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Autore: Abby_da_Edoras    07/02/2018    5 recensioni
A Natale si diventa tutti più buoni... io invece sono la solita bastian contrario e divento ancora più cattiva! Così eccomi a immaginare una delle mie parodie sul Trono di Spade e in particolare su Ramsay e Theon (dev'esserci qualcosa di profondamente malato in me, visto che questi personaggi mi ispirano tante storie di umorismo nero! Comunque, essendo una parodia, i personaggi sono OOC, i fatti sono allegramente travisati da me (ma del resto, anche nella serie TV fanno ciò che gli pare! XD), pertanto: Ramsay non sposa Sansa, né Jeyne Poole né chi per loro... instaurerà piuttosto un rapporto particolare col suo prigioniero (che, misericordiosamente, ho deciso di non evirare...); nelle mie storie, che sono appunto prese in giro ironiche e senza troppa cattiveria, non morirà (quasi) nessuno e... diciamo che finirà tutto più o meno bene, a tarallucci e vino.
Dai, in fondo è Natale! XD XD XD
Grazie a chiunque sarà tanto pazzo da leggere le mie follie.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, produttori e sceneggiatori della serie TV Il Trono di Spade.
Genere: Angst, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Roose Bolton, Theon Greyjoy, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo ottavo

In realtà la lettera di Ramsay, come qualunque persona di buon senso avrebbe immaginato (dunque non il giovane Bolton), non fece altro che scatenare proprio ciò che lui paventava di più. Le parole del Lord psicopatico, infatti, fecero preoccupare e infuriare Jon Snow a tal punto che si affrettò a inviare un messaggio alla sorella Sansa per informarla che Rickon era in pericolo.

La giovane Stark chiese e ottenne da Petyr Baelish di poter organizzare quanto prima l’esercito dei Lord alfieri degli Arryn per marciare verso Grande Inverno in appoggio a Jon Snow e ai suoi guerrieri.

Insomma, come sempre Ramsay aveva giocato malissimo le sue carte, credendo di far bene, e adesso una brutta sorpresa lo attendeva al varco.

Roose Bolton aveva atteso la nascita del figlio alle Torri Gemelle e, dopo essersi assicurato che fosse sano e normale (almeno in apparenza…), decise di far ritorno a Grande Inverno con i suoi uomini per preparare la fortezza a sostenere un eventuale assedio.

Immaginate voi come rimase quando un Ramsay particolarmente soddisfatto di sé lo informò che avevano preso prigioniero Rickon Stark e che lui personalmente aveva scritto a Jon Snow intimandogli di arrendersi seduta stante se voleva rivedere il fratello tutto intero!

“Ti sei completamente bevuto quel poco di cervello che avevi?” fu la frase che rivolse al figlio non appena riuscì a ritrovare le parole. Lord Bolton, infatti, era crudele ma non stupido e aveva compreso subito ciò che era allegramente sfuggito al suo bastardo: avere Rickon Stark come ostaggio sarebbe potuto essere anche un bene, a condizione che i nemici non ne venissero a conoscenza fino all’ultimo momento. Messa così, invece, diventava per Jon Snow e Sansa Stark il tipico drappo rosso che si agita davanti agli occhi del toro…

Ramsay si risentì non poco per l’offesa ricevuta dal padre. A lui era sembrato un piano tanto geniale e proprio non capiva perché Roose Bolton ne sottovalutasse l’efficacia!

“Rickon Stark è un ostaggio importante, certo” tentò di spiegargli Lord Bolton, pur sapendo che sarebbe stata una battaglia persa in partenza, “ma nessuno avrebbe dovuto sapere che si trova nelle nostre mani. Quando l’esercito di Snow fosse giunto ad assediarci, allora e solo allora avremmo potuto usare il ragazzo come pedina di scambio. Rivelandoglielo prima del tempo è come se tu avessi invitato Snow e la Stark a unire i loro eserciti e a radere al suolo Grande Inverno pur di riprendersi il fratello sano e salvo. Ma che te lo dico a fare, tanto tu fai sempre di testa tua…”

“La tua strategia è sempre quella di chiudersi nella fortezza e aspettare che ci assedino” protestò Ramsay, convinto difensore della teoria che il suo unico neurone funzionante aveva partorito con tanta fatica. “Invece io dico: combattiamo! L’esercito di Snow è un’accozzaglia di selvaggi e li distruggeremo senza problemi. So anch’io che l’esercito della Valle è molto più temibile, ma non arriverà mai in tempo per unirsi a quello del bastardo.”

