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Autore: Serenity452    07/02/2018    1 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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X - Moon Kiss.
 
Tre giorni dopo, Itachi, stanco di proporsi di rimanersene buono e lontanto da una certa ragazza dai capelli come il miele e gli occhi d’ambra ed oro, uscì di casa gettando la sua terza sigaretta  sul ciglio della strada, dirigendosi come un toro infuriato verso lo Shingen.
Quando fu lì per lui non fu difficile individuare Luna, sempre col suo piercing colorato sulla pancia scoperta ed i capelli inaspettatamente legati nella coda alta che aveva il giorno in cui erano stati a casa insieme.
Era bella ed attraente, ma sopratutto gli stava facendo venire il battiti cuore.
Gli era mancata.
La voce gioviale, ed un po’ infantile, insieme ai suoi occhi erano la cosa che più lo perseguitava di notte e di giorno.
Ma ciò che gli era mancato di lei in particolar modo era il suo sorriso ed il fare felice con cui pronunciava sempre il suo nome.
“Itachi-san”.
Anche lui aveva su di lei quell’effetto?
Era possibile? Certo aveva notato che era nervosa quando stavano insieme, che era molto timida, che arrossiva facilmente e che i contatti più intimi la irrigidivano, ma forse era perchè dopotutto alla fine restava un estraneo per lei e sicuramente non aveva dimenticato che era un assassino.
Però quando lei lo notò, perchè non si era neppure degnato di mettersi il cappuccio, gli sorrise e lo salutò con la mano, con gli occhi che brillavano di gioia e ogni ripensamento di Itachi Uchiha sull’avvicinarsi a Luna era svanito.
Si era seduto ad un tavolino, sicuro che lei sarebbe arrivata, prima o poi.
Era arrogante, ma in fin dei conti era un Uchiha lui, no?
Di fatti, Luna non perse molto tempo a raggiungerlo.
-Itachi-san...-Lo salutò con un sussurro.
-Ciao... Stasera vedo che ti stai comportando da brava cameriera...-La provocò un po’ ma lei sembrava troppo su di giri per caderci.
-Già! Una fortuna, no? Vuoi qualcosa, Itachi-san?-Gli domandò sempre allegra e sorridente.
Lui la guardò dritto negli occhi con l’intensità di una tigre.
Te. Te in qualsiasi modo possibile.
Maledizione.
-Sakè!-Le disse smettendo di guardarla.
Dio era troppo giovane, non poteva.
Era una bambina e lui l’aveva tenuta in braccio.
-Torno presto!-Esclamò Luna allontanandosi.
 
-Mitsu, come mai sei così agitata?-Chiese Akiko, mentre preparava un’ordinazione.
-Niente di particolare...-Rispose lei armeggiando col cava tappi, mentre cercava di aprire la bottiglia per Itachi.
Dio com’era bello rivederlo.
Com’era bello lui.
Perchè continuava ad immaginare che la toccasse anche solo per sbaglio?
Se si deconcentrava per un solo istante vedeva le mani dell’uomo sulle sue gambe, sulla sua guancia, sui suoi polsi, insomma ovunque l’avesse toccata almeno una volta e ne sentiva il calore.
-Non è che ti piace quel tipo con cui ultimamente ti stai dando da fare? Insomma, vi vedete anche fuori o è solo per lavoro?-Le chiese la verde con un sorriso di chi sapeva il fatto suo.
Luna arrossì come non mai e non solo per l’imbarazzo.
-Aki, ti sbagli, è solo che è gentile e ci conosciamo da un po’, tutto qui, non abbiamo nessun tipo di relazione!-Smentì lei andandosene via verso Itachi.
Quando gli versò il Saké nel bicchiere, cercando di restare lontana dalla portata delle sue adorabili mani, come faceva di solito con gli altri clienti, lui non fece nulla.
-Tutto bene?-Le chiese, notando l’improvviso cambio di comportamenteo.
-Si, solo... cerco di non dare nell’occhio, Aki ti ha notato e si fa strane idee su di noi!-Disse, le ancora infastidita delle accuse dell’amica.
