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Autore: valechan91    14/02/2018    0 recensioni
Un San Valentino particolare per Iwaizumi e Oikawa, coppia fissa da sempre e per sempre. Un amore che nessuno può negare o distruggere. Hajime saprà come renderlo speciale.
14.02.2018 Valentine's Day 2018
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo con una IwaOi in questo giorno fondamentale! E ovviamente, la coppia canon, “The Most Superior Ship” che tutti conoscono e tutti al mondo amano su ogni cosa, non poteva mancare nel giorno dedicato ad essi e a tutte le coppie ufficiali.
Il vero amore va sempre celebrato degnamente e con tutti gli onori. E chi meglio di loro? Nessuno è come loro.
Questo loro San Valentino sarà un po’ particolare…
Buona lettura!



 
 
Lacrime a San Valentino
 



Era ormai passato un anno dalla fine della scuola, e molte cose erano cambiate in quel periodo di tempo.
Matsukawa e Hanamaki alla festa di diploma avevano dichiarato di stare insieme da poco prima del torneo primaverile, guadagnandosi sogghigni e sguardi maliziosi da parte del capitano.
Dopo il liceo, erano anche andati a vivere insieme.
Mentre Hajime e Tooru…  erano finiti in due università diverse, a Tokyo, ma non molto distanti. Tooru si era iscritto alla Tokyo University, da cui aveva persino ricevuto un invito ufficiale. Hajime invece era andato nella relativamente più economica Waseda University, a poca distanza dalla celeberrima università del suo amico.
Fu per volontà di Oikawa che i due iniziarono a vivere insieme, e complice uno stesso tetto da condividere, lentamente vennero a galla i sentimenti sopiti.
Nessuno dei due sapeva quando il sottile confine tra amicizia e quel qualcosa di più, che aveva il sapore e il profumo dell’amore, fosse stato superato. Forse da tempo, forse da sempre.
Ma guardando le loro tazze vicine, a tema Star wars e Godzilla, entrambi avevano la sensazione che fosse tutto come doveva essere. Tutto quello aveva il sapore di casa.
Ricevettero anche la convocazione per i nazionali, insieme, come schiacciatore e alzatore. Oikawa non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Non era facile per nessuno dei due sapere che in squadra c’era qualcun altro per il compagno, ma giocare insieme spesso nonostante tutto lasciava spazio alla frenesia e quel pensiero svaniva.
Erano schiacciatore e alzatore, l’uno per l’altro, e nulla al mondo lo avrebbe cambiato.
L’anno iniziò bene per entrambi, ma nel primo inverno da studenti universitari Oikawa si sforzò tanto da acuire il dolore al ginocchio.
Finì per passare un mese a fare riabilitazione. Non si era fatto particolarmente male, ma aveva rischiato.
Iwaizumi si era allarmato, anche se lo nascondeva bene. Stringeva i pugni, in religioso silenzio. Sapeva quanto l’altro ci tenesse a giocare, a quello sport che li aveva uniti sin da bambini.
Si avvicinava San Valentino, e Hajime aveva preparato qualcosa di speciale per il suo fidanzato. Voleva farlo sentire di nuovo a casa, e anche se teneva a fargli un regalo soprattutto al White Day, sapeva che lo avrebbe apprezzato.
Quello che non sapeva era come fosse riuscito Matsukawa a convincerlo a fare quella cosa.
Sperava che almeno l’altro apprezzasse…
Hajime lo andò a prendere in ospedale, con l’auto che guidava da qualche tempo dopo aver preso la patente. Aprì la porta del loro appartamento, tenendola aperta per il compagno che per qualche giorno avrebbe dovuto portare una stampella.
“Finalmente a casa” commentò Tooru, mentre l’altro sistemava i bagagli
“Hai bisogno di aiuto?” gli chiese Hajime
“Meglio che mi sieda” proferì il castano, aiutandosi come poteva “non preoccuparti, Iwa-chan”
Incespicò lentamente fino al mobile delle scarpe, poggiando la stampella da un lato per sostenersi allo scaffale.  