Roose Bolton si prese la testa tra le mani. Tutti i suoi piani, gli intrighi, gli omicidi che aveva pianificato per conquistare tutto il Nord… tutto questo stava per andare in fumo per colpa delle idee sciagurate di quel disgraziato che aveva la sventura di avere per figlio!

Senza nemmeno accorgersi del travaso di bile che aveva appena causato al padre, Ramsay imperversava, sempre più orgoglioso di ciò che aveva fatto e sicuro che sarebbe stato un successo senza precedenti.

“Quando i soldati degli Arryn marceranno su Grande Inverno, allora potremo chiamare a raccolta tutti gli uomini del Nord perché combattano al nostro fianco” riprese, emozionandosi da solo per l’epicità del suo discorso. “Sansa Stark è ormai una Arryn e nessuno vorrà che Grande Inverno cada nelle mani di qualcuno che non è del Nord. Li avremo tutti dalla nostra parte e schiacceremo anche i Lord della Valle!”

Ma che cosa ho fatto per meritarmi un figlio tanto idiota?, si chiese Lord Bolton, ma non lo disse ad alta voce perché era ben consapevole di aver fatto un sacco di cose che meritavano una punizione simile e anche di più.

“Non ti ha sfiorato nemmeno per un secondo il pensiero, ammesso che tu sia in grado di pensare, di non essere l’unico in tutti i Sette Regni capace di inviare lettere a destra e a manca?” disse invece, caustico. “Jon Snow avrà sicuramente mandato un corvo a sua sorella per informarla della sorte di Rickon e, probabilmente, gli eserciti dei Lord della Valle sono già in marcia!”

“Non arriveranno in tempo lo stesso” insisté Ramsay, che a quel punto era già molto meno convinto ma non lo avrebbe mai ammesso davanti al padre.

Sperò, comunque, che l’esercito degli alfieri degli Arryn smarrisse la strada nel frattempo, oppure fosse inghiottito dal terreno, spazzato via da un’inondazione, cancellato dall’improvvisa eruzione di un vulcano o qualche altro cataclisma del genere.

Ma, vi chiederete, perché mai tali eventi avrebbero dovuto scomodarsi per fare un favore a Ramsay Bolton e alla sua famiglia di pazzi? Beh, infatti nulla si mosse né in cielo né in terra e gli eserciti di Jon Snow e dei Lord della Valle giunsero sani e salvi a destinazione, proprio dove volevano incontrarsi per pianificare la loro strategia… ma tutto questo, ovviamente, Ramsay lo ignorava e, quando si trovò ad affrontare Snow e i bruti, era convintissimo che sarebbero stati quelli gli unici contro i quali i suoi uomini avrebbero dovuto combattere.

Tutto sommato si trattò di una battaglia singolare fin dal principio…

Jon Snow, al quale certo non difettava l’intelligenza, schierò i suoi pochi uomini contro la massiccia offensiva dei Bolton, ma sapendo bene di avere il famigerato asso nella manica, ossia gli alleati dell’esercito della Valle, guidati da Sansa e Baelish, che sarebbero entrati in battaglia al momento opportuno. Tuttavia, le mosse dei Bolton sembravano così strane anche per loro che Snow si domandò fino all’ultimo se, per caso, i suoi infidi nemici non avessero subodorato qualcosa, forse immaginato la presenza dei Cavalieri Della Valle e preparato un contrattacco o magari, cosa ancora peggiore, ordito una trama speculare alla sua, con un esercito nascosto da qualche parte e pronto ad entrare in azione.

Già, perché i due Bolton si guardavano bene dal combattere e dall’esporsi a qualsivoglia rischio. Ramsay si era appostato con gli arcieri a giocare al cecchino, cercando di centrare i nemici ma tenendosi ben discosto da ogni pericolo… e, a ben pensarci, questo non stupiva Jon, che sapeva che il giovane Bolton era coraggioso soltanto davanti a un nemico ben legato e incatenato nelle sue segrete…

Sì, ma allora perché anche Roose Bolton, che non era certo un codardo (era tante altre cose, Jon lo sapeva bene, ma un vigliacco, quello no), si teneva in disparte dalla battaglia con i suoi uomini e lasciava che fossero le forze alleate degli Umber, dei Karstark e dei Manderley a combattere contro i bruti? Jon si batteva con ardore e veemenza, cercando di resistere il più possibile nonostante i suoi bruti cadessero a decine attorno a lui, ma un pensiero continuava ad assillarlo e non gli permetteva una perfetta concentrazione…

Perché Roose Bolton e i suoi non entravano in battaglia?

