Traduttrice:
poldina.
L’autrice originale della storia è Anna
Fugazzi. Per la storia in lingua inglese cliccate qui.
Beta-reader:
NON BETATO
Anniversario
ooooo
“Passami il burro, per
favore,” disse Hermione.
“Come sta Ron?”
chiese Blaise mentre glielo porgeva.
“Oh, meglio. Grazie a
dio,” disse lei imburrando il toast.
“Ci ha dato un bello
spavento, però,” disse Harry.
“Che stava facendo, a
proposito?” chiese Blaise, e alzò gli
occhi al cielo quando Harry e Hermione si scambiarono
un’occhiata carica di
disagio. “Lasciate perdere, come non detto.”
“Non è che non
vogliamo dirtelo–”
“Lasciate
perdere,” ripeté Blaise, con voce irritata ma
sfumata di affetto. “Non fa niente. Stava in giro a fare
qualcosa di eroico,
potreste dirmelo ma poi dovreste uccidermi, si è fatto male
ma ora sta meglio.
Non c’è bisogno di sapere
nient’altro.”
“Sì, e il fatto
che uscirà dall’ospedale tra due
giorni,”
disse Draco, e notò con piacere che la sua voce non tradiva
la sua trepidazione
nell’attendere quella data… o almeno non la
tradiva troppo. Il Trio era stato
assente per tre settimane prima di tornare dalla loro ennesima
scorribanda, e
Draco non vedeva l’ora di avere Harry di nuovo tutto per
sé. Ma Weasley era
stato ferito e Harry aveva insistito che Granger restasse con loro
finché
Weasley non fosse stato meglio. E non era che Granger fosse poi
così fastidiosa
ultimamente, ma lui non vedeva l’ora di non averla tra i
piedi per almeno
qualche giorno prima che i tre dovessero ripartire.
Blaise gli fece un sorrisetto.
“Già, anche quello. Oh,
Draco,” disse con un’espressione innocente sul
viso. “Quasi dimenticavo, come
va la tua, ehm, scopa, questi giorni? La cavalchi spesso?”
Draco trattenne una risata e
pestò il piede di Blaise sotto
il tavolo. “Va benissimo, grazie. Ma non molte cavalcate,
no.”
“Che è successo
alla tua scopa?” chiese Hermione.
“Ehm, non vola abbastanza.
Si innervosisce. Niente di cui
preoccuparsi.”
“Probabilmente ha solo
bisogno di un po’ di affetto,” disse
Blaise, e si morse il labbro quando Draco gli schiacciò un
alluce.
Harry aggrottò la fronte,
distratto dal toast. “Non mi avevi
detto che la tua scopa era guasta. Quando è
successo?”
Draco aprì la bocca e fu
risparmiato da dover rispondere
alla domanda da un gufo marrone e stranamente familiare che
colpì il vetro
della finestra. Harry si alzò per farlo entrare.
“Hai ordinato
qualcosa?” chiese Harry estraendo una lettera
dalla zampa del gufo e lanciandola a Draco.
Draco scosse la testa aprendo la
piccola busta. “C’è anche
il tuo nome, Harry,” disse aprendola.
“Cazzo!” esclamò, e Blaise
andò
immediatamente a vedere da sopra la spalla di Draco, spalancando la
bocca dallo
stupore.
“Per Mordred! Cosa le passa
per la testa?”
“‘Spero
che passiate
una bella giornata’–ha perso la
testa!” farfugliò Draco, incredulo.
“Cos’è?”
chiesero Harry e Hermione.
“Mi sembrava di
riconoscerlo, quel gufo del cavolo,” disse
Blaise, con un’espressione scioccata. “È
di Pansy.”
“Parkinson?!”
esclamarono Hermione e Harry.
“Si firma Jennifer
Stuyvesant, ma eccome se è Pansy.”
“Cosa dice? Vuole
defezionare?” chiese Harry.
“No, non vuole
defezionare,” disse Draco in tono piatto,
rileggendo il breve messaggio. “Vuole porgerci le sue
congratulazioni per il
nostro primo anno di matrimonio.”
“Il nostro cosa?”
“Oggi è il
nostro anniversario, a quanto pare,” disse Draco,
scuotendo la testa dall’incredulità. “E
lei ha deciso che oggi è il giorno
perfetto per gettare al vento la prudenza e mandare il cervello in
vacanza e
mettersi in pericolo per mandarci le congratulazioni. Sarebbe un regalo
di
anniversario davvero magnifico. Pansy sotto Cruciatus.”
“Forte,” disse
Blaise, con un tono di voce per nulla
divertito. “Dovrebbe essere il vostro anniversario di
matrimonio, non
l’anniversario della morte dell’amica.”
“Cazzo, è fuori
di testa. E per il nostro anniversario!”
“Mi ero dimenticato che
oggi…” disse Harry.
“Anch’io,”
disse Draco. “Dio, che idiota!”
“Mi pare di capire che
invece non abbia fatto niente per il
vostro primo anniversario vero,” disse Hermione.
“Be’, non credo
che si possa festeggiare un anniversario se
ti sei divorziato prima della fine dell’anno,” fece
notare Blaise.
“Per non parlare del fatto
che neanche avevi acconsentito a
quel dannato evento, né te lo ricordi,” disse
Draco. “Dannazione. Cosa le è
venuto in mente?”
“Te l’ho detto,
non è felice laggiù,” disse Blaise.
“Allora sarebbe
più felice se le lanciassero Cruciatus fino
a renderla imbecille? O forse lo hanno già fatto; di sicuro
si spiegherebbe
questo maledetto biglietto.” Gettò il biglietto
sul tavolo e si alzò per
prendere del tè.
“Dai, Draco, è
solo un biglietto,” disse Harry.
“È un biglietto
inviato da qualcuno che sta con i
Mangiamorte di Emerson, diretto a una persona che decisamente non lo
è,”
ribatté Draco, versandosi del tè.
“È una cosa stupida e inutile e fuori di
testa.” Lanciò al tè uno sguardo truce,
poi lo buttò nel lavandino e fece per
prendere un espresso.
“Quindi mi pare di capire
che non avevate intenzione di
festeggiare oggi?” chiese Hermione in tono neutro.
“Cosa? No, certo che no,
perché dovremmo festeggiare?” disse
Draco bruscamente, riempiendosi la tazza.
