Capitolo ottavo
In
realtà la lettera di Ramsay, come qualunque persona di buon senso avrebbe
immaginato (dunque non il giovane Bolton), non fece altro che scatenare proprio
ciò che lui paventava di più. Le parole del Lord psicopatico, infatti, fecero preoccupare
e infuriare Jon Snow a tal punto che si affrettò a inviare un messaggio alla
sorella Sansa per informarla che Rickon era in pericolo.
La
giovane Stark chiese e ottenne da Petyr Baelish di poter organizzare quanto
prima l’esercito dei Lord alfieri degli Arryn per marciare verso Grande Inverno
in appoggio a Jon Snow e ai suoi guerrieri.
Insomma,
come sempre Ramsay aveva giocato malissimo le sue carte, credendo di far bene,
e adesso una brutta sorpresa lo attendeva al varco.
Roose
Bolton aveva atteso la nascita del figlio alle Torri Gemelle e, dopo essersi
assicurato che fosse sano e normale (almeno in apparenza…), decise di far
ritorno a Grande Inverno con i suoi uomini per preparare la fortezza a
sostenere un eventuale assedio.
Immaginate
voi come rimase quando un Ramsay particolarmente soddisfatto di sé lo informò
che avevano preso prigioniero Rickon Stark e che lui personalmente aveva scritto a Jon Snow intimandogli di arrendersi
seduta stante se voleva rivedere il fratello tutto intero!
“Ti
sei completamente bevuto quel poco di cervello che avevi?” fu la frase che
rivolse al figlio non appena riuscì a ritrovare le parole. Lord Bolton,
infatti, era crudele ma non stupido e aveva compreso subito ciò che era
allegramente sfuggito al suo bastardo: avere Rickon Stark come ostaggio sarebbe
potuto essere anche un bene, a condizione che i nemici non ne venissero a
conoscenza fino all’ultimo momento. Messa così, invece, diventava per Jon Snow
e Sansa Stark il tipico drappo rosso che si agita davanti agli occhi del toro…
Ramsay
si risentì non poco per l’offesa ricevuta dal padre. A lui era sembrato un
piano tanto geniale e proprio non capiva perché Roose Bolton ne sottovalutasse
l’efficacia!
“Rickon
Stark è un ostaggio importante, certo” tentò di spiegargli Lord Bolton, pur
sapendo che sarebbe stata una battaglia persa in partenza, “ma nessuno avrebbe dovuto sapere che si
trova nelle nostre mani. Quando l’esercito di Snow fosse giunto ad assediarci,
allora e solo allora avremmo potuto
usare il ragazzo come pedina di scambio. Rivelandoglielo prima del tempo è come
se tu avessi invitato Snow e la Stark a unire i loro eserciti e a radere al
suolo Grande Inverno pur di riprendersi il fratello sano e salvo. Ma che te lo
dico a fare, tanto tu fai sempre di testa tua…”
“La
tua strategia è sempre quella di chiudersi nella fortezza e aspettare che ci
assedino” protestò Ramsay, convinto difensore della teoria che il suo unico
neurone funzionante aveva partorito con tanta fatica. “Invece io dico:
combattiamo! L’esercito di Snow è un’accozzaglia di selvaggi e li distruggeremo
senza problemi. So anch’io che l’esercito della Valle è molto più temibile, ma
non arriverà mai in tempo per unirsi a quello del bastardo.”
Roose
Bolton si prese la testa tra le mani. Tutti i suoi piani, gli intrighi, gli
omicidi che aveva pianificato per conquistare tutto il Nord… tutto questo stava
per andare in fumo per colpa delle idee sciagurate di quel disgraziato che
aveva la sventura di avere per figlio!
Senza
nemmeno accorgersi del travaso di bile che aveva appena causato al padre,
Ramsay imperversava, sempre più orgoglioso di ciò che aveva fatto e sicuro che
sarebbe stato un successo senza precedenti.
