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Autore: Emmastory    10/02/2018    3 recensioni
Le Cronache di Aveiron si sono ormai concluse, ma cosa sarebbe successo se il destino avesse avuto piani completamente diversi per i nostri cari eroi, che senza saperlo si ritroveranno quindi a vivere situazioni e avventure tutte nuove? Scopritelo dando uno sguardo a quelli che ancora pochi conoscono come "Racconti perduti di Ascantha."
Attenzione: La seguente storia tiene solo parzialmente conto degli avvenimenti nella saga originale, e alcuni dei personaggi, quali Karon, Nola, Nora, Yuri e Millie non mi appartengono, essendo infatti proprietà dell'autrice "KaronMigarashi" che ha contribuito alla sua scrittura.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V
 
Storia di due giocattoli
 
Come un semplice soffio di vento, ben tre anni erano spariti dalla vita dei Gardner, e ora la piccola Terra aveva compiuto nove anni, rendendo la secondogenita Rose la più piccola della famiglia. A entrambe piacevano ancora i giocattoli, in particolare i morbidi peluche, che Terra non lasciava neanche per un attimo. Stava crescendo, ed era vero, ma nonostante tutto non voleva separarsene. E se anche i suoi morbidi amici avessero qualcosa da dire? Anche Millie era cresciuta e, nonostante avesse un anno in meno della sua amica Terra, anche lei non disdegnava giocare ancora con i pupazzi, specialmente con il suo preferito, a cui doveva ancora dare un nome. Consapevoli dell'età della figlia, Stefan e Rain la lasciavano giocare con quel che la divertiva, ma contrariamente a loro, qualcuno sembrava essere di tutt'altro avviso, ritenendola ormai troppo grande per degli stupidi animali di pezza. "Ma non dite niente, voi due?" Chiese Karon, infastidita più del solito quando le arrivarono risate e urletti divertiti dalle due bambine che giocavano più in là. Sotto l'implorazione di Nola, Karon aveva accompagnato Millie dai piccioncini dato che ormai faceva amicizia fissa con Terra, ma quando le aveva viste giocare con i pupazzi le era sembrato un pò esagerato. "Io alla loro età imbracciavo già le armi." Aggiunse poco dopo l'asiatica, scivolando lentamente nel silenzio. "Karon! Lasciala stare! Ha soltanto nove anni!" Intervenne Rain, difendendo la sua bambina. completamente indifferente all'atteggiamento protettivo dell'amica. "Appunto. Non ti sembra grandicella ormai? Cosa farà ad un attacco dei Ladri, eh? Gli tirerà addosso dei pupazzi?" Continuò lei con la sua convinzione, facendo la voce dura, completamente indifferente all'atteggiamento protettivo dell'amica. "Devo ricordarti che mi ha salvata da morte certa soltanto quattro anni fa? E che era lì con la sorellina che piangeva a dirotto?" Rispose allora la donna, irritata da quelle parole e da quel comportamento così ostile. "Non serve ricordarmelo, ma dovrà pur difendere sè stessa, prima o poi! Le avete almeno insegnato a maneggiare un pugnale o un arco? Qualunque cosa che non siano dei pupazzi?" Chiese la diretta interessata, sempre più scettica. Non lo dava a vedere, e nemmeno ci teneva a farlo, ma era davvero preoccupata per l'incolumità delle bambine. "Sa usare una daga, e anche bene." Disse allora Stefan, orgoglioso di lei. "Non l'ho mai vista allenarsi." Replicò Karon con più convinzione mentre incrociava le braccia al petto in una posa decisa. "Il fatto che tu non l'abbia mai vista non significa che non sia vero." Continuò Rain, seria. "Okay, forse è come dici tu, ma sta di fatto che ormai è grande per questo genere di divertimento infantile. Insistette la donna, sorda alle motivazioni della madre della bambina. "Non è vero!" Gridò allora Terra, stanca del continuo battibeccare dell'amica con la madre. "Dammi allora una valida ragione per non pensarlo, Terra." Rispose lei, rivolgendosi alla bambina e trattandola come un'adulta. "Puoi pensare quello che vuoi, ma Ned e Bunny sono miei, fine della questione." Rispose la bambina, seccata. "Ah, una risposta molto matura da parte tua. Osservò Karon con durezza, prendendosi gioco della bambina che, in quel momento, ai