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Autore: sofismi    08/02/2018    2 recensioni
"La musica continua imperterrita, non c'è niente che possa fermarla. Io intanto fumo, seduta sul pavimento incastrata tra la finestra e il mondo. Incastrata nel mio corpo, nella mia mente. Il fumo scappa attraverso la mia bocca, fuori dai polmoni, e guardandolo mi chiedo quando anch'io sarò in grado di fuggire così."
L'arte è ovunque, tutti riescono a percepirla, ma alcune persone sono più sensibili di altre e questo Madelaine lo ha capito. Se n'è resa conto una sera, fumando seduta sul pavimento di quella che - da quel momento in avanti - non sarebbe stata più la sua stanza, e ha trovato il coraggio per essere se stessa. Sarà un viaggio disturbato da turbolenze, tempeste, ma il vento la porterà sempre a casa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quinto



Ormai è il secondo giorno che sono in città e mi sembra di non aver combinato niente. In cuor mio, però,  ringrazio il Cielo per avermi mandato una persona con un cuore così grande e pieno di arte ad aiutarmi, nessun altro - se non Adam -  sarebbe stato all’altezza del compito. Come ieri, siamo in studio a lavorare ognuno alla propria opera d’arte, avvolti da un’atmosfera tranquilla e calda, abbracciati dal silenzio. Quando lavora cade in uno stato di estrema concentrazione, è come se la sua anima si scindesse dal corpo, diventa una cosa sola con la tela e ci mette tutto se stesso. È affascinante vedere il suo processo di creazione: le poche macchie che lascia prendono forma in breve tempo, fino a diventare vive. Io, però, non riesco a creare la stessa magia con le parole, e dopo diversi tentativi inizio a perdere le speranze. Forse tutto ciò che sto scrivendo è sbagliato, forse dovrei scrivere qualcosa di più reale per riuscire a catturare l’essenza di cui ho bisogno per essere soddisfatta.
“Mad ma non è questione di licenza poetica, è il tuo stile, se è così che vuoi che sia letto è così che devi scriverlo. Non devi avere paura di un giudizio negativo, troverai qualcuno in grado di apprezzare e capire le tue parole, così come sono scritte.”
La sua voce è rassicurante, ma non abbastanza da farmi dimenticare tutte le mie paure. Eppure se continuo a scrivere è solo grazie a lui: nonostante sia praticamente uno sconosciuto mi sostiene e mi incoraggia, inconsciamente mi sta dando la forza di andare avanti, mi sta impedendo di annichilirmi e annullarmi come ho sempre fatto in passato. Nel frattempo io comincio piano piano a vederlo sotto una nuova luce, in un modo che non avrei pensato mai. Sta succedendo, e io non posso oppormi, posso solo lasciare che il destino faccia il suo corso. Mi dico che se deve essere sarà, mi dico che - dato che sono passati solo due giorni - è troppo presto per pensare a certe cose, ma in cuor mio spero che anche lui mi veda nello stesso modo in cui lo vedo io.
Seduti sul divano aspettiamo la notte, come due bambini giochiamo a recitare alcuni dei soliloqui più belli della storia della letteratura, e ad un certo punto lui prende i miei fogli e li trasforma in un copione adatto al nostro gioco.
“Con il cuore che si sgretola chiudo la lettera, il groppo in gola si fa più fastidioso e pesante, e io che conosco già il futuro che mi spetta mi dispero guardando con quanta velocità sto cadendo. E mentre aspetto di colpire il suolo la busta è già arrivata a destinazione, è stata già aperta e letta, e il verdetto è ormai sulle labbra di tutti.” 
Applaudo la sua bravura, e mi chiedo perché, tra tutte, abbia scelto di leggere proprio queste parole.
“Saresti un attore magnifico,” lo canzono. In risposta ricevo una smorfia, poi scende dal palco e torna a sedersi affianco a me.
“L’ho intitolato La disfatta di un uomo, un testo originale molto interessante. Dovresti proprio incontrare la scrittrice, è una donna meravigliosa!”
