Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    10/02/2018    3 recensioni
Le Cronache di Aveiron si sono ormai concluse, ma cosa sarebbe successo se il destino avesse avuto piani completamente diversi per i nostri cari eroi, che senza saperlo si ritroveranno quindi a vivere situazioni e avventure tutte nuove? Scopritelo dando uno sguardo a quelli che ancora pochi conoscono come "Racconti perduti di Ascantha."
Attenzione: La seguente storia tiene solo parzialmente conto degli avvenimenti nella saga originale, e alcuni dei personaggi, quali Karon, Nola, Nora, Yuri e Millie non mi appartengono, essendo infatti proprietà dell'autrice "KaronMigarashi" che ha contribuito alla sua scrittura.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 
 
Image and video hosting by TinyPic
 
 
Capitolo VI
 
Eredi di un amor proibito
 
La primavera aveva sostituito l'inverno, e anche se era passato moltissimo tempo, Maddox ricordava ancora la visita fatta ai coniugi Gardner. Sì, i Gardner, ovvero Stefan e Rain. Come sapeva, amavano moltissime le loro piccole Rose e Terra, e non vedendo altro che il loro bellissimo rapporto con le figlie, era felice per loro, ma in fondo sapeva di esserne anche geloso. Lui e Karon stavano insieme da tanto, e non aveva idea di come lei avrebbe reagito a una proposta di quel genere, ma pensandoci, concluse che valeva la pena provare. Karon era nella stanza di Maddox, al castello della loro Lady Fatima, e togliendo lo sguardo per un momento dal suo libro di incantesimi e rituali, preso in prestito alla biblioteca del proprio castello, Karon osservò l'uomo. Le dava le spalle, fissava da minuti interminabili il paesaggio fuori dalla piccola finestra. Da giorni ormai lo vedeva con quell'espressione distante, come se rimuginasse su qualche pensiero che non smetteva di tormentarlo. "Se continuerai ad avere quel volto corrucciato, ti verranno le rughe ancor prima di invecchiare." Provò a scherzarci sopra mentre richiudeva il libro e lo gettava sopra il letto con noncuranza e gli si avvicinava. "Che... che cosa?" Rispose lui distrattamente, voltandosi a guardarla nonostante fosse ancora sovrappensiero. Perplessa da quella sua strana distrazione, la ragazza sventolò una mano davanti a sè, come a scacciare un pensiero molesto. "Lascia stare, ti stavo solo prendendo in giro, Mad." Rispose poi con un ghigno divertito mentre si metteva al suo fianco e guardava fuori dalla finestra. "Allora, devo andare a ficcanasare nella tua mente o mi dici tu che cos'hai?" Chiese, leggermente irritata dal suo essere così evasivo. A quelle parole, l'uomo scosse la testa, cercando di tornare alla normalità. "Karon, ti ricordi... il giorno in cui siamo andati da Rain?" Chiese, iniziando quel discorso e cercando di non esagerare sondando il terreno. ncrociando le braccia al petto e voltandosi verso di lui, Karon lo fissò sempre più stranita, per poi cercare di ricordare il momento che aveva nominato. Se non ricordava male fu quando aveva sgridato le bambine per la troppa infantilità. "Sì..." Rispose lentamente, cercando di capire dove volesse andare a parare l'uomo con quella domanda. "Vedi, se posso chiederlo, tu vuoi bene a lei, vero?" Continuò, completamente cosciente di star girando metaforicamente intorno a quel discorso. Si conosceva, e sapeva che alle volte esprimersi gli veniva difficile, specialmente di fronte alla ragazza che amava. "Certo che sì!" Disse lei di botto e con espressione sempre più confusa, ma comunque dicendo la verità. "E' mia amica, no? ... Mad... Cosa c'è veramente? Azzardò in quel momento, guardandolo negli occhi e leggendoci dentro l'insicurezza, che non era quella la vera domanda. "Maddox, se continui a farmi domande inutili ti trasformo in un rospo. Disse poi addolcendo la voce, ma comunque puntandogli al petto il dito indice, in ammonimento. "Va bene, ma per favore ascoltami, è importante." Rispose lui, arrendendosi e volendo a tutti i costi evitare la sua ira. Capendo che non era più il momento di scherzare, Karon tornò seria e andò a sedersi sul bordo del letto, fissandolo