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Autore: Anna Fugazzi    11/02/2018    1 recensioni
Sequel one shot di "Bond". Il primo anniversario dei ragazzi, Draco finalmente afferra il messaggio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Traduttrice: poldina. L’autrice originale della storia è Anna Fugazzi. Per la storia in lingua inglese cliccate qui.

Beta-reader: NON BETATO

Anniversario

ooooo

“Passami il burro, per favore,” disse Hermione.

“Come sta Ron?” chiese Blaise mentre glielo porgeva.

“Oh, meglio. Grazie a dio,” disse lei imburrando il toast.

“Ci ha dato un bello spavento, però,” disse Harry.

“Che stava facendo, a proposito?” chiese Blaise, e alzò gli occhi al cielo quando Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata carica di disagio. “Lasciate perdere, come non detto.”

“Non è che non vogliamo dirtelo–”

“Lasciate perdere,” ripeté Blaise, con voce irritata ma sfumata di affetto. “Non fa niente. Stava in giro a fare qualcosa di eroico, potreste dirmelo ma poi dovreste uccidermi, si è fatto male ma ora sta meglio. Non c’è bisogno di sapere nient’altro.”

“Sì, e il fatto che uscirà dall’ospedale tra due giorni,” disse Draco, e notò con piacere che la sua voce non tradiva la sua trepidazione nell’attendere quella data… o almeno non la tradiva troppo. Il Trio era stato assente per tre settimane prima di tornare dalla loro ennesima scorribanda, e Draco non vedeva l’ora di avere Harry di nuovo tutto per sé. Ma Weasley era stato ferito e Harry aveva insistito che Granger restasse con loro finché Weasley non fosse stato meglio. E non era che Granger fosse poi così fastidiosa ultimamente, ma lui non vedeva l’ora di non averla tra i piedi per almeno qualche giorno prima che i tre dovessero ripartire.

Blaise gli fece un sorrisetto. “Già, anche quello. Oh, Draco,” disse con un’espressione innocente sul viso. “Quasi dimenticavo, come va la tua, ehm, scopa, questi giorni? La cavalchi spesso?”

Draco trattenne una risata e pestò il piede di Blaise sotto il tavolo. “Va benissimo, grazie. Ma non molte cavalcate, no.”

“Che è successo alla tua scopa?” chiese Hermione.

“Ehm, non vola abbastanza. Si innervosisce. Niente di cui preoccuparsi.”

“Probabilmente ha solo bisogno di un po’ di affetto,” disse Blaise, e si morse il labbro quando Draco gli schiacciò un alluce.

Harry aggrottò la fronte, distratto dal toast. “Non mi avevi detto che la tua scopa era guasta. Quando è successo?”

Draco aprì la bocca e fu risparmiato da dover rispondere alla domanda da un gufo marrone e stranamente familiare che colpì il vetro della finestra. Harry si alzò per farlo entrare.

“Hai ordinato qualcosa?” chiese Harry estraendo una lettera dalla zampa del gufo e lanciandola a Draco.

Draco scosse la testa aprendo la piccola busta. “C’è anche il tuo nome, Harry,” disse aprendola. “Cazzo!” esclamò, e Blaise andò immediatamente a vedere da sopra la spalla di Draco, spalancando la bocca dallo stupore.

“Per Mordred! Cosa le passa per la testa?”

‘Spero che passiate una bella giornata’–ha perso la testa!” farfugliò Draco, incredulo.

“Cos’è?” chiesero Harry e Hermione.

“Mi sembrava di riconoscerlo, quel gufo del cavolo,” disse Blaise, con un’espressione scioccata. “È di Pansy.”

“Parkinson?!” esclamarono Hermione e Harry.

“Si firma Jennifer Stuyvesant, ma eccome se è Pansy.”

“Cosa dice? Vuole defezionare?” chiese Harry.

“No, non vuole defezionare,” disse Draco in tono piatto, rileggendo il breve messaggio. “Vuole porgerci le sue congratulazioni per il nostro primo anno di matrimonio.”

“Il nostro cosa?”

“Oggi è il nostro anniversario, a quanto pare,” disse Draco, scuotendo la testa dall’incredulità. “E lei ha deciso che oggi è il giorno perfetto per gettare al vento la prudenza e mandare il cervello in vacanza e mettersi in pericolo per mandarci le congratulazioni. Sarebbe un regalo di anniversario davvero magnifico. Pansy sotto Cruciatus.”

“Forte,” disse Blaise, con un tono di voce per nulla divertito. “Dovrebbe essere il vostro anniversario di matrimonio, non l’anniversario della morte dell’amica.”

“Cazzo, è fuori di testa. E per il nostro anniversario!”

“Mi ero dimenticato che oggi…” disse Harry.

“Anch’io,” disse Draco. “Dio, che idiota!”

“Mi pare di capire che invece non abbia fatto niente per il vostro primo anniversario vero,” disse Hermione.

“Be’, non credo che si possa festeggiare un anniversario se ti sei divorziato prima della fine dell’anno,” fece notare Blaise.

“Per non parlare del fatto che neanche avevi acconsentito a quel dannato evento, né te lo ricordi,” disse Draco. “Dannazione. Cosa le è venuto in mente?”

“Te l’ho detto, non è felice laggiù,” disse Blaise.

“Allora sarebbe più felice se le lanciassero Cruciatus fino a renderla imbecille? O forse lo hanno già fatto; di sicuro si spiegherebbe questo maledetto biglietto.” Gettò il biglietto sul tavolo e si alzò per prendere del tè.

“Dai, Draco, è solo un biglietto,” disse Harry.

“È un biglietto inviato da qualcuno che sta con i Mangiamorte di Emerson, diretto a una persona che decisamente non lo è,” ribatté Draco, versandosi del tè. “È una cosa stupida e inutile e fuori di testa.” Lanciò al tè uno sguardo truce, poi lo buttò nel lavandino e fece per prendere un espresso.

“Quindi mi pare di capire che non avevate intenzione di festeggiare oggi?” chiese Hermione in tono neutro.

