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Autore: gamberosolitario    10/02/2018    0 recensioni
Il passato di Mihawk; sfide con Shanks comprese.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Drakul Mihawk
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era una terra desolata, che i tre Regni, da molti anni in guerra tra di loro, avevano sempre usato come terreno di scontro. Si trattava di una zona boschiva, dove in principio vi erano diversi villaggi. Tutti questi insediamenti erano ormai distrutti, da anni.
 
Due soldati in esplorazione, di uno dei tre Regni, una notte furono attaccati. Uno era sveglio, vicino al fuoco; l’altro, si stava riposando nelle sue coperte. Erano armati di lance; avevano, da poco, ucciso un cinghiale e ne avevano già mangiato la maggior parte del corpo; il rimanente sarebbe stata la colazione del giorno dopo. Dall’oscurità, emerse un animale rapidissimo, che prese alle spalle il soldato vicino al fuoco. In un attimo, prima ancora di accorgersi di niente, il soldato finì senza testa. Poi, fu il turno dell’altro, che ancora dormiva; anche lui finì senza testa. L’animale si mise vicino il fuoco e mangiò quello che era rimasto del cinghiale. L’animale era un bambino, armato di una vecchia katana, con degli anomali occhi, identici a quelli di un falco.
 
Mihawk a sette anni
Il bambino, dopo aver mangiato, aveva tolto il cadavere dalle coperte e poi vi ci era messo lui a dormire all’interno di esse. Tra le sue braccia stringeva forte la sua katana.
La mattina dopo, qualcuno gli tolse la spada tra le mani. Il bambino aprì gli occhi nello stesso attimo in cui si ritrovò senza spada e scattò verso colui che lo aveva privato del suo tesoro più enorme. Il bambino non fece in tempo ad attaccare nessuno, che prese un tale pugno in testa da perdere i sensi completamente.
 
Il bambino si riprese in una cella. Non si trovava più nel suo bosco, ma nella città chiamata Camelot, la capitale del Regno di Britain. Ed ora era anche senza la sua spada. Fuori dalla sua cella, c’erano decine di soldati che lo guardavano. Lui iniziò ad urlare ed a prendere a calci le sbarre della cella, con tutta la forza che aveva. E fece questo per tutta la giornata. Proprio come un animale, pareva non in grado di parlare.
I soldati, intanto, parlavano tra di loro.
“Come mai ha quegli occhi?”
“Ha ucciso due dei nostri… è stato informato anche il Re… tra poco, potremo vedere questo bambino penzolare con una corda al collo…”
Nessuno si era curato di portare cibo od acqua al bambino, così verso sera iniziò ad agitarsi di meno.
Intanto, erano arrivati molti abitanti della città per vederlo.
Un bambino con gli occhi falco era una vera e propria unicità.
La notte il bambino si mise in un angolo ma non dormì, i suoi occhi di falco osservarono, per tutta la notte, i suoi guardiani.
 
La mattina dopo, la cella venne aperta.
“Questo bambino è mio… ho parlato con il Re e mi ha firmato questo mandato…”
“Fabbro, ti rendi conto del pericolo che porti nella tua casa?”
“Capitano, sono conscio benissimo dei pericoli… fatemi entrare nella cella.”
Quello ad entrare nella cella fu un omone sulla cinquantina. Aveva un po’ di pancia ma anche delle possenti spalle. I suoi capelli e barba erano grigi e ben curati. Il Capitano delle Guardie lo aveva chiamato Fabbro, perché era questa la sua professione; dall’altra parte, l’omone aveva dei modi da nobili. Anche i suoi abiti facevano pensare ad una persona facoltosa. Di lui, spiccavano gli occhi ed il mantello blu.
Capitano: “Lancillotto, ti ripeto, sai quello che stai facendo?”
“Sono stato più di dieci anni nella Rotta Maggiore… i bambini non possono farmi niente.”
Il bambino si lanciò verso l’omone. Aveva nelle mani una scheggia di legno che aveva affilato durante la notte. L’omone lo stese con un pugno e se lo portò via.
 
