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Autore: Yurha    10/02/2018    1 recensioni
Quando gli incontri casuali possono cambiare la vita.. In meglio o in peggio?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack McCoy, Mike Cutter, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 

William sentì la battuta di Alex e rise sotto i baffi nel vedere Connie fermarsi e girarsi verso di lui.
La trovava davvero bella, era vestita con una gonna nera lunga fino al ginocchio, scarpe con il tacco nere e una bellissima camicia rossa di raso.
I capelli lunghi fino alle spalle e mossi le incorniciavano il volto e nell’insieme era davvero elegante.
«Ciao, sei tu che mi hai offerto il vino, vero?» chiese sorridendo e con molta gentilezza.
Lui la guardò negli occhi. «Si, sono io. Ti ringrazio per essere venuta da me.» rispose l’uomo sorridendo.
«Figurati. Vieni, andiamo a quel tavolo laggiù, così saremo più tranquilli.» disse indicando il luogo dietro al divisorio di vetro colorato.
William annuì e si alzò.
Si sedettero al tavolo e si guardarono per un paio di secondi negli occhi, ma Connie sorrise distogliendo lo sguardo.
Davanti a quegli occhi azzurro/verde così belli e profondi, si sentiva come se fosse nuda.
«Posso chiederti come mai non sei venuto direttamente a parlarmi? Per ora non mordo mica..» scherzò lei.
William abbassò lo sguardo e sorrise. «Non sono mai stato il tipo d’uomo che va alla carica, preferisco lasciare la scelta all’altra persona. Non volevo interrompere il filo dei tuoi pensieri.» spiegò.
Lei sorrise. «Sei il primo uomo che si preoccupa di questo, sei stato carino e lo apprezzo molto. Hai già guadagnato qualche punto.» disse in fine scherzando e prendendo un sorso di vino.
«Posso permettermi di dirti che ti trovo davvero una bellissima donna, prima di presentarmi?» disse guardandola dritta negli occhi e on tono dolce.
«Ti ringrazio, ma non trovi che sia un tantino inquietante così?» rispose sempre scherzosa.
«Perdonami, non voglio essere inquietante.. Almeno, non per ora.» disse sorridendo.
«Io sono Connie Rubirosa.»
«William, piacere mio.» rispose dopo aver mandato giù un sorso di birra.
Connie lo guardò bene.
Era vestito con un completo a tre pezzi color avio, camicia bianca e cravatta rossa, sicuramente era fatto su misura a giudicare da come la giacca ricadeva perfettamente sulle spalle e sui fianchi, senza contare il tocco di classe del fazzoletto bianco nel taschino della giacca.
E poi era davvero un bell’uomo.. Capelli corti castano chiaro, occhi azzurro/verde, un sorriso dolce, di corporatura e altezza normali.. Ma aveva qualcosa che lo faceva sembrare affascinante e carismatico.
“Ha sicuramente fatto strage di cuori, è davvero carino e dolce. Pochi uomini sono così.” pensò sorseggiando il vino.
«Non credo di averti mai visto da queste parti.» disse lei.
«Già, sono nuovo di queste parti. Stamattina mi hanno chiamato per un colloquio di lavoro in un ufficio qui vicino e sono rimasto per fare una giornata in città. È sempre stato il mio sogno vivere e lavorare a Manhattan, ma con la professione che ho scelto è dura.» spiegò lui grattandosi la guancia.
«Incrocio le dita per il tuo sogno» rispose lei facendogli l’occhiolino. «Comunque, qual’è la tua professione?» continuò.
Lui sorrise con espressione orgogliosa. «Sono un avvocato penalista.»
A Connie comparì un’espressione stupita. «Davvero? Sono anch’io avvocato.» rispose lei. «Penalista in che sezione?» chiese curiosa.
«Ero ai Crimini Violenti di Brooklyn. Ti prego dimmi che non sei un difensore o peggio.. Del Legal-Aid..» disse scherzando.
«Oddio no, assolutamente no. Sono Procuratore, cioè, sono Assistente Procuratore, ma finchè non si troverà il mio nuovo capo, sono stata nominata temporaneo Sostituto Procuratore Esecutivo.» rispose.
«Mhm, devi essere proprio una brava assistente se quel ruolo l’hanno affidato a te, non è da tutti ricevere quella nomina, seppur temporanea.» disse complimentandosi.
«Sai, quando ho detto alla mia famiglia che volevo e sarei diventata a tutti i costi Procuratore, i miei fratelli maggiori hanno sostenuta da subito ed hanno sempre detto che sono abbastanza tosta per sbattere i cattivi in cella anche di peso.»
Risero entrambi.
«Sei divertente, bellissima ed intelligentissima Connie Rubirosa, hai davvero tutta la mia più profonda stima.»
«Grazie William, sei molto gentile.»
«Ti prego, chiamami Will.» disse a bassa vece guardandola negli occhi.
Connie sorrise e abbassò lo sguardo.
«Che ne dici, facciamo un altro giro? Offro io, così festeggiamo la mia probabile nuova carriera a Manhattan e soprattutto la nostra appena nata amicizia.» continuò in tono allegro, per non farla sentire in imbarazzo più del dovuto.
«Ci sto!» rispose decisa. Poi si girò verso il bancone e Alex, come se lo avesse chiamato, la guardò.
«Alex, un altro giro, ma questa volta Scotch!»
«Agli ordini mia bellissima avvocatessa!» disse ammiccando.

