami tu Kim JongDae.»

   
 
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