La sera, gli fece mangiare parecchia carne, che sembrò gradire parecchio. Mangiò con le mani e molta irruenza. Non doveva vedere così tanto cibo spesso. L’omone lo aveva ammanettato sia alle braccia sia alle gambe.
“Sei un pericolo per gli altri e te stesso… non posso ancora lasciarti libero.”
Dopo mangiato, mise il bambino su una poltroncina davanti al fuoco, sempre tutto ammanettato. E si mise in un’altra poltrona davanti a lui, dove poterlo studiare meglio.
Il bambino aveva iniziato ad essere più docile, aveva capito che l’omone davanti a lui non era pericoloso.
“Tu veramente non sei in grado di parlare, quindi…”
Il bambino fece un cenno con la testa.
“Però, sei molto sveglio… comunque, dobbiamo trovarti un nome… c’era un mio antenato che era un tipo selvaggio un po’ come te… ho deciso, ti chiamerò come lui… Mihawk.”
 
La notte, il bambino iniziò ad urlare e piangere nel suo letto. Lancillotto aprì la sua stanza e lo raggiunse.
“Che cosa c’è?”
Il bambino indicò qualcosa nel salone.
“Forse, ho capito cosa vuoi…”
Andò nel salone e ritornò con una spada chiusa in un fodero.
“Allora, vuoi questa?”
Mihawk iniziò ad indicare con trepidazione proprio quella spada.
Lancillotto gliela porse, Mihawk, che era sempre ammanettato, se l’abbracciò e si tranquillizzò in un attimo.
Lancillotto chiuse la porta e lasciò la stanza.
Mihawk: “Grazie…”
 
In pochi mesi, il fabbro riuscì a far imparare, al suo figlioccio adottivo, a parlare. Non solo, dopo tre mesi gli tolse le manette ed iniziò a portarselo a lavoro nella sua bottega di fabbro.
La sera, Lancillotto aveva iniziato anche a raccontargli la sua vita e le sue avventure da pirata. In pratica, il fabbro veniva da una famiglia nobile. Quando aveva compiuto 18 anni, aveva deciso volontariamente di entrare nell’esercito locale per combattere la guerra contro gli altri due Regni. Dopo 7 anni, era stato riconosciuto come il guerriero più forte del Regno, ma poi si era stancato della guerra ed il Re gli aveva permesso di lasciare la divisa ed il Regno. Infatti, Lancillotto aveva deciso di viaggiare per il mondo, perciò entrò in una ciurma pirata. Per 13 anni fu pirata senza mai tornare a casa. La ciurma pirata, alla fine, si sciolse e Lancillotto dovette ritornare a casa, dove scoprì che, per colpa della guerra, erano morti tutti i suoi familiari. Era rimasto da solo. Il Re, che era sempre lo stesso, lo avrebbe voluto di nuovo sui campi di battaglia, ma Lancillotto decise, questa volta, di vivere una vita normale. Imparò il mestiere di fabbro, e divenne, in pochi anni, il miglior fabbro del Regno. Ormai, erano già 16 anni che faceva questo mestiere.
Mihawk rimaneva sempre molto intrigato dalle storie delle sue avventure.
Mihawk: “Un giorno, partirò anch’io.”
 