“Quando
i soldati degli Arryn marceranno su Grande Inverno, allora potremo chiamare a
raccolta tutti gli uomini del Nord perché combattano al nostro fianco” riprese,
emozionandosi da solo per l’epicità del suo discorso. “Sansa Stark è ormai una
Arryn e nessuno vorrà che Grande Inverno cada nelle mani di qualcuno che non è
del Nord. Li avremo tutti dalla nostra parte e schiacceremo anche i Lord della
Valle!”
Ma che cosa ho
fatto per meritarmi un figlio tanto idiota?, si chiese Lord Bolton, ma non lo
disse ad alta voce perché era ben consapevole di aver fatto un sacco di cose
che meritavano una punizione simile e anche di più.
“Non
ti ha sfiorato nemmeno per un secondo il pensiero, ammesso che tu sia in grado
di pensare, di non essere l’unico in
tutti i Sette Regni capace di inviare lettere a destra e a manca?” disse
invece, caustico. “Jon Snow avrà sicuramente mandato un corvo a sua sorella per
informarla della sorte di Rickon e, probabilmente, gli eserciti dei Lord della
Valle sono già in marcia!”
“Non
arriveranno in tempo lo stesso” insisté Ramsay, che a quel punto era già molto
meno convinto ma non lo avrebbe mai ammesso davanti al padre.
Sperò,
comunque, che l’esercito degli alfieri degli Arryn smarrisse la strada nel
frattempo, oppure fosse inghiottito dal terreno, spazzato via da
un’inondazione, cancellato dall’improvvisa eruzione di un vulcano o qualche
altro cataclisma del genere.
Ma,
vi chiederete, perché mai tali eventi avrebbero dovuto scomodarsi per fare un
favore a Ramsay Bolton e alla sua famiglia di pazzi? Beh, infatti nulla si
mosse né in cielo né in terra e gli eserciti di Jon Snow e dei Lord della Valle
giunsero sani e salvi a destinazione, proprio dove volevano incontrarsi per
pianificare la loro strategia… ma tutto questo, ovviamente, Ramsay lo ignorava
e, quando si trovò ad affrontare Snow e i bruti, era convintissimo che sarebbero
stati quelli gli unici contro i quali i suoi uomini avrebbero dovuto
combattere.
Tutto
sommato si trattò di una battaglia singolare fin dal principio…
Jon
Snow, al quale certo non difettava l’intelligenza, schierò i suoi pochi uomini
contro la massiccia offensiva dei Bolton, ma sapendo bene di avere il
famigerato asso nella manica, ossia gli
alleati dell’esercito della Valle, guidati da Sansa e Baelish, che sarebbero
entrati in battaglia al momento opportuno. Tuttavia, le mosse dei Bolton
sembravano così strane anche per loro che Snow si domandò fino all’ultimo se,
per caso, i suoi infidi nemici non avessero subodorato qualcosa, forse
immaginato la presenza dei Cavalieri Della Valle e preparato un contrattacco o
magari, cosa ancora peggiore, ordito una trama speculare alla sua, con un
esercito nascosto da qualche parte e pronto ad entrare in azione.
Già,
perché i due Bolton si guardavano bene dal combattere e dall’esporsi a
qualsivoglia rischio. Ramsay si era appostato con gli arcieri a giocare al
cecchino, cercando di centrare i nemici ma tenendosi ben discosto da ogni
pericolo… e, a ben pensarci, questo non stupiva Jon, che sapeva che il giovane
Bolton era coraggioso soltanto davanti a un nemico ben legato e incatenato
nelle sue segrete…
Sì,
ma allora perché anche Roose Bolton, che non era certo un codardo (era tante
altre cose, Jon lo sapeva bene, ma un vigliacco, quello no), si teneva in
disparte dalla battaglia con i suoi uomini e lasciava che fossero le forze
alleate degli Umber, dei Karstark e dei Manderley a combattere contro i bruti? Jon
si batteva con ardore e veemenza, cercando di resistere il più possibile
nonostante i suoi bruti cadessero a decine attorno a lui, ma un pensiero
continuava ad assillarlo e non gli permetteva una perfetta concentrazione…
Perché
Roose Bolton e i suoi non entravano in battaglia?
