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Autore: armony_93    28/06/2009    1 recensioni
Era conosciuta da tutti e ammirata da tutti. Melanine era la persona più popolare della sua scuola, ovunque si sapeva di lei e della sua bravura. Quando passava tra la gente, il silenzio era sovrano accompagnato da sguardi sognatori o indagatori, innamorati o deliziati. Tuttavia con il passare degli anni vederla girare con tenerezza tra le persone era diventato abitudine ma restava per tutti la ragazza più bella che avessero mai visto.
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Era sempre silenziosa e sorrideva di rado, con sorrisi che regalava per lo più agli uccellini che si poggiavano ingenui sul cornicione della sua finestra, ma si trattava solo di sorrisi tristi e malinconici. Il suo guardaroba al contrario della sorella era composto solo da lunghe e sottili vestaglie bianche pallide, regalo di una madre che non avrebbe mai potuto vedergliele indosso. Era dolce, e affabile vedeva nella sorella la perfezione e per lei era sempre consiglio.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Accordo

Il sorriso di Melanine si incrinò leggermente quando con un’espressione supplice Selene si ritrasse dalla sua vicinanza voltandosi verso la porta per uscire dalla stanza della sorella che invece la fissava sempre più sorpresa, mentre il suo viso perfettamente liscio assumeva le caratteristiche di un foglio rosa di carta velina accartocciato e gli occhi diventavano tondi e grandi mostrano interamente la pietra circolare smeraldina che erano le sue iridi.

-Se…Selene, cosa hai detto?-

La gracile ragazza si bloccò sulla soglia della porta tremante e incerta, tuttavia il suo cuore batteva rapido e folle nel petto pompando il sangue nelle vene in fretta facendo così colorare le guance della ragazza di solito sempre paragonabili al colore della neve. Selene strinse le mani attorno al bordo della vestaglia bianca che indossava e con labbra tremanti proclamò nuovamente la sua debole richiesta che suonava più come una supplica.

-Mel…ti…ti ho chiesto solo se prima di gettare via gli abiti che papà ti compra potresti farmeli vedere io…-

Melanine truccò la sua espressione sbigottita con una annoiata e stringendo con forza il bordo della poltroncina su cui era comodamente seduta annuì per poi voltare il perfetto viso su un lato mettendosi di profilo e alzando leggermente il mento ad occhi chiusi. Selene rimase immobile e poi le si avvicinò sfiorandole i capelli lisci con dolcezza e sorridendo con affetto alla sorella.

-Grazie Mel…-

Melanine aprì gli occhi smeraldo e lì puntò in quelli della gemella che non sostenendo nemmeno un istante lo sguardo li abbassò timidamente verso i propri piedi. Lo sguardo di Selene fu attirato dalla benda che portava attorno al piede che il giorno precedente si era ferita. Con un brivido la sua mente ripercorse la giornata riportando alla mente due occhi grigi profondi ed intensi che l’avevano scrutata al chiarore della luna.

-Selene guardami negli occhi.-

Fu l’ordine che Melanine le impartì così docilmente Selene alzò lo sguardo e arrossendo fissò la sorella negli occhi con intensità. Melanine assunse un’espressione furba e si alzò in piedi girando con camminata lenta e suadente attorno alla sorella, scrutandola con insistenza.

-Sorellina…comprenderai che il mio consenso a passarti i miei vestiti che non userò più è qualcosa di molto importante che…merita qualcosa in cambio…-

Selene si drizzò immediatamente sgranando gli occhi e fissando la finestra sorpresa e spaventata mentre Melanine finiva il giro intorno al corpo tremante della sorella come un cacciatore con la sua preda, che la studia prima di attaccarla. Melanine con un balzello si trovò al fianco di Selene e mettendole un dito diafano sotto al mento lo voltò nella sua direzione dicendole con uno sguardo di fuoco e una scarica elettrica a percorrere il suo corpo.

-Mel…ma…io….non ho niente da…-

-Sssshh sorellina…Sele, ti fidi di me?-

Chiese la ragazza dai capelli lisci fissando con dolcezza la sorella spaventata mentre un piccolo sorriso ambiguo sorgeva sulle sue labbra fine e morbide. Selene rabbrividì quando sua sorella si scansò con un fruscio di vesti da lei schioccando le dita come farebbe una persona normale per richiamare a se un cagnolino obbediente e le disse iniziando a camminare con la sua andatura fluida verso l’armadio.