Lei non si portava a letto Itachi per denaro, dannazione.
-Noi?-Fece lui bloccandosi prima di bere il tanto agoniato Sakè.
-Pensa che venga a letto con te per soldi, insomma che sia la tua...hai capito, no? Giesha...-
-Dovresti smetterla di catalogare le prostitute come Geishe, infondo loro non lo sono per nulla, le Geishe sono artiste e a differenza del credo popolare non vendevano il loro corpo, mia cara!-Le spiegò l’Uchiha scrutando che espressione lei assumesse dinanzi all’ovvietà dei fatti.
Luna arrossì e tenne lo sguardo basso.
-Lo so, ma è un’usanza che ho da quando ero bambia...è solo un modo di dire!-Replicò improvvisamnte, con tono deciso.
-Adesso, Itachi-san, torno al mio lavoro! E non premurarti per me, ho imparato a cavarmela in questi giorni!-
Lui non se la prese e le mostro un sorriso malizioso.
-Brava Geisha...-Le disse prima che lei se ne andasse con il broncio.
Nelle notti che si susseguirono, Itachi continuò ad andare da Luna, che ormai riusciva ad evitare di avvicinarsi troppo agli uomini che potevano trattenerla ed era diventata veloce nel destreggiarsi fra i tavolini e i clienti in piedi.
Itachi restava ore ad osservrla, la vedeva avvicinarsi e di tanto in tanto si scambiavano qualche sorriso.
Era sempre lei a portarle da bere, tranne il fatidico sabato delle due settimane dopo al giorno che avevano passato insieme, dopo aver dormito nello stesso letto.
Quella notte, il vento infuriava su Konoha, lo Shingen era quasi vuoto ma i pochi clienti bastavano a tener le ragazze impegnate e quando Itachi arrivò, pronto a coltivare la sua morbosa ossessione per la sua Geisha, si sorprese nel rendersi conto che lei non si era neppure accorta di lui.
Era concentrata a lavorare al bancone dove aveva occupato il posto di Aki, ma più che lavorare stava conversando.
Amabilmente.
Seduto di fronte a lei c’era un giovane, dai capelli probabilmente celesti perchè le luci stroboscopiche quella sera non erano tutte accese, ma emettevano solo caldi colori fissi.
Così quando Itachi vide che Luna sorrideva e persino rideva, dentro di lui scattò una sorta di bottone sacro.
La rabbia lo pervase e l’inaspettata gelosia per non esser stato neppure notato, dopo mezz’ora, in cui era stato servito da chissà chi, prese il sopravvento.
Insomma, chi diavolo era quello?
Che cosa voleva da lei e sopratutto perchè lei gli stava dando corda?
Perciò quando il tipo si alzò e trovò posto poco lontano da lui e Luna lo seguì portandogli da bere e fermandosi ancora a parlare con lui, per poi tornarsene al banconse, fu lui ad alzarsi e prendere il posto del tipo misterioso.
Aspettò pazientemente che Luna si voltasse verso di lui e lo notasse, ma non appena la ragazza servì l’uomo accanto a lui, Itachi la afferrò per un polso e la tirò quasi sul bancone.
-Ehi! Ma che modi!-Protestò lei alzando lo sguardo verso colui che l’aveva appena afferrata.
Si sorprese nell’accorgersi che si trattava di Itachi.
-Itachi-san, mi fai male!-Gli disse cercando di non farsi sentire da Jun e Keiko.
L’Uchiha non allentò la presa ma si avvicinò al suo volto con fare cospiratorio e indagatore.
-Vedo che ti stai divertendo...-Sibillò senza rendersene conto.
Luna lo guardò a bocca a perta, ma che stava succedendo?
-Non capisco cosa vuoi dire, Itachi-san!-
-Il tuo amico, hai deciso di lavorare per lui stanotte?-
-Ma che cosa dici!? Non è mio amico e sopratutto non lavoro per nessuno, Itachi-san, mi stai facendo male!-Gli disse sconvolta la testa arancione.