dritto negli occhi. "Ti ascolto." Disse soltanto, calma e tranquilla. "Sai, da quando siamo andati da loro, e ho visto quanto bene vogliono alle loro bambine... ho iniziato a pensarci, e ho capito che avere un figlio da te mi renderebbe l'uomo più felice al mondo." Disse allora lui, con lo sguardo perso nei suoi bellissimi occhi viola e le mani strette nelle sue mentre le parlava. "Un figlio?" Quasi sobbalzò a quella rivelazione, e diventando rossa come un pomodoro, lo guardò con occhi spalancati, incredula. Mai, mai nella sua vita aveva pensato che ci fosse posto per una propria prole, in parte dovuto al fatto che aveva sempre pensato di non essere adatta al ruolo di madre, ma il suo cuore a quanto pareva non era d'accordo con i suoi pensieri e in quel momento iniziò a battere come un tamburo. "Sì, un figlio. Ci pensi, tesoro mio? Una piccola versione di me e te che gironzola per il castello, non ti piace come idea?" Chiese, dopo aver ripetuto quelle parole e chiarito le idee della donna. "Se nascesse un'altra me, qui dentro scapperebbero tutti a gambe levate!" Disse poi lei scherzando sopra a quel pensiero mentre iniziava a rilassarsi di nuovo e sorridendo poi all'uomo, stranamente sentendosi timida e imbarazzata. Figli... era un'idea che suonava strana nella sua mente, ma buona infondo. "E che ne diresti invece di un altro piccolo me? Un altro cavaliere, ma con un nome diverso dal mio? Ti piacerebbe, streghetta?" Azzardò, sorridendo a sua volta e stringendole ancora le mani. Non dovette pensarci molto per poterlo immaginare. Una versione più giovane del suo cavaliere che correva felice da una parte all'altra del castello. Uno dei suoi rari sorrisi dolci le illuminò lo sguardo, lasciando per un attimo galoppare quel piccolo pensiero in lei. Quella dolcezza durò solo un attimo, mascherata poi com'era sua abitudine da un ghigno divertito e le labbra truccate di rosso si arricciarono verso l'alto, maliziose. "Mad, spero che tu sia abbastanza in forze da passare questo pomeriggio insonne..."Disse sempre con quel ghigno mentre si girava verso di lui e, sensualmente, passava una mano sul suo braccio, carezzandolo. "Non hai alcun bisogno di sperare, lo sono e basta." Rispose lui, lasciandosi accarezzare e avvicinando le labbra a quelle delle ragazza senza toccarle. Un fremito d'emozione la scosse da capo a piedi mentre incontrava quelle iridi di ghiaccio e, senza più trattenersi, annullò quella futile distanza tra loro baciandolo con foga e, giocando, mordendogli il labbro inferiore con i canini. Completamente innamorato di lei, Maddox accettò quel bacio senza dire nulla, poi ne prese il controllo, e quando arrivò il momento di respirare, si allontanò staccandosi di malavoglia. Karon sussurrò il nome dell'amato mentre si sdraiava completamente sul letto e lo invitava a raggiungerla. Accontentandola, Maddox fu con lei in un attimo, e carezzandole il viso, la chiamò per nome. "Karon, tesoro mio..." Nel sentirlo parlare, la donna sorrise, poi gli scompigliò amorevolmente i capelli con entrambe le mani. "Ti amo." Le disse lui, facendosi ancora più vicino e regalandole un sorriso prima di un nuovo bacio. Silenziosa, la ragazza ricambiò quel bacio con slancio e gli circondò le spalle con entrambe le braccia. "Ti amo anch'io." Rispose poi con naturalezza, stupendosi per l'ennesima volta di quanto fosse vero quel sentimento che provava per lui. "Tantissimo." Precisò allora Maddox, dopo averla lasciata fare e  sentito il dolcissimo sapore delle sue labbra. Quel bacio non durò molto, ma la cosa non parve importargli. Erano insieme, e in quel momento, quella era l'unica cosa a contare. "Nessun ripensamento, Cavaliere?" Chiese lei con voce divertita mentre gli sorrideva e gli passava il dito indice su una guancia e ripercorrendo poi il contorno delle labbra tumide. "No, e tu, streghetta?" Rispose lui con sicurezza, guardandola negli occhi e rigirandole la domanda. "Nessuno." Rispose lei con sicurezza e addolcendo lo sguardo. Non lo avrebbe detto, ma sentiva una strana impazienza dentro di se', come se avesse