“Cosa? No, certo che no, perché dovremmo festeggiare?” disse Draco bruscamente, riempiendosi la tazza.

“Perché le persone di solito lo fanno.”

“Le persone di solito non trascorrono metà del primo anno di matrimonio a rintracciare Mangiamorte,” obiettò Harry. “O a nascondersi. Non è importante.”

“Non ti dispiace?” chiese lei.

“No, certo che no,” disse Harry. “Perché dovrebbe?”

Draco prese un respiro di sollievo mentre l’espresso gli bruciava giù per la gola, e si mise a riflettere razionalmente dopo lo shock del biglietto di Pansy. Che stupidaggine – proprio adesso Pansy doveva iniziare a comportarsi da Tassorosso… proprio ora, quando Harry e gli altri dell’Ordine erano a tanto così dal trovare gli ultimi gruppi di Mangiamorte, e i suddetti gruppi si stavano rivoltando uno contro l’altro in un vortice di tradimenti e ricatti e vendette personali… proprio ora Pansy decideva di fare una mossa del genere…

Anche se, forse, era davvero una mossa intenzionale, la sua. Forse presto avrebbe provato a defezionare, o sapeva che a breve il suo gruppo sarebbe stato localizzato, e voleva ricordare a Draco che lui aveva promesso di essere il suo contatto dall’altra parte, semmai ne avesse avuto bisogno. Come se Draco avesse bisogno di promemoria.

Ingoiò l’ultimo sorso di caffè e raccolse il biglietto. “Granger, ti dispiace controllare la presenza di incantesimi?”

“Credi che abbia mandato qualcosa di–” iniziò Hermione, con gli occhi spalancati, e Draco alzò impazientemente gli occhi al cielo.

“No, certo che no, ma mi chiedo se non abbia nascosto qualcosa per darci qualche informazione. Forse vuole diventare una spia, o ci vuole chiedere di andare a prenderla.”

“Sì, può essere,” disse Blaise, e guardò la busta con la fronte aggrottata. “Dammelo, probabilmente è meglio che lo faccia io, Granger, conosco Pansy molto meglio di te. Mi immagino cosa possa aver spedito.”

“Brucialo quando hai finito, Blaise,” disse Draco.

“Ok,” disse Blaise, e prese in mano il biglietto. “Non c’è bisogno che vi dica che non dovete dire niente a nessuno riguardo a tutto questo, vero?” disse a Harry e Hermione, che annuirono. “Be’, allora vado. Tra qualche ora ho un appuntamento con mia madre a Diagon Alley. Non preoccuparti, Draco, se c’è qualcosa su questo biglietto, lo troverò.” Prese una manciata di Metropolvere ed entrò nel camino.

“Grazie,” disse Draco, e appoggiò la tazza di caffè. “Dannazione, avevo dimenticato che anch’io ho un appuntamento con Severus tra un’ora.” Corse verso il camino.

“Non ti scomodare a dire ‘Buon anniversario,’” disse debolmente Hermione, e Draco le rivolse uno sguardo confuso mentre entrava nel camino.

ooooo

“Pensi mai di esserti perso qualcosa, senza una vera cerimonia di matrimonio?” chiese Harry quella sera nel loro piccolo laboratorio, mentre lui ultimava un rapporto e Draco controllava la sua scorta di ingredienti per pozioni.

“Cosa?” chiese Draco, guardando attentamente i suoi Grinzafichi e riflettendo se ordinarne altri.

“Pensi mai di esserti perso qualcosa senza una vera cerimonia di matrimonio?” ripeté Harry.

Draco aggrottò la fronte e guardò verso il basso. “Mi sono improvvisamente cresciute le mammelle?”

Harry si mise a ridere. “No, me lo stavo solo chiedendo. Di solito i matrimoni sono importanti nel mondo magico, no? Come nel mondo Babbano?”

“Non saprei riguardo al mondo Babbano. Sì, sono importanti; dipende da chi si sposa.”

“Il tuo matrimonio sarebbe stato importante se avessi sposato chiunque credevi avresti sposato?”

“Oh, probabilmente sì,” disse Draco in tono indifferente, aggiungendo i Grinzafichi alla lista di ingredienti da ordinare. “So che mio padre voleva un’unione vantaggiosa per la famiglia. Probabilmente sarei finito sulle pagine del Profeta. Perché?”

“Solo per curiosità.”

“Perché?”

“Oh, niente, è solo che…” Harry scrollò le spalle, facendo una correzione sul suo rapporto. “Mi stavo solo chiedendo se ti sarebbe piaciuta una cosa del genere.”

“E perché?”

“Ti piaceva essere al centro dell’attenzione.”

Draco sbuffò un grugnito indelicato. “Credo che l’anno scorso ne abbia avuta abbastanza, di attenzione, col Profeta che pubblicava ogni evento e congettura e starnuto da ognuno di noi per la maggior parte dell’anno.”

Harry ridacchiò. “Quindi ora sei guarito da quel particolare desiderio?”

“Permanentemente.”

“Però sarebbe stata una pubblicità migliore di quella dovuta al Legame. Sarebbe stata favorevole.”

“A meno che il nome dei Malfoy non fosse stato completamente nel fango, o a meno che non mi fossi sposato con qualcuno la cui famiglia appoggiava Voldemort.”

“Ma se non fosse stata nessuna di queste cose? Saresti stato felice di fare un matrimonio in grande?”

“Sì, immagino di sì,” disse Draco con aria distratta, poi alzò lo sguardo dalla lista. “Perché me lo chiedi?”

Harry scrollò le spalle.

“Perché?”

“Me lo stavo solo chiedendo. Non posso fare un po’ di conversazione?”

Draco aggrottò la fronte, confuso. “Certo. Solo che mi sembra una cosa strana da chiedere. Non abbiamo avuto un matrimonio pubblico in grande, ma ormai è tutto passato, quindi che senso ha chiedersi queste cose?”

“E non ti dispiace?”

“Ho detto di no.”