Itachi era strano, si era vero, aveva scambiato qualche parola con un ragazzo gentile, di nome Kanata, che le aveva chiesto di portargli da bere al tavolo solo perchè non voleva essere infastidito da altre ragazze che avrebbero cercato altri profitti, ma lei di certo non si stava divertendo, come intendeva Itachi.
Kanata era giù di corda ma le sue battute auto-lesionistiche avevano fatto ridere Luna e lui era stato contagiato, riprendendo il buon umore.
Ma insomma, cosa c’era di strano se parlava con qualcuno una volta tanto?
Perchè proprio Itachi poi doveva prendersela in quel modo?
Era stato così carino nell’ultimo periodo, quando le sorrideva casualmente mentre lei gli serviva da bere e lui la salutava dicendole “Ecco la mia Geisha...”.
-Dal modo in cui gli sorridevi, e lui sorrideva a te, sembrava proprio che steste programmando un appuntamento sotto le lenzuola...-
Ok, forse Itachi, inconsapevolmente stava perdendo la ragione.
Lo pensava Luna e lo pensava lui stesso.
Ma Itachi non poteva sopportarlo.
Non poteva tollerare che lei sorridesse in quel modo a qualcun altro che non fosse lui.
Qualcuno che non si chiamasse Itachi Uchiha.
Era geloso, sì. Lo era.
Inutile negarlo a se stesso, desiderava molto Luna dalla prima notte in cui l’aveva avuta fra le braccia, ma rispettava troppo la sue età ed il fatto che per lui sarebbe rimasta sempre la piccola ed ingenua bambina, che non avrebbe mai osato sfiorare solo per una notte di passione.
Di più non le avrebbe mai potuto dare. Mai.
Intanto si convinse di lasciarle andare il polso, prima di spezzarglielo.
Luna si ritrasse subito, spaventata e scioccata.
Lo guardò senza dire nulla, ma era chiaro nei suoi occhi che era disgustata.
Così quando si voltò e tornò ad armeggiare con le bottiglie Itachi finì solo per arrabbiarsi di più e sentirsi un completo idiota.
-Dammi un Wisky, maledizione!-Sbottò alla ragazza più vicina, che poveretta sobbalzò dalla paura.
Luna abbandonò la postazione al bar e tornò a servire ai tavoli mentre lui tracannava il wisky e ne chiedeva un altro.
Quella sera toccava a lui ubriacarsi.
Ma non servì a nulla provarci perchè continuava a restare abbastanza lucido da poter tener d’occhio Luna.
Ed il peggio era che lei si stava dando da fare per peggiorare la situazione.
Da quando faceva la smorfiosa coi clienti?
Da quando ne trovava qualcuno gentile, apparte lui?
Non l’aveva capito che il moccioso appena arrivato voleva solo portarsela a letto?
Quando alla fine si accese una sigaretta, perchè davvero non ne poteva più, la vide tornare al bancone, ignorarlo ancora, prendere da bere per due persone e andare proprio dal suo giovane cliente.
No. Non si sarebbe ubriacata, per poi farsi portare da qualche parte per una squallida botta e via.
Non l’avrebbe permesso a nessuno.
Ma l’orgoglio lo trattenne, anche se la sua pazienza era al limite.
Era risaputo, non era un uomo paziente lui.
Ma presto l’avrebbe fatta grossa, ne era certo.
 
Luna si sedè sul bracciolo della poltrona dove Kanata era afflosciato a bere saké.
-Mitsu-chan, sei gentile a farmi compagnia, bevi con me tutto quello che vuoi!-
-Grazie, Kanata-san, finché si tratta di questo non ci sono problemi!-Gli disse lei, cercando di nascondere il nervosismo.
Come aveva potuto Itachi dirle quelle cose?
Credeva avesse capito che non era quel genere di persona.
L’aveva ferita profondamente e da lui non se lo aspettava, sopratutto perchè si era convinta che fosse diverso dagli altri.
Che in qualche modo ci tenesse a lei, che la capisse, ma sopratutto credesse quando affermava di non essere una prostituta.
