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Autore: lisi_beth99    13/02/2018    1 recensioni
Lane si risveglia nella Radura, inizialmente non comprende ciò che la circonda ma, dopo i primi flash-back, tutto diventa più chiaro...
Dal primo capitolo:
"Sentii dei rumori provenire da sopra la scatola, come dei passi, poi delle voci. Si aprì una botola e vidi una decina di ragazzi che guardavano me. Uno si fece avanti, aprì la grata ed entrò. Era un ragazzo alto, magro, con gli occhi scuri e i capelli biondo scuro. Mi studiò per alcuni secondi poi mi sorrise e mi porse la mano –Vieni, ti porto fuori da qui!-. afferrai subito quella che sembrava la cosa più amichevole che avessi mai visto e scoprii, con mia grande sorpresa, che era calda e rassicurante."
NOTA: Mi sono basata sul film, ci sono alcune riprese nella storia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Ci ritrovammo davanti alle porte del Labirinto. Tutti i sopravvissuti osservarono due dei loro trascinare Thomas, che era svenuto e Teresa che cercava di liberarsi. Ci sparpagliammo fra gli altri, Newt sempre al mio fianco.
Jeff provò a far ragionare Gally – E se Thomas avesse ragione? – gli domandò un po’ timoroso – Magari può portarci a casa… - il ragazzo tarchiato però non era d’accordo. Gli si avvicinò con passo lento – Noi siamo già a casa, okay? Non ho nessuna voglia di cancellare altri nomi su quel muro. -. A quel punto Teresa prese la parola – Credi che mandandoci via risolverai qualcosa? – disse con voce ferma. Ma Gally scosse leggermente la testa – No – disse semplicemente – Comunque non mando via nessuno. Questo è un sacrificio! – a quelle parole la ragazza cominciò ad agitarsi. Nessuno era riuscito ad avvisarli del cambio di programma di Gally…
Mentre un Raduraio legava la mora a un palo e Gally continuava il suo discorso per convincere tutti che rimanere sarebbe stata la cosa giusta, Newt fece un cenno a Minho: era arrivato il momento di agire. Chuck si avvicinò leggermente, carico di zaini e borse piene di roba. Nel mentre Teresa cercava di far rinsavire i presenti – Ma sentite che sta dicendo?! Perché state lì a guardare? Gally ha perso la testa! Se restate qui i Dolenti verranno a prendervi, torneranno giorno dopo giorno finché non vi avranno sterminati! -.
Nel frattempo altri due ragazzi cercarono di sollevare Thomas per legarlo al secondo palo. Questo però si liberò e con un paio di colpi li stese. Nello stesso momento Newt estrasse il machete dalla custodia legata alla sua schiena, Teresa colpì il Raduraio più vicino e Minho fermò Gally puntandogli alla schiena una lama.
Io mi sentii letteralmente inutile! Newt non aveva voluto darmi un’arma, non voleva rischiare… A volte mi sembrava troppo protettivo! In quel momento uno dei ragazzi che credeva nelle parole di Gally estrasse un pugnale dal suo fodero e si scaraventò contro il mio amato. Senza riflettere mi frapposi tra la lama e il biondo. Con un gesto del braccio gli bloccai il polso e gli feci cadere l’arma. Poi con un calcio sullo stinco lo feci gridare e accasciarsi al suolo. Mi chinai per prendere la lama e la strinsi nella mano come a sfidare chiunque altro a provarci. Notai una punta di orgoglio negli occhi scuri del biondo e mi avvicinai a lui superando un Gally particolarmente scioccato.
Thomas puntava un bastone di legno con l’estremità appuntita verso i presenti. Ci schierammo con lui, le spalle al Labirinto e lo sguardo deciso a sfidare i Radurai che non volvano andarsene. – Sei pieno di sorprese, vero? – domandò Gally sollevando leggermente le spalle in segno di disapprovazione. Il moro strinse maggiormente la presa sull’asta – Non sei obbligato a venire, ma noi andiamo via! – poi rivolgendosi al resto dei presenti – Chiunque altro voglia venire, si unisca a noi! – a quelle parole alcuni mossero un passo ma Gally richiamò immediatamente l’attenzione – Non dategli retta, vuole spaventarvi okay? –
Thomas rispose subito a quell’affermazione – Non voglio spaventarvi, lo siete già abbastanza. E anche io ho paura… Ma preferisco rischiare la vita lì fuori piuttosto che morire qui dentro! – notai gli sguardi combattuti di alcuni Radurai. Capivo la loro incertezza ma il Velocista aveva ragione: i Creatori di quel luogo non avrebbero permesso la sopravvivenza all’interno della Radura… ne ero certa!