Ci fu una lunga pausa: Draco tornò alla sua lista, poi gli sorse un dubbio e alzò gli occhi. “Perché, a te invece dispiace?”

“No, certo che no,” disse Harry, e firmò il rapporto.

“Perché, tu speravi di avere un matrimonio in grande prima o poi?”

Harry si mise a ridere. “Cavolo, anche a me sono cresciute le mammelle?” Draco ridacchiò. “Crescendo non ci pensavo a queste cose. Prima i Dursley hanno fatto sì che capissi che nessuno potesse mai voler sposare uno come me, poi durante la scuola credevo che molto probabilmente sarei morto prima di poter anche solo pensare di sposarmi.” Picchiettò distrattamente la penna sulla superficie del tavolo. “Matrimoni, compleanni… anniversari, quello che vuoi; tutte quelle cose erano per le altre persone, per quanto ne sapevo.”

Draco annuì, e annusò un barattolo di Murtlap, decidendo di aggiungere anche quello alla lista. “Come sono i matrimoni Babbani?” chiese con curiosità.

“Io che ne so?”

“Non ne hai mai visto uno, da bambino?”

“Credi davvero che i Dursley mi avrebbero mai portato a un evento così pubblico? Quando capitava, mi scaricavano dalla signora Figg.”

“Cavolo, erano proprio degli idioti,” disse Draco, terminando la lista di ingredienti e mettendola insieme alla sua borsa per il giorno seguente.

“Probabilmente lo sono ancora.”

“Non hai voglia di andare indietro nel tempo e lanciargli una fattura?”

“Sarebbe fantastico,” disse Harry ridacchiando.

“Meglio di andare indietro nel tempo fino al giorno in cui ci siamo sposati per fare un matrimonio vero e proprio?”

Harry sorrise e arrotolò il suo rapporto. “Assolutamente. Dai, andiamo a letto,” disse, alzandosi in piedi e stiracchiandosi.

“Tu vai. Io ho ancora un po’ da fare.”

“Oh. Va bene,” disse Harry, in tono un po’ deluso.

“È la mia variazione del Decotto Tiramisù,” disse Draco in tono di scuse. “Ho bisogno di lavorarci ancora un po’. Granger ha detto che potrebbe essere in grado di aiutarmi.”

“Forse è ancora in piedi.”

“Ok. Vengo su più tardi.”

“Ok. Ehm. Buonanotte.” Harry andò di sopra.

Draco tirò fuori la pozione in lenta ebollizione, esaminandola per capire perché fosse verdognola invece di blu ghiaccio, come dicevano le istruzioni, mentre cercava di ignorare un fastidioso ronzio che aveva in testa. Un ronzio che diceva che gli stava sfuggendo qualcosa.

Aggrottò la fronte. Forse… forse Granger poteva aiutarlo a capire cosa.

oooooo

Harry sbatté le palpebre, stordito, mentre finivano di Materializzarsi. Appoggiò una mano sulla spalla di Draco per riacquistare l’equilibrio.

“Credo che ci fosse qualcosa di strano in quel Decotto Tiramisù con il Grinzafico,” disse a Draco, e Draco si girò dopo aver controllato la strada.

“Perché?”

“Mi sento intontito, non energizzato.”

Draco scrollò le spalle. “Granger ha detto che non era ancora messa a punto. Devo solo fare qualche modifica.”

“Potevi dirmelo prima di darmela.”

“Lo sapevi che era nuova. Potevi chiedere quanto approfonditamente l’avessimo testata.”

“Ero troppo disorientato dalla situazione. Te lo giuro, vedervi lavorare insieme ancora mi spaventa.”

Draco ridacchiò. “Davvero? Ancora?”

“Sì.”

“Ormai dovresti esserci abituato,” disse, e si diressero lungo la strada.

“Che è questo posto?” chiese Harry quando Draco si fermò davanti a una porta con un’insegna discreta che diceva La Barbe.

“È un ristorante.”

“È un ristorante Babbano.”

“Bravo, Harry,” disse Draco in tono noncurante, e cominciò a salire le scale.

“E perché siamo qua?”

Draco lo guardò con un sopracciglio sollevato. “Forse dovrei diluire il Decotto Tiramisù–”

“No, lo so che dobbiamo incontrare gli amici bulgari di Hermione per delle informazioni sui Mangiamorte di Parigi, ma perché qui?”

“Avevano trovato un Incantesimo Rintracciante sul luogo dell’appuntamento, quindi ho dovuto cambiare all’ultimo minuto.”

“Perché hai scelto di venire qui?”

“Me l’ha consigliato Granger. È un posto carino ed è discreto, ci sono pochissime possibilità che qualcuno sappia che siamo qui. Perché? C’è qualcosa che non ti piace di questo posto?”

“A parte il fatto che è Babbano? Niente, è solo che è un po’… costoso.”

“Ci sei già stato?”

“Oddio, no. Però ci sbavavo davanti quando ero piccolo. Zia Petunia voleva venire qui dopo il primo contratto importante di zio Vernon. Aveva anche una copia del menù. Ma tanto non mi ci avrebbero portato.”

“Ah, giusto, ricordo che me l’avevi già raccontata, questa storia.”

“Davvero lo ricordi?”

“Vagamente,” disse Draco, e si guardò intorno con aria curiosa mentre entravano e aspettavano di essere condotti al tavolo.

“Non ti importa il fatto che sia Babbano?”

“Mio padre mi ha portato a un paio di ristoranti così quando andavo a scuola.”

“A dei ristoranti Babbani?”

“Ogni tanto i Mangiamorte usano posti Babbani per incontrarsi, lo sai. A volte rende più facile nascondersi dal Ministero. Credo anche che pensasse che fossero i posti adatti a mostrare a un bambino suggestionabile quanto fossero inferiori i Babbani. Un tavolo per due, per favore,” disse Draco alla giovane cameriera che venne loro incontro.

“Non dobbiamo incontrarci con i bulgari?”

“C’è ancora molto tempo prima che arrivino.”

Harry aggrottò la fronte. “Ma l’appuntamento è alle 19:30.”