Come poteva esserlo se era addirittura vergine, ma lui sembrava ignorare questo dettaglio o probabilmente non ci credeva nemmeno e c’aveva solo riso su quando da ubriaca glielo aveva confessato.
Tanto meglio, per certi versi sarebbe stato imbarazzante.
Bevve e cercò di farlo lentamente, non voleva ubriacarsi come l’ultima volta.
Non avrebbe avuto piacere a svegliarsi con Kanata, per quanto fosse carino e apparentemente privo di secondi fini.
Era pur sempre un uomo e non credeva che si sarebbe comportato con onore, come Itachi.
Ma perchè diavolo continuava a pensare a lui?
Era un insensibile bisbetico, geloso.
Geloso. Possibile?
In effetti, l’aveva ignorato per quasi tutta la sera, ma onestamente perchè avrebbe dovuto essere geloso di lei?
Luna sapeva di avere una sorta di cotta per lui, però era impossibile che anche lui provasse qualcosa per lei, se non del semplice affetto che non era nemmeno appurato.
Si voltò per guardarlo, lui era ancora al bancone e le dava le spalle.
Era sempre stato così premuroso con lei, che fosse lui ad avere dei doppi fini?
Sgranò gli occhi.
Non c’aveva mai pensato, ma era possibile che Itachi stesse cercando di raggirarla per arrivara a lei più facilmente.
Certo, comportandosi da bravo ragazzo, si era avvicinato e quando la situazione sarebbe stata a suo favore avrebbe approfittato di lei.
Forse voleva solo portarsela a letto!
Dopotutto l’aveva letteralmente costretta a passare una notte a fargli compagnia e ballare come una Geisha e con i suoi modi gentili e protettivi l’aveva indotta a fidarsi di lui per averla tutta per se.
Maledetto.
Furiosa per la sua nuova e assurda versione dei fatti, digrignò i denti e strinse i pugni attirando l’attenzione di Kanata.
-Ehi, tutto bene Mitsu-chan?-
-Si, certo!-Esclamò brusca, fumando rabbia.
E pensare che aveva invitato Itachi a casa sua, che avevano pranzato e persino dormito insieme!
Nello stesso letto, maledizione.
Ma nonostante questo non riusciva a non arrossire all’idea di lei fra le braccia di Itachi.
Lui, che le dava il batticuore, che era il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo volto in mente con cui s’addormentava.
Stava diventando paranoica ma Itachi le piaceva davvero.
Era attratta da lui irresistibilmente.
Se solo non si fosse comportato male quella sera, e lei fosse stata più attenta, invece di distrarsi col primo venuto, si troverebbe a parlare con l’Uchiha invece che con Kanata.
-Sai, forse dopo potremmo...Continuare a chiacchierare a casa tua, quando avrai finito il turno, ti va?-
-Naturalmente, ti porto da bere!-Esclamò Luna, senza neppure ascoltarlo.
Si alzò per raggiungere il bancone ma imporovvisamente, non riuscì più a vedere nulla.
Il buio più totale avvolgeva lo Shingen.
Fu in quel momento che Luna sentì due mani afferrarla per i fianchi e tirarla via.
 
Non c’era nulla da fare.
Sapeva quello che voleva.
E come se lo sapeva, Itachi Uchiha non era mai stato un tipo indeciso e non sarebbe rimasto a crogiolandosi nei sui pensieri ancora.
Era esausto di elaborare strategie e sotterfuggi fantasiosi per allontanare Luna dal suo nuovo Cliente del Cuore, percui decise che c’era un solo modo per salvarla.
Andare lì, strangolare il nemico, rapire la Geisha e scappare via con lei.
Un piano perfetto, che si sarebbe rivelata una vera cazzata.
L’adrenalina gli era arrivata al cervello.
E se non la raggiungeva, in quel preciso istante, sarebbe stato capace di sbattre la testa contro il muro fino a perdere i sensi pur di sopperire quel desiderio di portarla via dal suo conquistatore.
Dallo Shingen. Da Chiunque avesse tentato di approfittare di lei.
Di portargliela via.