Iwaizumi gli si avvicinò per sfilargli la giacca. Si conoscevano sin troppo bene, e sin dall’infanzia era per loro naturale essere insieme e muoversi insieme. Fare tutto insieme. Era parte di ciò che erano.
Era rassicurante avere l’altro intorno, sebbene i nervi di Iwaizumi ne risentissero il più delle volte e nessuno dei due fosse debole da non sapersela cavare anche da solo. Quella confortevole sensazione di familiarità era qualcosa a cui nessuno dei due voleva rinunciare. 
Hajime lo aiutò a camminare verso il salotto, facendolo sedere sul divano. Per sistemargli uno sgabello sotto le gambe alzate, il ragazzo si inginocchiò.
Sorridendo sornione, Tooru esclamò “Oh, Iwa-chan si inginocchia per me” guadagnandosi un piccolo colpetto sulla caviglia
“Cattivo! Sono stato male!”
“Ti fa ancora male il ginocchio?”
Oikawa non aveva mai dovuto fingere con Iwaizumi, che conosceva bene sia il suo lato forte che il suo lato più fragile. Hajime riconobbe lo sguardo tagliente del compagno, leggendolo come un libro aperto.
Ma era una cosa reciproca. Non potevano fingere l’uno con l’altro.
“Un po’ ma è normale. Non preoccuparti, Iwa-chan” rispose con tranquillità, incontrando lo sguardo di Hajime , che annuiva
 “Ti prendo del ghiaccio e dell’acqua. Devi prendere l’antidolorifico” asserì Iwaizumi, dirigendosi verso la cucina.
Oikawa lo seguì con lo sguardo, prima di tirare un lungo sospiro di sollievo, stendendosi meglio sul divano. Era stanco, ma felice di essere tornato a casa. Quella caduta durante l’ultima partita era ancora viva nella sua mente, e ritrovarsi fra quelle mura familiari, con la persona a lui più cara, attenuava il senso di oppressione che ogni tanto gli si presentava nel petto.
“Ohi, Shittykawa! Smettila di ripensarci” fece Hajime, ritornando in salotto e dandogli un piccolo colpetto sulla fronte “non serve. Sarai quello di sempre in pochi mesi”
Oikawa afferrò con forza il bracciolo del divano. “ Mesi. Mesi senza allenamento. Non sarò più bravo come un tempo”
Oikawa sapeva bene che Iwaizumi aveva ragione, che si stave pienamente riprendendo e che non doveva lasciare la pallavolo. Ma restava il fatto che era rimasto fermo, in quel periodo di tempo qualcuno avrebbe potuto superarlo.
 Hajime lo osservò, senza ombra di sorpresa sul volto. Conosceva bene il compagno, sapeva che di fronte agli altri si tratteneva, il più delle volte. Non aveva nemmeno avuto il tempo di pensarci.
Gli si sedette vicino, stando attento alla gamba, e gli circondò le spalle con un braccio, avvicinandolo a sé e  mettendo una mano nella cervice castana del compagno.
“ Andrà bene, Tooru. Puoi starne certo” disse in un soffio
Oikawa socchiuse gli occhi, mentre gli angoli della bocca gli si alzavano, in un piccolo sorriso accennato, mentre una singola lacrima gli scivolava lungo la guancia.
“Forse hai ragione, Iwa-chan” sospirò, mentre gli afferrava con forza la maglia
“Non piangere, Trashykawa. Sei brutto quando piangi”
“Rude!”
Hajime lo avrebbe sempre negato, sicuro, almeno fino in punto di morte. Forse.
Gli piaceva ogni lato del suo ragazzo, forse meno quello infantile, ma preferiva quando Tooru si lasciava andare con lui, perché sapeva di essere l’unico con cui ne era capace.  Lo rendeva bellissimo, e con un pizzico di gelosia capiva perché aveva tante persone intorno.
“Forza, scemo. Ti ho comprato I panini al latte”
Tooru si riprese quasi subito, sorridendo leggermente. “Iwa-chan è il migliore!”
“Tch” borbottò l’altro” ah, visto che oggi è San Valentino…” Hajime tirò fuori dalla tasca un bigliettino.
Matsukawa glielo aveva modificato, e si sarebbe volentieri sotterrato dalla vergogna in quel momento.
Ma almeno, se Tooru sorrideva, ne era valsa la pena.
Non era da lui,ma…
 
