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Autore: steffirah    11/02/2018    1 recensioni
La vita di tutti i giorni che si fonde con una fiaba,
la quotidianità di due adolescenti che si tinge d'affetto.
[Prompt della Shaosaku week dal 10 al 16 luglio 2017]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kero-chan -Cerberus, Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sospirai sollevata, sprofondando nei cuscini del divano, lasciando che mi assorbissero. Che bello poter finalmente alzare i piedi e stendere le dita!
«Fanno male?», mi chiese Shaoran-kun, inginocchiandosi a terra di fronte a me.
«Non molto, soltanto che non sono abituata a portare i tacchi.», sorrisi imbarazzata, grattandomi la testa.
«Sai che non era necessario.», mi fece notare, prendendomi un piede tra le mani per massaggiarlo.
Arrossii dinanzi alla sua premura, ma non dissi niente. Sviai lo sguardo, borbottando tra me. Certo che era necessario. Era la prima volta che mi portava a cena fuori e ci tenevo ad essere presentabile. Proprio per questo motivo mi ero fatta consigliare da Tomoyo-chan quale potesse essere l’abbigliamento perfetto per un appuntamento galante, che mi facesse sembrare matura e al contempo mi facesse sentire a mio agio. Così facemmo shopping insieme e acquistammo proprio questo maglioncino a collo alto color salmone, la gonna a vita alta decorata con ciliegi, il cappotto beige-rosato dal taglio princess e i tacchi col laccio alla caviglia color crema. L’unica cosa che avevo aggiunto che già possedevo erano degli orecchini con le perle, affinché mi conferissero un tocco classico; lui stesso me li aveva regalati un po’ di tempo fa. Mi portai dei capelli dietro le orecchie, sorridendo.
«Neh, Shaoran-kun? Ricordi che giorno è oggi?»
Lui passò all’altro piede, prima di guardarmi con un sopracciglio alzato.
«Il 23 dicembre.»
«È il giorno in cui ti trasferisti nella nostra scuola!», sorrisi raggiante.
Notai le sue guance imporporarsi, forse ricordando i tempi delle elementari.
«Perdonami per il mio comportamento di allora…», mormorò mortificato.
Scossi la testa, portandolo su un altro argomento ben più importante – e pertinente col Natale.
«Piuttosto, ho deciso per l’occasione di portare con me tutti i regali che mi hai fatto!»
Lui mi fissò allibito mentre prendevo la borsa, rovistandone il contenuto e cacciando un oggetto alla volta.
«Questo!», esclamai, mostrandogli un fazzoletto a quadretti blu e celesti. «Lo ricordi?»
Lui si appoggiò al divano, scrutandolo più da vicino. Sgranò gli occhi, sembrando finalmente realizzare.
«È quello che ti diedi nella grotta quando catturasti Erase!»
«Esatto!», esultai sventolandolo.
«Lo conservi ancora?», chiese sorpreso.
«È ovvio! Fu il momento in cui compresi quanto tu fossi gentile con me.»
Lui abbassò la testa nascondendosi il viso, probabilmente imbarazzato.
«Anche io ho conservato il tuo.», mormorò con un fil di voce.
«Il mio?», ripetei confusa.
Annuì una sola volta, spiegando: «Quello che mi desti quando mi ferii al braccio, mentre ti proteggevo da Shadow.»
«Oh.» Improvvisamente ricordai quante volte in passato mi avesse aiutato, nonostante avessimo asserito in quel periodo di essere “rivali”. Era quasi buffo ripensarlo dopo tutti quegli anni trascorsi insieme.
«E anche quello che ti diedi… al parco… del re Pinguino….»
La sua voce si fece sempre più flebile, probabilmente perché stava riportando alla memoria quel momento. Arricciai le labbra, contrariata. Mi abbassai alla sua altezza, sperando di mostrarmi serena – e, insieme, minacciosa.
«Mi auguro tu abbia conservato anche lo yukata che cucii per te.»
«Certo!», esclamò, alzando di scatto la testa per guardarmi con onestà.
«Ne sono lieta.» Sorrisi a trentadue denti, per poi notare: «Ci siamo scambiati tanti fazzoletti.»
«È vero. Perché io mi ferivo spesso.», fece spallucce.
Trattenni una risata, osservando: «E perché io piangevo spesso.»
Lui mi guardò corrucciato, passandomi un pollice su una guancia. Presi la sua mano, stringendogliela rassicurante.
«Ora non più.»
Mi rivolse un breve sorriso prima di prendermi le mani, voltandone i palmi verso l’alto. Le osservò pronunciando, imbronciato: «Per cucire lo yukata anche tu ti riempisti di ferite.»
«Non era grave.»
«Forse no, ma io ero così preoccupato. Non riuscivo a capire cosa ti passasse per la testa, ero convinto che avessi deciso di cimentarti in qualcosa di pericoloso senza richiedere il mio aiuto.», sussurrò, posando un piccolo bacio su ogni polpastrello.
Sorrisi intenerita, chiudendo gli occhi, rievocando quel momento.