E visto che ormai aveva superato il litime dalla sanità mentale, ammesso che fosse mai stato sano di mente, tanto valeva fare la cazzata del secolo no!?
Infondo, lui di cazzate ne aveva fatte ben poche, se si escludeva quella di accettare l’ordine di massacrare il proprio Clan e spingere Sasuke sull’orlo della follia, rendendolo un pazzo assaassino.
Perché era sempre stato convinto che nella sua vita aveva agito con razionalità e calma, insomma si era sempre sentito nel giusto, vero?
Macchè, lui era un idiota e basta.
Non ne aveva combinata una buona, se non quella di fermare Kabuto durante la guerra, con quel clone che era riuscita a creare, mentre era in coma ed era convinto di essere bello e morto.
Ma questa volta era sicuro di quello che faceva, non era illuso di far bene, sapeva a cosa andava incontro, Luna dopo il rapimento, terrorizzata lo avrebbe messo nei casini, probabilmente sarebbe corsa da Sasuke dicendogli “Tuo fratello Itachi-san, mi ha rapita”.
Forse, poi, Sasuke l’avrebbe uccisa per l’affronto, maledizione.
Lui che aveva fatto di tutto in quegli ultimi anni puri di sparire dalla circolazione e dai casini se ne stava per infilare in uno più grosso di sua spontanea e consensiente volontà.  
Perciò quando saltò la corrente e le luci si spensero, non ci pensò due volte a trovare Luna e trascinarla fuori.
Era la sua occasione, diavolo.
Doveva rapirla e basta!
 
-Lasciami! Lasciami subito! Maniaco pervertito, non toccarmi!-Luna si dimenò come una furia mentre veniva caricata sulle spalle di qualcuno sconosciuto e portata via di peso.
Ma nel tentativo di ribellione, le sue mani sfiorarono dei lunghi capelli, legati in una coda che ricadeva morbida sulla schiena di colui che la stava portando via.
Maledizione, sembrava decisamente l’acconciatura di Itachi.
-Chi diavolo sei!?-Urlò tirando la coda dell’uomo, che la sculacciò.
Decisamente da Itachi.
-Smettila di tirarmi i capelli, piccola Geisha!-Le disse, quando ormai la porta era a pochi metri e la gente cominciava ad ammassarsi per uscire.
-Ita...Itachi-san! Mettimi subito giù! Che cosa stai facendo!?-Sbraitò lei spaventata e col cuore che piroettava.
La sua faccia si era fatta bollente e rossa mentre le mani dell’uomo le sfioravano le gambe e lei invece gli toccava la schiena.
-Fa silenzio!-Le intimò lui, con voce gelida.
Luna preferì obbedire, era in sua completa balia, non poteva farlo arrabbiare.
Così una volta fuori, quando il freddo gelido la schiaffeggiò sulle gambe e sulle braccia, Itachi si fermò e la mise in piedi, ben lontano dal locale e dal suo nuovo ammiratore.
-Si puo’ sapere che diavolo ti è preso, Bakayaro, Accidenti!-Esclmaò lei cercando di coprirsi le braccia.
Si sentiva così esposta sotto il suo sguardo.
-Non sono affari tuoi!-Le rispose lui con la prima scusa che gli era venuta in mente da dirle, dopo aver scartato l’onesta verità di un “ti ho rapita”.
-Cosa?! Mi ha trascinata fuori dopo esserti comportato davvero male con me e mi dici che non sono affari miei?-
Lui la guardò senza risponderle ed allora Luna sentì la rabbia aumentare.
-Bene! Avanti, che cosa vuoi? Pensi che sia davvero così stupida?-
Itachi stavolta alzò un sopracciglio, confuso.
-Non fare quella faccia, Itachi-san! Tanto l’ho capito, non avrei mai dovuto fidarmi di te, non sono più una bambina e tu stesso hai ammesso di essere un uomo come tutti gli altri, quindi dimmelo! Dillo che sta facendo il carino solo per approfittare di me!-
-Tu devi essere ubriaca!-Controbattè Itachi, mantenendo la sua granica calma.
Non le avrebbe dato ad intendere che aveva perfettamente colto nel segno.
