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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    13/02/2018    1 recensioni
Helena Montgomery non ricorda nulla del suo passato.
Semplicemente, un giorno di mezza estate, si risvegliò, sola e abbandonata, in un campo di grano presso la città di Los Angeles.
A quel tempo, lei non sapeva, non poteva sapere.
Non ricordava nulla, né della sua identità, come l'amata figlia di Regina della Foresta Incantata, né di come fosse giunta in quel mondo, messa in salvo per sfuggire alle ire di Lui.
Costretta a vivere in un mondo che non le appartiene, capisce in fretta di essere, in qualche modo, "diversa".
Abbandonata la sua famiglia adottiva, inizia a viaggiare, alla ricerca di sé stessa.
E' solo quando, anni e anni dopo, Emma Swan giunge a Storybrooke che, finalmente, i suoi ricordi tornano.
Ora, non deve far altro che ricongiungersi alla madre.
Ma gli anni sono passati, riuscirà a ricondurre la donna sulla via della luce?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
Il Maestro
 


Silenziosa e impassibile, Regina osservò nuovamente il Corteo Funebre che, lentamente, attraversava il cortile del Castello, seguito da un gruppo decisamente fornito di Guardie Reali bardate di tutto punto, con i vessilli del regno che garrivano al vento e le armature lucenti sotto i raggi lievi della luna sorgente.
Re Leopold era morto.
Sorrise appena … finalmente, lei ed Helena sarebbero state libere. Finalmente, avrebbe potuto crescere la propria bambina come più riteneva opportuno, senza temere le ingombranti insistenze di quel vecchio decrepito.
Per la verità, non aveva nulla contro il vecchio sovrano. Certo, lo aveva odiato, almeno inizialmente … lo aveva odiato con tutta sé stessa perché, su quell’altare, in cui si erano uniti in matrimonio, non avrebbe dovuto esserci lui ma Daniel.
Daniel avrebbe dovuto metterle quell’anello al dito, Daniel avrebbe dovuto trasportarla, su quelle braccia calde e forti, nel loro talamo per la prima notte di nozze … Daniel avrebbe dovuto starle accanto, nella gioia e nel dolore, fino alla loro morte.
E invece era toccato a quello sciocco.
Si … perché qualcuno che, come lui, credeva veramente che avrebbe mai potuto considerare Biancaneve (proprio lei!) come sua figlia non poteva certamente essere altro.
Insomma … quella mocciosa le aveva tolto tutto ciò che aveva di più caro. La sua vita, il suo amore, la sua libertà.
Come avrebbe mai potuto considerarla figlia propria?
L’unico motivo che la teneva ancora in vita era l’affetto che, per qualche motivo a lei ancora ignoto, Helena sembrava nutrire nei suoi confronti. Anche se, a dire il vero, proprio non sapeva spiegarsi il perché di tanto amore tra le due.
Dopotutto, erano completamente diverse. Una calma e gentile, l’altra passionale ed esuberante … non avrebbero potuto essere più differenti eppure, a dispetto di tutto, sembravano andare veramente d’accordo.
Scosse il capo.
Non importava … finché lei fosse stata felice, allora avrebbe sopportato anche quella fastidiosa Biancaneve.
Sorrise appena, osservando il corteo allontanarsi progressivamente. Quindi si voltò, rientrando nelle proprie stanze.
 