«Ciò che mi rese ancora più felice allora fu invitarti a casa mia. Farti conoscere mio padre. E vedere il tuo viso quando scopristi quel che avevo fatto per te. Gli sguardi che mi rivolgevi in quel periodo, Shaoran-kun, erano così pieni di amore… Ed io ero così cieca da non accorgermene. Eppure per me eri già diventato così importante.»
Mi abbandonai ai ricordi, appoggiando la testa contro lo schienale del divano. Lo sentii alzarsi per sedersi accanto a me, e ne approfittai per posare il capo sul suo petto.
«Cos’altro hai portato?», domandò curioso.
Risi sotto i baffi, certa che a breve sarebbe esploso dall’imbarazzo. Afferrai una custodia e gliela mostrai, non celando un ghigno.
«Vuoi sapere cos’è?»
«Quasi ho paura. C’entra Daidouji, non è così?»
«Hehe! Si tratta del video in cui tu gridasti il mio nome, quando rimasi intrappolata nella buca insieme a tutte quelle pecore.»
«Ma allora non è un regalo mio.»
«Invece sì, Shaoran-kun! È una testimonianza del tuo affetto per me! Sebbene non fosse stata la prima volta in cui mi avevi chiamata “Sakura”, quel giorno fu molto emozionante sentirti. Eri così in ansia.»
«Temevo ti fosse successo qualcosa.»
«Sei sempre stato iperprotettivo.», ridacchiai.
«Ma zitta.», borbottò, guardandomi di traverso.
Risi maggiormente a quella reazione e lui mi fissò irritato, tirandomi le guance.
«Sappi che il giorno in cui vedesti il video provai a confessarmi, se soltanto Kerberos non si fosse intromesso.», sbottò.
Lo fissai scioccata da quella rivelazione. Cosa?! Già allora?
«E ci riprovai anche il giorno dopo, a scuola, invano. Poi successe quel che successe e persi ogni occasione di dirti quel che provavo.»
Mi portai le mani alle labbra, prossima alle lacrime. Non riuscivo a crederci.
«Da tutto quel tempo… Io ti piaccio… da tutto quel tempo?»
Notai le sue guance arrossire mentre guardava dall’altro lato, tergiversando.
«Shaoran-kun, aspetta! Non ne abbiamo mai parlato, ma… da quanto tempo io ti piaccio?»
Trattenni il fiato, in attesa che parlasse. Lui si voltò a guardarmi riluttante, persino le sue orecchie erano diventate dello stesso rosso delle fragole.
«Non ne sono sicuro. Probabilmente dalla cattura di Erase.»
Sgranai gli occhi, sentendomi un groppo in gola. Non l’avevo capito. Io non avevo capito un bel niente.
«Shaoran-kun…»
«Non pensarci adesso, l’importante è che alla fine sono riuscito a dirtelo.», mi interruppe, carezzandomi i capelli.
Nascosi per un istante il volto sulla sua spalla, trattenendomi dal piangere. Aveva ragione. L’importante era aver fatto chiarezza coi nostri sentimenti ed essere riusciti a dircelo a vicenda.
Alzai di poco la testa, adocchiando un oggetto familiare sulla mensola alle nostre spalle.
«Ma quello non è l’astuccio che feci per il White Day?»
«Quello che io scambiai per un porta hashi…»
Si portò una mano sul viso per la vergogna, mentre io risi ilare al ricordo. Che fraintendimenti assurdi, hahaha. Ma soltanto lui poteva scambiarlo per un oggetto del genere.
«Ancora non mi è chiaro, comunque, come facesti ad indovinare che quella cioccolata te l’avessi regalata io.»
«Si capiva dal sapore!», spiegai semplicemente, dandolo per scontato.
«Come dal sapore?»
«Non era la prima volta che mangiavo qualcosa preparato da te! Già in precedenza, quando avevo la febbre, venisti con Tomoyo-chan a portarmi dei muffin cucinati durante l’ora di economia domestica, no?»
Lui sbatté le palpebre, incredulo.
«Ero convinto avesse mangiato tutto Kerberos.»
«No.», risi divertita. «Qualcosa riuscii a salvarlo per me! E da allora riuscii a riconoscere le cose preparate da te dal sapore. È diverso.»
«Diverso?»
«Forse perché sei un ottimo cuoco.», rimuginai. «O perché c’era un ingrediente particolare?»
«Mmm non mi pare.», ragionò.
«C’era l’amore.»
Lui sgranò gli occhi, avvampando, al che gli diedi un bacio su una guancia.
«Ma questo è il regalo più importante.»
Sorrisi teneramente, prendendo tra le braccia il suo orsacchiotto. Il suo viso si distese e si allungò dietro di sé, per prendere anche l’orsacchiotto che gli avevo regalato io.
«Effettivamente è come se me lo avessi detto in quel momento.», riflettei.
«Quando ti dissi che potevi tenerlo?»
«Esatto. Era come se mi avessi detto che ti piacevo, no?»