Perciò si tolse la mantella e gliela gettò addosso.
-Non la voglio! E adesso lasciami in pace, se non hai niente da dire, me ne torno dentro!-Disse lei risoluta, rianciandogli l’indumento.
Come poteva Itachi comportarsi così con lei adesso?
Era davvero un’ipocrtia quell’uomo.
Così ipocrita che in un attimo, le si pose dinanzi e le bloccò la strada.
-Niente affatto, non ti permetterò di tornare lì dentro, sono stato chiaro?-Minacciò guardandola come avrebbe guardato il più odiato dei nemici, magari Obito Uchiha.
Lei rimase a bocca aperta e balbettò un paio di volte ma, non riuscì a dire nulla.
-Adesso tu vieni via con me...-Le disse avvicinandosi a lei ed afferrandola per un gomito, per bloccarla e metterle addosso la mantella.
Lo Shingen era ancora nel buio più totale e le persone uscivano come un fiume in piena, ma nessuno sembrava averli notati nel loro angolo.
Luna avrebbe voluto chiamare aiuto, ribellarsi, ma sentiva solo l’oppressione del disagio e della delusione.
Perchè proprio Itachi doveva spezzarle il cuore?
-No, lasciami! Smettila, perchè ti comporti in questo modo? Che cosa vuoi farmi!?-
-Non urlare, sta zitta, non voglio farti proprio nulla!-Nulla che non sia strapparti quei pochi tessuti che ti coprono e farti mia tutta la notte, fino a farti dimenticare che esistono altri uomini sulla faccia della terra.
-Mi sti facendo male, Itachi-san! Non ti capisco, se non vuoi farmi nulla per quale motivo mi stai assalendo?-
-Per riportarti a casa, al sicuro dai guai in cui ti cacci, signorinella! Sono stanco di vederti gironzolare davanti a bestie smaniose di stuprarti!-Le ringhiò contro, cominciando a spingerla via verso i vicoli che portavano al quartiere civile.
-Cosa!? Questi non sono affari tuoi, so badare a me stessa! L’unico che sembra intenzionato a stuprarmi sembri tu, mi stai spaventando!-Si trattenne dall’urlare lei, ma non apena ebbe finto, si ritrovò spalamta contro la parete fredda di un muro.
-Basta...-Le intimò, al limite della sopportazione.
Di tutte le persone, di tutti i criminali, proprio di lui doveva aver paura adesso? Lui, che prima di desiderarla carnalmente, davvero sperava di proteggerla.
In lei aveva sempe visto la felicità e la purezza che ad un assassino come lui era stata strappata già a dieci anni, quando era diventato uno Shinobi, uccidendo il suo primo nemico.
Ora non poteva davvero tollerare che il suo raggio di luce, che la persona che lo rendeva vivo, fosse anche quella che gli provocava un’attrazione fatale e che dedicasse attenzioni troppo premurose a qualcun altro, rischiando di essere maltrattata o uccisa.
-Sono stanco, fin ora mi sono comportato bene, ma adesso basta! Puoi dire che non sono affari miei e potresti avere ragione, tuttavia non posso accettarlo, non accetterò mai di vederti fra le mani di qualcuno che non ti merita!-
Lei lo guardò stupita. Erano così vicini, costretti a specchiarsi l’uno negli occhi dell’altro, con i fiati che si facevano più densi e pesanti.
Gli occhi di quell’uomo erano così dannatamente profondi e ipnotizanti.
Temeva che prima o poi quello sguardo pece le avrebbe letto nell’anima quanto in realtà fosse succube di lui e della sua presa, del suo fiato e della sua voce.
-Luna, non so che cosa mi stia succedendo, in questi giorni mi ero ripromesso che ti avrei sempre pensata come la bambina che salvai quella notte, ma non posso farlo, sei una donna, lo capisci?!-
-Co..Cosa...?-Dove voleva arrivare Itachi? Non riusciva a capirlo, era troppo vago!
Che fosse geloso, poteva anche supporlo sebbene le sembrasse ridicolo che un uomo del calibro di Itachi provasse interesse per una giovincella come lei, ma c’era dell’altro?