“Dai, smettila!” urlo coprendomi il viso rosso di vergogna. Non sopporto quando mi si fanno complimenti, è una delle cose che non ho mai imparato a gestire. Però quelle parole, pronunciate dalla sua bocca, mi fanno contorcere lo stomaco. Per la prima volta sono orgogliosa di ciò che ho scritto, e me ne rendo conto solo adesso che le ho sentite pronunciate ad alta voce.
“Non coprirti,” mi dice scostandomi delicatamente le mani dal viso, “lasciami ammirare l’effetto delle mie parole.”
“Sono le mie parole!” rispondo ridendo, fingendomi offesa.
È vicino, troppo vicino. È così tremendamente vicino che ho come l’impressione che voglia baciarmi, ma mi sento una stupida solo a pensarci. Non sono più un’adolescente, dovrei aver chiuso con le cotte da liceale. Eppure eccomi qua, con il cuore che batte a mille nella speranza di un lieto fine.
“È ora di andare a nanna,” mi dice tranquillo, “buonanotte Mad.”
“Buonanotte Adam,” rispondo con dolcezza sotto lo stipite della porta della sua camera, “a domani.”
Sono triste che la serata sia passata così in fretta, ma sono anche contenta e soddisfatta. Mi piace stare qua, nonostante mi senta come un parassita, e vorrei che questi giorni non finissero mai, ma tra qualche giorno ho un colloquio, mi è stata offerta un’opportunità e voglio coglierla al volo, anche se dovessi essere costretta a dimenticare questa piccola digressione e buttarmi finalmente tra le braccia della mia nuova vita. Magari ci soffrirò, ma arrivata a questo punto penso sia necessario, o - perlomeno - mi convinco che sia così. E nell’illusione di questa mia convinzione mi addormento.
Questa notte, a differenza di ieri, mi sveglio diverse volte. L’ansia mi tiene sveglia, e anche la consapevolezza che questo sia il letto di Adam fa la sua parte. Ogni volta che penso a lui, al suo nome, al suo viso, il petto mi si riempie di bolle di sapone, che scoppiano leggermente e mi lasciano umida. Vorrei averlo qua, ma so che in una situazione del genere non riuscirei a comportarmi con naturalezza, la mia timidezza mi frenerebbe troppo e finirei col rovinare tutto. Mi sento senza speranza, eppure - curiosa come sono - scosto le coperte e mi dirigo verso il salotto. Mi fermo in piedi alla fine del divano e osservo il viso di Adam accarezzato dolcemente dalla luce dei lampioni che entra dalla finestra dietro di me. Il suo viso rilassato non sembra essere suo, ha completamente un’altro aspetto mentre dorme e non posso far altro che trovarlo meraviglioso. Il cuore mi esplode nel petto, se dovesse svegliarsi non saprei che scusa usare per liberarmi da questo casino, però non ce la faccio ad andarmene, voglio continuare ad osservarlo finché non avrò saziato la mia sete. Voglio catturare ogni micro-espressione del suo volto, per percepire ogni suo pensiero, ogni suo incubo. Ma allo stesso tempo mi sento ridicola, non siamo in una favola, non è una donzella in pericolo, è un uomo adulto e io non ho nessuna possibilità con lui. Sono troppo bambina, troppo insicura. È patetico anche pensare che io possa, in una realtà distante anni luce da questa, avere una possibilità con lui. Devo togliermelo dalla testa anche se vivo momentaneamente con lui, anche se sono ancora qua ad osservarlo dormire.
Piano piano si gira con un sospiro, e io  - colta alla sprovvista - corro in camera spaventata, sperando con tutto il cuore che non si sia accorto della mia presenza. Con il cuore che martella mi infilo silenziosamente sotto le coperte e chiudo gli occhi, fingendo di dormire, come se dovessi dimostrarlo a qualcuno. Presto il respiro torna regolare e il muscolo cardiaco rallenta tornando alla normalità, e io finalmente mi addormento, con Adam incastrato nei pensieri e tanta tristezza nel petto. 


  
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