atteso quel momento da sempre. "Proprio quello che volevo sentire." Sussurrò lui, prendendole con delicatezza entrambi i polsi e sorridendole, malizioso. Quella che avevano appena preso poteva sembrare una decisione affrettata, ma amandosi, si fidavano l'uno dell'altra, e restando in silenzio, Maddox non attese, iniziando subito a posare una scia di dolci ma roventi baci sul collo della sua ragazza. Impossibilitata a muoversi per via della ferrea stretta sui suoi polsi, Karon non poté far altro che tremare d'emozione sotto i baci di Maddox e, chiudendo gli occhi, sospirò di piacere. Sorridendo, Maddox non smise di baciarla, e nel farlo, si concentrò anche sulle sue spalle, carezzandole con dolcezza. "Maddox, ti prego..." Impaziente, Karon arrivò a supplicare l'uomo che amava per mettere fine a quella dolce tortura. Sentiva l'intero corpo tremare impercettibilmente dalla frenesia che in quei momenti lui le accendeva dentro come un incendio. Colto alla sprovvista da quella supplica, Maddox capì di stare esagerando, e guardando la donna negli occhi, si fermò. L'amava, ed era certo che lei ricambiasse, ma non avrebbe mosso un muscolo a meno che lei non l'avesse voluto. Provocandolo, Karon fece scivolare una gamba lungo un fianco di lui e avvicinò le labbra alle sue, mordendogliele lievemente. "Cavaliere, quanto ancora mi farai aspettare?" Chiese poi con una risata divertita, sorridendo e fissandolo negli occhi. "Credo che tu abbia aspettato abbastanza, amore mio." Rispose lui, accettando quel veloce bacio e quei piccoli morsi senza proteste. "Lo credo anch'io." Rispose  lei con divertimento mentre iniziava a strusciarsi su di lui in modo sensuale. "Su, adesso rilassati, sono qui." Disse allora lui, tornando a concentrarsi sul suo corpo e indugiando sul viso, carezzandolo lievemente. Poco dopo, abbassò lo sguardo e inspirò a fondo, preparandosi a realizzare il desiderio che lei nascondeva. Innamorato, agì lentamente, non facendo che guardarla e sentirla dar voce al suo piacere. Con il viso in una maschera di pura estasi,Karon si adattò presto a lui, prendendo a baciarlo e accarezzarlo sul viso e le spalle. Aveva desiderato a lungo quel momento e ora si teneva stretta a lui, coinvolta nel fisico e nel cuore. Accettando quei baci, Maddox sorrise, poi le morse le labbra, imitando quello che lei aveva fatto poco prima. Sentendo il suo corpo fremere per l'ennesima volta, capì che ormai era vicina al suo limite e si strinse all'uomo più di prima affondando il viso nell'incavo del collo forte di lui, trattenendo a stento gemiti e sospiri. ilenzioso, Maddox continuò ad assecondarla, felice. Stavano insieme da quasi un intero anno, e malgrado forse la loro relazione sarebbe sicuramente stata malvista dalla gente a causa del suo essere un umano, a lui non importava. Il loro amore era vero, e puro come quello di chiunque altro. Se un anno prima le avessero detto che si sarebbe innamorata di un umano, lei ci avrebbe riso sopra. Ed ora il suo cuore apparteneva irrimediabilmente a quell'uomo dagli occhi di ghiaccio. "Ti amo." Disse fra un sospiro e l'altro mentre si lasciava andare completamente al controllo di lui, incantata e innamorata. Anch'io, tesoro, con tutto me stesso. Rispose lui, appagato ma sfinito da quel rapporto. Con un sorriso felice sul volto, Karon si raggomitolò su di lui come un gatto, aspettando che il suo corpo si calmasse e chiuse gli occhi, ascoltando il cuore che continuava a battere veloce. Regalandole l'ennesimo sorriso, Maddox guardò la sua bella Karon negli occhi, poi prese a carezzarle la schiena e i capelli, sperando che questo l'aiutasse a dormire.Tra uno sbadiglio e l'altro, esausta, un piccolo pensiero le si affacciò nella mente e con la voce impastata di sonno non perse tempo a chiedere all'uomo un parere al riguardo. "L'avresti mai detto, Mad? Che un giorno ci saremmo innamorati l'uno dell'altra?" "No, ma sono felice che sia accaduto, streghetta mia." Rispose, continuando a stringerla e coccolarla mentre la teneva fra le braccia. "Ora riposa, ci rivediamo domani." Le consigliò, per