Quella sera Marinette
non riusciva a addormentarsi, così scese dal letto e tirò fuori ago e filo per
fare alcuni ritocchi all’abito che aveva promesso a Manon: era a buon punto, le
mancava davvero poco per completarlo e, dato che Morfeo non si decideva ad
accoglierla fra le sue braccia, pensò che portarsi avanti con il lavoro non le
avrebbe fatto alcun male.
Mentre passava il filo, iniziò a
canticchiare un motivetto a bassa voce per non svegliare Tikki.
Avvertì un po’ d’aria fresca che
proveniva dalla finestra sopra il letto che aveva lasciato aperta, perché quella
era un’estate particolarmente afosa, anche nelle ore serali.
Si beò di quella brezza inattesa.
«Cosa ci fa la mia Principessa ancora in piedi?» una voce familiare le sussurrò
all’orecchio, provocandole dei brividi lungo la schiena, che non passarono
inosservati al suo visitatore, che sorrise, leccandosi i baffi.
«Chaton!»
lo riprese la ragazza. Non l’aveva sentito arrivare.
Appoggiò il vestito, l’ago e il filo
alla scrivania.
«Mi hai fatto prendere uno spavento!
Potevo rimanerci! E poi non ci si intrufola così
nelle case degli altri, specialmente nelle stanze private delle signore!» incrociò
le braccia al petto, arrabbiata.
Come poteva resisterle? Era palese
che fingesse, si stava trattenendo lei stessa dal non scoppiare a ridere e
quella scena gli scaldò il cuore,
suscitandogli ilarità.
Si impegnò a sua volta a non
lasciarsi sfuggire una risata, altrimenti non avrebbe potuto mettere in atto quello
che aveva in mente.
«Ma se questa donzella mi stava
aspettando!»
«Ti sbagli!» e per sottolineare il
concetto voltò la testa dall’altra parte, naso all’insù.
È troppo carina.
«È difficile crederti, sai?» avvicinò
nuovamente il viso alla ragazza. Le depositò tanti piccoli baci, morbidi e
leggeri, lungo la linea del collo, da sotto la mandibola fino alla spalla,
causandole dei risolini.
Quanto amava la sua risata, avrebbe
ascoltato quel suono per il resto della sua vita.
«Per quanto le moderne principesse si
siano emancipate, aspettano sempre il bacio del loro cavaliere» e così dicendo
ruotò la sedia fino a avere la ragazza di fronte a sé.
Come d’abitudine, rimase stupito
dalla sua bellezza, semplice ma verace. Era in pigiama, ma per lui era la
ragazza più bella che esistesse.
Lo guardava con i suoi splendidi
occhi blu cobalto, magnetici più del
solito, il suo sguardo non poté non soffermarsi sulle sue labbra rosee,
tremendamente invitanti: tutto di lei lo stava ammaliando, gli sembrava di
udire un canto che lo invocava a andare da lei, sempre più vicino e gli vennero
in mente le Sirene che incantavano Ulisse e i suoi compagni.
E lui non trovò nulla in contrario,
lentamente le si avvicinò, le catturò il labbro superiore, che stuzzicò un po’,
prima di baciarla.
Marinette rispose al bacio con altrettanto
trasporto. Si alzò dalla sedia e spinse il ragazzo guidandolo fino alla chaise longue.
Senza interrompere il bacio, vi si
adagiarono sopra, continuando a scambiarsi effusioni d’amore.
Ciao a tutti!^^
Stranamente sono ancora qui e questa
volta aggiorno Tempi moderni. Pensandoci e ripensandoci, ho trovato un
continuo. Non so se era quello che vi aspettavate, ma spero comunque possa
piacervi questo nuovo capitolo. C:
Buon S. Valentino a tutti! ♥
Penso di non aver altro da dire! C:
Fatemi sapere cosa ne pensate. :)
Grazie. ♥
Alla prossima! ;)
Selly