“Un lavoro eccellente, mia cara!”, esordì la voce, alle sue spalle.
Gli occhi di Regina scattarono, osservando l’uomo che, tranquillo, se ne stava comodamente spaparanzato sulla SUA poltrona preferita.
Strinse i denti … seriamente, poteva pure essere stato il suo maestro, e averle insegnato tutto ciò che sapeva sulla magia, ma il suo talento nel farle saltare i nervi non era affatto cambiato.
“Cosa vuoi, posso sapere?”, chiese, secca, cercando d’ignorarlo mentre, impassibile, si versava del vino.
Un’abitudine che aveva preso col tempo.
Le riusciva praticamente impossibile interagire civilmente con quel tipo senza una buona coppa di rosso in mano.
L’altro rise, divertito: “Niente … voglio solo farti i miei complimen … ehm, le mie condoglianze. Per la TERRIBILE perdita.”
Sbuffò: “Certo … sai bene quanto me che non sarò io a sentire la mancanza di quel vecchio fallito. Quindi smettila di girarci intorno e dimmi che vuoi.”
“Ahhh … mia cara, carissima amica.”, rispose quello, balzando agilmente in piedi, “Sono veramente sorpreso, sai? Un tempo dicesti che non saresti mai stata come QUELLA DONNA … eppure inizio seriamente a pensare che, forse, siete più simili di quanto non avessi immaginato.”
Una sfera di fuoco partì, rapida, dalla mano di Regina, subito deviata da quella di lui, mentre lo osservava, furiosa, con gli occhi in fiamme.
“Non osare mettermi sullo stesso piano di quella strega, Tremotino!”, sbottò, furiosa, “Io non ho nulla a che vedere con lei. Tutto quello che ho fatto … ogni piano, ogni sacrificio, TUTTO … l’ho fatto solo per Lei. E tu lo sai bene!!!”
Sbatté il calice sul tavolo, iniziando a percorrere a falcate furiose la stanza: “Cosa ti aspettavi che facessi? Quel dannato ficcanaso continuava ad assillarmi … e Biancaneve di qua, e Biancaneve di la. Come se, poi, potesse importarmi veramente di quella mocciosa … è colpa sua, solo sua, se il mio Daniel è morto! Avrei forse dovuto abbandonare mia figlia per una mocciosa simile?
Quindi … non provare a paragonarmi a mia madre, solo perché ho fatto quello che ho fatto. È stato tutto per Helena, solo per lei, chiaro?”, concluse, ansando furiosa.
L’altro scoppiò nuovamente a ridere, alzando le braccia: “Va bene, va bene … come preferisci. Comunque sia, sono davvero sorpreso … all’inizio ero convinto che non saresti mai stata in grado di essere un’allieva adatta ma … a quanto pare mi ero sbagliato.”
Regina annuì appena.
Erano passati anni, ormai, da quando aveva deciso di affidarsi alle sue cure.
Certo, inizialmente era stato difficile … non era mai stato nella sua natura il far del male agli altri.
Era cresciuta nella convinzione che, sempre e comunque, il bene ripaga.
Ma le sfide che la vita le aveva posto di fronte l’avevano presto convinta a cambiare idea e, ormai, non rimaneva quasi nulla della Regina di un tempo.
Anche se aveva sempre sua figlia, le cose erano cambiate.
Se voleva proteggerla, se voleva assicurarle un futuro felice … allora le serviva una sola cosa: IL POTERE. Poco importava se, per ottenerlo, avrebbe dovuto strappare mille cuori, tessere mille intrighi o, ancora, distruggere mille regni. Avrebbe compiuto ogni sacrificio necessario per proteggere la vita di sua figlia.
E, visti i suoi scopi, l’offerta di Tremotino era stata perfetta.
Dopotutto, la Magia E’ potere, e imparandola aveva potuto assicurarsi quel futuro che altrimenti avrebbe rischiato di perdere.
Peccato che, sebbene lei, allora, non ne fosse ancora consapevole, anche Helena aveva notato il suo cambiamento.
 