“Perché le
persone di solito lo fanno.”
“Le persone di solito non
trascorrono metà del primo anno di
matrimonio a rintracciare Mangiamorte,” obiettò
Harry. “O a nascondersi. Non è
importante.”
“Non ti
dispiace?” chiese lei.
“No, certo che
no,” disse Harry. “Perché
dovrebbe?”
Draco prese un respiro di sollievo
mentre l’espresso gli
bruciava giù per la gola, e si mise a riflettere
razionalmente dopo lo shock
del biglietto di Pansy. Che stupidaggine – proprio adesso
Pansy doveva iniziare
a comportarsi da Tassorosso… proprio ora, quando Harry e gli
altri dell’Ordine
erano a tanto così dal trovare gli ultimi gruppi di
Mangiamorte, e i suddetti
gruppi si stavano rivoltando uno contro l’altro in un vortice
di tradimenti e
ricatti e vendette personali… proprio ora
Pansy decideva di fare una mossa del genere…
Anche se, forse, era davvero una
mossa intenzionale, la sua.
Forse presto avrebbe provato a defezionare, o sapeva che a breve il suo
gruppo
sarebbe stato localizzato, e voleva ricordare a Draco che lui aveva
promesso di
essere il suo contatto dall’altra parte, semmai ne avesse
avuto bisogno. Come
se Draco avesse bisogno di promemoria.
Ingoiò l’ultimo
sorso di caffè e raccolse il biglietto.
“Granger, ti dispiace controllare la presenza di
incantesimi?”
“Credi che abbia mandato
qualcosa di–” iniziò Hermione, con
gli occhi spalancati, e Draco alzò impazientemente gli occhi
al cielo.
“No, certo che no, ma mi
chiedo se non abbia nascosto
qualcosa per darci qualche informazione. Forse vuole diventare una
spia, o ci
vuole chiedere di andare a prenderla.”
“Sì,
può essere,” disse Blaise, e guardò la
busta con la
fronte aggrottata. “Dammelo, probabilmente è
meglio che lo faccia io, Granger,
conosco Pansy molto meglio di te. Mi immagino cosa possa aver
spedito.”
“Brucialo quando hai
finito, Blaise,” disse Draco.
“Ok,” disse
Blaise, e prese in mano il biglietto. “Non
c’è
bisogno che vi dica che non dovete dire niente a nessuno riguardo a
tutto
questo, vero?” disse a Harry e Hermione, che annuirono.
“Be’, allora vado. Tra
qualche ora ho un appuntamento con mia madre a Diagon Alley. Non
preoccuparti,
Draco, se c’è qualcosa su questo biglietto, lo
troverò.” Prese una manciata di
Metropolvere ed entrò nel camino.
“Grazie,” disse
Draco, e appoggiò la tazza di caffè.
“Dannazione, avevo dimenticato che anch’io ho un
appuntamento con Severus tra
un’ora.” Corse verso il camino.
“Non ti scomodare a dire
‘Buon anniversario,’” disse
debolmente Hermione, e Draco le rivolse uno sguardo confuso mentre
entrava nel
camino.
ooooo
“Pensi mai di esserti perso
qualcosa, senza una vera
cerimonia di matrimonio?” chiese Harry quella sera nel loro
piccolo
laboratorio, mentre lui ultimava un rapporto e Draco controllava la sua
scorta di
ingredienti per pozioni.
“Cosa?” chiese
Draco, guardando attentamente i suoi
Grinzafichi e riflettendo se ordinarne altri.
“Pensi mai di esserti perso
qualcosa senza una vera
cerimonia di matrimonio?” ripeté Harry.
Draco aggrottò la fronte e
guardò verso il basso. “Mi sono
improvvisamente cresciute le mammelle?”
Harry si mise a ridere.
“No, me lo stavo solo chiedendo. Di
solito i matrimoni sono importanti nel mondo magico, no? Come nel mondo
Babbano?”
“Non saprei riguardo al
mondo Babbano. Sì, sono importanti;
dipende da chi si sposa.”
“Il tuo matrimonio sarebbe
stato importante se avessi
sposato chiunque credevi avresti sposato?”
“Oh, probabilmente
sì,” disse Draco in tono indifferente,
aggiungendo i Grinzafichi alla lista di ingredienti da ordinare.
“So che mio
padre voleva un’unione vantaggiosa per la famiglia.
Probabilmente sarei finito
sulle pagine del Profeta.
Perché?”
“Solo per
curiosità.”
“Perché?”
“Oh, niente, è
solo che…” Harry scrollò le spalle,
facendo
una correzione sul suo rapporto. “Mi stavo solo chiedendo se
ti sarebbe
piaciuta una cosa del genere.”
“E
perché?”
“Ti piaceva essere al
centro dell’attenzione.”
Draco sbuffò un grugnito
indelicato. “Credo che l’anno
scorso ne abbia avuta abbastanza, di attenzione, col Profeta che
pubblicava
ogni evento e congettura e starnuto da ognuno di noi per la maggior
parte
dell’anno.”
Harry ridacchiò.
“Quindi ora sei guarito da quel particolare
desiderio?”
“Permanentemente.”
“Però sarebbe
stata una pubblicità migliore di quella dovuta
al Legame. Sarebbe stata favorevole.”
“A meno che il nome dei
Malfoy non fosse stato completamente
nel fango, o a meno che non mi fossi sposato con qualcuno la cui
famiglia
appoggiava Voldemort.”
“Ma se non fosse stata
nessuna di queste cose? Saresti stato
felice di fare un matrimonio in grande?”
“Sì, immagino di
sì,” disse Draco con aria distratta, poi
alzò lo sguardo dalla lista. “Perché me
lo chiedi?”
Harry scrollò le spalle.
“Perché?”
“Me lo stavo solo
chiedendo. Non posso fare un po’ di
conversazione?”
Draco aggrottò la fronte,
confuso. “Certo. Solo che mi
sembra una cosa strana da chiedere. Non abbiamo avuto un matrimonio
pubblico in
grande, ma ormai è tutto passato, quindi che senso ha
chiedersi queste cose?”
“E non ti
dispiace?”
“Ho detto di no.”
Ci fu una lunga pausa: Draco
tornò alla sua lista, poi gli
sorse un dubbio e alzò gli occhi.
