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Autore: Aladidragocchiodiluce    10/02/2018    2 recensioni
Nuovi nemici sorgono all'orizzonte, minacciando gli Autobot e gli abitanti della terra, ma nuovi alleati sono pronti a combattere.
Sequel della storia "Il Seeker e la Diclonicus"
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Jasper, Casa Darby

June stava preparando la colazione.

Il suo turno all'ospedale sarebbe iniziato fra qualche ora, quindi aveva il tempo di portare il figlio alla base Autobot in modo che l'agente Folwer incontri le due ragazze e decida come procedere.

Francamente era molto preoccupata della situazione in cui il figlio si era cacciato e aveva il timore che un giorno non tornasse più a casa.

Ma d'altra parte, non poteva proteggerlo per sempre e prendere lei le decisioni al posto suo.

Inoltre sapeva bene che Optimus non avrebbe mai permesso ai ragazzi di rischiare la vita.

Si diresse verso la camera del figlio e bussò.

-Jack? Se sei sveglio la colazione è pronta.-Lo chiamò.

Dopo un paio di secondi di silenzio si udì il grido del ragazzo, spaventando la madre che aprì la porta.

-Jack!Che...-Non ebbe bisogno di finire la frase.

Sul letto, con lo sguardo mezzo addormentato, vi erano le gemelle e in mezzo a loro vi era Jack completamente rosso dall'imbarazzo.

-Che ci fate qui?!?-Esclamò, panopazzo, rivolto alle ragazze.

-Ieri non volevamo dormire da sole così siamo venute da te...-Iniziò una.

-...Dato che non volevamo svegliarti, siamo venute senza far rumore.-Concluse l'altra.

A June venne quasi da ridere alla vista della faccia panopazza del figlio.

Cavoli, quel ragazzo è troppo buono.


 

-Riguardo le gemelle, cosa ha detto William?-Chiese June, chiamando per nome l'agente Folwer.

Jack e le gemelle si erano vestiti e stavano facendo colazione a tavola con pancake e caffe latte.

Il ragazzo, ancora imbarazzato da ciò che era accaduto prima, rispose:

-Che, forse, rimarranno nascoste all'avamposto Omega con gli Autobot e contatterà Karuma.-

L'infermiera guardò le due ragazze, intente a divorare i pancake con gusto.

Un altra cosa che aveva notato la sera prima era che le due sembravano non aver mai mangiato quello che per tutti era cibo “normale” e infatti le avano rivelato che dove erano tenute le uniche fonti di cibo gli erano somministrate sotto forma di liquidi attraverso dei tubi ed era la prima volta che mangiavano qualcosa di solido.

Immersa nei suoi pensieri, per errore urtò la tazza di caffè latte che teneva al suo fianco ma prima che toccasse il pavimento, sotto lo sguardo stupito di madre e figlio, si fermò a mezz'aria.

Il liquido contenuto nella tazza si era rovesciato, macchiando parzialmente quella che sembrava una striscia d'aria solida.

Quasi con grazia, l'oggetto volteggiò fino a tornare al suo posto sul tavolo, seguito dallo sguardo delle due diclonicus che sembravano dirigerne i movimenti, muovendo le dita.

Jack e June le guardarono stupiti e, in parte spaventato, ed esse ricambiarono lo sguardo con aria interrogativa.

-Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?-Chiesero.

-No...solo...non siamo abituati.-Rispose il corvino.

Era la pura verità, sentire parlare di ciò che quelle due potevano fare e vederlo in azione erano due cose molto differente.

Jack ricordava bene l'avvertimento di Karuma riguardo il fatto che era davanti a qualcuno in grado di ucciderle e ne aveva paura, ma vedendole così...innoque e infantile era difficile crederlo.

“E' a causa di questa paura che non hanno potuto vivere una vita normale.” Pensarono allo stesso tempo madre e figlio vedendole assaggiare un pancake indolcito con del miele prima di esclamare, estasiate, “Buonissimo!”


 

All'Harbinger.

Starscream stava lavorando su qualcosa mentre la sua amica Blue dormiva, avvolta in una coperta, su uno degli enormi cumputer cybertroiani situati al lato opposto.

Dopo l'incontro con la femme dalla corazza bianca, erano andati in una delle miniere di energon da essa indicate ed erano riusciti ad accumularne delle scorte per almeno un mese.