Mihawk a dieci anni
Tre anni dopo, Lancillotto informò il suo figlioccio che il Re li volveva vedere entrambi.
Lancillotto: “Il Re, in questi tre anni, mi ha chiesto spesso di te… ci tengo a fargli vedere che ti ho civilizzato come nessun altro avrebbe potuto… perciò, lavati, vestiti bene e mettiti il mio profumo, che a breve andremo al castello.”
Un’ora dopo, erano entrambi al cospetto del Re. Quest’ultimo era, di poco, più vecchio di Lancillotto; era magro e alto, con una lunga barba bianca che gli scendeva sul petto. In passato, era stato un guerriero ma ora era un saggio Re.
“Re Artù… questo è il figlio che mi avete concesso.”
Sia padre che figlio s’inchinarono davanti al Re.
Mihawk aveva un camicino viola ed un cravattino nero.
Re: “Piccolo Mihawk… dimmi di te… come ti trovi con il tuo padre adottivo?”
“Nella città, ho visto molti padri… ma il mio è il migliore… mi ha insegnato tantissime cose, senza mai dovermi picchiare… è di un’infinita pazienza e bontà.”
Lancillotto sorrise.
Re: “Piccolo Mihawk... tre anni fa, parecchi miei consiglieri volevano che ordinassi la tua morte… proprio, in quel momento, arrivò il tuo padre adottivo e mi chiese di salvarti e concederti a lui come figlio… tu lo sai perché io acconsentì alla sua richiesta?”
 “Perché siete un uomo buono e clemente come lui.”
“C’i sono due motivi speciali… il primo è che stimo molto Lancillotto… il secondo è che mi sono sentito responsabile io stesso della morte di quei due uomini che tu uccidesti… siamo in guerra, e la guerra finisce per creare mostri… mostri come eri tu… se la guerra si è protratta così tanto è anche colpa mia, quindi…”
Il Re s’interruppe per un po’ di tempo.
“… insomma Mihawk, hai capito la guerra?”
“Credo di si.”
Il Re accarezzò la testa del ragazzino.
“Continua a fare tutto quello che ti dice Lancillotto.”
“Come comanda Sua Maestà.”
 
Quella notte,
Minawk: “Papà, ho deciso che quando sarò più grande partirò anch’io come pirata.”
“Per me, va bene.”
“Solo che la vita da pirata è molto pericolosa… sono forte con la spada perché sono cresciuto con essa, ma il mio stile sento che non è ancora completo.”
Mihawk, si allenava tutti i giorni con la sua spada.
“Ho visto i tuoi movimenti con la spada… per essere un bambino, sei eccezionale… ma per uno spadaccino esperto, il tuo stile è rozzo…”
“Dove potrei trovare uno spadaccino esperto in grado di istruirmi?”
“Ce lo hai davanti.”
Il giorno dopo, i due erano fuori casa, con dei bastoni per allenarsi.
“Tu non mi hai mai detto che eri uno spadaccino.”
“Pensavo non fosse così importante… nella mia famiglia, m’iniziarono alla spada a 12 anni, ma fu nella guerra che diventai molto forte… nella Rotta Maggiore, raggiunsi il mio massimo livello… da quando sono diventato fabbro, comunque, ho avuto modo, ogni tanto, di tenermi allenato… ma ora sono, effettivamente, fuori forma…  perché vuoi diventare proprio spadaccino?”
“Perché sento di essere legato in modo speciale alle lame… dopotutto, ho sempre vissuto con loro… anche ora che ti aiuto nella bottega, sono sempre a contatto con le lame e l’acciaio… a volte, è come se mi parlassero.”
 
Mihawk a quindici anni
 Il ragazzo era diventato alto quasi quanto un adulto ed aveva ottenuto un tale fascino, da catalizzare l’attenzione su di sé di tutte le femmine della città. Prima era visto con odio, anche per i suoi occhi anomali, ora era diventato irresistibile e gli andavano dietro parecchie ragazze. Mihawk aveva avuto, con alcune di loro, le prime esperienze, mentre ora frequentava una ragazza, più grande di lui di tre anni, di nome Mina.
Un giorno, un contingente di soldati nemici arrivò fuori Camelot, ma trovarono il ragazzo dagli occhi di falco ad aspettarlo.
“Voi non entrerete nella capitale… ve lo posso assicurare.”
I soldati nemici attaccarono il ragazzo, ma furono tutti annientati… ben 1.000 soldati nemici furono uccisi.
Il Re si congratulò con il ragazzo, ma suo padre non la prese bene e gli diede uno schiaffo per la prima volta.
“Perché questo schiaffo? Ho ucciso dei nemici ed avuto anche il ringraziamento del Re stesso per aver salvato la città… se non c’ero io, quelli sarebbero entrati ed avrebbero distrutto la città… tutte le donne sarebbero state violentate… e tu te la prendi con me?”
“Non sarebbero stati più bestie di quella che eri tu circa dieci anni fa… ti sei lasciato andare alla furia omicida, e questo non deve mai accadere in una lotta, devi sempre mantenerti freddo e distaccato… quei mille potevano avere anche tutti famiglia, ma ora che sono morti, chi si occuperà dei loro figli?!”
Biblioteca
“Quali libri vorresti?
Mihawk: “Tutti i libri sulla navigazione.”
 