“Perché, a te invece dispiace?”
“No, certo che
no,” disse Harry, e firmò il rapporto.
“Perché, tu
speravi di avere un matrimonio in grande prima o
poi?”
Harry si mise a ridere.
“Cavolo, anche a me sono cresciute
le mammelle?” Draco ridacchiò.
“Crescendo non ci pensavo a queste cose. Prima i
Dursley hanno fatto sì che capissi che nessuno potesse mai
voler sposare uno
come me, poi durante la scuola credevo che molto probabilmente sarei
morto
prima di poter anche solo pensare di sposarmi.”
Picchiettò distrattamente la
penna sulla superficie del tavolo. “Matrimoni,
compleanni… anniversari, quello
che vuoi; tutte quelle cose erano per le altre persone, per quanto ne
sapevo.”
Draco annuì, e
annusò un barattolo di Murtlap, decidendo di
aggiungere anche quello alla lista. “Come sono i matrimoni
Babbani?” chiese con
curiosità.
“Io che ne so?”
“Non ne hai mai visto uno,
da bambino?”
“Credi davvero che i
Dursley mi avrebbero mai portato a un
evento così pubblico? Quando capitava, mi scaricavano dalla
signora Figg.”
“Cavolo, erano proprio
degli idioti,” disse Draco,
terminando la lista di ingredienti e mettendola insieme alla sua borsa
per il
giorno seguente.
“Probabilmente lo sono
ancora.”
“Non hai voglia di andare
indietro nel tempo e lanciargli
una fattura?”
“Sarebbe
fantastico,” disse Harry ridacchiando.
“Meglio di andare indietro
nel tempo fino al giorno in cui
ci siamo sposati per fare un matrimonio vero e proprio?”
Harry sorrise e arrotolò
il suo rapporto. “Assolutamente.
Dai, andiamo a letto,” disse, alzandosi in piedi e
stiracchiandosi.
“Tu vai. Io ho ancora un
po’ da fare.”
“Oh. Va bene,”
disse Harry, in tono un po’ deluso.
“È la mia
variazione del Decotto Tiramisù,” disse Draco in
tono di scuse. “Ho bisogno di lavorarci ancora un
po’. Granger ha detto che
potrebbe essere in grado di aiutarmi.”
“Forse è ancora
in piedi.”
“Ok. Vengo su
più tardi.”
“Ok. Ehm.
Buonanotte.” Harry andò di sopra.
Draco tirò fuori la
pozione in lenta ebollizione, esaminandola
per capire perché fosse verdognola invece di blu ghiaccio,
come dicevano le
istruzioni, mentre cercava di ignorare un fastidioso ronzio che aveva
in testa.
Un ronzio che diceva che gli stava sfuggendo qualcosa.
Aggrottò la fronte.
Forse… forse Granger poteva aiutarlo a
capire cosa.
oooooo
Harry sbatté le palpebre,
stordito, mentre finivano di
Materializzarsi. Appoggiò una mano sulla spalla di Draco per
riacquistare
l’equilibrio.
“Credo che ci fosse
qualcosa di strano in quel Decotto
Tiramisù con il Grinzafico,” disse a Draco, e
Draco si girò dopo aver
controllato la strada.
“Perché?”
“Mi sento intontito, non
energizzato.”
Draco scrollò le spalle.
“Granger ha detto che non era
ancora messa a punto. Devo solo fare qualche modifica.”
“Potevi dirmelo prima di
darmela.”
“Lo sapevi che era nuova.
Potevi chiedere quanto
approfonditamente l’avessimo testata.”
“Ero troppo disorientato
dalla situazione. Te lo giuro, vedervi
lavorare insieme ancora mi spaventa.”
Draco ridacchiò.
“Davvero? Ancora?”
“Sì.”
“Ormai dovresti esserci
abituato,” disse, e si diressero
lungo la strada.
“Che è questo
posto?” chiese Harry quando Draco si fermò
davanti a una porta con un’insegna discreta che diceva La Barbe.
“È un
ristorante.”
“È un ristorante
Babbano.”
“Bravo, Harry,”
disse Draco in tono noncurante, e cominciò a
salire le scale.
“E perché siamo
qua?”
Draco lo guardò con un
sopracciglio sollevato. “Forse dovrei
diluire il Decotto Tiramisù–”
“No, lo so che dobbiamo
incontrare gli amici bulgari di
Hermione per delle informazioni sui Mangiamorte di Parigi, ma
perché qui?”
“Avevano trovato un
Incantesimo Rintracciante sul luogo
dell’appuntamento, quindi ho dovuto cambiare
all’ultimo minuto.”
“Perché hai
scelto di venire qui?”
“Me l’ha
consigliato Granger. È un posto carino ed è
discreto, ci sono pochissime possibilità che qualcuno sappia
che siamo qui.
Perché? C’è qualcosa che non ti piace
di questo posto?”
“A parte il fatto che
è Babbano? Niente, è solo che è un
po’… costoso.”
“Ci sei già
stato?”
“Oddio, no. Però
ci sbavavo davanti quando ero piccolo. Zia
Petunia voleva venire qui dopo il primo contratto importante di zio
Vernon.
Aveva anche una copia del menù. Ma tanto non mi ci avrebbero
portato.”
“Ah, giusto, ricordo che me
l’avevi già raccontata, questa
storia.”
“Davvero lo
ricordi?”
“Vagamente,”
disse Draco, e si guardò intorno con aria
curiosa mentre entravano e aspettavano di essere condotti al tavolo.
“Non ti importa il fatto
che sia Babbano?”
“Mio padre mi ha portato a
un paio di ristoranti così quando
andavo a scuola.”
“A dei ristoranti
Babbani?”
“Ogni tanto i Mangiamorte
usano posti Babbani per
incontrarsi, lo sai. A volte rende più facile nascondersi
dal Ministero. Credo
anche che pensasse che fossero i posti adatti a mostrare a un bambino
suggestionabile quanto fossero inferiori i Babbani. Un tavolo per due,
per
favore,” disse Draco alla giovane cameriera che venne loro
incontro.
“Non dobbiamo incontrarci
con i bulgari?”
“C’è
ancora molto tempo prima che arrivino.”
Harry aggrottò la fronte.
“Ma l’appuntamento è alle
19:30.”
“Lo so,” disse
Draco in tono piatto, a trattenne un
sorrisetto alla totale confusione di Harry.