E se lui era solo attratto, cosa avrebbe dovuto fare?
Lui gli piaceva, ma non fino al punto da salutare i suoi principi e la sua verginità per darsi ad Itachi, senza troppi preamboli.
-Non lo capisci? Sto cercando di proteggerti, quell’uomo voleva solo approfittarsene di te, non devi avvicinarti a nessuno in quel modo!-Le disse, convinto delle sue parole.
-Itachi-san, ti prego lasciami, mi fanno male le braccia...-Lo pregò la giovane, cercando di trovare dentro se il sangue freddo per poter reagire e salvare la situazione.
Fu allora che Itachi sembrò calmarsi e allentare la presa ferrae che aveva sulle sue braccia, rilassando i muscoli, ma senza smettere di intrappolarla fra se ed il muro.
Anzi, prese a massaggiarle le braccia, in segno di scuse.
Era così delicato e sensuale, che le dava i brividi.
Maledizione avrebbe dovuto essere terrorizzata.
-Itachi-san, perchè vuoi proteggermi? Non ci conosciamo neppure così bene, io sono solo una ragazza e per quanto assurdo sia fin ora sono sempre riuscita a fidarmi di te, ma adesso mi stai spaventando, Kanata-san non aveva quelle intenzioni davvero, hai frainteso!-
 -Kanata? Siete già così intimi?-Le sibilò lui, sentendo che stava per perdere il controllo di se stesso.
Non avrebbe ceduto Luna a nessuno.
E non le avrebbe permesso nemmeno di avvicinarsi a qualcuno.
-Itachi-san, anche se fosse vero… non capisco perché ti arrabbi tanto, sei geloso?!-Lo sfidò lei, proprio come se volesse fargli perdere le staffe.
Ovviamente Luna non aveva quelle intenzioni, desiderava solo capire perché s’infervorasse tanto per una sciocchezza simile, se poi non aveva nemmeno il coraggio di ammettere che probabilmente era geloso e non aveva altre spiegazioni.
-Se..Se fosse vero?! Stai scherzando? Vuoi andare a letto con quello? Che cosa centra se sono geloso!? Basta, mi farai venire un infarto!-Blaterò cercando la via per ritrovare il controllo.
-Puoi spiegarmi allora qual è il problema?-
Itachi la guardò, lei guardò lui con la sfida negli occhi ed il moro invece di intravedere la via per la lucidità, si perse.
-…Questo….-
Un attimo dopo, Luna si trovò la vita fasciata da un braccio forte ed il corpo letteralmente incollato a quello di Itachi.
Aderivano così bene che sembravano nati l’uno per combaciare con l’altro.
Ma ciò che combaciava meglio erano le loro labbra.
Un bacio poco casto, Itachi aveva subito arpionato le sue labbra, già semi aperte per l’incredulità, infilato la lingua nel caldo antro e solleticato la sua, che magicamente si era intrecciata con quella dell’uomo.
A Luna erano tremate le ginocchia, non aveva mai baciato nessuno prima e scoprire che era così coinvolgente e confuso la spaventò ed eccitò allo stesso tempo.
Qualcosa nel suo ventre si stava accartocciando di piacere.
Ma mai avrebbe potuto accettare che Itachi le stesse rubando il primo bacio a quel modo.
Non avrebbe potuto mai più perdonarlo.
Di questo, Ayanami Luna, chiamata da un po’ Mitsu, ne era certa.
Ma Kami, com'era bravo Itachi con quei baci!
 

 [Continua ...]

Angolo Autrice.

E niente, finalmente Itachi ha sclerato e ha baciato Luna.
Che dire? La prenderà bene la nostra Luna?
Questo lo scoprirete la settimana prossima.
Sto riscrivendo questa storia per la terza volta, modificando i capitoli ed adattandoli il più possibile agli eventi di Boruto e far si che i personaggi siano meno OOC possibile, sopratutto Naruto, Itachi e Sasuke.
Così vi saluto!
Al prossimo capitolo, Minna! 
 

 
   
 
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