poi darle le spalle e sbadigliare poco prima di chiudere gli occhi. Annuendo in silenzio, Karon si sistemò più comodamente sul suo posto e, non appena si rilassò, un sonno profondo la pervase, facendola finalmente riposare. Lentamente, la luce del giorno soppiantò le tenebre notturne, e con l'arrivo del sole nel cielo, Maddox si svegliò prima di lei. "Karon, amore, svegliati." La pregò, scuotendola leggermente. Sentendosi scuotere e disturbare, Karon si lamentò con alcuni borbottii mentre si tirava fin sopra la testa le coperte per nascondersi. "Non ancora." Riuscì a dire, fra uno sbadiglio e l'altro. "Va bene, dormigliona. Posso fare qualcosa?" Rispose, ridendo della sua pigrizia e lasciandola dormire. "Esiste il caffè nel tuo mondo?" Chiese lei da sotto il mucchio di coperte mentre cercava di aprire gli occhi, ma non avendo comunque alcuna intenzione di scendere dal letto caldo. "Certo! Dammi un attimo, te lo porto subito." Rispose lui, sorridendole e alzandosi dal letto, deciso a raggiungere la cucina e portarle il suo tanto amato caffè. Uscendo dalla stanza, raggiunse la sua destinazione, scoprendo la presenza di Rachel e Lady Fatima, entrambe sveglie come lui e intente a sorseggiare quella scura bevanda. Avvicinandosi alla caffettiera, sperò che ne fosse rimasto abbastanza, e per pura fortuna, riuscire a riempire una tazza intera. Una volta fatto, tornò dalla sua ragazza, facendo attenzione a non rovesciarlo mentre camminava. Sentendo odore di caffè, Karon uscì fuori dalla sua morbida tana con rinnovato vigore e , ringraziando il suo uomo con un veloce bacio sulla guancia, afferrò la tazza per poterne bere il contenuto. Non proferendo parola, Maddox si beò della sua felicità, e non appena finì di bere, posò la tazza sul comodino lì accanto, sorridendole ancora. "Allora? Come ti senti?" Le chiese, curioso. Stiracchiandosi come una gatta, Karon rispose alla sua domanda con voce divertita. "Come se mi fossi reincarnata una seconda volta." Adorava il caffè, peccato che nel suo mondo non esisteva affatto. Balzando da un portale all'altro lo aveva scoperto quasi per caso qualche anno prima ed era stato subito amore. "Ne sono felice, sai?" Rispose lui, avvicinandosi e baciandola teneramente su una guancia. In risposta, lei sorrise divertita, poi lo guardò con curiosità. "Se non mi avessi svegliato tu credo proprio che avrei tirato dritta fino al tramonto! A proposito... come mai mi hai svegliata?" Osservò, completando quel discorso con quella domanda, cercando di ricordare se avessero qualche cosa in particolare da fare quel giorno. "Nessuna ragione, amore, volevo soltanto stare con te." Disse, rimanendo calmo e tranquillo ma stringendole la mano con delicatezza. "Allora hai fatto bene, mio cavaliere." Rispose lei mentre usciva fuori dalle coperte, e con ancora il corpo del tutto spoglio da qualsiasi indumento, si avvicinò per poterlo abbracciare.Lasciandola fare, lui la strinse a sè, poi la vide cambiare espressione, quasi come se si fosse appena fatta male. costandosi in fretta da Maddox, Karon represse a fatica un'improvvisa ondata di nausea. Confusa, non capiva perché si stava sentendo male in quel momento così calmo. "Karon, tesoro, va tutto bene?" Chiese allora lui, improvvisamente preoccupato. "Non lo so." Rispose lui titubante mentre cercava di alzarsi dal letto e respirare più lentamente. "Mi sento strana." "Karon... mi dispiace!" Disse allora Maddox, provando istintivamente pena per lei. "Non sai quanto dispiaccia a me!" Rispose lei, cercando di scherzare mentre parlava, con una seconda ondata di nausea che le faceva storcere la bocca in una smorfia. A quelle parole, Maddox non seppe come rispondere, ma poi, ecco che gli venne un'idea. Pensandoci, ricordò che non visitavano la loro coppia preferita da mesi, così, sorridendo, avanzò quella proposta. "Va bene, ascolta. E se andassimo a trovare Rain? Così non penserai a tutto questo, che ne dici?" "Andare a rompere le scatole alla principessina? Non me lo faccio ripetere due volte!" Rispose lei con entusiasmo, dimenticando anche se