“Sono le 19:20.”
“C’è
ancora molto tempo.”
“Allora, quello che dici
non ha senso,” disse Harry dopo che
si furono seduti e la cameriera se ne fu andata.
“Okay,” disse
Draco, ridendo, e cedette. “Guarda
l’orologio.”
Harry guardò.
“Le 19:20, come ho detto.”
“Ora guarda la
data,” Draco indicò l’esposizione
raffinata e
discreta del piatto speciale dello chef vicino al loro tavolo.
Harry aggrottò la fronte.
“Che cavolo–”
“È
venerdì. L’appuntamento con i bulgari è
domani.”
Harry sbatté le palpebre.
“Che… Perché è
ieri?”
“È il nostro
anniversario.”
“Cosa?”
“A volte è
deprimente la lentezza con cui si muovono gli
ingranaggi del tuo cervello. La pozione che ti ho dato non era il
Decotto
Tiramisù; era una Pozione Stordente annacquata che ti ho
dato in modo che non notassi
gli effetti di questa.” Draco sollevò un oggetto
piccolo e rotondo.
“Una Giratempo?”
“Una Giratempo.”
“Per… per ieri?”
“Tecnicamente, per
oggi.”
“Ma
è–”
“Ai limiti della
legalità, sì.”
“Che…
Chi–”
“Chi ho dovuto succhiare
per ottenerne una? Ehm, perdonami,
non è una cosa carina da dire il giorno del nostro
anniversario.” Draco fece un
sorrisetto. “Ho le mie fonti.”
“Ma
perché?”
“Perché no?
Pensi che le altre coppie non festeggino gli
anniversari?”
“Ma nessuno di noi due
è una femmina.”
“Complimenti per il tuo
spirito di osservazione. Però non so
cosa pensare del fatto che ti ci sia voluto così tanto tempo
per notarlo. No,
nessuno di noi due è una femmina, ma non siamo nemmeno un
paio di amici che ogni
tanto scopano per caso, ogni volta che i Mangiamorte non fanno girare
te di qua
e di là e non costringono me a nascondermi tre metri
sottoterra.”
“Quindi tu…
ehm… hai organizzato tutto questo… per
noi?”
Draco scrollò le spalle,
ostentando noncuranza. “Perché no?
Mi sembrava il momento giusto. E poi, tu con la tua bizzarra avversione
per
l’impiego degli elfi domestici, dopo un po’ ci si
stanca di cucinare.” Rivolse
un sorriso alla giovane cameriera ansiosa che arrivò per
versare loro
dell’acqua e prendere le ordinazioni delle bevande, e chiese
senza imbarazzo il
Vin de Clémentine, divertito nel vedere Harry che si sentiva
come un pesce fuor
d’acqua.
“Grissino?”
chiese, prendendone un morso lui stesso. Alla
fine la confusione di Harry lo mosse a compassione, così lo
aiutò a ordinare
una promettente Feulleté de Ris de Veau per antipasto,
scegliendo per sé stesso
la Fricassée de Gambas.
E per fortuna doveva concentrarsi
sull’aiutare Harry a
superare il suo disagio in quell’ambiente, perché
anche lui si stava sentendo
un po’ a disagio. Questo… loro non facevano quel
genere di cose. Vestirsi bene,
andare a un ristorante elegante senza dover incontrare nessuno, non per
prendere qualcosa da mangiare al volo, ma solo per stare…
insieme… Non erano
abituati a fare nulla del genere.
E forse quella era una cosa su cui
riflettere.
Più tardi. Non in quel
momento. Quello era il momento di
bere in quell’atmosfera rilassata, di gustare il suo Maigret
de Canard, e di
apprezzare il modo in cui il nervosismo iniziale di Harry si era
sciolto col
vino e il vitello brasato. Gustare il modo in cui arrossiva alle
proposte mormorate
di Draco su possibili attività da svolgere dopo cena, che
Draco continuava ad
avanzare a intervalli precisamente calcolati in mezzo alla
conversazione
altrimenti socialmente accettabile.
La Granger non aveva detto nulla
riguardo alle proposte
sconce durante la cena, ma ciò che non sapeva non la
danneggiava.
“Sai…”
disse Harry con esitazione da sopra il vitello. Smise
debolmente di parlare, poi scosse la testa e disse dolcemente:
“Non c’era… Non
ho bisogno di tutto questo.”
“Bisogno di cosa?”
“Questo… la cena
costosa, la Giratempo – sono davvero, ehm,
toccato da quello che hai fatto, ma io non– Non volevo dire
questo ieri quando
ti ho chiesto– Voglio dire, non ho
bisogno–”
“Lo so che non ne hai
bisogno,” interruppe Draco, un po’
alterato. “Non è questione di bisogno.”
“Allora
cos’è?”
“Per te questo è
già di per sé un periodo di merda, con
tutte le missioni che devi fare,” disse Draco a disagio,
pensando che sarebbe
stato meglio se Harry avesse lasciato perdere l’argomento.
“Perché non cogliere
l’occasione di divertirsi un po’, ogni
tanto?”
“Ma io mi diverto, quando
torno a casa. Non c’è bisogno che
tu–”
“Puoi divertirti di
più. Puoi prenderti del tempo per
celebrare un intero anno passato insieme senza ucciderci. Celebrare il
fatto
che siamo felici insieme.” Stava osservando attentamente il
suo piatto,
rendendosi conto che stava tagliando la papera con la stessa precisione
che di
solito riservava per affettare l’intestino di rana.
“Io–”
“Harry, di’
grazie e basta.”
Harry arrossì e
abbassò gli occhi. “Grazie.” Si
schiarì la
gola, prese un sorso dal bicchiere e si guardò intorno con
aria soddisfatta.
“Questo posto è…” smise di
parlare, con un leggero sorriso sulle labbra.
“Ti piace?”
“Sì. Sembra
quasi peccaminoso.” Draco sorrise, e Harry
rispose con un altro sorriso. “Probabilmente tu sei cresciuto
in posti del
genere, vero?”
“Nella loro versione
magica, per lo meno. Piuttosto simili a
questo.”
Harry esitò brevemente.
“Ti manca molto?” chiese a bassa
voce.
