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Autore: Ciuffettina    07/02/2018    6 recensioni
"Metatron agisce come la voce di Dio. In qualunque episodio documentato quando qualche zoticone afferma di aver parlato con Dio, in realtà parla con me. O sta parlando con se stesso."
In questo caso "lo zoticone" è Mosé...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Nuovo personaggio, Zaccaria
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Erano ormai passati 80 anni da quando un bambino israelita era stato salvato dalla furia omicida di Sobekhotep IV. Meryt, la figlia del faraone, l’aveva chiamato Mosè che in egizio voleva dire “figlio” ma la parola era simile al verbo ebraico “estrarre” quindi avrebbe anche potuto significare “colui che è stato estratto”, sott’inteso dall’acqua, oppure, considerando il verbo non passivo ma attivo, profeticamente il significato poteva essere “colui che estrae”, quindi “salvatore, liberatore”.
C’era un nuovo faraone, Dedumose, che trattava, se possibile, gli israeliti ancora più duramente del precedente, mentre Mosè, dopo aver ucciso una guardia egizia che stava frustando a morte uno schiavo israelita, era scappato presso i Madianiti, dove si era sposato con una certa Zippora, aveva avuto due figli e per 40 anni aveva fatto il pastore e proprio per la sua propensione a prendersi cura di tutte le pecore, anche quelle più deboli, sarebbe stato perfetto come condottiero per liberare gli israeliti e condurli nella Terra Promessa.

Metatron era indeciso su come poteva apparirgli facendosi credere l’Eterno. No, nessun delirio di onnipotenza o ribellione com’era accaduto millenni prima a Satana. Stava semplicemente obbedendo agli ordini. In fondo, era l’angelo più qualificato per un compito del genere, non per niente era soprannominato “la Voce di Dio”!

«Ora come ora, se scendessi tra gli umani, sarebbero distrutti(1), perciò dovrai essere tu a rappresentarMi» aveva detto l’Immenso, quando gli aveva affidato la missione.
Metatron si era inchinato e aveva risposto con l’abituale frase che gli angeli usavano quando si congedavano da Lui: «Vivo per servirTi» ed era atterrato sulla Terra.
Ancora non riusciva a credere alla propria fortuna: un giorno l’Altissimo aveva spalancato la porta del Proprio ufficio, aveva guardato l’immensa folla di angeli che si era assiepata proprio lì fuori in attesa di ordini e l’aveva indicato con un dito, decretando che lui, Metatron, un angelo qualsiasi, da lì in poi, sarebbe stato il Suo scriba.
I più invidiosi avevano subito messo in giro la voce che era stato scelto solamente perché era il più vicino alla porta.
Che sciocchezza! Come se Dio avesse potuto scegliere Samandriel, Bartolomeo oppure (orrore!) Balthazar o un qualsiasi altro angelo che si trovava lì in quel momento!
La verità era che Dio sapeva quanto valesse e lui per secoli gliel’aveva dimostrato, prima prendendo soltanto nota di tutte le Sue opere e più avanti diventando anche il Suo portavoce e che goduria poter comandare gli Arcangeli a bacchetta! Per la prima volta l’avrebbe fatto anche con un umano!
Ma qui cominciavano le difficoltà: come apparirgli? La sua vera forma era da scartare: in assenza di un tramite, Metatron era troppo avanzato e potente per essere visto da occhio umano, mentre la sua voce sarebbe stata incomprensibile. Solo alcune persone “speciali” sarebbero state in grado di vederlo senza perdere l’uso della vista o di ascoltarlo senza rischiare la propria vita e, purtroppo, Mosè non faceva parte di questa schiera di Eletti. Comparirgli nei panni del proprio tramite? Ali grigio cenere e aspetto anonimo da ometto basso e grassoccio? No, no, no! Dio era maestoso, immenso, sfolgorante… per quante parole si usassero, erano sempre troppo poche e troppo limitate per descriverLo. Inoltre bisognava evitare a tutti i costi l’idolatria visto che gli israeliti erano schiavi di un popolo che adorava ogni sorta di animale, confondendo le creature con il Creatore.
Che problema! I primi umani (Adamo, Eva, Caino) erano riusciti a parlare direttamente con l’Eterno senza subire danni ma dopo soli 987 anni ci si accorse che qualcosa non andava: Enoch era stato portato in Cielo perché Dio voleva affidargli il compito di riportare gli umani sulla retta via ma quando il profeta si trovò di fronte al Trono, dovettero chiamare alla svelta Salgiel, l’angelo del freddo, a fargli da scudo con le ali contro l’immenso fulgore della divina maestà.
Purtroppo la missione di Enoch si rivelò un vero fallimento e le sue scottature fecero capire a tutti quanto ormai gli umani si fossero deteriorati a causa della loro Caduta.

Comunque quella disavventura fornì a Metatron la soluzione: una bella palla di fuoco! No, anzi un fuoco che arde, ma non si consuma.
Cosparse di olio santo un roveto secco, lo incendiò tenendosi a debita distanza (con certi materiali bisognava sempre fare molta attenzione) e si mise ad aspettare.
Era proprio soddisfatto dello spettacolo pirotecnico che aveva ideato.
Di certo Mosé sarebbe stato debitamente impressionato e ansioso di mettersi subito all’opera.
 
*****

Ispirato al terzo capitolo dell’Esodo.
La tradizione non è unanime su chi sia l’angelo del Signore che comparve a Mosé. Alcuni dicono Uriel, altri Gabriel… però chi ama “Dogma” non ha dubbi: l’angelo che comparve era “La Voce di Dio” in persona!
1) «Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo può vedermi e vivere» (Esodo 33:20)
   
 
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