Poggiai i nostri peluche uno vicino all’altro, notando quanto formassero una bella coppia. Mi allargai in un sorriso e notai anche il suo sguardo raddolcirsi.
«C’è anche un altro regalo importante.»
«Un altro?»
Lo guardai confusa. Lui sorrise più ampiamente, alzandosi e ordinando gentilmente: «Chiudi gli occhi.»
Feci come desiderava e rimasi in attesa, finché non lo percepii in prossimità dei miei piedi.
«Shaoran-kun? Posso aprirli adesso?»
Lui mormorò a bocca chiusa un consenso e, quando lo feci, lo trovai inginocchiato dinanzi a me, con in mano una rosa di un color rosa pastello. Lo fissai incuriosita e lo ringraziai, prendendola. Solo quando la avvicinai al viso mi accorsi che al centro della corolla c’era un bigliettino arrotolato su se stesso. Lo distesi, trattenendo un sorriso, chiedendomi cosa avesse escogitato. All’interno vi lessi “il nostro passato”. Il nostro passato?
Confusa alzai lo sguardo su di lui e lo vidi porgermi un’altra rosa color pesca. Dove la teneva nascosta? Dietro la schiena? Afferrai anche questa inalandone il profumo e vidi che anche qui c’era un bigliettino. Su di esso lessi: “il nostro presente”. Deglutii, cercando di capire cosa stesse cercando di comunicarmi.
Appoggiai delicatamente anche questa sulle mie gambe e quando guardai nuovamente Shaoran-kun notai le sue guance rosee, mentre mi porgeva una terza rosa, stavolta rossa.  
«Sakura.», esordì, cogliendo la mia attenzione prima che riuscissi a guardare all’interno dei petali. Il suo tono era così serio da stringermi lo stomaco, incatenando tutte le farfalle che vi svolazzavano. «Siamo giunti ad un punto della nostra vita in cui non è né presto né tardi per chiederti una cosa simile. Penso però che sia giusto farlo proprio adesso, proprio quest’anno, proprio in questo giorno che tu hai appena contribuito a rendere speciale. Insieme abbiamo vissuto tante avventure nel nostro turbolento passato. Ma poi i miei sentimenti nei tuoi confronti hanno assunto una sfumatura più calda, più certa e adesso siamo probabilmente nel pieno del nostro amore. Non so bene cosa ci riserverà il futuro, ma sono certo che ciò che io provo per te durerà in eterno. Quindi ti chiedo, umilmente...» Fece una piccola pausa, guardandomi negli occhi con affetto e determinazione. «Mi faresti l’onore di sposarmi?»
Abbassai finalmente lo sguardo sulla rosa, vedendo una striscia di carta bianca con su scritto “il nostro futuro”. Essa era stata inserita all’interno di un sottile anello a due fasce intrecciate, una coi brillantini, l’altra semplice e al centro un singolo, piccolo, brillante, indistruttibile cuore di diamante.
«Sì!», esclamai di getto, scoppiando immediatamente in lacrime.
«Non vuoi pensarci?», mi domandò sorpreso.
«Non ce n’è bisogno!» Scivolai giù dal divano, portando le tre rose al petto, abbracciandolo con tutte le mie forze. «Non devo pensarci, Shaoran-kun! Tu sei per me la persona più importante! Voglio trascorrere il resto della mia vita insieme a te!»
Lui mi strinse a sé, prima di tirarsi un po’ indietro e prendere l’anello dalla terza rosa. Emozionata lasciai che mi prendesse la mano sinistra e che lo facesse scivolare sul mio dito senza incontrare alcuno sforzo. Mi guardai l’anulare mentre le lacrime continuavano a sgorgarmi, così felice che il cuore sembrava potesse esplodermi dalla gioia. Non mi ero mai sentita così in vita mia, così viva, così piena, così sicura del mio futuro come in quel momento.
Guardai Shaoran-kun e, anche attraverso un velo, riuscii a vedere l’emozione che inumidiva anche le sue iridi. Posai la mia mano contro la sua, incrociando poi le nostre dita e intrecciandole con tutta la forza che possedevo.
«Ti amo tanto.», piansi, posando le mie labbra sulle sue. Lui interruppe il nostro bacio soltanto per un secondo, per dirmi che anche lui mi amava, per poi stringermi tra le sue braccia e non lasciarmi più. Lasciando che ci fondessimo nei nostri regali.




Angolino autrice:
Buongiorno!!! 
Non potete immaginare quento mi è piaciuto scrivere questa one-shot *///* Io stessa mi sono sciolta rileggendola asdghjk (questo perché sono una romanticona, aiuto)
Come si può vedere, il tema erano i regali e ho usato quelli del manga - non dell'anime -, anche quelli che non sembrano propriamente dei doni... Ma sono in ogni caso molto importanti per loro :3
Non ho specificato quanto sono cresciuti, quindi lascio fantasticare voi sulla loro età ;3 
E... niente. Spero come sempre che sia stata piacevole! 
A domenica prossima, con l'ultima one-shot (aww ci siamo quasi ç.ç)
Buona giornata e buona settimana! 
  
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