L'argentato gettò un rapido sguardo alla sua amica addormentata, ancora non ci credeva ma si era affezionato molto a lei.

Ridacchiò pensando che, circa una settimana prima, una mattina l'aveva svegliata e lei aveva borbottato, assonnata, qualcosa come “Un attimo, shaqiq.”Per poi arrossire e dire:”Starscream! Volevo dire Starscream!”.

Non l'aveva mai vista imbarazzata così le aveva chiesto che cosa volesse dire “shaqiq” e lei, ancora rossa, rivelò che voleva dire “fratellone” in arabo.

Ciò lo divertì molto, oltre a farlo sentire, stranamente, orgoglioso.

La ragazza mugolò prima di aprire gli occhi.

Si stiracchiò e guardò l'amico che era tornato al suo lavoro.

-Che fai?-Gli chiese.

-Dammi un attimo...fatto!-Il seeker prese in mano ciò che stava costruendo e lo porse a Blue, spiegando:

-Dato che hai bisogno spesso di andare in città per procurarti ciò che serve, ho pensato che avrai bisogno di qualcosa per poter comunicare con me in caso di imprevisti; così ho costruito questi.-

La ragazza si alzò per vedere ciò che l'amico gli porgeva, essi si rivelarono essere dei fiocchi viola decorati con un teschio bianco.

-Non farti ingannare dall'aspetto, in realtà sono delle ricetrasmittenti camuffate e puoi anche usarle per nascondere le corna.-Continuò.

-Bell'idea, mi piacciono.-Disse la ragazza, prendendoli per osservarli.

-Come funzionano?-Chiese.

-Il fiocco destro ha un auricolare al suo interno mentre il sinistro un piccolo microfono snodabile, per attivali basta estrarli e se sono io a chiamarti mi sentirai attraverso l'auricolare.-

Finite le spiegazioni, la ragazza li indossò e fecero qualche prova per verificarne il funzionamento.

Una volta assicurati che fosse tutto a posto, li mise in tasca e commentò:

-Non immaginavo che fossi anche un inventore.-

-Posso dire che me la cavo, d'altronde su Cyberton ero anche un abile scienziato.-

-Non hai l'aria...hai sentito?-Chiese la slipter, voltandosi verso la porta.

Era sicura di aver sentito rumore di passi.

Di colpo la porta si aprì e dei bot neri comparvero sull'uscio.

-Tu! Fermo!-Ordinarono a Starscream, puntandogli addosso le proprie armi.


 

A Jasper.

June stava accompagnando in macchina il figlio, assieme alle gemelle, all'avamposto Omega.

Sin dall'inizio del viaggio, le ragazze si erano incollate al finestrino dell'auto per poter osservare il paesaggio.

Per loro ogni cosa che vedevano era nuova, che si trattasse di una casa o di un normale sasso.

Definirono “bellissimo” persino il paesaggio monotono del deserto.

Quando l'auto si diresse verso la montagna che nascondeva al suo interno la base Autobot, le gemelle si misero a saltare sul sedile dalla sorpresa e meraviglia nel vedere la porta mimetizzata aprirsi per loro.

All'interno, superato il corridoio d'ingresso, li attendeva con aria impaziente un uomo sui trent'anni dalla pelle scura, gli occhi e i capelli neri, era l'agente Folwer.

Finiti i saluti, Jack gli raccontò quello che era accaduto e gli presentò le gemelle.

Le due che avevano passato il tempo a guardare il posto in cui erano finite, senza allontanarsi, non sembravano aver preso in simpatia l'uomo, anzi, ne erano intimorite al punto da parlare con lui rimanendo alle spalle di Jack.

-Come vi chiamate?-Chiese l'uomo alle gemelle.

-Eleven.-Risposero, esitanti.

Di fronte allo sguardo interrogativo dell'uomo, June spiegò:

-Si autodefiniscono così.

Non sono mai state separate dalla nascita e si considerano quasi come un unica persona, abbiamo provato a spiegarle che possono avere un nome individuale ma loro preferiscono così, per usare le loro parole, “ci riconosciamo solo come Eleven”.-

Mentre l'agente Folwer e June parlavano, Jack si rese conto che, la postazione solitamente occupata da Rachet era deserta e anche gli altri 'bot parevano assenti.