suoi occhi apparve come una bimba viziata. "Adesso basta, Karon. Ti conosciamo, e ti vogliamo bene, ma il tuo essere stata un soldato in tenera età non implica lo stesso per nostra figlia!" Sbottò Stefan, iroso. "Ha nove anni! Nove! E sta solo giocando! Che cosa vuoi da lei?" Aggiunse poi, rincarando la dose. A quelle parole, l'asiatica sospirò, sconfitto. Purtroppo nessuno riusciva a capire il suo punto di vista e, capendo che altre parole sarebbero state solo utili a peggiorare la situazione, evocò in silenzio un portale e, mentre camminava per attraversarlo, ma prima di farlo rivolse un'occhiata addolorata e dura al tempo stesso a Rain. "Personalmente, non trovo nulla di male in quello che fanno, ma siete in guerra, non ve lo dimenticate mai. Se non allenate costantemente le vostre figlie all'arrivo dei Ladri lo rimpiangerete se succederà loro una disgrazia, e spero tanto di no Rain. Davvero. Ti chiedo scusa per ciò che ho detto. Trovo anch'io che le bambine siano adorabili a quest'età e non auguro a nessuna di loro due la vita che ho fatto io, spero solo che voi, che tu Rain, capiate il mio punto di vista." Spiegò, conservando nel cuore la segreta di un perdono da parte degli amici. Anche se silenzioso, Maddox era presente, e aveva assistito a tutta la scena, mentre Rose, la più piccola dei Gardner, giocava tranquilla. Come c'era d'aspettarsi, tutto quel trambusto l'aveva spaventata e portata alle lacrime, tanto che a Rain era toccato prenderla in braccio e cercare di calmarla. Non riuscendo più a tacere, l'uomo decise di parlarle. "Karon, aspetta." La pregò, poco prima che varcasse quel portale e sparisse dalla loro vista. "Forse mi sbaglio, e forse non conosco le loro abitudini bene quanto te, ma sono certo che Stefan e Rain amano le loro bambine, e che ora stiano cercando di proteggerle. Un giorno impareranno a difendersi, certo, ma non oggi. Guardale. Hanno nove e tre anni, credi davvero che siano grandi abbastanza per qualcosa di molto più grande di loro? Sii sincera." Aggiunse poi, completando quel discorso con quelle due parole. Fermata e colpita da quel discorso, Karon passò lo sguardo sulle bambine, tutte e due, e il suo cuore si strinse per alcuni attimi, dolente. "Credi che questo fermerà la lama di quei mostri?" Chiese, ma con voce più bassa e meno dura, stringendo i pugni per la frustrazione. "Beh, no, ma perchè fermare il loro divertimento? Sono ancora piccole, lascia che si godano la loro età." Le rispose lui, prendendole la mano e sorridendole con dolcezza. Combattuta, sospirò di nuovo, arrendendosi. "Se lo dici tu..." Rispose poi mentre tornava a guardare le tre bambine con più dolcezza nello sguardo. Alle parole dell'uomo, Rain si commosse, e lottando per ricacciare indietro una lacrima solitaria, cercò di parlare, sciogliendo il nodo che aveva in gola. "Non... non preoccuparti, Maddox, la perdoniamo." Disse soltanto, per poi asciugarsi gli occhi con un fazzoletto. Pur senza dire nulla, Stefan le si avvicinò, e posandole una mano sulla spalla, cercò di consolarla. Per pura fortuna, ci riuscì, avendo il piacere di vedere un sorriso spuntare come un fiore sul volto dell'amata moglie, ma non accorgendosi della sparizione della loro bambina. In silenzio, Terra guardava il su vecchio e amico compagno di gioco, Ned. Il suo cavaliere che immaginava con indosso una splendida armatura scintillante e uno scudo per proteggerla da ogni male. Aveva ascoltato tutto ciò che si erano detti i genitori e gli amici, doveva ammettere che il discorso di Karon, seppur irritante, aveva senso. Lei doveva proteggere la sua  famiglia, non poteva perdere più tempo con i giocattoli. Ricordava bene il dolore che aveva sofferto quando riuscì a salvare la madre da morte certa. La schiena glielo ricordò come un vero dolore fisico e, stringendo gli occhi, s'incamminò silenziosa nella sua camera, sapendo ormai che poteva fare soltanto una cosa. "Ned... mi dispiace, ma forse lei ha ragione.  