“Lo so,” disse Draco in tono piatto, a trattenne un sorrisetto alla totale confusione di Harry.

“Sono le 19:20.”

“C’è ancora molto tempo.”

“Allora, quello che dici non ha senso,” disse Harry dopo che si furono seduti e la cameriera se ne fu andata.

“Okay,” disse Draco, ridendo, e cedette. “Guarda l’orologio.”

Harry guardò. “Le 19:20, come ho detto.”

“Ora guarda la data,” Draco indicò l’esposizione raffinata e discreta del piatto speciale dello chef vicino al loro tavolo.

Harry aggrottò la fronte. “Che cavolo–”

“È venerdì. L’appuntamento con i bulgari è domani.”

Harry sbatté le palpebre. “Che… Perché è ieri?”

“È il nostro anniversario.”

Cosa?

“A volte è deprimente la lentezza con cui si muovono gli ingranaggi del tuo cervello. La pozione che ti ho dato non era il Decotto Tiramisù; era una Pozione Stordente annacquata che ti ho dato in modo che non notassi gli effetti di questa.” Draco sollevò un oggetto piccolo e rotondo.

“Una Giratempo?”

“Una Giratempo.”

“Per… per ieri?”

“Tecnicamente, per oggi.”

“Ma è–”

“Ai limiti della legalità, sì.”

“Che… Chi–”

“Chi ho dovuto succhiare per ottenerne una? Ehm, perdonami, non è una cosa carina da dire il giorno del nostro anniversario.” Draco fece un sorrisetto. “Ho le mie fonti.”

“Ma perché?”

“Perché no? Pensi che le altre coppie non festeggino gli anniversari?”

“Ma nessuno di noi due è una femmina.”

“Complimenti per il tuo spirito di osservazione. Però non so cosa pensare del fatto che ti ci sia voluto così tanto tempo per notarlo. No, nessuno di noi due è una femmina, ma non siamo nemmeno un paio di amici che ogni tanto scopano per caso, ogni volta che i Mangiamorte non fanno girare te di qua e di là e non costringono me a nascondermi tre metri sottoterra.”

“Quindi tu… ehm… hai organizzato tutto questo… per noi?”

Draco scrollò le spalle, ostentando noncuranza. “Perché no? Mi sembrava il momento giusto. E poi, tu con la tua bizzarra avversione per l’impiego degli elfi domestici, dopo un po’ ci si stanca di cucinare.” Rivolse un sorriso alla giovane cameriera ansiosa che arrivò per versare loro dell’acqua e prendere le ordinazioni delle bevande, e chiese senza imbarazzo il Vin de Clémentine, divertito nel vedere Harry che si sentiva come un pesce fuor d’acqua.

“Grissino?” chiese, prendendone un morso lui stesso. Alla fine la confusione di Harry lo mosse a compassione, così lo aiutò a ordinare una promettente Feulleté de Ris de Veau per antipasto, scegliendo per sé stesso la Fricassée de Gambas.

E per fortuna doveva concentrarsi sull’aiutare Harry a superare il suo disagio in quell’ambiente, perché anche lui si stava sentendo un po’ a disagio. Questo… loro non facevano quel genere di cose. Vestirsi bene, andare a un ristorante elegante senza dover incontrare nessuno, non per prendere qualcosa da mangiare al volo, ma solo per stare… insieme… Non erano abituati a fare nulla del genere.

E forse quella era una cosa su cui riflettere.

Più tardi. Non in quel momento. Quello era il momento di bere in quell’atmosfera rilassata, di gustare il suo Maigret de Canard, e di apprezzare il modo in cui il nervosismo iniziale di Harry si era sciolto col vino e il vitello brasato. Gustare il modo in cui arrossiva alle proposte mormorate di Draco su possibili attività da svolgere dopo cena, che Draco continuava ad avanzare a intervalli precisamente calcolati in mezzo alla conversazione altrimenti socialmente accettabile.

La Granger non aveva detto nulla riguardo alle proposte sconce durante la cena, ma ciò che non sapeva non la danneggiava.

“Sai…” disse Harry con esitazione da sopra il vitello. Smise debolmente di parlare, poi scosse la testa e disse dolcemente: “Non c’era… Non ho bisogno di tutto questo.”

“Bisogno di cosa?”

“Questo… la cena costosa, la Giratempo – sono davvero, ehm, toccato da quello che hai fatto, ma io non– Non volevo dire questo ieri quando ti ho chiesto– Voglio dire, non ho bisogno–”

“Lo so che non ne hai bisogno,” interruppe Draco, un po’ alterato. “Non è questione di bisogno.”

“Allora cos’è?”

“Per te questo è già di per sé un periodo di merda, con tutte le missioni che devi fare,” disse Draco a disagio, pensando che sarebbe stato meglio se Harry avesse lasciato perdere l’argomento. “Perché non cogliere l’occasione di divertirsi un po’, ogni tanto?”

“Ma io mi diverto, quando torno a casa. Non c’è bisogno che tu–”

“Puoi divertirti di più. Puoi prenderti del tempo per celebrare un intero anno passato insieme senza ucciderci. Celebrare il fatto che siamo felici insieme.” Stava osservando attentamente il suo piatto, rendendosi conto che stava tagliando la papera con la stessa precisione che di solito riservava per affettare l’intestino di rana.

“Io–”

“Harry, di’ grazie e basta.”

Harry arrossì e abbassò gli occhi. “Grazie.” Si schiarì la gola, prese un sorso dal bicchiere e si guardò intorno con aria soddisfatta. “Questo posto è…” smise di parlare, con un leggero sorriso sulle labbra.

“Ti piace?”

“Sì. Sembra quasi peccaminoso.” Draco sorrise, e Harry rispose con un altro sorriso. “Probabilmente tu sei cresciuto in posti del genere, vero?”

“Nella loro versione magica, per lo meno. Piuttosto simili a questo.”

Harry esitò brevemente. “Ti manca molto?” chiese a bassa voce.