-Seguimi…ti farò un regalo ma tu dovrai fare esattamente come ti dico io, chiaro?-

Selene fissò la schiena della sorella e dentro di se provò una scarica elettrica e retrocesse verso la porta impaurita per correre via nella sua stanza al sicuro dall’idea della gemella. Tuttavia qualcosa, la fiducia, l’affetto la spinsero a riguadagnare il passo perso nell’arretrare e incerta seguì la sorella, costretta un po’ a correre per raggiungere la gemella già arrivata a metà del corridoio bianco che conduceva all’enorme guardaroba della giovane.

-Sele, domani dovrei andare ad una festa di una mia cara amica ma dato che il luogo e le persone secondo il nostro amato padre non sono “affidabili” non mi lascia andare anche perché avevo preso l’impegno di andare con la figlia della nostra vicina, quella noiosa della Corrigan…come si chiama? Betsy, Brigitte, B…-

-Eleanor.-

La corresse timidamente Selene senza riuscire a capire dove voleva condurla la sorella con quel discorso.

-Si giusto Eleanor, comunque avevo promesso che sarei andata in centro con Eleanor a mangiare ad un ristorante ma come sai, dato che non mi è data nemmeno la possibilità di scegliere dove recarmi mi serve che tu mi faccia un enorme piacere e ti prometto che ti darò tutti i miei abiti che voglio buttare!-

Selene si fermò al centro dell’enorme stanza pietrificandosi mentre lo sguardo della sorella diventava una sottile maschera di furbizia e astuzia. Anche Melanine si fermò e controllò che per il corridoio non ci fosse nessuno per poi posare le mani sulle spalle gracili della sorella e fissarla intensamente negli occhi.

-Me…Mel mi stai chiedendo di andare al centro con Eleanor…al…al posto tuo?-

Melanine annuì e le fece l’occhiolino posandole una mano sul cuore mentre la sua espressione diventava dolce e affettuosa nei confronti di Selene che sentì il cuore iniziare a battere rapido e veloce nel petto.

-Sele, sorellina mia, sarei davvero felicissima se mi faresti questo favore. Poi non sei mai uscita da qui ci stiamo facendo un favore a vicenda no? Sai che ti voglio bene e che farei tutto per te…-

Selene sentì gli occhi farsi lucidi di gioia: nessuno l’aveva mai trattata con così tanto affetto e si slanciò tra le braccia di Melanine che sgranò gli occhi sorpresa e rimase immobile mentre la sua spalla veniva bagnata dalle lacrime di Selene che le cinse il collo e affondò il viso nella sua spalla singhiozzando.

-Grazie Mel…grazie…anche io ti voglio bene!-

Proruppe tremante Selene mentre lo sguardo sorpreso di Melanine si incrinava. La ragazza sentì un peso sullo stomaco e quando provò una forte sensazione di disagio, una morsa di tristezza stringerle le membra, la sua mano si mosse spontanea carezzando la guancia della sorella e posando l’altra mano sulla sua schiena carezzandola. Chiuse gli occhi e la strinse sentendo il cuore battere veloce. Pochi istanti che la sua mente rielaborò il momento che si separò di scatto ad occhi nuovamente e ancora di più sgranati con il respiro affannoso: cosa le prendeva?

Selene sbattè contro la parete e perse leggermente l’equilibrio. Scosse la testa per l’impatto e quando alzò lo sguardo interdetto su Melanine vide che la fissava come se fosse affetta da qualche morbo inguaribile e abbassò lo sguardo mormorando stupita per quello slancio che aveva fatto lei stessa.

-Scusami…scusami Mel io…non volevo…è che ero così contenta e…-

-Non fa nulla. Ma…ma non farlo più.-

Tagliò corto Melanine voltandosi per non lasciar trasparire oltre la sua debolezza e riprendendo a camminare le disse con tono freddo e distaccato mentre Selene si alzata tremante dal suolo e le camminava alle spalle con capo chino e occhi accesi: anche se era durato pochi istanti sua sorella l’aveva abbracciata. Sorrise timidamente e poi alzò il viso cancellandosi l’espressione dal viso quando vide la sorella aspettarla sulla soglia d’entrata del suo modernissimo guardaroba.