Draco ci pensò, poi
scrollò le spalle. “Non tanto come
pensavo. Dopotutto, non ho i ristoranti eleganti, ma non ho nemmeno il
maltrattamento emotivo, quindi tutto si è risolto per il
meglio,” disse,
mantenendo un tono di voce leggero. “E non devo preoccuparmi
che gli Auror e
moltissime altre persone rozze possano accusarmi di eseguire magie
Oscure, o
possano interrogarmi, o gironzolare per la mia casa.”
“Ma non è la
casa dei tuoi antenati, no?”
“Be’,
no.”
“Il nostro appartamento
è…”
“Confortevole. E sicuro.
Anche se è penosamente vicino ai
tuoi amici, e la frequenza con cui loro
ci gironzolano non mi eccita particolarmente.” Draco
infilzò l’ultimo broccolo.
“È meglio del rifugio in cui mi trovavo qualche
mese fa.” Scrollò le spalle. “E
poi non sarà così per sempre. Un giorno saranno
catturati abbastanza Mangiamorte
da permetterci di vivere come si deve. Ma nel frattempo non
è così male.”
“Non credevo che la
pensassi così.”
Draco gli fece un sorrisetto.
“Non dirlo a Granger e
Weasley,” disse, e alzò lo sguardo quando la
cameriera si avvicinò di nuovo con
un vassoio da dessert.
“Come va?”
chiese, con un sorriso per entrambi, ma un po’
più grande per Draco.
“Molto bene,
grazie,” dissero entrambi.
“Gradireste un
dessert?”
“Lei cosa
consiglia?” chiese Draco.
“Abbiamo ricevuto molti
complimenti per la Bavarois
stasera.”
“Allora la prendo, grazie.
Harry?”
“Un sorbetto, per
favore.”
“Molto bene,”
disse, e lanciò a Draco uno sguardo ammiccante
abbassando le ciglia, mentre sollevava i piatti dal tavolo e serviva
loro i
dessert. “Avete bisogno di qualcos’altro? Vino,
magari?”
“No, grazie.”
“Fatemi sapere se avete
bisogno di qualcosa,” disse, e per
poco non gli lanciò un occhiolino mentre si allontanava.
Draco sollevò le
sopracciglia. “Hai visto?”
Harry aveva abbassato le sopracciglia
e aveva gli occhi
leggermente socchiusi.
“Sembra di
sì,” disse Draco, mordendosi il labbro per
trattenersi dal ridere. “Buono, Harry.”
“Che?”
“Sembri, ehm,
adirato.”
Harry lo guardò con la
fronte aggrottata. “Non mi fa molto
piacere che una sciacquetta di una cameriera ci provi con mio marito il
giorno
del nostro anniversario,” disse, cercando di assumere un tono
di voce leggero e
fallendo miseramente.
Draco fece un grugnito indelicato.
“Sì, in qualche modo
l’avevo capito.”
“Ma lo possono fare? Con un
cliente?” chiese Harry.
“In un posto
così? No. Dovrebbero essere discreti e non
farsi notare. Forse è nuova. O è in
calore.” Lo sguardo accigliato di Harry si
attenuò solo leggermente. “Harry, dai. Mica
andrò a rinchiudermi con lei nel
bagno tra il caffè e il conto.”
“Già,”
disse Harry con voce tesa.
“Sei a dir poco fumante di
rabbia.”
“Non è
vero.”
“È
sexy.”
Harry arrossì.
“Non è vero.”
“Sì che lo
è. Quasi quasi lancio un Incantesimo Non
Guardarmi e poi scivolo sotto al tavolo per farti vedere quanto
è s–”
“Draco!”
“Anzi, ancora meglio,
faccio scivolare te sotto il tavolo
e–”
“Va bene, va
bene,” disse Harry, divertimento ora unito
all’imbarazzo.
“Ti senti
meglio?” chiese Draco con un sorrisetto.
“Molto.”
“Non è proprio
il mio tipo, sai,” disse Draco per
rassicurarlo.
“Babbana?”
“Babbana e
femmina,” disse Draco, gustando la Bavarois.
“Credevo che tu…
che tu ci uscissi con le ragazze prima che
stessimo insieme,” disse Harry, un po’ confuso.
Draco scrollò le spalle.
“Non ho niente contro di loro,”
disse, “ma penso di preferire gli uomini. Meno
complicati.”
“Oh.” Harry
aggrottò leggermente la fronte.
“Cosa
c’è?”
“Niente.”
“No, dai.”
“Niente, niente.”
Draco espirò bruscamente,
irritato. “Non farmi precisare che
uno dei motivi per cui gli uomini sono meno complicati è che
di solito non c’è
bisogno di chiedere dieci volte cosa stanno pensando prima che si
decidano a
dirtelo.”
“È
solo… A volte me lo chiedo.”
“Cosa?”
“Com’è
con una ragazza. Cioè, non me lo chiedo come se,
capisci, volessi fare qualcosa a riguardo, ma… non so. A
volte sono… curioso,
immagino o… qualcosa del genere.”
Draco sbatté le palpebre.
“Be’, sono felice che tu mi abbia
chiarito tutto. Di cosa stai parlando?”
“Lo sai… seni,
roba del genere.”
“Ah
sì?”
“Sì. E fare, lo
sai, cose romantiche. Non– non so proprio
come si fa.”
“Be’, non posso
aiutarti riguardo ai seni, e il romanticismo
tra uomini non è la stessa cosa,” ammise Draco.
“Però esiste.”
“Davvero?”
“Sì. Solo in
modo diverso.”
“In che modo?”
“Be’,”
Draco finì il dessert e posò il cucchiaio,
ostentando
una sicurezza che in realtà non provava. “Vuoi
ordinare il caffè o chiediamo
direttamente il conto?”
“Oh.” Harry si
lanciò un’occhiata furtiva intorno alla
ricerca della cameriera. “Ehm, il conto.”
“Va bene,” Draco
le fece cenno di avvicinarsi. “Adesso
usciamo e andiamo a volare insieme. E poi ce ne andiamo a
letto.”
oooooo
Quando entrarono nella camera
dell’hotel la notte era già
completamente calata, e Harry si guardò intorno con
soddisfazione nella stanza
elegante decorata con sfumature di castano e nero. “Wow.
Questo è un posto di
classe. Nell’ultimo hotel in cui sono stato c’erano
gli scarafaggi.”