per poco la nausea che le attanagliava lo stomaco. Poco dopo, fece un passo verso di lui, e una nube rossastra ossastra le ricoprì il corpo rivestendolo del suo kimono bianco e rosso. "Perfetto, allora andiamo, ma niente portali, signorina." Dichiarò lui, felice ed entusiasta mentre le prendeva di nuovo la mano. "Come sarebbe a dire niente portali?" Chiese lei con accentuato disappunto. Adorava saltare da un portale all'altro e li usava ogni volta che ne aveva l'occasione. "Mi hai sentito bene, non stavolta. Puoi stare tranquilla, mi occuperò io di tutto," Spiegò lui, sorridendole con amore. "L'ultima volta che qualcuno mi ha detto di stare tranquilla è scoppiata una rivolta di non morti." Disse lei con sospetto mentre o guardava divertita e si avvicinava a lui, pronta per uscire dalla stanza. "Karon, dico sul serio. Cos'è? Non ti fidi?" Rispose lui, cercando di convincerla. "Certo che mi fido di te, Maddox." Disse lei con voce sicura mentre gli afferrava la mano e la stringeva lievemente. "Prima stavo solo scherzando." Aggiunse, con un ghigno divertito che le increspava le labbra. "Non dovresti farlo su certe cose, streghetta." Rispose lui, andando a picchiettarle un dito sul naso per gioco. "Sai che non lo farei mai." Disse lei in risposta, scherzosamente. "Dai, usciamo da qui, ho proprio voglia di prendere una boccata d'aria." Aggiunse poi, ansiosa di raggiungere l'aria aperta. "Anche subito, mia bella dama." Rispose lui, continuando a scherzare e offrendole il braccio mentre lasciavano la stanza. Il primo passo era fatto, ora toccava al colloquio con Lady Fatima. Forse era un'esagerazione, ma in genere nessuno poteva prendere la sua carrozza e il suo cavallo senza prima chiedere. Fidandosi del suo uomo, Karon lo seguì senza alcun timore, ma rimase comunque perplessa nel vedere che invece di recarsi al portone principale, stavano andando verso la sala del trono. Lentamente, Maddox raggiunse Lady Fatima, trovandola come sempre in compagnia di Rachel. Era seduta sul suo trono, e sul viso aveva dipinta un'espressione di pura noia. La giornata per Fatima si stava rivelando di una noia mortale e per fortuna che aveva al suo fianco la sua Rachel o sarebbe davvero morta di noia. Tutto era in assoluto ordine al castello e non un fiato usciva da quelle mura di pietra. Quando però vide Maddox e Karon entrare nella sala insieme, si sistemò sullo scranno e li guardò con volto imperscrutabile, chiedendosi del motivo della loro presenza lì. Milady Fatima, siamo qui per chiederle un favore." Iniziò Maddox, sperando che desse loro udienza. "Un favore?" Ripetè lei con curiosità mentre alzava una mano per indicare all'uomo di avvicinarsi. "Parla pure." Lo esortò, rimanendo tranquilla. "Sì, esatto. Vede, Karon ed io vorremmo far visita ai Gardner, ma lei non sta bene, così pensavamo di andarci a cavallo, in modo che lei riesca a riposare." Disse semplicemente, ancora preoccupato per la sua donna. "Karon, questa è una novità." Osservò allora Fatima mentre studiava la donna, trovando assai strano che una come lei di salute robusta stesse male, anche se in realtà sembrava più pallida del solito. "Immagino tu voglia la mia carrozza." Azzardò poi, con una vena di riluttanza. "S-sempre che sia possibile, Signora." Rispose allora Maddox, facendo le sue veci e attendendo in silenzio una risposta. Silenziosa, la Leader ci pensò un attimo. In fin dei conti, a lei non serviva, e quella carretta stava a prendere povere da  una parte delle stalle del castello inutilmente. "E sia. Puoi averla." Decise, fidandosi di entrambi. "Grazie, milady, grazie. Torneremo presto, promesso." Rispose Maddox, sorridente e felice mentre si voltava a guardare la sua Karon. "Andate, dunque." Rispose lei con noncuranza mentre ventolava una mano verso la coppietta per indicare loro l'uscita del castello. "E porgete i miei omaggi ai Gardner." Aggiunse poi, ricordando con affetto la coppia di amici. "Sarà fatto, milady." Disse a quel punto l'uomo, per poi voltarsi e ringraziarla ancora. Di lì a poco, lui e Karon furono nelle stalle del castello, e