“E io ti dico che c’è qualcosa che non va, in questo periodo.”, ribatté, per l’ennesima volta, Helena. 
Si trovavano entrambe fuori dal Castello, sopra una bellissima collina punteggiata da fiori di campo, in una pioggia di colori e profumi che riempiva l’aria di gioia e calore. Vi erano innumerevoli varietà di fiori che, altrove, risultavano praticamente introvabili: papaveri, narcisi e orchidee punteggiavano la vallata, scendendo giù, giù fino ai campi di grano, alle fattorie e alle prime casupole dei villaggi.
E lì, proprio sulla cima della collina, svettava, fiero e nobile, un magnifico olmo. Le fronde verdeggianti fornivano, alle due principessine, un rifugio sicuro dai raggi del sole estivo, mentre i rami nodosi si tendevano verso il cielo, in una continua sfida contro il mondo intero.
Era quello, da sempre, il loro piccolo, unico, rifugio segreto.
Non era infatti raro che le due sorelle decidessero di cavalcare, rigorosamente accompagnate da un nutrito gruppo di guardie, fino a quella collina, per trascorrervi gran parte della mattinata a giocare.
E in quel momento, Helena osservava silenziosa la sorella, dondolandosi pigramente sulla semplice altalena in legno e corda, costruita dalla madre appositamente per la figlia.
“Non capisco proprio che cosa ci sia di così strano. Insomma … sappiamo tutte e due che pratica la magia, ha aiutato moltissime persone grazie a essa e quindi non vedo cosa ci sia di male se si è trovata un maestro.”, osservò, invece, Biancaneve, comodamente sdraiata su un ramo poco sopra la sorella.
Indossavano entrambe dei vestiti semplici, ideali per le cavalcate all’esterno e composti, essenzialmente, da un corpetto in comodo cuoio foderato in pelle di visone, oltre che degli aderenti pantaloni di pelle, degli stivali pesanti e una tunica che arrivava loro fino alle ginocchia. Le spalle erano bardate con raffinata pelliccia d’ermellino, e la sola cosa a distinguerle era la differente tonalità del loro vestire: Biancaneve in bianco ed Helena in nero.
“Dici così solo perché non l’hai mai incontrato. Ti dico che quel tipo è veramente strano, mette i brividi solo a vederlo … e da quando prende lezioni da lui nostra madre non è più stata la stessa.”, insistette Helena.
Aveva avuto modo d’incontrare Tremotino solo poche settimane prima, per puro caso in quanto, solitamente, l’uomo preferiva di gran lunga tenere segreta la relazione che aveva con Regina.
Dopotutto, cosa avrebbero pensato le persone, se avessero scoperto che la loro sovrana era niente popò di meno che l’allieva del Signore Oscuro?
Avrebbe rischiato di andare incontro a problemi non certo indifferenti. Per cui era meglio non mostrarsi troppo in giro.
Tuttavia, non poteva certo immaginare che la piccola Helena, a quel tempo di a malapena dieci anni, avesse notato da tempo le continue assenze dal Castello della madre, decidendo persino di seguirla per indagare.
Effettivamente, che la piccola Principessa fosse un tipo decisamente curioso non era certo un segreto.
Immersa nella sua perenne innocenza, era riuscita a scoprire ben presto dove la madre teneva il proprio libro d’incantesimi, oltre che innumerevoli altri segreti … sapeva, per esempio, del misterioso Signore Nello Specchio che consigliava spesso Regina, o ancora della misteriosa scomparsa di Cora, sebbene, a quel tempo, non dubitasse di certo che fosse stata proprio la madre a farla sparire.
Aveva persino costretto la donna a rivelarle come nascevano i bambini, perorando la sua tesi con molto logiche riflessioni su come fosse fisicamente impossibile, per una cicogna, trasportare un fagottino urlante per miglia e miglia fino alla sua futura casa. Per non parlare del fatto che, se così fosse stato, come minimo nel Regno si sarebbero visti volare stormi interi e tutte le ore del giorno, cosa per nulla vera.
Ed era stata proprio quella stessa curiosità a spingerla, qualche settimana prima, a seguire la madre nella foresta, determinata a scoprire il motivo di così tante assenze.
 