“ Preferisco dirtelo di persona, perché così ad uno sguardo tu possa capire meglio.
Quel qualcosa che abbiamo costruito non finirà, e la routine non cambierà.
Siamo sempre noi.
A volte neghi, soprattutto verso Kageyama, il tuo talento, e questo mi irrita davvero molto.
Sei il miglior alzatore che conosca.
Non mi lascio andare facilmente, non è nella mia natura.  Ci tengo a te, nonostante possa non sembrare.
Sei sempre il solito stupido narcisista sbruffone, di cui solo io conosco il lato più fragile.
È uno dei lati che apprezzo di te.
Sei un gran lavoratore, quando non ti viene il grillo di saltare il riscaldamento e rischi di farti male.
Ammiro l’impegno che ci metti nelle cose, senza interessarti dello sforzo.
Entrambi siamo testardi in molte cose, e a volte è  motivo di contrasto, ma riusciamo sempre a comprenderci.
Siamo sulla stessa lunghezza d’onda e sempre con gli stessi obiettivi da raggiungere.
Ammiro anche quando cerchi di essere forte, perché lo sei. Cadere e rialzarti è sinonimo di forza, non di debolezza.
Sei caduto, tante volte, e altrettante ti sei risollevato.
Avrai un futuro luminoso.
Ciò che spero, è di esserci anche io nel tuo futuro, come tu nel mio.
Dopo una vita insieme, anche se forse con una parte del percorso differente, non piace a nessuno dei due dividersi. Non perderemo i contatti.
Voglio condividere quel brillante futuro con te, in campo e fuori di esso.
Se me ne darai l’opportunità, ti dimostrerò che ti amo più di quanto pensi, più della mia stessa vita.
Lo prometto.
E sai che mantengo sempre le promesse. “



 
Oikawa rimase sorpreso, leggendo il biglietto. Sorrise, facendo segno all’altro di avvicinarsi, per poi accoglierlo con un bacio, prontamente ricambiato.
“Allora sai essere romantico, Iwa-chan. Buon San Valentino” commentò Tooru alla fine del bacio.
Hajime fece spallucce. “Nulla di che”
“E il mio regalo, Iwa-chan?”
“Al White Day. Ora accontentati di questa e dei panini”
“Rude come sempre” Tooru inclinò la testa, sorridendo leggermente
Il resto della serata lo passarono abbracciati, Iwaizumi cingendo le spalle dell’altro, che aveva la testa sul petto del fidanzato.
Iwaizumi lo sapeva, sapeva che Tooru fosse a conoscenza del fatto che la sua caduta lo aveva fatto preoccupare più di quanto non desse a vedere. Non c’erano bisogno di parole tra loro.
Però, in quei momenti, essere vicini dava loro la sensazione che tutto potesse volgersi al meglio.
 
Quando Oikawa si addormentò, Iwaizumi lo portò lentamente nel letto.
Hajime era riuscito a convincere Tooru a risparmiargli, per il momento, il letto matrimoniale. Le loro camere erano subito riconoscibili.
“Iwa-chan…” mormorò Tooru mezzo addormentato “Resta qui”
“Ma… la tua gamba…”
“Solo stasera. È San Valentino. Non voglio restare solo”
“Va bene. Ma adesso prendi di nuovo le medicine”
Hajime gli portò dell’acqua e le medicine, facendogliele prendere. Poi si mise lentamente nel letto con il compagno
“Iwa-chan, guarda che non mi spezzo facilmente. Non sono fatto di vetro” commentò Oikawa, fissandolo con attenzione “e poi sei più minuto di me”
“Questa me la paghi, Oikawa” borbottò Iwaizumi “ cerco di non farti male, idiota”
Di tutta risposta, Oikawa poggiò la testa nell’incavo del collo del compagno
“Sto bene così. Non mi fai male. E poi hai il profumo di casa”
“Buonanotte, Tooru” 
Oikawa lo riconobbe dalla voce, Hajime aveva sulle labbra un leggero sorriso.
Per Iwaizumi, era lo stesso. Oikawa Tooru era sinonimo di casa, per lui.
Quelle mura, e la persona amata, erano ciò che definiva casa.
Era una cosa reciprova.
“Buonanotte, Iwa-chan” mugugnò Oikawa, tornando nel mondo dei sogni
Quella notte, il sonno dei due fu tranquillo.
Stava per iniziare un duro periodo per entrambi, ma lo sapevano.
Insieme erano invincibili. Ce l’avrebbero fatta a superare qualsiasi cosa.
Lo provavano quei piccoli cerchietti argentati, uguali, che portavano all’anulare sinistro.
Insieme potevano qualsiasi cosa.
 

 


 ​Alla prossima IwaOi!
 
   
 
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