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Autore: mar89giss93    12/02/2018    1 recensioni
Richard Smith, economista statunitense, torna a casa dopo aver passato una serata in un locale a luci rosse, "Elusive Seduction". Ossessionato da una donna di cui ha intravisto solo un tatuaggio, chiederà aiuto ad una psicologa che cercherà di distoglierlo da questa "seduzione sfuggente". Scoprirà chi si cela dietro il tatuaggio oppure continuerà a cadere nel peccato?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mentre raggiungo la mia meta non riesco a smettere di pensare a quello che affronterò.
Mi aspettano un paio di ore impegnative e non ho proprio idea di dove mi porterà tutto questo.
Oggi, con la dottoressa Banks, parlerò di mio padre.
Durante l'ultima seduta è stata categorica e, anche se la prospettiva mi rende tremendamente irrequieto,  non posso sottrarmi.
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, non sono stupido, ma è strano per me parlare di cose così intime con una persona che conosco da un solo mese... il fatto che debba pagarla lo rende ancora più pazzesco.
Ma devo affrontarlo. Credo di essere pronto.
Ora che sono qui non mi resta che muovere gli ultimi passi che mi porteranno dentro lo studio.
“Si?”
“Smith!”
“Salga”
L'ascensore è occupato... come al solito.
Dovrò farmi due piani a piedi.
La porta è aperta e ad accogliermi, oltre a Juliet, c'è la dottoressa, che aspetta comodamente nella sala d'attesa. Impossibile per me non ammettere che questa donna è incredibilmente sexy nella sua austerità.
Possiede un fisico perfetto e armonioso, si mostra sempre in ordine e ben curata.
È una donna eccitante, inutile negarlo... anche volendo, proprio, non ci riuscirei.
“Signor Smith è arrivato. Buona sera!”
Il mio sguardo scivola sulle sue lunghe gambe e mi accorgo che devo risponderle per non risultare un completo idiota.
“Buona sera, buona sera a lei!”
“Mi segua Signor Smith, non perdiamo tempo!”
“Certo!”
Seguo la dottoressa nel suo studio e lancio un piccolo sorriso a Juliet che ricambia, mentre è occupata in una chiamata di lavoro.

“Prego entri signor Smith!”
“Dopo di lei, dottoressa!”
“Come è galante oggi!”
“La mia galanteria la mostro a piccole dosi ma solo alle donne che lo meritano!”
“Poche chiacchiere, Signor Smith. Si accomodi, prego!”

Ci risiamo.
Non abbocca mai all'amo. Fa la preziosa e non si sbilancia mai, è sempre maledettamente misurata: mai una parola, mai un gesto in più in cui addentrarmi  per scalfire la sua perfetta armatura, fatta di assoluta compostezza.
La psicologa non si lascia corteggiare e devia prontamente le mie avances, senza mai pensarci troppo.
Questo suo modo di fare mi eccita da morire e la rende una preda ancora più ambita ai miei occhi. So che non dovrei perdermi nella libido dei miei pantaloni, visto che dovrebbe "curarmi", ma sono ferocemente attratto da chi non si lascia andare al primo colpo.

“Allora come si sente oggi signor Smith?”
“Un po’ nervoso a dire il vero!”
“Solo nervoso?”
“Anche un po’ incuriosito. Non so cosa potrebbe emergere da questa seduta!”
“Non si preoccupi, affronteremo tutto un po' alla volta. Si sente pronto a cominciare?”
Cavolo, perché qualsiasi cosa dica questa donna il mio cervello la percepisce come un qualcosa di fortemente allusivo?
Calmo Rich, sta calmo! Tranquillo, rilassato, lasciala parlare e non fare lo stronzo! Così andrà tutto bene.

“Sì, dottoressa”
“Mi parli un po’ della sua famiglia. Vada a ruota libera.”
“In casa mia siamo in quattro, anzi, se vogliamo essere precisi, in cinque contando il cane. Ci siamo io, mio fratello, mia madre, mio padre e Mal.”
“Signor Smith, mi perdoni, ma non le ho chiesto il suo albero genealogico! Parlare della propria famiglia non vuol dire elencarla!”
“A lei non sfugge nulla, vero dottoressa?”
“Crede che non sappia che questo è uno dei suoi mezzucci per sviare l'argomento, signor Smith? Che mossa astuta! Oserei definirla una vera volpe! Per quanto ancora ha intenzione di fare questi suoi giochetti?” Che donna sagace!
“Dottoressa se non la conoscessi penserei che mi sta prendendo in giro! Quando ha accantonato la sua rigida serietà?”
“Io, seria, non ho mai smesso di esserlo! Si ricordi, Signor Smith, che sto lavorando."
Accavalla le gambe e cala leggermente sul naso i suoi occhiali e continua a dire: "Riguardo alla sua famiglia vorrei che mi parlasse delle sue origini, di come è nata.”
"Tutti conoscono la nostra famiglia come una delle più ricche del New Jersey ma in pochi sanno che questo è accaduto solo dopo l'inizio della carriera politica di mio padre e dopo il matrimonio con mia madre. Almeno è questo che mi ha sempre raccontato mia nonna.”
“Quindi mi sta dicendo che il senatore Smith ha umili origini? Interessante... Continui per favore.”
“Mio nonno Richard, era un fuciliere delle USS Army, arruolato in Arizona. Grazie alla sua, misera, paga riusciva, insieme a mia nonna, a portare avanti la famiglia. Dopo poco nacque mio padre: il primogenito dei loro sogni. Il figlio modello, portato per gli studi... Sapevano che sarebbe riuscito a realizzarsi, aveva tutte le carte in regola per farlo, a dispetto della loro situazione economica. Quando mio nonno fu richiamato alle armi nacque mio zio Steve. Cinque mesi dopo, tramite una missiva, mia nonna apprese che suo marito era morto per il bene della patria. Il corpo di mio nonno non è mai stato trovato è rimasta solo una misera bandiera."

