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Autore: Yurha    09/02/2018    0 recensioni
Quando gli incontri casuali possono cambiare la vita.. In meglio o in peggio?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack McCoy, Mike Cutter, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie infinitamente grande a Jarmione che mi ha dato uno spunto bellissimo da cui ho creato questa nuova storia °w° °w°
 
Capitolo 1
 

Quella appena passata è stata sicuramente la settimana più lunga della sua vita: l’ultima riunione nello studio dell’ex Procuratore Capo Arthur Branch, ricerche in archivio, assistenza ad infiniti interrogatori della polizia, cinque discussioni di fasi predibattimentali e tre ascolti di sentenze, due delle quali nello stesso giorno e quasi simultanee.. Insomma, un rilassatissimo weekend era d’obbligo.
Lasciatasi alle spalle l’edificio della Procura Distrettuale di New York, l’Assistente Procuratore Esecutivo Connie Rubirosa decise di andare da sola al suo bar preferito dato che il suo nuovo capo, il Procuratore Capo John Jack McCoy era impegnato.
Sospirò sistemandosi la sua ventiquattrore sulla spalla.

“Le sere in compagnia di Jack sono finite.. Peccato, mi divertivo molto con lui..” pensò mentre apriva la porta del locale.
Effettivamente aveva ragione, le sere post-lavorative rilassate con Jack erano finite dato che era riuscito a candidarsi e a vincere le elezioni per il posto di Procuratore Capo della contea di New York, ormai non aveva più tempo per andarsene in giro con i suoi collaboratori come se nulla fosse.
Finchè non trovava il suo sostituto, Connie era stata nominata da Arthur Branch in persona a temporaneo Sostituto Procuratore Esecutivo.
Appena entrò nel locale, vide al bancone il suo amico barista, presissimo in una conversazione con altri due uomini, ma non appena la vide, si scusò ed andò da lei.
«Hey! Congratulazioni Procuratore!» esclamò il sempre sorridente barista mentre si appoggiava al bancone proprio davanti a lei.
«Grazie, ma non sono ancora Procuratore, ho la carica temporanea.. Ma come fai a saperlo?!» chiese con aria molto interrogativa.
Il barista scoppiò in una fragorosa risata. «Connie, mia meravigliosa Connie, ci conosciamo da due anni, ormai dovresti sapere che ho informatori ovunque..» rispose guardandola nei suoi occhi color nocciola.
«Ho notato. Dì ai tuoi informatori, da parte mia, che sono degli impiccioni.» disse ridendo.
«Oh, Jack sarà molto felice di saperlo..»
Connie lo guardò trattenendo un sorriso.
«Sbaglio o questa sera è più vuoto del solito?» chiese lei guardandosi intorno.
«Già, ma stasera c’è la partita Giants contro Jets. Chissà perchè ma preferisco essere qui con te invece che allo stadio..» disse con tono basso, sporgendosi un pò di più dal bancone, verso di lei.
Lei sorrise. «Chissà perchè fatico a crederti..» rispose con lo stesso tono, avvicinandosi a lui.
Scoppiarono a ridere entrambi.
«Bene, ora che sono riuscito a tirarti un pò su di morale, ti servo il solito?» chiese sempre con il suo solito sorriso sulle labbra.
«Grazie Alex.» rispose facendogli l’occhiolino.
Mentre andava a versarle un calice del suo miglio vino, il barman Alex la guardava con la coda dell’occhio.