Draco ci pensò, poi scrollò le spalle. “Non tanto come pensavo. Dopotutto, non ho i ristoranti eleganti, ma non ho nemmeno il maltrattamento emotivo, quindi tutto si è risolto per il meglio,” disse, mantenendo un tono di voce leggero. “E non devo preoccuparmi che gli Auror e moltissime altre persone rozze possano accusarmi di eseguire magie Oscure, o possano interrogarmi, o gironzolare per la mia casa.”

“Ma non è la casa dei tuoi antenati, no?”

“Be’, no.”

“Il nostro appartamento è…”

“Confortevole. E sicuro. Anche se è penosamente vicino ai tuoi amici, e la frequenza con cui loro ci gironzolano non mi eccita particolarmente.” Draco infilzò l’ultimo broccolo. “È meglio del rifugio in cui mi trovavo qualche mese fa.” Scrollò le spalle. “E poi non sarà così per sempre. Un giorno saranno catturati abbastanza Mangiamorte da permetterci di vivere come si deve. Ma nel frattempo non è così male.”

“Non credevo che la pensassi così.”

Draco gli fece un sorrisetto. “Non dirlo a Granger e Weasley,” disse, e alzò lo sguardo quando la cameriera si avvicinò di nuovo con un vassoio da dessert.

“Come va?” chiese, con un sorriso per entrambi, ma un po’ più grande per Draco.

“Molto bene, grazie,” dissero entrambi.

“Gradireste un dessert?”

“Lei cosa consiglia?” chiese Draco.

“Abbiamo ricevuto molti complimenti per la Bavarois stasera.”

“Allora la prendo, grazie. Harry?”

“Un sorbetto, per favore.”

“Molto bene,” disse, e lanciò a Draco uno sguardo ammiccante abbassando le ciglia, mentre sollevava i piatti dal tavolo e serviva loro i dessert. “Avete bisogno di qualcos’altro? Vino, magari?”

“No, grazie.”

“Fatemi sapere se avete bisogno di qualcosa,” disse, e per poco non gli lanciò un occhiolino mentre si allontanava.

Draco sollevò le sopracciglia. “Hai visto?”

Harry aveva abbassato le sopracciglia e aveva gli occhi leggermente socchiusi.

“Sembra di sì,” disse Draco, mordendosi il labbro per trattenersi dal ridere. “Buono, Harry.”

“Che?”

“Sembri, ehm, adirato.”

Harry lo guardò con la fronte aggrottata. “Non mi fa molto piacere che una sciacquetta di una cameriera ci provi con mio marito il giorno del nostro anniversario,” disse, cercando di assumere un tono di voce leggero e fallendo miseramente.

Draco fece un grugnito indelicato. “Sì, in qualche modo l’avevo capito.”

“Ma lo possono fare? Con un cliente?” chiese Harry.

“In un posto così? No. Dovrebbero essere discreti e non farsi notare. Forse è nuova. O è in calore.” Lo sguardo accigliato di Harry si attenuò solo leggermente. “Harry, dai. Mica andrò a rinchiudermi con lei nel bagno tra il caffè e il conto.”

“Già,” disse Harry con voce tesa.

“Sei a dir poco fumante di rabbia.”

“Non è vero.”

“È sexy.”

Harry arrossì. “Non è vero.”

“Sì che lo è. Quasi quasi lancio un Incantesimo Non Guardarmi e poi scivolo sotto al tavolo per farti vedere quanto è s–”

“Draco!”

“Anzi, ancora meglio, faccio scivolare te sotto il tavolo e–”

“Va bene, va bene,” disse Harry, divertimento ora unito all’imbarazzo.

“Ti senti meglio?” chiese Draco con un sorrisetto.

“Molto.”

“Non è proprio il mio tipo, sai,” disse Draco per rassicurarlo.

“Babbana?”

“Babbana e femmina,” disse Draco, gustando la Bavarois.

“Credevo che tu… che tu ci uscissi con le ragazze prima che stessimo insieme,” disse Harry, un po’ confuso.

Draco scrollò le spalle. “Non ho niente contro di loro,” disse, “ma penso di preferire gli uomini. Meno complicati.”

“Oh.” Harry aggrottò leggermente la fronte.

“Cosa c’è?”

“Niente.”

“No, dai.”

“Niente, niente.”

Draco espirò bruscamente, irritato. “Non farmi precisare che uno dei motivi per cui gli uomini sono meno complicati è che di solito non c’è bisogno di chiedere dieci volte cosa stanno pensando prima che si decidano a dirtelo.”

“È solo… A volte me lo chiedo.”

“Cosa?”

“Com’è con una ragazza. Cioè, non me lo chiedo come se, capisci, volessi fare qualcosa a riguardo, ma… non so. A volte sono… curioso, immagino o… qualcosa del genere.”

Draco sbatté le palpebre. “Be’, sono felice che tu mi abbia chiarito tutto. Di cosa stai parlando?”

“Lo sai… seni, roba del genere.”

“Ah sì?”

“Sì. E fare, lo sai, cose romantiche. Non– non so proprio come si fa.”

“Be’, non posso aiutarti riguardo ai seni, e il romanticismo tra uomini non è la stessa cosa,” ammise Draco. “Però esiste.”

“Davvero?”

“Sì. Solo in modo diverso.”

“In che modo?”

“Be’,” Draco finì il dessert e posò il cucchiaio, ostentando una sicurezza che in realtà non provava. “Vuoi ordinare il caffè o chiediamo direttamente il conto?”

“Oh.” Harry si lanciò un’occhiata furtiva intorno alla ricerca della cameriera. “Ehm, il conto.”

“Va bene,” Draco le fece cenno di avvicinarsi. “Adesso usciamo e andiamo a volare insieme. E poi ce ne andiamo a letto.”

oooooo

Quando entrarono nella camera dell’hotel la notte era già completamente calata, e Harry si guardò intorno con soddisfazione nella stanza elegante decorata con sfumature di castano e nero. “Wow. Questo è un posto di classe. Nell’ultimo hotel in cui sono stato c’erano gli scarafaggi.”