nonostante il viaggio fu lungo, la cosa non parve toccare nessuno dei due. Il fido stallone nero della donna galoppava veloce, e non appena raggiunsero la destinazione, lui smontò da cavallo, aiutando subito la sua ragazza a scendere dalla carrozza. Siamo arrivati, mia piccola strega." Le disse, sapendo di divertirla con quel parlare così antico. Stringendosi al suo uomo mentre scendeva, Karon non riuscì a reprimere un sorriso nel sentirlo parlare in quel modo e ricambiò con le stesse parole. "Mio prode cavaliere! Finalmente!" Disse infatti, per poi scoppiare in una risata divertita. "Vero?" Questo viaggio sembrava non voler finire, eppure eccoci." Rispose allora lui sorridendole mentre si avvicinava alla porta per bussare. "Perchè bussì?" Chiese lei con un ghigno malefico mentre aspettava che qualcuno aprisse loro la porta. "Io non lo faccio mai quando vado a trovarli." Confessò, scherzosa. "Tu no, ma io sì, signorina." Disse semplicemente Maddox, aspettando che la porta venisse aperta. "Sbaglio o ci stanno mettendo troppo?" Indagò poi Karon, incrociando le braccia al petto e iniziando a battere un piede sul terreno, impaziente. "In effetti hai ragione." Osservò allora Maddox, incerto e dubbioso. Scivolando nel silenzio, attese, poi bussò di nuovo. Fu quindi questione di un attimo, e ad aprire la porta fu Terra, che a soli sei anni, era assieme alla sorellina Rosie la piccola di casa. "Ehi, piccola!" Rispose Karon con entusiasmo mentre scompigliava i capelli a Terra e poi a Rose, parlando però con la più grande delle due sorelle. "Dov'è nascosta la principessa?" Chiese, curiosa. "Scusa, Karon, mamma sta preparando la colazione. Rispose allora la bambina, per poi scostarsi dall'uscio e lasciarla entrare. Silenziosa, Karon non capì il perchè, ma non appena entrò nella casa e il forte odore della colazione le arrivò al naso, una nuova ondata di nausea le sconvolse lo stomaco. Cercando di far finta di nulla, afferrò la mano di Maddox mestamente. "Cosa diavolo sta preparando? Pesce marcio? Rain! Non vorrai avvelenare la tua giovane prole, spero!" Disse poi a gran voce mentre si dirigeva in cucina. "Karon! Sta zitta! Possibile che detesti così tanto l'odore dei miei pancake?" Rispose lei, irritata dal suo ormai conosciuto modo di fare. "Pancake?" Chiese l'asiatica sbigottita, non riuscendo a capire il perchè di quella puzza e non collegandolo certo ai dolcissimi pancake di Rain, che anche lei adorava. "Allora è il mio naso che ha qualche problema." Disse soltanto, mentre parlava con sè stessa e sbirciava nei piatti e si appoggiava al bancone della cucina. "Ne vuoi un morso?" Disse poi Terra, offrendo il dolce all'amica. Non riuscendo a dire di no alla bambina, Karon l'afferrò e ne morse metà. "Buonissimi!" Commentò, parlando con la bocca ancora piena mentre masticava. "Oggi ho davvero un problema dietro l'altro..." Si lamentò, sentendo ancora quel forte odore provenire dai dolci di Rain. "In... In che senso? Non stai mai così male!" Azzardò allora la piccola, improvvisamente preoccupata. "Non chiederlo a me, anch'io sono confusa da questa cosa..." Ammise la donna con il cruccio sul volto. "Prima la nausea, ora l'olfatto. Bah!" "Maddox, tu la ami, sai che cos'ha?" Continuò Terra, rivolgendosi stavolta all'uomo e sperando che avesse una risposta. Divertita dalla curiosità della bimba, Karon la prese in braccio e, insieme a lei, iniziò a fissare Maddox. "Allora? è da maleducati tenere dei segreti!" Protestò, indignata dal loro silenzio. "Ha ragione, Maddox, già!" Le fece eco la donna, mentre continuava a fissare il suo uomo con insistenza. "Va bene. Terra, tesoro, vedi... Non sappiamo quando, ma un giorno tu avrai un amico con cui giocare." Confessò l'uomo, per poi scivolare nel silenzio e guardare la sua donna con un sorriso sul volto. Imbarazzata ed emozionata da quel discorso, Karon avvampò come una torcia e rimase in silenzio, aspettando una qualsiasi reazione da parte dei presenti. "Karon! Ma... ma dice sul serio?" Chiese a quel punto Rain, incredula ma felice per lei. Non sapendo come comportarsi