Mihawk a diciassette anni
“Vecchio, io sto partendo.”
Il giovane si era costruito una piccola imbarcazione per viaggiare.
“Mihawk, voglio che tu porti dietro questa spada…”
Lancillotto aveva tra le mani un enorme spada che Mihawk non aveva mai visto.
“Non è una semplice spada… lo percepisco.”
“Si tratta di una spada che, da secoli, viene tramandata nella mia famiglia… quando partì come pirata, mi portai dietro anche questa… si chiama Excalibur.”
Il falco prese la spada, salutò il vecchio e partì con la sua navetta.
 
Mihawk a diciannove anni
Rouge Town
Il falco ebbe modo di vedere la morte del Re dei Pirati. Nella stessa città, si erano radunati pirati da tutte le parti del mondo. La maggior parte di loro erano giovanissimi.
Dopo l’esecuzione, alcuni pirati si radunarono nelle osterie per bere quella sera. Il falco fu uno di questi. Si era seduto da solo in un angolino ed osservava gli altri.
Un pirata ragazzino, dai capelli rossi ed il cappello di paglia, gli venne vicino.
“Amico, perché non beviamo insieme?”
Il falco fece un sorriso sarcastico che il rosso non prese bene.
 Estrasse subito la sua spada per attaccare il falco, ma quest’ultimo fu più veloce ad estrarre la sua spada, ed il rosso finì con la sua lama tagliata in tre parti.
MihawK: “ahahaha… questa dovresti imparare prima ad usarla.”
Dopo aver detto ciò, lascio il locale. Il Rosso non se la sarebbe mai dimenticato questa umiliazione.
 
Mihawk a vent’anni
Era in un’isola del Mare del Nord. Per la precisione, sulla costa a vedere il mare. Quando fu interrotto da una ciurma di pirati
“Finalmente, ti ho trovato.”
Yasop: “Capitano Shanks, non perdiamo tempo con questo tipo… andiamo via.”
Shanks: “Non esiste proprio che dimentichi una simile umiliazione… occhistrani, ti ricordi di me?”
“Veramente no… penso che non ci siamo mai visti.”
“Come non ci siamo mai visti?!”
Shanks sguainò la sua spada e tornò all’attacco di Mihawk.
Quest’ultimo si alzò in piedi e si difese con la sua spada. I due si scambiarono qualche colpo, poi Mihawk  disarmò il suo avversario.
 Mihawk: “Questa spada non è proprio il tuo forte, forse con una forchetta potresti fare meglio.”
Shanks: “Noi ci rivedremo.”
 
Mihawk a ventun anni
Era in un’isola del Mare del Sud ed era al centro della città quando fu raggiunto da una vecchia conoscenza.
Shanks: “Ti ricordi di me?”
Mihawk: “Vagamente… purtroppo, di idioti ne incontro una marea.”
Shanks si lanciò di nuovo all’attacco, con molta rabbia.
Mihawk: “Il tuo stile di spada è proprio come te… rozzo e brutto.”
I due si scambiarono vari colpi.
Shanks: “Tu non hai idea di come riesci a farmi incazzare.”
Tutta la folla circostante guardava i due combattere.
Il falco schivava tutti i colpi avversari, mentre il rosso, anche se prendeva alcuni fendenti e perdeva sangue, continuava a combattere.
Mihawk: “Sei tenace, te lo devo riconoscere… ma un’immondizia come te, non potrà mai fare carriera nella vita.”
Shanks: “Come osi?! Io sono stato nella ciurma di Gold Roger.”
“Allora, sei pure un vile bugiardo… ce ne sono a migliaia che si dichiarano tutti ex-membri della ciurma del Re dei Pirati…”
Il falco vinse lo scontro.
 