Abbiamo i Ladri ormai alle porte ed è tempo di cambiare per me. Mi capisci, vero? Poi, con una singola lacrima di rimpianto a rigarle il viso, baciò il suo cavaliere sulla fronte pelosa e calda e lo ripose nella cesta dei giochi vecchi, chiudendola mentre un singhiozzo le faceva vibrare il petto. Preoccupata, Rain attraversò il salotto di casa, poi il corridoio. Quella sorta di lite avuta con Karon l'aveva davvero intristita, e ora voleva solo riposare e non pensarci. Camminando, sentì i sommessi singhiozzi della figlia chiusa nella sua stanzetta, ma preferì non entrare. Poco prima che potesse raggiungere la sua camera, una voce la distrasse, inducendola a voltarsi. Era Rose. A soli tre anni d'età, aveva ancora qualche problema a camminare, ma non importava. Vederla trotterellare per casa era sempre divertente. "Mamma? Dov'è Terra?" Chiese, triste e confusa dalla sparizione della sorella maggiore. "Sta riposando, Rosie, lasciala dormire." Rispose lei, per poi entrare nella sua stanza e abbandonarsi sul letto con le lacrime agli occhi. Proprio come la madre, alla fine Terra si era lasciata prendere dallo sconforto dell'addio che aveva dato a Ned, e poi accasciata sul letto a piangere tutte le sue lacrime. Era difficile e faceva male, ma sapeva che era la cosa giusta da fare in quel momento. Silenziosa, Rose si erse sulle punte per cercare di aprire la porta della cameretta che divideva con la sorella, e riuscendoci con non poca fatica, entrò, tristissima. "Terra? Come stai? E che fine ha fatto Neddy?" Chiese, avvicinandosi al letto dove la sorella era solita riposare e arrampicandosi fino a sedersi accanto a lei. "Rose?" Chiamò Terra nel buio mentre sentiva la porta aprirsi e la piccola arrampicarsi sul letto. "Nessun problema, ce la faccio." Rispose lei, lottando per mantenere l'equilibrio. "Mi dici dov'è Neddy?" Chiese poi, curiosa. "Ned...? Ned è... dove deve stare. Rispose, mentre altre lacrime raggiungevano le sue guance bollenti e nascondeva la faccia nel cuscino al solo pensiero."E cioè? Non è più sulla tua mensola!" Osservò la bambina, incredula nel non vedere altro che polvere nel posto che l'orsacchiotto occupava. "No, non lì. E' dentro il baule." Disse poi la sorella con voce piatta , scostandosi un poco dal cuscino per vedere il baule ormai chiuso. "Ma... ma non ha senso! Lì ci vanno le cose vecchie! E Ned non è vecchio, è il miglior amico di Bunny!" Commentò allora la piccola Rose, ancora più incredula. "Già.. Bunny... a proposito." Disse poi e, sollevandosi leggermente dal posto, afferrò il pupazzo che aveva tra le mani la sorellina e scese dal letto. "Ormai non ti serve più questo." "Cosa? Terra, no! Lascialo! è mio!" Si lamentò, affrettandosi a scendere dal letto e impedire al suo amato coniglietto di pezza di fare la stessa fine dell'orso. "Non capisci? Non ci serve più questa roba!" Disse poi lei a metà tra un grido e un ordine mentre riapriva il baule, incurante delle lamentele della sorella. "No! Perchè? Loro ci vogliono bene!" Continuò Rose, con le lacrime agli occhi mentre cercava di riprendersi il suo giocattolo. "Si tratta soltanto di un giocattolo. Replicò poi la sorella, mentre con le lacrime agli occhi gettava anche Bunny insieme a Ned e richiudeva il baule con un gesto secco della mano. Sconvolta da quel gesto, Rose prese a piangere e gridare, e inginocchiandosi, provò ad aprire quel maledetto baule. Invano. Era chiuso a chiave, e solo Terra la possedeva. Vieni via da li, Rosie. Le disse poi Terra mentre l'afferrava per le spalle e la trascinava via dal baule."No! Rivoglio Bunny! Il mio Bunny!" Si lamentò la bambina, mentre urlava e scalciava. "Non ti serve più." Continuò la sorella ancora piangendo mentre cercava di calmare Rose, che sembrava inconsolabile. "Non è vero." Rispose la piccola, ancora piangendo proprio come lei e tirando su col naso. In quel momento, quell'ormai famoso baule era chiuso a chiave, e le bambine non potevano sentirlo, ma dall'interno, i due pupazzi non facevano che lamentarsi cercando di uscirne. "Ehi, Bunny! Bunny, sei tutto intero?" iniziò a sussurrare Ned al suo amico sopra di lui, impossibilitato a muoversi a causa del poco spazio a