Era forse possibile che avessero ottenuto un contingente dai Lannister e che fosse proprio quello ad essere appostato, in attesa di scatenarsi nel combattimento finale, quando anche l’esercito degli Arryn si fosse mostrato?

Era un dubbio atroce (e, conoscendo la perfidia e la slealtà di Lord Bolton, non era poi nemmeno tanto peregrino…), eppure Snow non poteva lasciarsi scoraggiare da ciò che poteva rivelarsi solo un suo sospetto. Continuò a lottare e fece bene, perché in realtà Roose Bolton un piano suo personale lo aveva, ma non comprendeva un battaglione da schierare contro Snow, i bruti e i Cavalieri della Valle, tutt’altro.

Il piano di Roose Bolton aveva l’unico scopo di abbandonare la nave che affondava e salvarsi la pelle per poi far ritorno alle Torri Gemelle. Eh, già. Certo, Lord Bolton non era un codardo, ma a differenza di suo figlio non era nemmeno uno scemo. Non aveva creduto nemmeno per un istante alle rassicurazioni di Ramsay, ai suoi peana di vittoria. Aveva capito di aver puntato sul cavallo sbagliato quando si era fidato del suo bastardo e di non avere, per il momento, la minima possibilità di mantenere e ampliare il dominio sul Nord. Grande Inverno era perduta e lui non poteva farci niente, perché accidenti si sarebbe dovuto sacrificare per una causa persa in partenza? Peggio per il bastardello… lui e le sue alleanze non meglio specificate con il giovane Greyjoy!

La fanteria dei Bolton e dei loro alleati aveva schiacciato la maggior parte dei bruti di Jon Snow. Sembrava che le sorti della battaglia fossero ormai scritte, ma il colpo di scena aveva ancora da verificarsi. Anzi, a dirla tutta, di colpi di scena ce ne furono un paio e nessuno dei due piacque a Ramsay.

Quando i soldati di Jon Snow apparivano ormai spacciati, giunsero in loro soccorso le forze dei Lord alfieri degli Arryn, guidati da Sansa e Petyr Baelish. Il nuovo battaglione si slanciò contro l’esercito dei Bolton e iniziò a massacrare soldati su soldati, con una rimonta talmente subitanea e inaspettata che la narratrice onnisciente (che sarei io…) potrebbe paragonarla soltanto a quella, per lei storica, del 20 ottobre 2013, quando la Fiorentina passò dallo 0-2 in casa contro la Juventus al 4-2 con tripletta di Giuseppe Rossi e… bene, ci siamo capiti, chiusa la parentesi calcistica e torniamo alla nostra battaglia!

L’arrivo improvviso e inaspettato dell’esercito di Sansa e Baelish sconvolse Ramsay, ma quello che vide subito dopo lo fece rimanere, se possibile, ancora peggio: vista la mala parata, Roose Bolton chiamò a raccolta i suoi uomini e, invece di affrontare il nuovo nemico, se la batté a tutta velocità dalla parte opposta. Come ho già spiegato, in questa occasione non si trattò di vigliaccheria, bensì di una scelta ben ponderata: Roose Bolton aveva un figlio legittimo alle Torri Gemelle e, nonostante il sangue non sia acqua, poteva sempre sperare che sarebbe venuto su meglio di quel pazzoide che aveva legittimato in mancanza d’altro. Avrebbe raggiunto moglie e figlio presso Lord Walder Frey, avrebbe tenuto un profilo più basso per un certo periodo di tempo (hai visto mai che a Jon Snow venisse il ghiribizzo di andare a cercare tutti i Bolton al completo?) e nel frattempo avrebbe cresciuto il bambino, tentando di tenerlo lontano dalle grinfie del vecchio Walder. Anche quello sarebbe pure morto prima o poi, no? Aveva più di novant’anni, per la miseria! Se ne sarebbe stato rintanato al sicuro, come un serpente, in una sorta di letargo… fino al momento in cui, vista un’occasione propizia, non avrebbe fatto ritorno al Nord con alleati più forti, un figlio più affidabile (quello non ci voleva tanto…) e chissà quel giorno come sarebbe andata a finire?