Draco rabbrividì. “Non c’è bisogno che tu condivida con me dettagli di questo genere.”

“Scusa,” disse Harry ridendo. “Sai una cosa? Non pensavo che avrebbe funzionato, andare a volare durante un appuntamento, ma è stato bello.” Avvicinò Draco a sé e Draco si congratulò mentalmente per la sua idea. Era stato bello, ed era stato ancora più bello sentire come entrambi fossero energizzati e allo stesso tempo rilassati.

“Purtroppo ha schiarito un po’ della sbronza del vino di cena,” osservò Draco. “Mi piaceva.”

“Penso che in stanze come questa ci siano dei frigoriferi forniti.” Harry si guardò intorno. “Sì, eccolo qua.” Aprì il piccolo frigo. “Oh, hanno lo scotch.”

“Ancora non riesco a credere che lo scotch Babbano mi piaccia più dell’icegin. Mio padre si mangerebbe la milza se me lo sentisse dire.”

“Ok, allora.” Harry lanciò un Incantesimo di Appello alla bottiglia, Draco ai bicchieri, e Harry li diresse verso il divano della stanza.

“Mm, mi piace,” disse Draco prendendo un sorso di scotch.

Harry agitò la bacchetta con uno sguardo di concentrazione.

“Che stai facendo?”

“Metto un po’ di musica.”

“Hai finalmente imparato un Incantesimo Musicale? Che emozione.”

“Me l’ha insegnato Hermione.” Le note delicate di una melodia che suonava vagamente familiare si diffusero nella stanza.

“È per caso–”

“Sì, è l’ultima canzone degli Eldritches,” disse Harry, cercando di sopprimere, senza riuscirci, un sorriso pieno di orgoglio.

“Come fai a sapere che mi piacciono?”

“Oh, non so, forse mi è venuto il sospetto dopo tutte le volte che lo hai scritto nelle tue lettere.” Harry si avvicinò sul divano e Draco gli catturò la bocca in un bacio. Mm, sì, molto bello, il sapore e l’odore intensi dello scotch che si mescolavano ai loro baci.

Sospirò quando ruppero il bacio, poi appoggiarono i bicchieri e Harry lo trasse a sé, la musica di sottofondo che dava il ritmo mentre riprendevano a baciarsi. Harry fece scorrere le mani lungo i suoi capelli, e Draco dovette trattenersi dal fare le fusa alla bella sensazione.

“L’incantesimo colorante è quasi esaurito, vero?” disse Harry, prendendo una ciocca di capelli di Draco tra le dita, rovinando completamente l’atmosfera che si era creata.

Draco alzò gli occhi al cielo e si sistemò a sedere, appoggiando la testa sulla spalla di Harry che continuava ad accarezzargli i capelli. “Finalmente. Non darò mai più ascolto a mia cugina.”

“Non era colpa di Tonks, lo sai. L’incantesimo dura un mese, di solito. Lo aveva già fatto per persone nascoste dall’Ordine.”

“Sì, lo so, ma quando ho accettato di nascondermi e di farmi lanciare un Incantesimo Celante, ero convinto che avrei potuto scegliere il mio aspetto. Ed ero convinto che la persona che avrebbe lanciato l’incantesimo su di me non sarebbe inciampata sui propri piedi proprio al momento dell’incantesimo, finendo con l’agitare la bacchetta troppo forte e rendendo l’incantesimo il doppio più potente.”

“Andava di fretta.”

“Avrebbe dovuto chiedermelo. E mi dispiace, ma non puoi dire che è una coincidenza che il colore che abbia scelto per i miei capelli è rosso.”

Harry ridacchiò. “Be’, no.”

“Ce l’ho avuto per sei cavolo di mesi, quel colore terribile. Mancavano le lentiggini e la mia gioia sarebbe stata completa. Weasley non riusciva a smettere di ridere ogni volta che mi vedeva.”

“Neanch’io.” Harry ridacchiò, poi lo baciò. “Se n’è quasi andato. E se tutto va bene non dovrai più farlo.”

“Grazie al cielo.” Draco lasciò cadere la testa sulla spalliera del divano mentre Harry gli massaggiava il collo, cercando apparentemente di confortarlo, con particolare successo.

“Ti piace?”

“Mm, sì.”

“A proposito, perché siamo qui?” chiese Harry, guardandosi intorno con curiosità. “Voglio dire, è bello, ma perché non siamo a casa?”

“Be’, Granger si era offerta di stare fuori di casa per la notte, ma mi ha fatto notare che ci saremmo imbattuti in lei e in noi stessi se fossimo tornati stasera. Non dimenticare, in questo momento tu stai andando a letto da solo e io sono rimasto a lavorare al Decotto Tiramisù. O forse sto già parlando con Granger.”

Ci fu un lungo silenzio mentre Harry gli massaggiava il collo e Draco si sentiva galleggiare sull’ondata di calore del whiskey, la musica, la cena, e la vicinanza di Harry.

“Non ci posso credere che tu abbia fatto tutto questo per me,” disse Harry timidamente.

Draco decise di tenere gli occhi chiusi e ricordò con gratitudine che la luce era soffusa, quindi Harry non poteva vederlo arrossire. “Mm. Non c’è di che.”

“Non… non facciamolo solo una volta all’anno,” propose Harry. “È stato… bello.”

“Non possiamo celebrare il nostro anniversario tutti i mesi,” disse Draco ridendo.

“Non volevo dire quello, cretino. Volevo dire uscire insieme.”

“Certo. Sarebbe bello.”

“E anche uscire per il nostro anniversario sarebbe bello.”

“Ok, va bene.”

Harry sorrise all’improvviso. “Più bello di quello che tu avevi detto avremmo fatto la prima volta che ne abbiamo parlato.”

“Parlato di cosa?”

“Del nostro anniversario.”

“Ne abbiamo già parlato?”

“No, non proprio, solo en passant. Tu mi avevi promesso di indicarmi col dito e ridermi in faccia a ogni anniversario.”

“Davvero?” disse Draco ridacchiando.