Draco rabbrividì.
“Non c’è bisogno che tu condivida con me
dettagli di questo genere.”
“Scusa,” disse
Harry ridendo. “Sai una cosa? Non pensavo che
avrebbe funzionato, andare a volare durante un appuntamento, ma
è stato bello.”
Avvicinò Draco a sé e Draco si
congratulò mentalmente per la sua idea. Era
stato bello, ed era stato ancora più bello sentire come
entrambi fossero
energizzati e allo stesso tempo rilassati.
“Purtroppo ha schiarito un
po’ della sbronza del vino di
cena,” osservò Draco. “Mi
piaceva.”
“Penso che in stanze come
questa ci siano dei frigoriferi
forniti.” Harry si guardò intorno.
“Sì, eccolo qua.” Aprì il
piccolo frigo.
“Oh, hanno lo scotch.”
“Ancora non riesco a
credere che lo scotch Babbano mi
piaccia più dell’icegin. Mio padre si mangerebbe
la milza se me lo sentisse
dire.”
“Ok, allora.”
Harry lanciò un Incantesimo di Appello alla
bottiglia, Draco ai bicchieri, e Harry li diresse verso il divano della
stanza.
“Mm, mi piace,”
disse Draco prendendo un sorso di scotch.
Harry agitò la bacchetta
con uno sguardo di concentrazione.
“Che stai
facendo?”
“Metto un po’ di
musica.”
“Hai finalmente imparato un
Incantesimo Musicale? Che
emozione.”
“Me l’ha
insegnato Hermione.” Le note delicate di una melodia
che suonava vagamente familiare si diffusero nella stanza.
“È per
caso–”
“Sì,
è l’ultima canzone degli Eldritches,”
disse Harry,
cercando di sopprimere, senza riuscirci, un sorriso pieno di orgoglio.
“Come fai a sapere che mi
piacciono?”
“Oh, non so, forse mi
è venuto il sospetto dopo tutte le
volte che lo hai scritto nelle tue lettere.” Harry si
avvicinò sul divano e
Draco gli catturò la bocca in un bacio. Mm, sì,
molto bello, il sapore e
l’odore intensi dello scotch che si mescolavano ai loro baci.
Sospirò quando ruppero il
bacio, poi appoggiarono i
bicchieri e Harry lo trasse a sé, la musica di sottofondo
che dava il ritmo
mentre riprendevano a baciarsi. Harry fece scorrere le mani lungo i
suoi
capelli, e Draco dovette trattenersi dal fare le fusa alla bella
sensazione.
“L’incantesimo
colorante è quasi esaurito, vero?” disse
Harry, prendendo una ciocca di capelli di Draco tra le dita, rovinando
completamente l’atmosfera che si era creata.
Draco alzò gli occhi al
cielo e si sistemò a sedere,
appoggiando la testa sulla spalla di Harry che continuava ad
accarezzargli i
capelli. “Finalmente. Non darò mai più
ascolto a mia cugina.”
“Non era colpa di Tonks, lo
sai. L’incantesimo dura un mese,
di solito. Lo aveva già fatto per persone nascoste
dall’Ordine.”
“Sì, lo so, ma
quando ho accettato di nascondermi e di farmi
lanciare un Incantesimo Celante, ero convinto che avrei potuto
scegliere il mio
aspetto. Ed ero convinto che la persona che avrebbe lanciato
l’incantesimo su
di me non sarebbe inciampata sui propri piedi proprio al momento
dell’incantesimo, finendo con l’agitare la
bacchetta troppo forte e rendendo l’incantesimo
il doppio più potente.”
“Andava di
fretta.”
“Avrebbe dovuto
chiedermelo. E mi dispiace, ma non puoi dire
che è una coincidenza che il colore che abbia scelto per i
miei capelli è rosso.”
Harry ridacchiò.
“Be’, no.”
“Ce l’ho avuto
per sei cavolo di mesi, quel colore
terribile. Mancavano le lentiggini e la mia gioia sarebbe stata
completa.
Weasley non riusciva a smettere di ridere ogni volta che mi
vedeva.”
“Neanch’io.”
Harry ridacchiò, poi lo baciò. “Se
n’è quasi
andato. E se tutto va bene non dovrai più farlo.”
“Grazie al
cielo.” Draco lasciò cadere la testa sulla
spalliera del divano mentre Harry gli massaggiava il collo, cercando
apparentemente di confortarlo, con particolare successo.
“Ti piace?”
“Mm,
sì.”
“A proposito,
perché siamo qui?” chiese Harry, guardandosi
intorno con curiosità. “Voglio dire, è
bello, ma perché non siamo a casa?”
“Be’, Granger si
era offerta di stare fuori di casa per la
notte, ma mi ha fatto notare che ci saremmo imbattuti in lei e in noi
stessi se
fossimo tornati stasera. Non dimenticare, in questo momento tu stai
andando a
letto da solo e io sono rimasto a lavorare al Decotto
Tiramisù. O forse sto già
parlando con Granger.”
Ci fu un lungo silenzio mentre Harry
gli massaggiava il
collo e Draco si sentiva galleggiare sull’ondata di calore
del whiskey, la
musica, la cena, e la vicinanza di Harry.
“Non ci posso credere che
tu abbia fatto tutto questo per
me,” disse Harry timidamente.
Draco decise di tenere gli occhi
chiusi e ricordò con
gratitudine che la luce era soffusa, quindi Harry non poteva vederlo
arrossire.
“Mm. Non c’è di che.”
“Non… non
facciamolo solo una volta all’anno,” propose
Harry. “È stato… bello.”
“Non possiamo celebrare il
nostro anniversario tutti i
mesi,” disse Draco ridendo.
“Non volevo dire quello,
cretino. Volevo dire uscire
insieme.”
“Certo. Sarebbe
bello.”
“E anche uscire per il
nostro anniversario sarebbe bello.”
“Ok, va bene.”
Harry sorrise
all’improvviso. “Più bello di quello che
tu
avevi detto avremmo fatto la prima volta che ne abbiamo
parlato.”
“Parlato di cosa?”
“Del nostro
anniversario.”
“Ne abbiamo già
parlato?”
“No, non proprio, solo en
passant. Tu mi avevi promesso di
indicarmi col dito e ridermi in faccia a ogni anniversario.”
“Davvero?” disse
Draco ridacchiando.