Roose Bolton non aveva fretta, poteva aspettare.

Nel frattempo, Ramsay era sacrificabilissimo…

Su questo ultimo punto, com’è ovvio, Ramsay non era affatto d’accordo. Il suo esercito stava cadendo a pezzi, suo padre se l’era allegramente svignata con i suoi soldati, i suoi uomini migliori erano morti… beh, perfino lui non ci mise molto a fare due più due e a capire che l’unica cosa possibile era ritirarsi a Grande Inverno in tutta fretta, chiudere il portone e prepararsi a un lungo assedio.

Tuttavia, anche in quel caso, come in tanti altri della sua vita, il giovane Bolton aveva fatto male i suoi conti. Giunto a Grande Inverno e fatto sbarrare il portone, non fece nemmeno in tempo a concedersi un sospiro di sollievo, perché il gigante dei bruti Wun Wun iniziò a fare a pezzi le porte della fortezza a mani nude e nonostante la pioggia di frecce che lo colpiva.

“Che gli Estranei se lo portino, miseriaccia infame!” esclamò Ramsay, in quel momento più oltraggiato che spaventato per la fine meschina che stavano facendo le sue difese… “Meno male che, secondo mio padre, Grande Inverno era inespugnabile. Maledetto me e quando gli ho dato retta!”

Ferito a morte, il gigante riuscì comunque a distruggere il portone della fortezza e a permettere a Jon Snow e ai suoi alleati di penetrare all’interno.

Eccoci all’acqua…, ebbe il tempo di pensare Ramsay.

Poi, tanto per togliersi una soddisfazione, lanciò una freccia direttamente nell’occhio del gigante che stramazzò al suolo.

E così impari a distruggere il mio bel portone!, fu il pensiero fugace del ragazzo, prima di capire che Jon Snow voleva proprio lui e che non avrebbe accettato di giocarsi Grande Inverno a carte…

Mentre gli uomini di Snow avevano la meglio su coloro che restavano della guarnigione dei Bolton, Jon aveva deciso che si sarebbe occupato personalmente del figlio bastardo di Roose Bolton e che, in qualche maniera, gli avrebbe fatto confessare cosa aveva fatto a Rickon.

Vedendoselo venire contro con intenzioni tutt’altro che amichevoli, Ramsay non trovò niente di meglio da fare che cercare di colpirlo con le frecce (il gioco del cecchino era quello che gli riusciva meglio…), ma questa volta non servì. Jon si protesse con lo scudo e, quando fu abbastanza vicino, gli sbatté lo scudo di cui sopra in faccia, facendolo volare per terra. Poi si slanciò su di lui e iniziò a picchiarlo con foga, fermandosi solo di tanto in tanto per interrogarlo.

“Allora, dov’è mio fratello? Dov’è Rickon? Parla o ti uccido!”

“Tanto mi ucciderai lo stesso…”

“Se mi consegnerai Rickon sano e salvo, magari potrei concederti una morte meno atroce di quanto meriti…”

La situazione sembrava in stallo, poi si udì il grido di Sansa, che era entrata nella fortezza dopo Jon e i suoi uomini.

“Fermati, Jon, fermati! Rickon… è lassù!”

Un servitore, uscito in quel momento dalla fortezza, si era posto su uno dei camminamenti, tenendo il ragazzino Stark come scudo e puntandogli una daga al collo. Era uno dei soliti servi di Ramsay, ovviamente, uno di quelli con la faccia da serial killer, che aveva l’importante compito di salvare la pelle al suo signore con quella messinscena.

“Il moccioso è vivo, ma lo resterà per poco se voi non lascerete andare il mio padrone” disse il delinquent… il servo. “Allontanatevi da Lord Ramsay e lasciatelo libero di andarsene e io vi restituirò il vostro prezioso fratellino!”

Tutti annichilirono.

A quanto pareva, anche Ramsay aveva pensato a un suo personale colpo di scena…

Fine capitolo ottavo

 

 

 

 

   
 
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