“Buongiorno, piccola Helena.”
La bambina sobbalzò, affrettandosi ad assumere un’aria di circostanza, nel timore che qualche guardia potesse averla scoperta fuori dalle mura, senza permesso.
Come minimo, sua madre si sarebbe preoccupata a morte, sapendo che la figlia era uscita di nascosto, senza una scorta, col rischio di finire in chissà quale terribile pericolo.
Tuttavia, l’uomo che aveva di fronte non sembrava affatto una guardia.
Anzi, per essere precisi, non sembrava nemmeno un “uomo”.
La carnagione, per chissà quale motivo assurdo, era costeggiata da una fitta e lievemente brillantinosa trama di scagliette verde sporco, mentre le iridi erano così scure e cupe che, istintivamente, si trovò a indietreggiare di alcuni passi, intimorita.
Non sapeva per quale motivo con esattezza, ma quell’uomo le incuteva un terrore incredibile.
Semplicemente, il suo sangue magico le aveva fatto intuire chiaramente quanto, in quell’essere, vi fosse qualcosa di tremendamente SBAGLIATO.
L’altro, tuttavia, sorrise cordiale, guardandosi attorno con un sorriso, per poi avvicinarsi con aria complice.
“Allora … chi è che non vuoi che ti veda?”, chiese, sorridendo appena.
La bambina arrossì, abbassando il capo colpevole.
“E-ecco … io …”, balbettò, incerta, prima di osservarlo sospettosa, “E tu come fai a sapere che non voglio essere trovata?”
Quello scoppiò a ridere, guardandola divertito: “Mia cara … io so moltissime cose. E anche se non le sapessi, il tuo atteggiamento era già abbastanza chiaro da parlare da sé.”
La piccola parve pensarci su per qualche secondo, prima di proseguire, sempre più diffidente: “Sai anche il mio nome. Però … sono sicura di non averti mai incontrato prima. Chi sei?”
Gli occhi dell’uomo brillarono.
Fino ad allora, aveva solo sentito parlare della giovane Principessa. Regina era incredibilmente affezionata alla piccola e gli aveva accennato più e più volte dello straordinario intelletto di cui era fornita.
Eppure, per essere solo una bambina di dieci anni, non poteva non rimanere sorpreso di fronte al suo acume. Era decisamente sveglia, proprio come la madre. Decisamente … aveva fatto bene a indirizzare Regina su quella strada … probabilmente, con il giusto addestramento, la piccola avrebbe persino potuto rivelarsi un’allieva migliore della madre.
“Diciamo che io e tua madre siamo amici di vecchia data. Comunque … mi scuso per la scortesia.”, fece un ampio inchino, fingendo pure di togliersi in cappello immaginario, “Puoi chiamarmi  Sir Gold. E sono un mago. Molto piacere, è un vero onore fare la tua conoscenza.”
Come sentì la parola “mago” la bambina s’illuminò immediatamente, osservandolo sorpresa prima di dire: “Quindi … sei come la mia mamma!”
Quello parve sorridere, rispondendo: “A dire il vero, mia cara, io sono molto meglio di tua madre. Sono il suo maestro. Per essere sincero …”, si avvicinò, dondolando pigramente prima di dire, “… io e lei saremmo qui proprio per incontrarci. Immagino sia per questo che sei venuta qui, giusto?”
Helena arrossì, colta in fallo.
“Ehm … già. Volevo sapere perché usciva così spesso dal Castello e … mi spiace. Non volevo disturbarvi.”, concluse, sospirando appena.
Tuttavia, lui non parve prendersela troppo … anzi, sorrise divertito, osservando la piccola Principessa e sorprendendosi, nuovamente, di quanto fosse sveglia e intelligente.
Decisamente, aveva fatto un ottimo investimento.
Sorrise, posandole silenziosamente una mano sulla spalla.
La piccola sussultò, sorpresa, mentre quella strana sensazione di gelo le percorreva nuovamente la spina dorsale.
Anche se si era mostrato gentile con lei, quell’uomo continuava a darle un’impressione decisamente insolita.
“Tranquilla … quello che conta è che tu torni subito al Castello. Non vorremo certo far preoccupare tua madre, no?”, fece lui.
Sorrise, tra sé e sé. Dopotutto, non era nei suoi interessi far sapere a Regina dell’incontro con la figlia.
La donna era decisamente sveglia e, ormai, aveva capito bene con chi aveva a che fare. Protettiva com’era, non avrebbe preso affatto bene la scoperta del loro incontro, anzi … probabilmente avrebbe subito iniziato a sospettare, chiedendosi che interessi potesse mai avere nell’entrare in contatto con la figlia.
Come previsto, Helena colse immediatamente l’occasione, annuendo con forza. Nemmeno lei voleva far sapere alla madre della propria scappatella fuori dalle mura: “Promesso … tonerò subito al Castello però … voi non le direte nulla, vero?”, chiese, i grandi occhioni verdi che osservavano supplici l’uomo.
L’altro sorrise, soddisfatto: “Assolutamente … questo sarà il nostro piccolo segreto, mia cara Helena.”



Note dell'Autrice:
Ebbene, popolo di Efp, rieccomi!
Confesso che sono veramente contentissima, anche il terzo e il quarto capitolo hanno raggiunto le 100 visualizzazioni, e io non potrei proprio esserne più soddisfatta!!!
Nuovo capitolo, nuovo scorcio nel passato della nostra Helena.
Come promesso, questo capitolo si è concentrato quasi interamente sulla figura di Tremotino e sul suo primo incontro con la nostra piccola protagonista. Qui ho deciso, per motivi di coerenza, di farlo presentare a Helena con un nome falso, ossia quello di Sri Gold (ispirato alla sua identità di Storybrooke): infatti sebbene la bambina non sappia come sia fisicamente fatto il Signore Oscuro ne conosce bene la fama e il nome e, probabilmente, se le avesse detto la verità lei avrebbe compreso subito la sua vera indole. Spero che come espediente possa andare.
Come si evolveranno quindi ora le cose tra i due? E cosa porterà il Signore Oscuro a cercare di ucciderla?
Lo scoprirete presto, per ora, ringrazio come sempre Ghylliam ed EragonForever per le recensioni, oltre che tutti coloro che continuano a seguirmi.
Detto questo, alla prossima!

Teoth
   
 
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