“Mi stavi prendendo in giro
per il fatto che avevo
dimenticato il nuovo regolamento di Quidditch per cui stavamo litigando
quando
siamo stati colpiti dal primo Incantesimo di Legame. Non te lo
ricordi?”
“Per nulla. Ma non penso
che ci sia bisogno di riservarlo
alle occasioni speciali; prenderti in giro è più
una necessità quotidiana,
direi.”
Harry alzò gli occhi al
cielo. “Sì, e anch’io ti amo.”
Baciò
Draco di nuovo e Draco rispose al suo bacio, un po’ sorpreso,
ma lasciando
andare la dichiarazione per approfondire il bacio.
“Ancora non riesco a
credere che tu abbia fatto tutto
questo,” disse Harry quando si separarono.
“Perché? Non
è che sia poi così inaspettato da parte mia,
no?” Ci pensò brevemente. “Ok, forse un
po’ sì.”
“No, non è solo
quello, è che…”
“Cosa?”
Harry prese un respiro profondo.
“È che… Lo capirei se tu
non volessi festeggiare.”
“Perché no? Sai
che l’ho scelto io di stare con te.”
“Sì, lo so. Ma
ora non hai molta scelta riguardo a restare
con me.”
“Perché
no?”
Harry si schiarì la gola e
si fece leggermente indietro. Ci
fu una lunga pausa durante la quale giocherellò con
l’orlo dei pantaloni,
apparentemente decidendo cosa dire. “Non hai nessun altro
posto dove andare,
Draco,” disse infine, riluttante. “Ti sei lasciato
tutta la tua vita alle
spalle per stare con me.”
Draco aggrottò la fronte.
“Oh, davvero? Perché, cosa faresti
se io ti lasciassi? Mi butteresti sul ciglio della strada, con solo le
mie
risorse dei Black, alla mercé dei Mangiamorte?”
“No, certo che
no.”
“Allora cosa faresti? Se ci
lasciassimo?”
“Stiamo parlando di
divorzio il giorno del nostro
anniversario?”
Draco ridacchiò.
“Non cambiare discorso. Cosa faresti?”
“Non ti caccerei in quel
modo.”
“Mi daresti un
po’ di soldi per rimettermi in piedi, no?
Anche se ti tradissi, se ti mentissi, se giurassi di chiamare Granger
solo con
la parola con la S per il resto della mia vita?”
Harry alzò gli occhi al
cielo con impazienza. “Sì, certo.”
“Dico sul serio. Tu che
faresti se io facessi tutto quello
che ho detto?”
“Mi assicurerei che tu
stessi al sicuro. Non ho bisogno di
tutti i soldi che ho.”
“Ti assicureresti che io
avessi abbastanza?”
“Quant’è
abbastanza?”
“Secondo te quanto sarebbe
abbastanza?” ribatté Draco.
“Non so, Draco,”
disse Harry con impazienza. “La metà di
quanto ho dentro la mia camera blindata alla Gringott?”
Draco si rese conto di aver
spalancato la bocca, e la
richiuse. “E quello sarebbe solo per me, oppure per me e
l’addetto alla piscina
per cui ti ho lasciato insieme all’assortimento di scrocconi
e femmine di
svariate misure di reggiseno?”
“Che?”
“È chiaro il
motivo per cui l’Aritmanzia non avrebbe mai
potuto essere una delle tue materie preferite. Harry. Quella
è una somma
ridicolosamente alta.”
“Ma è
– Tu eri un Malfoy, avevi un sacco di–”
“Per dio, lo so che mio
padre aveva comprato una Nimbus 2001
a ogni membro della squadra di Serpeverde al secondo anno, ma
è ridicolo. Non
eravamo poi così ricchi, sai.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Pensavo che dovessi avere
metà di quello che possiedo,
semmai dovessimo divorziare.”
“Be’, allora
è una fortuna che tu non possa sposare una
strega Purosangue, perché non è così
che funzionerebbe. È da pazzi.”
“Non lo sapevo, ok? E poi,
perché non la metà?”
“Pensa un attimo ai Malfoy.
Credi che ci sarebbe rimasto
qualcosa se, ogni volta che la moglie di un Malfoy non ne poteva
più, si fosse
portata via metà del patrimonio di famiglia?”
“Forse pensavo che tutto
sarebbe stato compensato dalle
venali figlie dei Malfoy che incassavano metà degli averi
dei loro ricchi ex
mariti quando tornavano in famiglia.”
“Hm. Hai
ragione,” ammise Draco. “Però non
funziona così.”
“Va bene, va bene. Non
riesco a credere che stiamo litigando
perché sono troppo generoso con degli alimenti del tutto
ipotetici. Cosa
credevi ti avrei dato?”
“Non lo so, quanto basta
per andare avanti. Senza dovermi
preoccupare di dover lavorare o pagare per nascondermi dal tuo fan club
imbestialito o dai Mangiamorte.”
“Okay.”
“Allora, secondo te
perché sto ancora con te?”
“Be’, non
hai–”
“Abbiamo appena stabilito
che ho altri posti dove andare.
Potrei accettare i tuoi alimenti molto più generosi di
quanto pensassi,
prendermi un bell’appartamento, e trovarmi una pulzella
prosperosa e iniziare a
fare figli.”
“Immagino.”
“Allora perché
sto ancora con te, Harry? Non so se lo hai
notato, ma il nostro appartamento non ha la migliore delle viste. Ed
è anche
penosamente carente di pulzelle prosperose.”
Harry fece un piccolo sorriso.
“E con chi passeresti il tuo tempo?”
“Non con Granger e Weasley,
per prima cosa,” disse Draco
acidamente. “E non dovrei preoccuparmi di preparare la
Pozione Antilupo una
volta al mese, o delle continue intromissioni di Molly Weasley, o dei
Gemelli
Tremendi che riducono la nostra casa una palude ogni volta che li
inviti a
cena…” Draco smise di parlare.
Ci fu un breve silenzio. “A
cosa pensi?” chiese Harry.
“A cosa cavolo ci sto
ancora a fare con te, in effetti. Anche
solo non dover più sopportare gli scherzi dei gemelli sembra
un paradiso.”
Harry si mise a ridere.
“Probabilmente sei ancora qua solo
per il sesso.”
“Ah. Be’,
sì, quello è un fattore importante.”