-Scusi.-Si rivolse all'uomo.

-Dove sono finiti tutti?-

-Bumblebee ieri è rimasto ferito in missione e si trova nell'altra stanza con Arcee mentre gli altri sono fuori con Wheeljack.-Spiegò.

-Da quanto ho capito, quest'ultimo ha trovato qualcosa.

Dimenticavo, li ho avvisati delle diclonicus e ho contattato Karuma il quale ha già provveduto a inviare il famoso vaccino.-


 

Intanto in un punto molto distante dalla base.

Optimus osservava Rachet maneggiare con la capsula di stasi mentre Bulkhead chiaccherava con il suo vecchio amico Wheljack.

L'ex-demolitore aveva raccontato come aveva fatto a trovarla ma c'era una cosa che non lo convinceva.

Che cosa ci facevano i Kheu lì? La seeker nella capsula era collegata ai bot neri?

Ad interrompere i suoi pensieri fu il medico che lo chiamò:

-Temo che questa capsula sia chiusa da molto tempo e ho bisogno di portarla alla base per aprirla senza provocare danni a chi si trova al suo interno.-

-Va bene, contatto Arcee.-

-E tu che vuoi fare?-Chiese Bulkhead al suo amico.

-Che domande: vi seguo, con questi nuovi nemici vi servirà una mano.-


 


 

Alla base.

Una volta finito di parlare con l'agente Folwer, Jack decise di presentare le gemelle ad Arcee.

Si avviarono tutti e tre nella stanza in cui si trovava e appena le due videro la femme blu, intenta a maneggiare col cumputer si nascosero dietro il corvino.

-Sicuro che sia buona?-

-E' così grande.-Dissero ad alternanza.

-Si, non preoccupatevi.

E' mia amica e guardiana, non vi farà del male.

Comunque lei è la più bassa.-Tentò di rassicurarle.

-Ce ne sono altri?-

-E più grandi?-

-Perché sono qui?-

Onestamente, il loro modo di parlare o ad alternanza o allo stesso tempo iniziava ad infastidire il corvino ma sembrava che le due non fossero in grado di esprimersi in altri modi; così rispose, paziente:

-Si, per ora sono in cinque e sono di altezze diverse.

Sono in questa base perché, a parte noi, nessun altro deve sapere della loro esistenza.-

Intanto Arcee, che li aveva sentiti arrivare, si voltò verso di loro e li salutò con un sorriso.

-Sono loro le gemelle di cui ci ha parlato Folwer?-Chiese, chinandosi al loro livello mentre le ragazze rimanevano nascoste dietro il ragazzo, come se sperassero di non essere viste.

-Si, sono le gemelle Eleven.-Le presentò Jack.

Notando che sembravano intimorite da lei, Arcee tese la mano e si presentò.

-Il mio nome è Arcee; tranquille, non mordo.-

Dopo un attimo di esitazione, le due uscirono dal loro nascondiglio, avvicinandosi piano a lei fino a poggiare i palmi delle proprie mani su quelle della femme.

Una di esse si guardò in giro, forse per vedere se c'erano posti in cui scappare in caso di bisogno, ma ad attirare la sua attenzione, fu un secondo bot, giallo e nero, sdraiato su una sorta di barella.

Si erano così concentrate sulla femme blu da non averlo notato.

-Chi è?-Chiese.

-E che gli è successo?-La seguì la gemella.

-Un mio amico, si chiama Bumblebee e ieri durante una missione è stato paralizzato.-Rispose la femme.

-Come è successo?-Stavolta a parlare era stato Jack.

-Ieri siamo stati in missione per indagare su un segnale di Energon Oscuro e abbiamo scoperto che Megatron ha assoldato dei bot neri e Kheu, animali estremamente velenosi.

Purtroppo siamo stati scoperti e ci hanno attaccato e una di essi ha avvelenato BB, fortunatamente non abbastanza per ucciderlo ma ci vorrà un po' prima che si riprendi.

In aggiunta a ciò, abbiamo scoperto che Airachid è tornata fra i Decepticon.-Pronunciò queste ultime parole con rabbia, segno del suo rancore contro di essa.

-Non abbiamo capito niente!-Esclamarono, confuse, le gemelle.

-Ora vi spiego.-Rispose Jack.


 

All'Harbinger.

D'istinto, Starscream alzò le braccia.