“Mi stavi prendendo in giro per il fatto che avevo dimenticato il nuovo regolamento di Quidditch per cui stavamo litigando quando siamo stati colpiti dal primo Incantesimo di Legame. Non te lo ricordi?”

“Per nulla. Ma non penso che ci sia bisogno di riservarlo alle occasioni speciali; prenderti in giro è più una necessità quotidiana, direi.”

Harry alzò gli occhi al cielo. “Sì, e anch’io ti amo.” Baciò Draco di nuovo e Draco rispose al suo bacio, un po’ sorpreso, ma lasciando andare la dichiarazione per approfondire il bacio.

“Ancora non riesco a credere che tu abbia fatto tutto questo,” disse Harry quando si separarono.

“Perché? Non è che sia poi così inaspettato da parte mia, no?” Ci pensò brevemente. “Ok, forse un po’ sì.”

“No, non è solo quello, è che…”

“Cosa?”

Harry prese un respiro profondo. “È che… Lo capirei se tu non volessi festeggiare.”

“Perché no? Sai che l’ho scelto io di stare con te.”

“Sì, lo so. Ma ora non hai molta scelta riguardo a restare con me.”

“Perché no?”

Harry si schiarì la gola e si fece leggermente indietro. Ci fu una lunga pausa durante la quale giocherellò con l’orlo dei pantaloni, apparentemente decidendo cosa dire. “Non hai nessun altro posto dove andare, Draco,” disse infine, riluttante. “Ti sei lasciato tutta la tua vita alle spalle per stare con me.”

Draco aggrottò la fronte. “Oh, davvero? Perché, cosa faresti se io ti lasciassi? Mi butteresti sul ciglio della strada, con solo le mie risorse dei Black, alla mercé dei Mangiamorte?”

“No, certo che no.”

“Allora cosa faresti? Se ci lasciassimo?”

“Stiamo parlando di divorzio il giorno del nostro anniversario?”

Draco ridacchiò. “Non cambiare discorso. Cosa faresti?”

“Non ti caccerei in quel modo.”

“Mi daresti un po’ di soldi per rimettermi in piedi, no? Anche se ti tradissi, se ti mentissi, se giurassi di chiamare Granger solo con la parola con la S per il resto della mia vita?”

Harry alzò gli occhi al cielo con impazienza. “Sì, certo.”

“Dico sul serio. Tu che faresti se io facessi tutto quello che ho detto?”

“Mi assicurerei che tu stessi al sicuro. Non ho bisogno di tutti i soldi che ho.”

“Ti assicureresti che io avessi abbastanza?”

“Quant’è abbastanza?”

“Secondo te quanto sarebbe abbastanza?” ribatté Draco.

“Non so, Draco,” disse Harry con impazienza. “La metà di quanto ho dentro la mia camera blindata alla Gringott?”

Draco si rese conto di aver spalancato la bocca, e la richiuse. “E quello sarebbe solo per me, oppure per me e l’addetto alla piscina per cui ti ho lasciato insieme all’assortimento di scrocconi e femmine di svariate misure di reggiseno?”

“Che?”

“È chiaro il motivo per cui l’Aritmanzia non avrebbe mai potuto essere una delle tue materie preferite. Harry. Quella è una somma ridicolosamente alta.”

“Ma è – Tu eri un Malfoy, avevi un sacco di–”

“Per dio, lo so che mio padre aveva comprato una Nimbus 2001 a ogni membro della squadra di Serpeverde al secondo anno, ma è ridicolo. Non eravamo poi così ricchi, sai.”

“Davvero?”

“Davvero.”

“Pensavo che dovessi avere metà di quello che possiedo, semmai dovessimo divorziare.”

“Be’, allora è una fortuna che tu non possa sposare una strega Purosangue, perché non è così che funzionerebbe. È da pazzi.”

“Non lo sapevo, ok? E poi, perché non la metà?”

“Pensa un attimo ai Malfoy. Credi che ci sarebbe rimasto qualcosa se, ogni volta che la moglie di un Malfoy non ne poteva più, si fosse portata via metà del patrimonio di famiglia?”

“Forse pensavo che tutto sarebbe stato compensato dalle venali figlie dei Malfoy che incassavano metà degli averi dei loro ricchi ex mariti quando tornavano in famiglia.”

“Hm. Hai ragione,” ammise Draco. “Però non funziona così.”

“Va bene, va bene. Non riesco a credere che stiamo litigando perché sono troppo generoso con degli alimenti del tutto ipotetici. Cosa credevi ti avrei dato?”

“Non lo so, quanto basta per andare avanti. Senza dovermi preoccupare di dover lavorare o pagare per nascondermi dal tuo fan club imbestialito o dai Mangiamorte.”

“Okay.”

“Allora, secondo te perché sto ancora con te?”

“Be’, non hai–”

“Abbiamo appena stabilito che ho altri posti dove andare. Potrei accettare i tuoi alimenti molto più generosi di quanto pensassi, prendermi un bell’appartamento, e trovarmi una pulzella prosperosa e iniziare a fare figli.”

“Immagino.”

“Allora perché sto ancora con te, Harry? Non so se lo hai notato, ma il nostro appartamento non ha la migliore delle viste. Ed è anche penosamente carente di pulzelle prosperose.”

Harry fece un piccolo sorriso. “E con chi passeresti il tuo tempo?”

“Non con Granger e Weasley, per prima cosa,” disse Draco acidamente. “E non dovrei preoccuparmi di preparare la Pozione Antilupo una volta al mese, o delle continue intromissioni di Molly Weasley, o dei Gemelli Tremendi che riducono la nostra casa una palude ogni volta che li inviti a cena…” Draco smise di parlare.

Ci fu un breve silenzio. “A cosa pensi?” chiese Harry.

“A cosa cavolo ci sto ancora a fare con te, in effetti. Anche solo non dover più sopportare gli scherzi dei gemelli sembra un paradiso.”

Harry si mise a ridere. “Probabilmente sei ancora qua solo per il sesso.”

“Ah. Be’, sì, quello è un fattore importante.”