“E perché
così ti eviti tutte le cose irritanti da ragazze.”
Draco si mise a ridere.
“Anche quello è un bonus. Nessuna
ossessione con i cuori e i fiori.”
“Andare al La Barbe invece
che da Madama Piediburro,” disse
Harry, sorridendo tra sé e sé.
“Che schifo.”
“Soprattutto a San
Valentino. Cho Chang è voluta andare lì,
quell’unica volta che siamo usciti insieme.”
“Oddio. ‘I Cuori
Vomitosi’, Pansy lo chiamava così. A volte
anche lei era fin troppo femminile, ma quel posto andava oltre perfino
i suoi
limiti.” Harry si mise a ridere. “Era nauseante
quasi quanto i gattini della
Umbridge.”
“Credevo che ti piacesse,
la Umbridge.”
“Ehm, be’, mi
piaceva quello che permetteva di fare a noi
Serpeverde, ma quei gattini sulle pareti erano orribili. Per poco non
mi sono
pisciato sotto la prima volta che li ho visti. E pensando alle cose che
ho
visto durante la mia infanzia, non è poco.”
Harry sollevò il
bicchiere. “A niente gattini.”
“Niente gattini. Mai. E
niente centrini.”
“Niente
cherubini.”
“Niente Puffole Pigmee.
Né minuscoli gufi iperattivi.”
“Leotordo appartiene a
Ron,” gli fece notare Harry.
“Comunque non puoi dirmi
che è un animale virile.”
“Be’,
no.”
“Niente rosa, inoltre. Ma
il cioccolato va bene. Anche se è
a forma di cuore.”
“Puoi sempre rielaborarlo a
forma di serpente.”
Gli occhi di Draco brillarono.
“E poi tu puoi sibilargli.”
Harry gemette. “Oddio, ci
mancava solo che finissi con uno che
si eccita col Serpentese.”
“Preferiresti che scappassi
via urlando quando lo fai?”
“Ok, no,
però…”
“Considerati
fortunato.”
“Lo sono.” Harry
gli diede un rapido bacio. “Anche se devo
fare a meno dei gattini.”
Draco esitò per un
momento. “E non ti dispiace che non
riuscirai mai a… a sapere com’è, con
una ragazza?”
“No.” Harry si
alzò e allungò la mano verso Draco.
“Dai,
andiamo a letto.”
“Va bene.” Draco
si lasciò sollevare e iniziò a slacciarsi
la camicia mentre Harry si dirigeva in bagno, per poi fermarsi alla
soglia.
“Ehm. Mi… mi
dispiace che non ho pensato a nulla per oggi,”
disse piano. Draco gli lanciò un’occhiata,
sorpreso, e ridacchiò.
“Non ti preoccupare. Non mi
aspettavo che lo facessi.”
Harry aggrottò la fronte.
“Perché no?”
Draco scosse la testa e distolse lo
sguardo. “Hai da fare,”
disse, cercando di far cadere l’argomento.
“Però avrei
comunque potuto pensare a qualcosa.”
“Non
preoccuparti,” disse Draco, improvvisamente molto a
disagio.
“Perché
no?”
“Hai da fare.”
“Non mi fare la ragazza
adesso,” disse Harry a voce bassa
dopo una pausa.
Draco sospirò e
incontrò gli occhi di Harry. Okay. Harry era
stato onesto con lui, e forse Draco avrebbe dovuto restituire il favore
anche
se quell’onestà gli lasciava un sapore amaro in
bocca.
“Perché io posso
scegliere di andarmene. Potevo decidere di
allontanarmi da te prima di sposarti. Tu non hai avuto quella scelta,
all’epoca, e neanche adesso hai molta scelta.”
Harry lo guardò fisso.
“Che vuol dire che non ho molta scelta?”
Draco fece un sorriso amaro.
“Dai, Harry. L’hai detto tu
stesso: tu credi che non ho nessun altro posto dove andare. E sei
troppo
dannatamente nobile per lasciarmi, dopo che io ho mollato tutto per
stare con
te.” Finì di sbottonarsi la camicia, volgendo la
schiena a Harry, sentendosi un
po’ vuoto. Al diavolo
l’onestà coniugale,
pensò sfilandosi la camicia. Davvero, niente di meglio per
rovinare anche la
più flebile delle atmosfere.
All’improvviso Harry era
dietro di lui, con le braccia che lo
circondavano e lo tiravano indietro contro il suo petto, e fece
scorrere il
naso lungo il collo di Draco fino al suo orecchio, esitando con la
bocca vicino
all’orecchio per un momento prima di farlo girare tra le sue
braccia e
catturargli la bocca. Draco sentì un gemito sfuggirgli dalle
labbra quando il
loro bacio diventò più intenso, e
riservò un momento per stupirsi di quanto
fosse facile ricostruire l’atmosfera quando Harry ci si
metteva d’impegno.
Harry lo stava trascinando verso il
letto, e stava
armeggiando con la fibbia della cintura di Draco, che a sua volta aveva
iniziato a sbottonargli la camicia, e il calore tra i due stava
crescendo
sempre più velocemente. Questo
è molto
meglio di qualsiasi conversazione, e per
Merlino Harry era davvero eccitante quando ci metteva tutta
quell’intensità. Faceva scomparire tutto il resto
– l’ambiente poco familiare,
lo scotch, qualunque cosa avessero discusso fino a un attimo prima,
tutto
quanto. Ansimò alla ricerca d’aria mentre Harry
gli slacciava la cintura e
iniziava a infilarsi dentro i pantaloni di Draco, e lui
raddoppiò gli sforzi
per sbarazzarsi della camicia di Harry nonostante le cose che Harry
aveva
iniziato a fargli–
E all’improvviso Harry si
fermò. Draco gemette dalla
frustrazione, per terminare con un ansimo quando sentì il
respiro di Harry
vicino al suo orecchio e una lingua fuoriuscire per leccargli il lobo.
“Non sono così
nobile,” sussurrò Harry senza fiato. Draco
chiuse gli occhi mentre un brivido lo percorreva e Harry faceva
scorrere le
mani tra i suoi capelli. “Anch’io sono qui
perché voglio esserci. E che tu sia
dannato se pensi che non sia così.”
E spinse Draco sul letto e gli
spazzò via tutti i dubbi.
-
Fine