in una situazione mai affrontata prima, impacciata come non lo era mai stata, Karon nascose il viso dietro la testa della bambina, stringendosela al petto con amore. "Se tutto va bene, credo di sì." Disse poi, con il volto ancora rosso come fuoco vivo. "Buon Dio, congratulazioni!" Le rispose l'amica, alzandosi in piedi per avvicinarsi e abbracciarla, facendo attenzione a non farle male. "G-Grazie." Biascicò lei, del tutto impreparata dallo scoppio di felicità dell'amica e accettando per questo l'abbraccio della donna con poca sicurezza. "Puoi contare su di noi, per qualsiasi cosa." Aggiunse Stefan, dimenticando per un attimo tutti i loro precedenti dissapori. Grata, Karon annuì con la testa mentre pensava al fatto che, in effetti, nè lei nè Maddox sapevano nel dettaglio a cosa sarebbero andati incontro con il tempo. Da quel momento in poi, il mattino a casa Gardner divenne pomeriggio, poi sera, e poi notte. Inutile dire che per Karon e Maddox arrivò il momento di tornare al castello di Lady Fatima, e lentamente, la sua condizione non fece che progredire. Di giorno in giorno, il ventre della donna diventava sempre più pronunciato, e Maddox, sempre attento, si adoperava sempre per renderla felice. Si assicurava che mangiasse e dormisse abbastanza, le teneva compagnia ogni volta che voleva, e si occupava perfino di tenere a bada la sua ansia, derivante, come c'era d'aspettarsi, da tutti i cambiamenti del suo corpo. Ben nove mesi dopo, il vero miracolo. Durante la notte, Karon fu svegliata da un fortissimo dolore all'addome, e il viaggio in ospedale fu imminente. Le ci vollero ore di sofferenza, e il suo fu un parto travagliato, ma non importava, poichè l'unica cosa a renderla felice in quel momento era la presenza nella sua vita di due neonati, un energico maschietto e un'adorabile femminuccia, entrambi ritratto della salute più perfetta. Qualche giorno dopo, ancora in ospedale per controlli d'aggiornamento, Karon non riusciva a togliere gli occhi di dosso ai due piccini che, come piccoli felini, dormivano rannicchiati dentro delle piccole culle poste vicino al suo letto.  Non riusciva a credere che una donna come lei fosse riuscita a dare alla luce qualcosa di così puro e meraviglioso. Mentre passava un dito sulla guancia paffuta della femminuccia si chiese se avrebbero ereditato i suoi poteri o le sue vere sembianze di lupo. Felice almeno tanto quanto lei, Maddox guardava i bambini senza dire una parola, e quando una solitaria lacrima gli solcò il volto, Karon fu lì per asciugargliela. "Sono bellissimi, tesoro." Commentò lui, mentre sorridendo, le stringeva la mano. Ricambiando la stretta e lo stesso identico sorriso felice, Karon gli diede un bacio sulla guancia e tornò ad osservare i piccoli. "Davvero." Rispose poi, incantata dai due. "I nostri figli." Non dimenticò di aggiungere, orgogliosa. "Che noi due ameremo per sempre." Disse a quel punto l'uomo, voltandosi verso di lei per baciarla. "Sempre." Rispose lei di rimando mentre posava le labbra su quelle dell'amato per un bacio delicato e lento. Lasciandola fare, Maddox godette di quel contatto, e non appena si staccarono, il dottor Patrick fece il suo ingresso nella stanza d'ospedale che occupavano. Sembrava incredibile, ma per Karon era arrivato il momento delle dimissioni, e in altre parole, lei e il suo cavaliere avrebbero finalmente potuto portare a casa i loro piccoli. Mentre ascoltava il dottore snocciolare una lista di cose da fare e non fare durante un tempo limitato dopo il parto, Karon aveva in testa una sola domanda che l'assillava dal momento in cui erano nati i piccoli. Quando si mise assieme a Maddox, Karon aveva sempre fatto la spola tra Ascantha e le Terre Celesti pur di poterlo vedere ogni giorno, ma adesso avevano bisogno di un posto stabile. "Karon, tutto bene? Sembri... pensosa." Azzardò lui, guardandola mentre si spremeva le meningi. "In effetti sì, lo sono." Rispose lei con serietà mentre tornava a posare lo sguardo sui gemelli. Pensando a come spiegare il suo cruccio, si morse il labbro inferiore. "Su, parla. Sai che