disposizione. "Eh? S-sì, Ned... Accidenti, che male!" Rispose il coniglio, mentre cercando di spostarsi nel piccolo baule, cercava una posizione più comoda. "Male? Dovrei essere io a dirlo, mi stai praticamente addosso!" Si lamentò l'orsacchiotto mentre cercava di scrollarsi l'amico di dosso. "Ehi, non è colpa mia! Ma cos'è preso a quella bambina?" Rispose lui, dubbioso. A quelle parole, Ned sospirò addolorato mentre posava gli occhi di vetro sul coperchio del baule. "Non hai sentito? Non serviamo più ormai..." Disse, parlando in tono mesto. "Cosa? Come non più? Ma è assurdo!" Commentò il povero coniglio, confuso e sbalordito. "A quanto pare le parole di quella donna l'hanno confusa." Disse l'orsetto in tono preoccupato, e se avesse avuto una bocca vera avrebbe anche fatto smorfie. "La mia dolce Terra sta soffrendo e io non posso essere lì con lei a confortarla..." Aggiunse poi, ritrovando a lottare contro un improvviso bisogno di piangere. "Lo stesso vale per la mia Rosie... hai visto come piangeva?" Rispose Bunny, sconsolato tanto quanto l'amico. "Già... dobbiamo fare qualcosa Bun!" Disse poi Ned, risoluto come non mai. Seppur ancora bloccato fra una miriade di vecchi oggetti e la schiena dell'amico, Bunny si sforzò per muoversi e pensare, e quando tutto sembrava perduto, l'idea geniale. "Aspetta, Rose! è più piccola di Terra, ed è l'unica che crede ancora in noi!" Quasi urlò, contento di quel lampo di genio. "Giusto!" Disse allora Ned, esaltandosi quanto l'amico. "C'è solo un problema però..." Non potè che osservare con rammarico, indicando con la zampetta il coperchio del baule. Voltandosi nella direzione indicata dall'amico, Bunny lasciò che il suo sorriso si spegnesse. "Hai ragione, ed è chiuso a chiave, per mille carote." Disse poi, sentendo il morale scendere metri e metri sotto le sue zampe. "Non possiamo davvero fare nulla?" Chiese Ned a sè stesso mentre pensava ad un modo per uscire fuori da lì. Confuso, anche Bunny si guardò intorno, e poco dopo, vide qualcosa oltre il buco di quella maledetta serratura. Le due bambine erano ancora lì, e Terra teneva la chiave sulla mensola che fino a poco tempo prima ospitava i due amici. "Dobbiamo convincerle ad aprire questa vecchia trappola." Sussurrò, serrando il soffice pugno. "E come pensi di riuscirci, coniglio?" Sospirò di nuovo l'amico mentre si faceva spazio a forza per riuscire anche lui a vedere dal buco della serratura. "Ci dev'essere qualcuno oltre a Terra capace di aprire questo coso..." Rispose lui, sempre più frustrato. "E chi?" Chiese l'orsetto mentre, incrociando le zampe paffute davanti al corpo, ci pensava intensamente. Silenzioso, Bunny non seppe cosa dire, poi  ebbe un altro colpo di genio. "La mamma! Pensaci, chiude sempre a chiave la porta di casa prima di uscire, quindi forse ha una copia di quella che ci serve!" Disse, felice di essere forse riuscito a trovare una soluzione. Interdetto, Ned ci pensò, e concluse che il coniglio non aveva tutti i torti. In fin dei conti, ll'unica cosa da fare era sperare che prima o poi la donna aprisse quel baule. "Dubito che da lei riusciremo a farci sentire..." Disse Ned, ripiombando nella tristezza più profonda. "Magari no, ma Rose è ancora lì. Forza! Vuoi uscire o no?" Osservò il soffice amico, cominciando a muoversi come un forsennato e a urlare il nome della bambina nella speranza di essere udito da lei. "Per tutto il miele dell'alveare, certo che sì!" Rispose, seccato dal non riuscire a muoversi. Così, imitando l'amico, iniziò a picchiare le morbide zampe sulla dura superficie del baule per smuoverlo e attirare così l'attenzione della piccola. Insieme, i due non accennarono a smettere, e poco dopo, arrivò il momento della verità. La bambina li aveva sentiti davvero, e con il visetto triste, aveva preso una decisione. "Adesso basta, vado a dirlo alla mamma! Aveva infatti protestato, stanca della prepotenza della sorella. Camminando, l'aveva raggiunta, poi aveva vuotato il sacco. "Mamma, Terra mi ha rubato Bunny!" Sentendo il suo nome venir fuori da quella sorta di lamentela, Terra aveva seguito la