Con il terzo giro, Connie e Will si sciolsero il tanto che bastava per raccontarsi aneddoti divertenti capitati a lavoro.
«...Così nel bel mezzo del processo, il primo capo assegnatomi appena finita l’università, saltò su dicendo: “obiezione!”, il giudice si girò. “Su quale base avvocato Flanagan?” Lui si guardò intorno con una faccia a dir poco interrogativa. “Bhè giudice, scelga lei un motivo.”..»
William rise. «Disse proprio “scelga lei un motivo”?!»
«Già, ma aspetta, la parte imbarazzante viene ora. Il giudice lo guardò, guardò me e poi guardò il suo cancelliere. “Avvocato Flanagan, si sente bene?” chiese il giudice. Lawrence, il mio capo, mi guardò, io lo guardai sempre più interrogativa e imbarazzata, poi si girò verso il giudice. “..e va bene, lo ammetto, sono ubriaco.” poi prese la valigetta e se ne andò tranquillamente come se nulla fosse.. Ti giuro, avrei voluto sprofondare. Il giudice mi guardò come se avesse voluto far arrestare me, poi alzò le braccia rassegnato e disse “okay, non so cosa sia successo ma io mi arrendo. Dichiaro nullo il processo e lei, signorina Rubirosa, recuperi il suo capo e lo denunci alla Commissione Etica.» disse scoppiando a ridere.
«Sul serio?!» chiese William mentre rideva come un matto.
«Già, ma un pò mi dispiace, Lawrence Flanagan era davvero bravo, purtroppo aveva un piccolo problema con gli alcolici.. Che bel modo di fare pratica sul campo, eh?»
Will si appoggiò sul gomito. «Signorina Rubirosa, dove sei stata per tutta la mia vita..» disse sorridendo dolcemente.
«Stavo per chiederti la stessa cosa.» disse lei ricambiando. «Sto tutto il giorno e a volte anche la notte in ufficio, cercando di sbattere dentro criminali su criminali, cinque giorni a settimana e se necessario anche i weekend, quindi non ho molte possibilità di conoscere qualcuno come te.» continuò guardando il bicchiere davanti a sè.
Lui allungò la mano e toccò le sue dita lievemente. «Bhè, allora fortunato me.» rispose con tono basso.
Lei sorrise. «Sei così dolce.»
William le prese la mano nella sua, l’avvicinò e le baciò il dorso, mentre la guardava negli occhi.
Connie sentì il suo cuore impazzire, nessuno era mai stato così dolce con lei.
«Se faccio qualcosa di sbagliato, ti prego, dimmelo.» disse subito dopo.
«No, va bene.. Va.. Bene..» rispose sussurrando.
Quegli occhi erano talmente belli che sembravano fossero fatti di gel.
«Will, io..»
«Ci vediamo domani alle nove?» chiese lui interrompendola, ma lo guardò come per chiedergli di restare.
«Mi dispiace Connie, devo andare. Sappi e ricordati che tu sei una donna stupenda, magnifica, per non dire perfetta. Per dimostrarti che non sparirò nel nulla assoluto, ti lascio il mio numero.» disse scrivendoglielo direttamente sul cellulare.
Lei sorrise. «Sei il primo uomo che si comporta così gentilmente con me e lo è veramente. Molti erano gentili per la speranza di ottenere qualcosa di più, ma quando scoprono il lavoro che faccio si comportano tutti come se avessero qualcosa da nascondere, come se fossero tutti colpevoli di qualcosa ed è abbastanza snervante.» spiegò.
Lui sorrise. «Allora tutti gli uomini che hai incontrato non ti meritavano.»
Si alzarono dal tavolo e notarono che nel locale non c’era più nessuno.
Si avvicinarono al bancone e videro Alex intento ad asciugare dei bicchieri.
Facendo finta di niente, li spiava con la coda dell’occhio, ridevano.
“Sono felice per te piccola mia.” pensò con mezzo sorriso.
«Aspettami fuori, arrivo subito.» disse a Connie, lei annuì e si allontanò.
William si avvicinò al bancone. «Ecco a te.» disse porgendogli i soldi.
Alex si girò, li prese ma gliene restituì più della metà. «Tieni, stasera ti faccio un maxi sconto di benvenuto ed anche perchè voglio ringraziarti per aver fatto compagnia alla mia Connie. È molto raro che lei trovi simpatico un uomo appena conosciuto. Mio caro William, io, tu e il suo grande capo siamo le eccezioni, goditi questo momento.»
«Oh, allora è veramente la mia serata fortunata. Alex, ti sei aggiudicato un nuovo cliente e amico.» disse stringendogli la mano.
Uscì dal locale e Connie chiamò un taxi, che li portò alle rispettive case.

  
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