Non l’avrebbe mai e poi mai ammesso dato che era un pò avanti con gli anni ed era anche sposato, ma una bella cotta per Connie se l’era presa eccome..
Tornò da lei e appoggiò il bicchiere sul bancone di legno massiccio scuro.
«Allora, a parte la temporanea promozione, come sta andando a lavoro?»
«Diciamo bene, ammetto che essere il sostituto del Sostituto è esasperante. Troppe responsabilità, davvero troppe, mi sono resa conto che non si stacca mai realmente. Spero non mi senta nessuno ma preferisco essere un’assistente a vita.» rispose ridendo insieme ad Alex.
Connie pensava che quell’uomo era davvero un angelo caduto dal cielo, era una persona come ce ne sono poche.
Ascoltava, dava consigli ed era tanto, davvero tanto gentile con lei. Quante volte da quando si erano conosciuti l’aveva consolata, riso e scherzato insieme.
Fisicamente era alto, un pò robusto ma tutto sommato in forma e aveva circa cinquantacinque anni, forse pochi di più.
Prese un sorso di vino. «Spero tanto che Jack trovi presto il suo rimpiazzo. Oggi ha passato tutto il santo giorno ad intervistare gli ultimi candidati e prima che uscissi era impegnato con l’ultimo, poi ha lasciato detto alla sua segretaria che sarebbe andato a casa direttamente.»
Alex appoggiò la testa sul palmo della mano. «Sono felice per Jack. Dopo più di venti sudati anni a far rispettare sempre ed in ogni caso la Legge sul campo, un posto dietro la scrivania se lo merita. Farà davvero delle grandi cose, credimi.»
Guardò Connie e notò che aveva un’aria pensierosa. «Quando dovresti incontrare il nuovo capo?» continuò lui.
Connie alzò le spalle. «Non saprei proprio. Nel caso migliore lunedì ed in quello peggiore tra qualche eone.. Jack è incontentabile, vorrebbe trovare una sua copia esatta, ma non penso sia possibile. Di Jack McCoy ce n’è uno solo ed è insostituibile.» disse con orgoglio.
Lei lo stimava davvero tanto e pensare che non avrebbe più lavorato con lui direttamente un pò l’intristiva.
Alex annuì grattandosi il pizzetto ormai grigio.
«Però chissà come sarà, spero che sia simpatico o simpatica, dato che dovremo lavorare insieme anche di notte.» continuò lei sorridendo e prendendo un altro sorso di vino.
Il barista sorrise in risposta. «Speriamo, altrimenti se è un uomo e ti spezza il cuore, io gli spezzerò le gambe.» disse alzando e stringendo il pugno.
Lei rise. «E se è una donna?»
«Bhè, potrei sempre provare a farle la corte..» disse malizioso ma in quel momento gli passò dietro Susy, sua moglie, che gli tirò un buffetto sul sedere.
«Se è una donna, sarò io a spezzarle le gambe. Il mio Orsacchiotto non si tocca!» rispose la donna ridendo.
Connie lo guardò divertita. «“Orsacchiotto”? Davvero?»
Alex abbassò la testa e si mise a ridere. «Doveva essere top secret..» scherzò ma si accorse che un uomo entrò nel pub.
«Oh, un cliente. Torno subito mia bellissima avvocatessa. Se hai bisogno di qualcosa.. Bhè, lo sai.» disse facendole l’occhiolino ed allontanandosi.
Lei lo guardò con tenerezza. Quell’uomo era come un padre, la capiva e l’aiutava sempre in qualsiasi cosa.
Una volta è arrivato anche a prendere a pugni un’uomo che continuava ad importunarla pesantemente e che non voleva andarsene..
Era davvero l’angelo custode di Connie.