puoi dirmi tutto." La incoraggiò lui, posandole una mano sulla spalla. "Non posso stare a lungo fuori dalla mia terra, ma loro sono nati qui." Trovò il coraggio di dire, sospirando e sorridendo mesta nell'accarezzare uno dei piccini. "Cosa facciamo, Mad?" Chiese poi, andando alla disperata ricerca di un consiglio. "Tesoro, il fatto che siano nati qui non conta, siamo i loro genitori, tocca a noi decidere cos'è meglio per loro." Rispose lui, continuando a tentare di rassicurarla. Sentendosi rassicurata da quelle parole, Karon lo abbracciò con slancio, tenendolo stretto a sè con forza. "E tu? Non ti mancherà Ascantha?" Azzardò, preoccupata. "Sì, mi mancherà, ed è vero, ma potremo tornare tutte le volte che vorrai." Rispose lui, tenendole la mano e sorridendo mentre le parlava al solo scopo di darle coraggio. Togliendosi quel grosso peso dal cuore, Karon sorrise dolcemente al suo amato, stringendosi di più a lui. "Allora dovrò iniziare a pensare ad un posto sicuro per noi laggiù, evitare la guerra almeno per un pò..." Biascicò, torturandosi le membra nel farlo. Hai ragione, ma per adesso... ti va di andare a casa?" Chiese lui subito dopo, spronandola a lasciare quel così clinico e arido posto. "Sì!" Rispose lei con entusiasmo, sollevata almeno tanto quanto lui all'idea di poter uscire da lì. "Allora andiamo, forza." Disse l'uomo, varcando la porta di quella stanza e uscendo finalmente dall'ospedale. Seguendo l'amato con i piccoli tra le braccia fuori da quel luogo che puzzava di medicine e sangue, Karon tornò al castello di Lady Fatima, stanca ma comunque desiderosa di godersi appieno i primi giorni di nascita dei suoi piccini. Appena arrivata, Karon fu accolta da Rachel e dalla Leader in persona, che facendole la stessa promessa di Stefan e Rain, si assicurarono che i nuovi piccoli arrivati ricevessero le cure migliori. Una volta raggiunta la sua stanza, si richiuse la porta alle spalle con un sospiro di sollievo. "Finalmente. Credevo che non saremmo mai più arrivati. "Devo darti ragione, sai? I viaggi a piedi sono lunghissimi." Le rispose Maddox, andando a sedersi sul letto cercando di riposare le gambe stanche. "Avrei usato il portale, ma..." Iniziò a dire, mentre si sedeva accanto a lui. stringendosi al suo braccio e lasciandosi andare in uno dei rari momenti di tenerezza che aveva solo con Maddox. "...non mi sono fidata con i piccoli." Concluse poi, sinceramente preoccupata. "No, non dirlo nemmeno. Siamo i loro genitori, e siamo qui apposta per proteggerli." Rispose lui, quasi arrabbiandosi con lei per quel che aveva appena detto. "Vero, immagino che d'ora in poi dovremo stare molto attenti per loro." Disse in un bisbiglio, guardandosi le mani e pensando che forse limitare la sua magia per qualche tempo sarebbe stata la scelta migliore. Voleva crescere i figli nel modo più normale e umano possibile, finché non sarebbero stati abbastanza grandi da poter decidere da soli al riguardo. Poco dopo, tornò a guardare Maddox negli occhi, ed ebbe un brivido nel vedere la sua espressione. Non glielo diceva mai, ma lo amava anche quando si arrabbiava. "Se continui a guardarmi così non ti resisterò, mio cavaliere." Disse con una punta di malizia nella voce, mentre gli passava un dito sulla fronte per stendere quelle piccole rughe che gli si erano formate nel rabbuiarsi. "Karon! Amore! Non davanti ai piccoli." Rispose lui, cambiando espressione e scoppiando a ridere proprio di fronte a lei. Nel farlo, si sdraiò sul letto e posò la testa sul cuscino, per poi invitarla a fare lo stesso. Di lì a poco, lei lo seguì, e sdraiati sul comodo letto che condividevano, non poterono evitare di guardare i loro bambini, che dormivano beati nonostante la guerra che infuriava nel loro regno d'origine e nei cuori di entrambi i genitori.  
 
 
Ed eccoci arrivati alla sesta storia, una sorta di sequel de "La maga e il cavaliere", con Karon e Maddox come protagonisti sempre innamorati, che qui diventano genitori di due bambini, eredi di un amore proibito.
 
Emmastory :)   
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory