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Autore: GiovanniLavapanni1    07/02/2018    0 recensioni
La luna piena si rifletteva pallida sulla superficie del lago,e la sua immagine era leggermente increspata da un flebile soffio di vento,tutto intorno il silenzio della notte creava una cornice tetra e misteriosa alla fitta foresta che si dipanava tutta intorno al bacino d'acqua salato. Improvvisamente la calma piatta fu interrotta da un repentino rumore di passi,sempre più frequente,accompagnato da un respiro piuttosto affannoso;il rumore delle foglie e degli arbusti insieme al gracchiare di qualche corvo spaventato lasciavano intuire che qualunque cosa fosse si stava muovendo ed anche velocemente.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le porte erano tutte chiuse,così come le finestre ed in ogni stanza la luce era stata accesa a giorno,ma Peter non si sentiva ancora al sicuro,poteva essere semplicemente uno scherzo di cattivo gusto ma se non fosse stato così?. In preda al panico il ragazzo tremava e cercava disperatamente qualcosa con cui difendersi,innervosito dalla situazione e dalla tensone del momento esclamò -Dove diavolo è quella mazza da baseball quando serve?-. Il telefono tornò a vibrare. Era ancora lo sconosciuto.
-Primo,una mazza non mi fermerà di certo-.
-Secondo,raggiungerai i coltelli prima che lo faccia io?...Karen non c'è riuscita-.
-Esci fuori da casa mia!-urlò Peter.
-Sciocco non sono dentro casa! Non proferirai parola a nessuno di questo o ci sarà un altro cadavere!-.
Come aveva fatto a sentire quello che aveva detto,dove si nascondeva,chi era e soprattutto perchè stava scrivendo a lui,questi erano i tanti interrogativi che giravano nella sua testa. Che motivo c'era di prendersela con uno,che era appena arrivato in città,forse era per i suoi legami parentali,la zia Jill del resto era un poliziotto e vista la recente morte di Karen sicuramente avrebbe indagato sul caso. Oppure qualcuno voleva giocargli un brutto scherzo,magari quel simpaticone di Ricky che lo aveva pungulato tutto il giorno,rimaneva il fatto che scherzare su cose del genere fosse qualcosa di terribile,e poi lui non poteva sapere che Karen fosse morta,non faceva parte del loro gruppo.
Improvvisamente il rumore della serratura di casa che si apriva lo riportò alla realtà.
-Cazzo la zia Jill!-.
-Pete,cosa ci fai ancora in piedi?-.
-Ciao zia...ehm...non avevo molto sonno,sono un po' agitato per quanto successo oggi-si giustificò.
-Si,fai bene ad esserlo...ma perchè ci sono tutte le luci accese?-.
-No...niente,lascia stare,novità?-.
-Purtroppo abbiamo trovato il corpo di Karen,è morta-.
-O mio Dio!-esclamò quello con fare sorpreso.
-Si,sarò parecchio impegnata con questo caso,perciò cerca di restare fuori dai guai-.
-A proposito...-.
-Cosa?-.
Non poteva mentirle,lei avrebbe potuto aiutarlo,d'altro canto se glielo avesse detto avrebbe potuto preoccuparsi fin troppo e se chiunque gli avesse scritto lo fosse venuto a sapere avrebbe rischiato grosso. Decise perciò di optare per un compromesso.
-E'una sciocchezza in realtà...qualcuno si è divertito a prendermi in giro,guarda-disse con un falso sorrisetto che lasciava intravedere tutto il suo nervosismo e le mostrò il cellulare.
Furono attimi intensi,non sapeva come avrebbe potuto reagire un poliziotto ma soprattutto sua zia a quella notizia. Fu' sollevato,infine,nel vederla sorridere.
-AH!-esclamò -Il nuovo arrivato è stato subito messo nel sacco-. -Tranquillo Pete,sarà solo uno scherzo di qualche tuo compagno,ora vai a dormire è tardissimo-e così dicendo gli diede un bacio sulla fronte e si allontanò.
Peter fece ritorno nella sua stanza,era sollevato. Si svestì in fretta e si infilò sotto le coperte,la giornata era stata intensa.Non avrebbe mai pensato di vivere tutte quelle emozioni ed avventure in solo giorno.Voleva solo crollare ed entrare nel mondo dei sogni;stava per prendere sonno quando la vibrazione del suo telefono lo fece sobbalzare.
-Ciao sono Christie-recitava il primo messaggio. Ma il numero era sconosciuto.
-Come hai avuto questo numero?-rispose.
-L'ho preso dal gruppo di classe,ti ha inserito poco fa Lexie-. -Ad ogni modo,dobbiamo parlare di Karen,incontriamoci domani mattina alle otto al Grindhouse Cafè.-
-Ok,ci vediamo lì-.
Ancora una volta Peter si ritrovò a riflettere. Chiunque gli avesse scritto avrebbe potuto prendere il suo numero da quel gruppo,per farlo però doveva essere necessariamente un membro della classe,il numero non era visibile e non avrebbe potuto confrontarlo con gli altri. Ancora un po'scosso si impose di addormentarsi,il giorno dopo sarebbe stato ricco di sorprese,ma questo ancora non poteva saperlo.
Quella mattina si sbrigò presto ed uscì con sua zia per farsi accompagnare al Grindhouse Cafè,ancora non conosceva bene la città e sarebbe stato un azzardo mettersi a cercarlo da solo;in realtà scoprì che il luogo in questione si trovava nella grande piazza centrale,per l'orario era anche piuttosto frequentato;sceso dalla vettura riconobbe immediatamente la sagoma di Christie. Non era il suo tipo ma non si poteva dire non fosse attraente,anzi tutto il contrario.Alta,slanciata,dallo sguardo ammaliante,portava un profumo inebriante,da far girare la testa ed indossava sempre induumenti che mettevano ben in evidenza le sue forme perfette. Era il prototipo della ragazza perfetta,peccato per il suo caratterino decisamente sopra le righe,abituata ad essere viziata e sempre al centro dell'attenzione,critica su ogni minimo aspetto della vita quotidiana,sia verso se' stessa che soprattutto verso gli altri;insomma una "figlia di papà".
La salutò con un sorriso,presero un caffè e si accomodarono ad uno dei tavolini più in disparte del locale.
-Sei in ritardo!-gli aveva detto seccata questa.
-Ciao anche a te Christie...-aveva risposto lui con calma olimpica.
-Non posso fare a meno di pensare a Karen...qualsiasi cosa le sia successo non è stato un incidente!-.
-Cosa sai?-.
-Prometti di non dirlo a nessuno però...Arthur è convinto che Karen lo stesse tradendo-. -Mi ha detto che si comportava in modo strano ultimamente,gli nascondeva delle cose,cancellava i messaggi,roba del genere-.
-Pensi che Arthur l'abbia scoperta e l'abbia uccisa per questo?-.
-Be'nei film è sempre il fidanzato,il colpevole-.
-Non vorrei allarmarti ma potrebbero esserci altre vittime-.
-COSA?-
-Ieri sera qualcuno mi ha scritto dicendomi di aver ucciso Karen-.
-Lo hai detto a tua zia?-
-Le ho fatto pensare fosse uno scherzo e ci ha creduto,chiunque mi abbia scritto aveva minacciato di uccidere qualcun'altro-.
-Bene,abbiamo dei messaggi ed un sospettato,ora dobbiamo solo incastrarlo-.
-Potrei scrivergli in classe e vedere se è lui che risponde-.
-Bravo! Ottima idea-.
Arrivati a scuola i due si divisero,pronti per mettere in atto il loro piano;mancava ancora un po'al suono della campanella perciò Peter decise di esplorare il grande cortile al di fuori della struttura alla ricerca di Lexie e passare del tempo da soli. Mentre camminava si imbattè in Jenna,che seduta all'ombra di un grande albero,si trovava completamente immersa in uno dei suoi libri. La salutò,ma sembrava fin troppo presa dalla lettura per rispondergli,proprio quando stava per superarla e proseguire nella sua esplorazione questa balzò in piedi all'improvviso e lo bloccò afferandogli il polso.
-Aspetta!- disse -Ti ho visto stamattina con Christie,perchè parli con lei?-.
-Non mi sembra sia vietato-rispose quello con aria scocciata.
-Le persone come lei sono da evitare e Karen non era da meno-.
-Non è così male come sembra...-si difese Peter
-Si comporta bene solo quando vuole qualcosa in cambio-.
Stava per ribattere quando il suo telefono vibrò ripetutamente,qualcuno lo stava chiamando.
-Scusa ma devo rispondere,ci vediamo in classe-le disse e si allontanò.
Fortunatamente stavolta non c'era nulla di cui preoccuparsi,era solo la zia Jill. -Chissà cosa vorrà...-pensò.
-Pronto zia,cosa c'è?-
-Niente,volevo solo dirti che faremo un controllo per capire chi ti ha inviato quei messaggi-.
-Ma era solo uno scherzo no? Che bisogno c'è...- la sua voce si fece più nervosa.
-Tranquillo è solo per sicurezza,ti faccio sapere- e attaccò.
Girovagò ancora per qualche minuto nel giardino e alla fine entrò in classe. L'aula era ancora vuota e solo un singolo banco era occupato.
-Ciao Shane!- esclamò Peter -Sembra che oggi saltino tutti per la morte di Karen-.
-Vuoi dire il suo omicidio- rispose quella -La gente darà probabilmente la colpa al fantasma di William O'Brian-.
-Difficile dare la colpa ad un morto-scherzò di rimando Peter.
-Non mi sorprenderebbe se ci fosse in giro un impostore...-.
-Pensi davvero che qualcuno possa fare una cosa del genere?-.
-Dico solo che prima che Karen fosse ritrovata morta,era la cosa più interessante di questa città-.
-Ok...questo è parecchio strano-.
-No dai non volevo spaventarti,piuttosto come ti trovi qui?-.
-Be'mi sono trasferito qua solo da pochi giorni-.
-Se vuoi possiamo farci un giro in città uno di questi giorni-.
La proposta lo mise in imbarazzo,arrossì come un peperone e accettò accenando appena un sorriso;nel mentre entrarono in classe anche Christie,Arthur e Lexie.
-Buongiorno- disse Lexie -Posso sedermi accanto a te?-chiese.
-Sempre che non gli dispiaccia sedersi vicino la più sfigata della classe-intervenne sarcastica Shane.
-Hai qualche problema Shane?-ribattè acida quella.
Nel mentre che le due si fissavano in cagnesco,Christie e Peter erano pronti a mettere in atto il loro piano e la rumoroso suoneria del cellulare di Arthur gli offrì un assist a porta vuota.
-Arthur,devi proprio tenere questa fastidiosa suoneria a tutto volume?-chiese furbamente Christie.
-Sono troppo pigro per cambiarla-rispose quello divertito.
-Ora!-sussurrò Christie all'orecchio del suo complice,che mandò un nuovo messaggio al numero sconosciuto.
-Ehi? Come hai avuto questo numero?-scrisse. Ma nessuno rispose,ne'tantomeno il telefono di Arthur emise qualche tipo di suono. Che il loro piano fosse fallito? Magari Arthur non c'entrava niente a questo punto. Nel mentre fece il suo ingresso in classe il professor Tierney.
-Buongiorno ragazzi,vedo che oggi ci sono parecchi assenti-.
-Eccomi!- urlò Jenna,entrando di corsa nell'aula -Spero di non essere in ritardo- e prese posto al suo solito primo banco.
-Credo abbiate sentito tutti cosa è accaduto a Karen...- disse dispiaciuto il docente -Ho deciso perciò che per tirarci su di morale e compattare la classe avevamo bisogno di un bel lavoro di gruppo!-.
Nel mentre dalla porta ancora aperta stava entrando di soppiatto Tom,cercando di non farsi notare da Mr.Tierney,ma la sua stazza non gli permise di passare inosservato.
-Tom,sei in ritardo!-lo rimproverò -E stai sporcando tutto con quel fango-.
-Mi scusi Mr.T,sono passato in mezzo al bosco stamattina-si provò a giustificare quello.
-Ad ogni modo,il primo passo per un lavoro di gruppo è la ricerca di informazioni in biblioteca,seguitemi e vi illustrerò su cosa si baserà il vostro compito!-e così dicendo si precipitò fuori dalla stanza verso la biblioteca.
Mentre gli studenti lo seguivano,Christie prese in disparte Peter e con i suoi soliti modi "gentili" gli chiese se avesse fatto quanto pattuito quella mattina.
-Certo,ma il suo telefono non ha squillato...-le rispose quello -Potrebbe averlo messo in silenzioso,teniamolo d'occhio-.
-Lo terrò d'occhio io,le tue abilità da osservatore sono pessime-ribattè quella con una risatina.
-Ma di che parli scusa?-chiese incuriosito.
-Non ti sei accorto che Lexie e Shane si stanno battendo per te?-.
-Be'...come biasimarle sono nuovo e bellissimo-scherzò quello ancora una volta imbarazzato.
Mentre si apprestavano ad entrare in biblioteca,Christie non notò un'impronta di fango sul terreno e vi scivolò sopra,cadendo a terra e suscitando l'ilarità di Peter,che non si trattenne da una grassa risata mentre la aiutava a rialzarsi. Qualcosa però lo preoccupava,sin da quando Tom era arrivato in classe aveva pensato che non avrebbe avuto motivo di tornare nei boschi dopo quello che avevano visto la notte precedente,il tutto dunque risultava ai suoi occhi estremamente strano.
-Fango dal bosco...- le disse tornando serio -Si sa che il colpevole torna sempre sulla scena del crimine-.
-Cosa stai insinuando? Tom è il mio ragazzo,non mi mentirebbe mai e non è di certo un assassino- rispose alterata quella.
La loro discussione fu' però interrotta da Mr. Tierney,che corse verso l'uscita della scuola senza degnarli di una parola,così entrarono in biblioteca dove chiesero ai propri compagni il perchè di quell'atteggiamento così strano.
-Ha ricevuto una chiamata,sembrava importante- spiegò Lexie.
-Comunque questo tempo sarà importante per organizzarci-disse Jenna.
-Ho un'idea migliore,perchè non facciamo un gioco...obbligo o verità-rispose Christie,lanciando un'occhiatina a Peter.
-Ma dai è un gioco stupido-sbuffò Jenna.
-Christie cosa hai intenzione di fare?-chiese stupito ed imbarazzato Peter.
-Lo vedrai...-rispose quella.
Stavano per iniziare quando il telefono di Peter tornò a vibrare,ormai era rimasto traumatizzato dalla recente esperienza  e sobbalzava ogni qual volta riceveva un messaggio.
-Ho bisogno di vederti-era la zia Jill a scrivere -E' importante,ti sto aspettando qua fuori-.
-Ragazzi giocheremo un'altra volta,devo proprio scappare adesso,mi dispiace- e così dicendo si dileguò avviandosi velocemente verso l'uscita.
La zia Jill era parcheggiata con l'auto di servizio nella strada appena fuori il giardino della scuola.
-Grazie per essere venuto-esordì.
-Sei tu l'adulto qui-rispose Peter.
-Abbiamo controllato il numero che ti ha scritto e abbiamo scoperto a chi appartiene...-
-Sarà di Ricky,ieri era in vena di scherzi-disse quello sicuro di se'.
-No Pete,non è suo quel numero...chiunque ti abbia scritto...lo ha fatto con il telefono di Karen Archer!-.
   
 
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