Anche se non ho conosciuto quest'uomo so cosa ha passato mia nonna e parlare di queste cose mi fa sentire impotente e svuotato di ogni energia.
La dottoressa sembra accorgersene perché prontamente, con voce dolce, mi dice: "Mi dispiace per la perdita della sua famiglia, Signor Smith. Faccia con calma, si prenda il tempo che le occorre."
Questo è un nuovo lato della bella dottoressa, sono tentato di fermarmi ma so che facendolo non sarei più in grado di continuare.

"Mio padre, inizialmente, reagì duramente e non accettò la cosa. Mia nonna si ritrovò sola e con due figli da crescere. Ma tutto prese una piega inaspettata il giorno in cui mio padre compì 18 anni. Lui trovò una lettera, una lettera scritta da mio nonno per lui."
“Ricorda, a grandi linee, il contenuto di quella lettera?”
“Si! Mio nonno gli scrisse che non sapendo se sarebbe mai tornato da quei luoghi aveva la necessità di lasciargli qualcosa di sé. Diceva che sarebbe voluto rimanere al loro fianco ma era contento che il denaro della sua morte sarebbe servito a farlo studiare e a far avverare i suoi sogni. Gli chiedeva di studiare e di renderlo fiero di lui."
"Suo nonno era un grande uomo, Signor Smith."
"Si, è vero. Forse è proprio per questo che mio padre non perse tempo e si iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche dell’università più vicina. Dopo la laurea un grande partito politico lo prese sotto la sua ala protettrice e con i primi stipendi aiutò mia nonna a trasferirsi in un bel quartiere del New Jersey. Lì conobbero i Martini una famiglia italiana benestante, trasferitasi in America per ampliare l’azienda di famiglia. Le mie nonne ci misero lo zampino e fecero di tutto per avvicinare i due giovani. Ma i miei genitori non hanno mai avuto nulla in comune: mio padre era un trentaseienne quotato e con una carriera spianata d’avanti a sé, mia madre, invece, studiava lettere e sognava di insegnare ai ragazzi in un college di New York. Tutti erano felicissimi di questo matrimonio... tutti tranne gli sposi, a quanto pare!”

“Quindi il matrimonio dei suoi genitori è stato solo un matrimonio di interesse?”
“Esattamente dottoressa. Per mio padre era un buon affare e mia nonna spronava mia madre a sposarsi, vista la sua età. A quei tempi una donna nubile, dopo i 18 anni, rappresentava una grave macchia per tutta la famiglia!"
La dottoressa, sorridendo, prende la parola e dice "Per fortuna i tempi sono cambiati!"
"Alleluia!" Rispondo ridendo, anche lei ride con me e devo ammettere che è una bella sensazione.

"Continui pure, Signor Smith."
"Mio padre ha anche tradito più volte mia madre. Lei l'ha sempre saputo, l'abbiamo saputo tutti in famiglia. D'altronde lui non ha mai fatto nulla per nasconderlo."
“Però, a quanto mi risulta, sua madre non ha mai chiesto il divorzio, pur essendo a conoscenza della cosa.”
“Non ha voluto creare scandalo e scompiglio... non voleva distruggere la sua famiglia. Infondo le stava bene anche così, suppongo!”
“Lei è d’accordo con la decisione di sua madre?”
“Io lo avrei spedito a calci fuori di casa. A volte mio padre sa essere un uomo davvero spregevole!”

Appena smetto di pronunciare queste parole mi accorgo che mi fanno, davvero, male.
Ammetterlo ad alta voce non è facile e sento di non avere più la forza di continuare a parlare.
Dopo aver guardato, per non so quanto tempo, la parete davanti a me, giro lentamente il viso e punto il mio sguardo verso quello della donna.
Non so perché, non so cosa cerco dai suoi occhi, cosa voglio ottenere, ma dopo queste parole mi sento legato a lei.
Probabilmente questo è l'effetto che avviene dopo essersi confidati con qualcuno... non l'ho mai fatto quindi mi sento vulnerabile in questo momento ma, tuttavia, non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

La bella Eleonor sembra imbarazzarsi, abbassa lo sguardo sul suo polso e dopo aver controllato l'ora sul suo orologio mi dice: “Bene, per oggi può bastare signor Smith. Ha bisogno di riprendersi e metabolizzare gli argomenti di questa seduta. Io intanto trarrò le mie conclusioni!"
Detto questo si alza dalla sedia e cammina verso la porta per aprirla e congedarmi. "Ci vediamo tra una settimana, Signor Smith."
Ora sono ad un passo da lei.
I suoi occhi scuri mi incantano, mi sento frastornato, ma non posso fare a meno di chiederle un'ultima cosa: “Parleremo ancora di mio padre?” e lei sorridendo maliziosamente mi risponde: “Vedremo, Signor Smith. Vedremo!”
 
 
   
 
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