Mihawk a ventidue anni
Si trovava sopra un grande scoglio della Rotta Maggiore, a rilassarsi, quando arrivò una nave, da cui scese una faccia conosciuta.
Lucky Lou: “Shanks, per piacere, non possiamo fare questo tutti gli anni… devi accettare che quell’uomo è più forte di te.”
 Shanks: “Non esiste proprio… ehi, occhistrarni, sono venuto di nuovo per salutarti.”
“Ancora tu… ma non hai proprio di meglio da fare?”
Mihawk si alzò e strinse la sua spada.
I due tornarono a combattere. Questa volta, i colpi del Rosso furono più impetuosi di quelli del passato.
Mihawk: “Sei diventato più forte… ma ciò non ti basterà per vincermi.”
I due si scontrarono per ore. Oltre la ciurma di Shanks, arrivarono altre ciurme pirata per vedere lo scontro. Alla fine, fu Shanks a vincere. Mihawk era a terra privò di sensi.
“Addio, occhistrani… è stato bello superarti.”
Shanks era sfinito e sanguinante.
 
Mihawk a ventitre anni
Il falco aspettava sullo stesso scoglio, dove aveva combattuto con il rosso un anno prima. Arrivò la ciurma del rosso.
Rosso: “Questo biglietto di sfida me l’hai mandato tu?”
Falco: “Certo… un anno fa, sei stato semplicemente molto fortunato a vincermi… io non posso essere inferiore ad uno che non conosce nemmeno l’igiene personale.”
I due si scontrarono di nuovo.
Da quel giorno iniziò una specie di evento. Tutti gli anni, quei due si scontravano su quello scoglio ed arriva gente da tutte le parti per vederli. Combattevano sempre per ore ed, in alcuni casi, arrivarono anche a combattere per giorni. Alcuni scontri li vinse il rosso, altri li vinse il falco.
Fino a quando, non arrivarono all’ultimo scontro.
 
Mihawk a ventotto anni
Mihawk: “Ammira il potere dell’Haki.”
La lama dell’Excalibur divenne tutta nera.
“Non sei l’unico a saperlo fare.”
Anche la lama della spada di Shanks divenne nera.
I colpi che si scambiarono furono così potenti da percuotere l’intero ambiente.
Però, l’Haki dell’Armatura di Mihawk era più forte e gli permise di prevalere su Shanks, tagliandogli anche la spada in due.
“E’ finita, Shanks… arrenditi!”
Fu in quel momento, che un’aura rossa circondò Shanks e poi una strana energia si espanse nell’ambiente. Tutti quelli che stavano osservando lo scontro, caddero a terra, privi di sensi. Mihawk fu preso da una tremenda paura, lasciò cadere la sua spada e cadde in ginocchio.
Mihawk: “Così è questo l’Haki del Re… non sono più in grado di muovermi.”
L’aura rossa abbandonò Shanks. E quest’ultimo appoggiò la sua mano destra sulla spalla dell’altro.
“Andiamo a farci una bevuta… ti ringrazio per avermi fatto raggiungere questi livelli, amico…”
 
Mihawk a trent’anni
Regno di Britain
Lancillotto legge il giornale a casa sua.
“In prima pagina, ci sono Mihawk e Shanks… Mihawk ha sconfitto lo spadaccino più forte al mondo, che era Silvers Rayleigh, diventando, di fatto, il nuovo spadaccino più forte… inoltre, è entrato nella Flotta del Governo… Shanks ha preso possesso di un territorio del Nuovo Mondo; sessanta ciurme pirata gli hanno giurato fedeltà ed ora è diventato Imperatore…”
 
Mihawk a trentun anni
Nuovo mondo
In un’isola innevata, Mihawk era a terra in una pozza di sangue.
“Quel Barbabianca era una belva… non pensavo potesse esserci tutto questo dislivello tra lo spadaccino più forte e l’uomo più forte… gli Imperatori non sono alla mia portata.”
 
Mihawk a quarantatré anni
Il falco aspettava su un’isola sperduta, quando arrivava sul posto un ragazzo dai capelli verdi e con tre spade.
 
The End
 
   
 
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