Maledizione! Ora chi erano questi tizi?

Il suo sguardo si posò sull'ultimo punto in cui era Blue.

Sparita.

Meglio, essendo piccola non avrebbe avuto problemi ad uscire senza che quelli se ne accorgessero.

Ma ora lui?

-Aspetta...ma questo è Starscream.-Disse il secondo bot.

-Il traditore? Bene, ci servono un paio di braccia in più...se Megatron non gliele strappa.-

Al sentire il nome del suo ex-leader, il seeker capì.

Lavorano con i Decepticon.

Non voleva assolutamente tornare alla Nemesis, farlo sarebbe stata morte certa.

Prima che i bot neri facessero un altro passo, il braccio di quello che stava davanti venne tranciato di netto, schizzando energon ovunque.

Il proprietario fece in tempo ad urlare dal dolore che anche la sua testa schizzò lontana dal resto del corpo che cadde all'indietro con un tonfo secco.

Approfittando della sorpresa del secondo bot, il seeker, rapidamente, trasformò le proprie braccia in blaster e gli sparò, uccidendolo all'istante, per poi guardare in alto.

Attaccata al soffitto grazie ai vettori, come uno strano ragno, vi era Blue.

Una delle sue “braccia” gocciolava ancora del prezioso liquido azzurro, rendendolo visibile.

-Bel lavoro, ma ora andiamo prima che ne arrivino altri.-Disse l'argentato, tendendo la mano verso di essa che vi ci saltò sopra per poi spostarsi vicino al collo dell'amico.

Insieme corsero per i corridoi dell'Harbingher, purtroppo come sospettavano, l'ingresso era pieno di quei bot neri che iniziarono a sparare a vista verso Starscraem, costringendolo a mettersi al riparo.

Blue udì un rumore sopra di loro e alzò lo sguardo giusti in tempo per vedere una sorta di lucertola grande quanto un orso tentare di saltare addosso a Starscraem.

D'istinto, usò i propri vettori, pensando di tagliarla in due ma, con sua enorme sorpresa, riuscì solo a spingerla contro la parete senza subire alcun danno.

“La sua pelle è troppo resistente.”Intuì la ragazza, stupita da ciò.

Era sicura che non esistesse niente che i suoi vettori non fossero in grado di tagliare; appunto, era.

La creatura, che si era aggrappata alla parete, tentò nuovamente di saltarle addosso ma la slipter cambiò tattica.

Usò i vettori per attraversagli il corpo, stritolandogli gli organi dall'interno.

Essa emise un grido soffocato, prima di finire a terra con del sangue verde che le usciva dalla bocca.

-Dobbiamo trovare un altra uscita.-Disse a Starscraem.

Il seeker annuì e, schivando i colpi, tornò indietro solo per trovare la strada sbarrata dallo stesso tipo di creature che aveva affrontato Blue.

Così entrò in uno degli alloggi che si rivelò essere la stanza che avevano lasciato.

-E ora?

Siamo al punto di partenza!-Esclamò la ragazza dopo averne barricato l'ingresso con ciò che hanno trovato.

-Credi che non lo sappia?

Aspetta un attimo...-

Il seeker si diresse verso uno degli armadi e lo aprì, iniziando a rovistare fra gli oggetti.

-Ma l'avevo visto prima...eccolo!

Un dispositivo portatile per ponti terrestri.-Spiegò a Blue, mostrandole rapidamente l'oggetto.

-E PERCHé NON L'HAI PRESO SUBITO?-Gli urlò la ragazza.

-No me lo ricordav...-Stava dicendo mentre maneggiava il dispositivo quando udirono dei tonfi, segno che stavano cercando di sfondare la porta.

-Meno chiacchere e attivalo!-Stillò, agitata.

-Devo impostarlo o ci vuoi far finire in un vulcano o in fondo al mare?-

Nello stesso momento in cui il vortice verde si aprì, i bot neri sfondarono la porta ma non riuscirono a fermare i due prima che ci entrassero.


 

Angolo autrice

Direi che le gemelle sono state ben accolte alla base Autobot ma nello stesso momento, Blue e Starscream hanno ricevuto una visita decisamente sgradita che sembra essersi conclusa bene, o forse no?

Lo scoprirete nel prossimo cappy che pubblicherò fra tre giorni

Saluti da Ala


 

   
 
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