Un uomo di bell’aspetto si avvicinò al bancone e si sedette su uno sgabello nel posto più appartato.
Alex arrivò da quell’uomo. «Buona sera, benvenuto all’Emerald Isle. Io sono Alex, il proprietario. Qualsiasi cosa ti serva, Alex ti accontenta.» disse presentandosi al nuovo cliente con il suo contagioso buon umore.
L’uomo sorrise. «Piacere Alex, io sono William. Sono appena arrivato in città, ma penso che questo locale diventerà il mio nuovo rifugio preferito.» rispose stringendogli la mano.
«Da dove vieni?» chiese.
«Brooklyn. Per il momento ci vivo, spero ancora per poco. Ho appena finito di fare il colloquio di lavoro più importante che abbia mai fatto.» rispose guardandolo negli occhi.
«Brooklyn? Mia sorella abita in quel quartiere e mi dice sempre che la criminalità sta diminuendo moltissimo. Ma passiamo a cose più importanti, che posso darti?» disse sistemandosi l’asciugamano sulla spalla.
L’uomo di nome William inspirò pensieroso. «Mhm, direi che la tua migliore birra rossa sarebbe l’ideale in questo momento.» rispose sorridendo.
«Ottima scelta, però devo chiederti un documento. Sai, lavorando con tutti questi avvocati e poliziotti..» disse appoggiandosi al bancone come era solito fare.
William rise. «Sembro davvero così giovane? Grazie per il complimento..» rispose mentre gli mostrava la patente.
Anche Alex rise. «Bhè, in confronto a me, potresti essere mio fratello minore oppure mio figlio.» disse dirigendosi verso la postazione delle birre alla spina.
William si guardò attorno, gli piaceva quel locale, era così particolare, notò da come era arredato e dall'accento con cui parlava che Alex doveva essere irlandese.
«Ecco a te, posso fare qualcos’altro, mio nuovo amico?» chiese gentile.
William esitò un’istante. «Si, posso chiedere cosa sarebbe più adatto ad essere offerto a quella donna laggiù?»
Alex si girò e vide che l’unica persona seduta in quella direzione era Connie, che in quel momento era intenta a guardare il cellulare.
Il barman sorrise. «Connie? A lei piace bere soprattutto il buon vino. Ogni tanto birra, ma quella più raramente.» rispose.
William continuava a guardarla ed Alex notò il suo sguardo.
In confronto a tutti gli uomini che chiedevano di lei, William aveva una luce diversa negli occhi.
“Mhm.. niente doppi fini in mente. Ottimo, ma lo metterò comunque alla prova, devo sapere che la mia Connie è al sicuro.” pensò Alex.
«La trovi bella, non è vero? Pensa che è un avvocato ed è anche molto brava nel suo lavoro. Bella ed intelligente, ha le palle quadre, te lo dico io!» disse con mezzo sorriso sulle labbra.
L’uomo guardò il barman. «Avvocato? Sei riuscito ad attirare tutta la mia attenzione e, credimi, non è facile..» rispose William sorseggiando la sua birra.
“É sicuramente diverso dagli altri. Promosso a pieni voti.” pensò ancora Alex sorridendo.
«Alex, accetto il tuo consiglio. Vorrei offrirle un calice del tuo miglior vino.» disse lui alzando il boccale in segno di ringraziamento.

Alex andò da Connie con un altro calice di vino rosso, ma lei lo guardò confusa mentre metteva da parte il suo cellulare.
«Non ho ordinato un secondo giro, almeno, non ancora.»
La guardò negli occhi con espressione dolce. «Offre quell’uomo seduto laggiù. Dovresti andare a parlarci, è un tipo simpatico e divertente e, soprattutto, sembra affidabile.»
«Che fai, ora organizzi appuntamenti al buio?» chiese scherzando.
«Dài, non preoccuparti l’ho messo alla prova e l’ha superata, comunque se succede qualcosa che non gradisci basta uno sguardo e ci penso io piccola mia.» rispose pizzicandole gentilmente una guancia. «E poi ti organizzo gli appuntamenti perchè ho notato che con gli uomini non ti butti e quando lo fai succedono disastri. Sei sempre qui con Jack o sola.. O devo pensare che stai con Jack?» continuò incrociando le braccia al petto.
Lei lo guardò facendo una smorfia, poi sospirò rassegnata, quindi si alzò dal suo sgabello. «Okay, però ci spostiamo al tavolo là.» disse indicando il punto.
«Quello più nascosto eh?» disse malizioso.
Iniziò ad andare verso l’uomo di nome William, ma Alex finì la frase, forse a voce un pò troppo alta. «Mi raccomando, non "consumate" qui!»
Connie si fermò, si girò verso di lui. Era imbarazzatissima.
“Stupido” mimò con le labbra mentre rideva.

  
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