Era
forse possibile che avessero ottenuto un contingente dai Lannister e che fosse
proprio quello ad essere appostato, in attesa di scatenarsi nel combattimento
finale, quando anche l’esercito degli Arryn si fosse mostrato?
Era
un dubbio atroce (e, conoscendo la perfidia e la slealtà di Lord Bolton, non
era poi nemmeno tanto peregrino…), eppure Snow non poteva lasciarsi scoraggiare
da ciò che poteva rivelarsi solo un suo sospetto. Continuò a lottare e fece
bene, perché in realtà Roose Bolton un piano suo personale lo aveva, ma non
comprendeva un battaglione da schierare contro Snow, i bruti e i Cavalieri
della Valle, tutt’altro.
Il
piano di Roose Bolton aveva l’unico scopo di abbandonare la nave che affondava e salvarsi la pelle per poi far
ritorno alle Torri Gemelle. Eh, già. Certo, Lord Bolton non era un codardo, ma
a differenza di suo figlio non era nemmeno uno scemo. Non aveva creduto nemmeno
per un istante alle rassicurazioni di Ramsay, ai suoi peana di vittoria. Aveva
capito di aver puntato sul cavallo sbagliato quando si era fidato del suo
bastardo e di non avere, per il momento, la minima possibilità di mantenere e
ampliare il dominio sul Nord. Grande Inverno era perduta e lui non poteva farci
niente, perché accidenti si sarebbe dovuto sacrificare per una causa persa in
partenza? Peggio per il bastardello… lui e le sue alleanze non meglio specificate con il giovane Greyjoy!
La
fanteria dei Bolton e dei loro alleati aveva schiacciato la maggior parte dei
bruti di Jon Snow. Sembrava che le sorti della battaglia fossero ormai scritte,
ma il colpo di scena aveva ancora da verificarsi. Anzi, a dirla tutta, di colpi
di scena ce ne furono un paio e nessuno dei due piacque a Ramsay.
Quando
i soldati di Jon Snow apparivano ormai spacciati, giunsero in loro soccorso le
forze dei Lord alfieri degli Arryn, guidati da Sansa e Petyr Baelish. Il nuovo
battaglione si slanciò contro l’esercito dei Bolton e iniziò a massacrare
soldati su soldati, con una rimonta talmente subitanea e inaspettata che la
narratrice onnisciente (che sarei io…) potrebbe paragonarla soltanto a quella,
per lei storica, del 20 ottobre 2013,
quando la Fiorentina passò dallo 0-2 in casa contro la Juventus al 4-2 con
tripletta di Giuseppe Rossi e… bene, ci siamo capiti, chiusa la parentesi
calcistica e torniamo alla nostra battaglia!
L’arrivo
improvviso e inaspettato dell’esercito di Sansa e Baelish sconvolse Ramsay, ma
quello che vide subito dopo lo fece rimanere, se possibile, ancora peggio:
vista la mala parata, Roose Bolton chiamò a raccolta i suoi uomini e, invece di
affrontare il nuovo nemico, se la batté a tutta velocità dalla parte opposta. Come
ho già spiegato, in questa occasione non si trattò di vigliaccheria, bensì di
una scelta ben ponderata: Roose Bolton aveva un figlio legittimo alle Torri
Gemelle e, nonostante il sangue non sia acqua, poteva sempre sperare che
sarebbe venuto su meglio di quel pazzoide che aveva legittimato in mancanza d’altro.
Avrebbe raggiunto moglie e figlio presso Lord Walder Frey, avrebbe tenuto un
profilo più basso per un certo periodo di tempo (hai visto mai che a Jon Snow
venisse il ghiribizzo di andare a cercare tutti i Bolton al completo?) e nel
frattempo avrebbe cresciuto il bambino, tentando di tenerlo lontano dalle
grinfie del vecchio Walder. Anche quello sarebbe pure morto prima o poi, no?
Aveva più di novant’anni, per la miseria! Se ne sarebbe stato rintanato al
sicuro, come un serpente, in una sorta di letargo… fino al momento in cui,
vista un’occasione propizia, non avrebbe fatto ritorno al Nord con alleati più
forti, un figlio più affidabile (quello non ci voleva tanto…) e chissà quel
giorno come sarebbe andata a finire?