sorellina solo per spiegare il suo punto di vista alla madre e, quando le raggiunse rimase quasi pietrificata dalla frase che la piccola Rose aveva detto. "N-non è vero! Non gliel'ho rubato!" Davvero? E allora cosa ci fa nel tuo baule, signorina?" Le rispose la madre, arrabbiata. "L'ho soltanto messo via, è quello il suo posto, madre." Disse lei allora, più sicura di sè. "Non l'ho rubato." "Quello è il suo posto, dici? Terra... perchè ho il sospetto che c'entri Karon?" Rispose lei, per nulla convinta della parole della bambina. Lei c'entra in parte, madre. * Rispose lei evasiva mentre giocherellava con i piedi e abbassava lo sguardo, intimorita da quello della madre. A quelle parole, Rain rimase interdetta. Non riusciva davvero a crederci, eppure le parole di quella strega avevano spinto sua figlia a cambiare idea riguardo al suo migliore amico, che ora, come per magia non le serviva più. "Amore, hai soltanto nove anni, e arriverà un giorno in cui Ned non t'interesserà più, ma sarai tu a deciderlo, non lei, va bene?" Le disse, sorridendole e cercando di convincerla e farla ragionare. "Infatti ho deciso, adesso." Disse lei con sicurezza mentre si avvicinava alla madre per abbracciarla." Io voglio proteggervi. Accettando quell'abbraccio, Rain strinse a sè la sua bambina, poi le parlò ancora. "Tesoro, la cosa ti fa onore, davvero, ma sei troppo piccola! Pensaci, non avrai più l'occasione di divertirti come fai adesso! Dì, non vuoi tornare a giocare con il tuo cavaliere in pelo e ossa?" Sì, mamma tantissimo!" Disse poi lei arrendendosi a quell' evidente verità mentre si stringeva a lei ancora più forte. Sorridendo, Rain si lasciò abbracciare ancora. "Brava, tesoro. Adesso andiamo, così riapro quel baule, d'accordo?" Propose, prendendola per mano. "Sì, per favore, fallo!" Disse poi quasi con disperazione mentre la trascinava letteralmente nella cameretta. "Va bene, passami la chiave." Disse Rain semplicemente, abbassandosi di fronte al baule. Annuendo con vigore, Terra prese la chiave dalla mensola sopra al letto  e la passò velocemente alla madre. Prendendo quella bronzea chiave fra le dita, Rain la girò nella serratura, poi aprì quell'ormai famoso baule. "Ecco fatto, sei contenta?" Disse poi, spostando lo sguardo sulla bambina. "Adesso si, mamma, grazie!" Rispose lei con entusiasmo, abbracciandola ancora una volta. "Di niente, adesso divertiti, mia piccola grande guerriera." Rispose Rain, poco prima di andarsene e lasciarla giocare in compagnia della sorella. Senza più trattenersi, la bambina riprese il suo adorato Ned tra le braccia che, anche solo per pochi minuti, gli era mancato da morire. "Scusa Rose, non avrei dovuto farlo." Disse poi dispiaciuta mentre abbassava lo sguardo verso la piccola che riprendeva il coniglio. "Ti perdono, Terra. Non preoccuparti." Rispose a quel punto Rose, felicissima di riavere con sè il suo Bunny. Felice almeno tanto quanto la sua amichetta, il coniglietto si lasciò abbracciare, poi sciolse quell'abbraccio, ma solo per improvvisare un goffo balletto di fronte a lei.  A quella vista neanche Ned riuscì a trattenersi e si unì al ballo di Bunny, muovendosi talmente goffamente da cadere per terra più volte.Ridendo, Terra aiutò i pupazzetti a rialzarsi, poi prese loro le zampe, così che potessero mantenere l'equilibrio. "Ci siete mancati, piccolini, e  mi dispiace." Disse poi, cercando di giustificare il suo precedente comportamento. "Anche voi, amiche mie!" Rispose subito Ned, esplodendo di gioia nel rivedere la propria amica. E così, con ultimo, dolce e caldo abbraccio di gruppo, le bambine impararono una preziosa lezione, che presto identificarono come verità. Crescere è difficile, ma anche duro, e bruciare le tappe della vita non è mai la cosa migliore.
 
 
Storia numero cinque, o meglio, come dice il titolo, storia di due giocattoli, nello specifico gli storici pupazzetti Ned e Bunny, appartenuti alla piccola Terra. Ecco come si sono sentite nell'essere stati quasi abbandonati da lei e Rose.
 
Emmastory :)
   
 
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