Nel frattempo il moro continuava il suo discorso per convincere gli altri a seguirci – Questo non è il nostro mondo e questo posto non è casa nostra. Ci hanno chiusi qui, ci hanno intrappolati… Almeno lì fuori abbiamo una scelta. So che possiamo uscire, ne sono sicuro! –
A quelle parole Winston si guardò attorno cercando di capire cosa avrebbero fatto gli altri… guardai di sfuggita Newt che, accanto a me, stringeva i pugni frustrato. Potevo leggergli negli occhi che era frustrato. Nemmeno io capivo perché fossero così titubanti, lo avevano visto anche loro quanto potessero essere pericolosi i Dolenti. E ancora credevano che rimanere fosse la cosa giusta?!
Alla fine Winston, Jeff e alcuni altri si schierarono dalla nostra parte, tutti con lo sguardo basso, quasi si sentissero in imbarazzo per la loro scelta…
Thomas provò a convincere Gally a venire con noi, ma le sue uniche parole furono – Divertitevi con i Dolenti -. Seguendo il mio istinto feci un passo verso il biondo – Quanto sei stupido? – gli dissi quasi urlando – Non lo capisci che siete spacciati?! Hai visto anche tu cosa è successo ieri notte! Credi veramente che, con Thomas che se ne va, spariscano anche i Dolenti? Perché ti ostini a vedere questo posto come un luogo sicuro? – con le braccia indicai la Radura – Niente di questo posto è sicuro! Credi veramente che i Creatori vi permetteranno di restare indisturbati? – una mano si appoggiò sulla mia spalla, stringendola leggermente – Lascia stare… - Newt guardava dispiaciuto Gally, sapendo che non avrebbe mai cambiato posizione. – Andiamo – mi sussurrò voltandosi verso il Labirinto. Io rimasi ancora qualche istante con lo sguardo sul giovane tarchiato – Va! Hai preso la tua decisione – disse lui scuotendo leggermente la testa.
Cominciammo a correre attraverso i corridoi del Labirinto. L’edera si arrampicava lungo le pareti e delle liane pendevano da tutte le parti. Thomas e Minho ci condussero fino alla tana di quelle creature metalliche. Newt era un po’ rallentato a causa della gamba… doveva essere difficile per lui… Io gli rimasi accanto anche perché non mi ero ripresa completamente dal veleno che avevo in circolo poche ore prima.
Arrivati a destinazione, Thomas ci fece segno di tacere. Chuck, che era il più spaventato di tutti, tremò leggermente quando il Velocista confermò che un Dolente era a guardia dell’entrata. – Ci penso io, stai vicino a me! – esclamò Teresa, mentre si legava i capelli in una coda. Minho affidò al bambino il pezzo metallico che avevano estratto dal Dolente ucciso da Thomas. Da quello che avevo capito serviva ad aprire la porta che ci avrebbe condotti fuori da quell’inferno.
Newt mi strinse la mano – Stammi vicina! – sussurrò al mio orecchio. Quel suo fare protettivo mi irritava un po’ però apprezzavo, allo stesso tempo, il fatto che fosse preoccupato… Non ricordavo da quanto tempo era che qualcuno non si prendesse cura di me, come faceva lui.
Il moro ci incitò con una frase che mi sarebbe rimasta impressa per il resto della mia vita – O usciamo adesso, o moriremo provandoci! – impugnammo tutti le nostre armi e caricammo quella creatura.
Ci volle molta forza per tenerlo a bada. Uno dei ragazzi fu arpionato e lanciato nel fosso che circondava la passerella su cui ci trovavamo. Teresa riuscì a staccare una zampa al mostro che, però, colpì Chuck facendogli cadere la chiave. Il bambino corse subito a prenderla mentre io schivavo un affondo della coda di quell’essere. Newt mi tirò all’indietro, mettendosi tra me e il Dolente. – Smettila di proteggermi! – gli dissi mentre ritornavo alla carica.
Tutti assieme riuscimmo a far cadere la creatura nel baratro, ma subito dopo ne apparvero altre due nel punto in cui Chuck era quasi caduto cercando di afferrare la chiave. Teresa aiutò il bambino e corsero spaventati verso di noi.
Più tempo passava, più sembravamo spacciati…
   
 
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