“E perché così ti eviti tutte le cose irritanti da ragazze.”

Draco si mise a ridere. “Anche quello è un bonus. Nessuna ossessione con i cuori e i fiori.”

“Andare al La Barbe invece che da Madama Piediburro,” disse Harry, sorridendo tra sé e sé.

“Che schifo.”

“Soprattutto a San Valentino. Cho Chang è voluta andare lì, quell’unica volta che siamo usciti insieme.”

“Oddio. ‘I Cuori Vomitosi’, Pansy lo chiamava così. A volte anche lei era fin troppo femminile, ma quel posto andava oltre perfino i suoi limiti.” Harry si mise a ridere. “Era nauseante quasi quanto i gattini della Umbridge.”

“Credevo che ti piacesse, la Umbridge.”

“Ehm, be’, mi piaceva quello che permetteva di fare a noi Serpeverde, ma quei gattini sulle pareti erano orribili. Per poco non mi sono pisciato sotto la prima volta che li ho visti. E pensando alle cose che ho visto durante la mia infanzia, non è poco.”

Harry sollevò il bicchiere. “A niente gattini.”

“Niente gattini. Mai. E niente centrini.”

“Niente cherubini.”

“Niente Puffole Pigmee. Né minuscoli gufi iperattivi.”

“Leotordo appartiene a Ron,” gli fece notare Harry.

“Comunque non puoi dirmi che è un animale virile.”

“Be’, no.”

“Niente rosa, inoltre. Ma il cioccolato va bene. Anche se è a forma di cuore.”

“Puoi sempre rielaborarlo a forma di serpente.”

Gli occhi di Draco brillarono. “E poi tu puoi sibilargli.”

Harry gemette. “Oddio, ci mancava solo che finissi con uno che si eccita col Serpentese.”

“Preferiresti che scappassi via urlando quando lo fai?”

“Ok, no, però…”

“Considerati fortunato.”

“Lo sono.” Harry gli diede un rapido bacio. “Anche se devo fare a meno dei gattini.”

Draco esitò per un momento. “E non ti dispiace che non riuscirai mai a… a sapere com’è, con una ragazza?”

“No.” Harry si alzò e allungò la mano verso Draco. “Dai, andiamo a letto.”

“Va bene.” Draco si lasciò sollevare e iniziò a slacciarsi la camicia mentre Harry si dirigeva in bagno, per poi fermarsi alla soglia.

“Ehm. Mi… mi dispiace che non ho pensato a nulla per oggi,” disse piano. Draco gli lanciò un’occhiata, sorpreso, e ridacchiò.

“Non ti preoccupare. Non mi aspettavo che lo facessi.”

Harry aggrottò la fronte. “Perché no?”

Draco scosse la testa e distolse lo sguardo. “Hai da fare,” disse, cercando di far cadere l’argomento.

“Però avrei comunque potuto pensare a qualcosa.”

“Non preoccuparti,” disse Draco, improvvisamente molto a disagio.

“Perché no?”

“Hai da fare.”

“Non mi fare la ragazza adesso,” disse Harry a voce bassa dopo una pausa.

Draco sospirò e incontrò gli occhi di Harry. Okay. Harry era stato onesto con lui, e forse Draco avrebbe dovuto restituire il favore anche se quell’onestà gli lasciava un sapore amaro in bocca.

“Perché io posso scegliere di andarmene. Potevo decidere di allontanarmi da te prima di sposarti. Tu non hai avuto quella scelta, all’epoca, e neanche adesso hai molta scelta.”

Harry lo guardò fisso. “Che vuol dire che non ho molta scelta?”

Draco fece un sorriso amaro. “Dai, Harry. L’hai detto tu stesso: tu credi che non ho nessun altro posto dove andare. E sei troppo dannatamente nobile per lasciarmi, dopo che io ho mollato tutto per stare con te.” Finì di sbottonarsi la camicia, volgendo la schiena a Harry, sentendosi un po’ vuoto. Al diavolo l’onestà coniugale, pensò sfilandosi la camicia. Davvero, niente di meglio per rovinare anche la più flebile delle atmosfere.

All’improvviso Harry era dietro di lui, con le braccia che lo circondavano e lo tiravano indietro contro il suo petto, e fece scorrere il naso lungo il collo di Draco fino al suo orecchio, esitando con la bocca vicino all’orecchio per un momento prima di farlo girare tra le sue braccia e catturargli la bocca. Draco sentì un gemito sfuggirgli dalle labbra quando il loro bacio diventò più intenso, e riservò un momento per stupirsi di quanto fosse facile ricostruire l’atmosfera quando Harry ci si metteva d’impegno.

Harry lo stava trascinando verso il letto, e stava armeggiando con la fibbia della cintura di Draco, che a sua volta aveva iniziato a sbottonargli la camicia, e il calore tra i due stava crescendo sempre più velocemente. Questo è molto meglio di qualsiasi conversazione, e per Merlino Harry era davvero eccitante quando ci metteva tutta quell’intensità. Faceva scomparire tutto il resto – l’ambiente poco familiare, lo scotch, qualunque cosa avessero discusso fino a un attimo prima, tutto quanto. Ansimò alla ricerca d’aria mentre Harry gli slacciava la cintura e iniziava a infilarsi dentro i pantaloni di Draco, e lui raddoppiò gli sforzi per sbarazzarsi della camicia di Harry nonostante le cose che Harry aveva iniziato a fargli–

E all’improvviso Harry si fermò. Draco gemette dalla frustrazione, per terminare con un ansimo quando sentì il respiro di Harry vicino al suo orecchio e una lingua fuoriuscire per leccargli il lobo.

“Non sono così nobile,” sussurrò Harry senza fiato. Draco chiuse gli occhi mentre un brivido lo percorreva e Harry faceva scorrere le mani tra i suoi capelli. “Anch’io sono qui perché voglio esserci. E che tu sia dannato se pensi che non sia così.”

E spinse Draco sul letto e gli spazzò via tutti i dubbi.

-          Fine

 

  
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