Roose
Bolton non aveva fretta, poteva aspettare.
Nel
frattempo, Ramsay era sacrificabilissimo…
Su
questo ultimo punto, com’è ovvio, Ramsay non era affatto d’accordo. Il suo
esercito stava cadendo a pezzi, suo padre se l’era allegramente svignata con i
suoi soldati, i suoi uomini migliori erano morti… beh, perfino lui non ci mise
molto a fare due più due e a capire che l’unica cosa possibile era ritirarsi a
Grande Inverno in tutta fretta, chiudere il portone e prepararsi a un lungo
assedio.
Tuttavia,
anche in quel caso, come in tanti altri della sua vita, il giovane Bolton aveva
fatto male i suoi conti. Giunto a Grande Inverno e fatto sbarrare il portone,
non fece nemmeno in tempo a concedersi un sospiro di sollievo, perché il
gigante dei bruti Wun Wun iniziò a fare a pezzi le porte della fortezza a mani
nude e nonostante la pioggia di frecce che lo colpiva.
“Che
gli Estranei se lo portino, miseriaccia infame!” esclamò Ramsay, in quel
momento più oltraggiato che spaventato per la fine meschina che stavano facendo
le sue difese… “Meno male che, secondo mio padre, Grande Inverno era inespugnabile. Maledetto me e quando gli
ho dato retta!”
Ferito
a morte, il gigante riuscì comunque a distruggere il portone della fortezza e a
permettere a Jon Snow e ai suoi alleati di penetrare all’interno.
Eccoci all’acqua…, ebbe il tempo di
pensare Ramsay.
Poi,
tanto per togliersi una soddisfazione, lanciò una freccia direttamente nell’occhio
del gigante che stramazzò al suolo.
E così impari a
distruggere il mio bel portone!, fu il pensiero
fugace del ragazzo, prima di capire che Jon Snow voleva proprio lui e che non
avrebbe accettato di giocarsi Grande Inverno a carte…
Mentre
gli uomini di Snow avevano la meglio su coloro che restavano della guarnigione
dei Bolton, Jon aveva deciso che si sarebbe occupato personalmente del figlio
bastardo di Roose Bolton e che, in qualche maniera, gli avrebbe fatto
confessare cosa aveva fatto a Rickon.
Vedendoselo
venire contro con intenzioni tutt’altro che amichevoli, Ramsay non trovò niente
di meglio da fare che cercare di colpirlo con le frecce (il gioco del cecchino
era quello che gli riusciva meglio…), ma questa volta non servì. Jon si
protesse con lo scudo e, quando fu abbastanza vicino, gli sbatté lo scudo di
cui sopra in faccia, facendolo volare per terra. Poi si slanciò su di lui e
iniziò a picchiarlo con foga, fermandosi solo di tanto in tanto per interrogarlo.
“Allora,
dov’è mio fratello? Dov’è Rickon? Parla o ti uccido!”
“Tanto
mi ucciderai lo stesso…”
“Se
mi consegnerai Rickon sano e salvo, magari potrei concederti una morte meno
atroce di quanto meriti…”
La
situazione sembrava in stallo, poi si udì il grido di Sansa, che era entrata
nella fortezza dopo Jon e i suoi uomini.
“Fermati,
Jon, fermati! Rickon… è lassù!”
Un
servitore, uscito in quel momento dalla fortezza, si era posto su uno dei
camminamenti, tenendo il ragazzino Stark come scudo e puntandogli una daga al
collo. Era uno dei soliti servi di Ramsay, ovviamente, uno di quelli con la
faccia da serial killer, che aveva l’importante compito di salvare la pelle al
suo signore con quella messinscena.
“Il
moccioso è vivo, ma lo resterà per poco se voi non lascerete andare il mio
padrone” disse il delinquent… il servo. “Allontanatevi
da Lord Ramsay e lasciatelo libero di andarsene e io vi restituirò il vostro
prezioso fratellino!”
Tutti
annichilirono.
A
quanto pareva, anche Ramsay aveva pensato a un suo personale colpo di scena…
Fine capitolo
ottavo