-Domani allora andrai  con Eleanor in centro a cena, dovrai comportarti come mi sarei comportata io. Dirai che non ti senti molto bene comunque, giusto per giustificare comportamenti che non mi si addicono. Così io potrò andare alla festa…-

-Melanine ma se papà ti ha proibito di andarci non sarebbe giusto ascoltare quello che ti ha detto? non credo che quello che stiamo facendo sia corretto nei suoi confronti e oltretutto sta cercando di proteggerti da persone che nemmeno tu conosci molto bene e…-

-Oh piantala Selene! Papà pensa che io non li conosco ma in realtà lì conosco da tempo. La ragazza che da la festa è la mia migliore amica e poi ci saranno tanti ragazzi interessanti e la serata sarà tranquilla, sono tutte brave persone e io mi fido di loro!-

Disse severamente Melanine zittendo la sorella pur non credendo in nemmeno una parola di quello che aveva detto, non conosceva che aveva dato la festa ma era considerato l’evento più in per tutti i giovani e se non ci sarebbe andata la sua reputazione ne avrebbe rimesso di qualche commento non gradito e anche se non conosceva nessuno i ragazzi che vi sarebbero andati avrebbero avuto la loro attenzione solo per lei. Un piccolo sorriso le sbocciò sulle labbra e quando vide che Selene la fissava leggermente preoccupata sbuffò continuando e attaccando la spina della piastra accendendola e mormorando mentre fuori il buio investiva con il suo manto la città.

-Sta notte io e te la passiamo a sistemarti e ad insegnarti delle cose su di me che non sai, dovrai fare esattamente come ti dico, pensare esattamente come me e ragionare come fa la sottoscritta. Non è complesso quando tutti ti amano e ti ammirano, in fondo poi tu..-

-Ti conosco abbastanza.-

Disse con un affettuoso sorriso Selene mentre Melanine provò nuovamente la fitta alla pancia, ogni sorriso dolce della sorella era come una pugnalata. Scosse la testa e riprese con tono sempre più duro.

-Si, giusto. Comunque dicevo ogni cosa che dirai, farai, penserai dovrà essere studiata in precedenza sulla base di “Cosa farebbe Melanine in questa situazione?” oppure “Cosa direbbe Melanine?” chiaro? Non voglio sorprese domani quando papà parlerà con il padre di Eleanor. Ci siamo intese?-

Selene annuì e sentì le membra contorcersi: era emozionantissima, non poteva credere che avrebbe potuto davvero camminare per le strade della sua città. Parlare con qualcuno, ridere scherzare e divertirsi come una normale ragazza.

Sorrise alla sorella e la notte trascorse così con Melanine sempre più fredda che addestrava la fragile Selene alle regole del mondo e del SUO comportamento riguardo alla vita sociale.

 

“Nei suoi occhi avevo visto l’affetto, nelle sue labbra avevo percepito la dolcezza di un bacio sulla guancia dato con amore fraterno, nelle sue mani che erano posate sulle mie spalle avevo percepito un fremito, un calore non noto. Avevo amato quell’istante mia sorella come se fosse stata la mia unica vera fonte di vita perché mi aveva dato una briciola di affetto. Non ero abituata ai sentimenti, conoscevo solo i miei e la freddezza degli sguardi della gente che mi stava attorno, quando catturai quello di mia sorella il mio corpo, la mia mente e anche la mia anima lo amplificarono rendendomi ceca sulla falsità da cui nasceva quell’affetto. Era falso, un crudele giogo di astuzia di mia sorella, eppure quando l’avevo stretta tra le mie braccia io…avevo sentito la risposta del suo cuore vicino al mio ed ero stata così felice. Come mi disse in seguito da quel momento non sarebbe stata più la stessa. Ma era troppo tardi il danno lo aveva fatto, ad entrambe. Quel momento di affetto vero che le era nato nel profondo innescato come una reazione a catena dalla mia ingenua devozione era stato come l’abbraccio di un traditore: augurarmi il meglio mettendomi tra le mani del peggio. Mettendomi tra le mani da un mondo che avevo sentito solo attraverso le sue parole.”

 

Continua…

  
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